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CREDENTI ATTENTI

Ultimo Aggiornamento: 16/10/2021 12:05
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25/02/2017 13:10
 
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Noi CREDENTI possiamo cadere in varie forme di inganno materiale o spirituale o cedere a varie forme di pressioni e condizionamenti, che potrebbero limitare o addirittura eliminare ogni efficacia alla nostra azione, o formazione di credenti.
Per questo occorre essere CREDENTI molto ATTENTI
a chi vuole farci diventare invece dei "creduloni" o vogliono sfruttare la nostra semplicità e buonafede per rifilarci i loro raggiri.

Perciò cercheremo di evidenziare man mano che ci capiteranno, le situazioni o gli inganni da cui guardarsi e diventare dei Credenti che sappiano analizzare le cose alla luce della ragione e della Rivelazione.


___________________________
[Modificato da Credente 09/05/2017 17:21]
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20/03/2017 15:37
 
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Le false profezie di Malachia e della Emmerich sui “due papi”



malachia e false profezie 
 
 Immancabile in tante persone la smania di correre dietro alle “profezie”, tanto più gettonate quanto più possono far pensare a una prossima fine del mondo. Come se il 21 dicembre 2012 non avesse insegnato niente!

Gruppi di estremisti tradizionalisti o ai margini della Chiesa cattolica (come la setta della “veggente” Maria Divina Misericordia e la setta di Gallinaro), e altri seguaci di false o non approvate rivelazioni private cattoliche, fanno un gran polverone con la presunta “profezia dei due papi“. Un’altra molto gettonata è la “profezia dell’ultimo papa o profezia sui Sovrani Pontefici” falsamente attribuita a San Malachia.

 

PROFEZIA “DEI DUE PAPI”
La “profezia dei due papi” è tratta dagli scritti della beata Anna Caterina Emmerich. Molti tradizionalisti, sostengono che tale “profezia” riguarda la Chiesa dopo il Concilio Vaticano II e, in particolare, il rapporto tra Papa Francesco e Benedetto XVI. Il testo dimostra chiaramente che questo è del tutto falso: innanzitutto, le parole trascritte della Emmerick non sono una profezia, ma una visione. Sappiamo inoltre che dal 1819 fino al giorno del suo trapasso, nel 1824, la Emmerick dettò le sue visioni al poeta romanticista Clemens Brentano, che trascrisse quanto diceva seduto al capezzale della beata: ciò mette ulteriormente in guardia dall’interpretare a piacimento tali rivelazioni private. Occorre cautela nel fare parallelismi pericolosi nell’ambito di un discernimento che spetta soltanto al Magistero della Chiesa!

La visione della Emmerick riguarda la situazione della Chiesa nel IXX secolo, e sono identificati i due papi: Bonifacio IV, che regnò nel 608-615 e Pio VII, regnante nel 1800-1823. I passaggi rilevanti sono questi: «Poi ho avuto una visione meravigliosa. Roma mi è apparsa improvvisamente nei primi tempi … ho visto un Papa e un imperatore il cui nome non conoscevo. Non riuscivo a trovare la mia strada nella città, anche le cerimonie sacre; eppure le ho riconosciute come cattoliche […]. Quando avevo assistito a questa visione, anche nei più piccoli dettagli, ho visto ancora una volta l’attuale Papa (Pio VII) e la chiesa buia del tempo a Roma. Sembrava essere una grande, vecchia casa come un municipio con colonne di fronte… [questa descrizione si adatta ad un tempio massonico di quel tempo, nda]. Poi ho visto la connessione tra i due papi e i due templi […]. Il quadro era favorevole ai primi tempi, perché in loro l’idolatria era in calo, mentre a nostri giorni è proprio il contrario» (da “La vita e le rivelazioni di Anna Caterina Emmerick completi”, p. 277 e segg.).

Il card José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi, ha ritenuto non autentici gli scritti attribuiti alla Emmerick: «La beata (Anna Katharina Emmerick, 1774-1824) ci ha lasciato di sicuro solo tre lettere. Gli altri scritti, che le vengono erroneamente attribuiti, hanno diversa origine: le “visioni” della Passione di Cristo furono annotate, rielaborate con grande libertà e senza alcun controllo, dallo scrittore tedesco Clemens Brentano (1778-1842) e vennero pubblicate nel 1833 con il titolo: “L’acerba passione di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”. Pertanto, le opere in discussione non possono considerarsi né scritte né dettate dalla Emmerick e neppure autentiche trascrizioni delle sue affermazioni e delle sue narrazioni, ma un’opera letteraria del Brentano e con tali ampliamenti e manipolazioni che è impossibile stabilire quale sia il nucleo vero e proprio da potersi attribuire alla beata. Ne consegue che gli scritti in questione non sono lo specchio verace del pensiero e delle esperienze mistiche della monaca agostiniana. Le singole affermazioni, sia quelle che esprimono una sana religiosità, sia quelle che presentano stranezze e sentimenti antisemiti, sono scaturite dalla creatività e dalla fantasia artistica del Brentano» (J.S. Martins, in L’Osservatore Romano, 7/10/2004).

 

PROFEZIA DI MALACHIA
Passiamo a considerare la profezia di Malachia, citando dal libro 2012. Catastrofismo e fine dei tempi (Piemme 2010). Si tratta di un elenco di 111 papi apparso, 450 anni dopo la morte di Malachia, in un’opera in lingua latina del monaco benedettino Arnoldo Wion, Lignum Vitae (1595), il quale lo ha introdotto così: «San Malachia morì il 2 novembre 1148. Noi possediamo tre lettere di San Bernardo a lui indirizzate, le epistole CCCXIII, CCCXVI e CCCXVII. Si crede che egli abbia scritto pure qualche opuscolo. Ma di lui non conosco che una certa profezia sui Sovrani Pontefici. Siccome questo scritto è breve e a quanto pare non è stato ancora stampato, lo riproduco qui per rispondere al desiderio di parecchi». L’elenco parte da Celestino II (1143-1144) e ognuno dei papi è definito da un breve motto in latino che dovrebbe metterne in evidenza il nome, il simbolo, il luogo di provenienza o comunque un elemento che lo contraddistingue. Dopo l’elenco dei 111 papi, nel manoscritto si trova questa frase: «Nella persecuzione estrema, il trono della Santa Romana Chiesa verrà occupato da Pietro il Romano, che pascerà il suo gregge fra molte sofferenze, finite le quali la città dei sette colli verrà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il proprio popolo. Fine (o Amen)».

La “profezia” era già tornata di grande attualità dopo la morte di Giovanni Paolo II, che era il 110mo nell’elenco e ovviamente lo è ancora di più da quando Benedetto XVI ha rinunciato al ministero di vescovo di Roma. L’autenticità della “profezia” è stata però ripetutamente smentita da una seria ricerca storica. San Malachia è stato una figura molto importante della Chiesa irlandese e del monachesimo cistercense, San Bernardo ne ha scritto la biografia citando tutti gli aspetti possibili, personali e di governo della Chiesa, senza mai menzionare presunte profezie o rivelazioni personali riguardo al succedersi dei Papi. Il che sarebbe davvero strano se ci fosse stato un manoscritto del genere. In secondo luogo, il riferimento ai Papi precedenti il 1590 è abbastanza preciso, con motti che richiamano lo stemma o il casato, mentre per i Papi successivi il riferimento è molto più vago e diventa possibile solo andando alla ricerca di elementi eterogenei cosa che, tra l’altro, renderebbe possibile la compatibilità con qualsiasi personaggio. Ad esempio, il primo papa della lista, Celestino II, è definito Ex castro Tiberi, con allusione al luogo di origine del Papa, che nacque a Città di Castello, sul fiume Tevere. Eugenio III (1145-1153) è definito Ex magnitudo montis, e anche qui il riferimento è al luogo di nascita: Montemagno, in provincia di Pisa.

Se invece guardiamo ai papi della nostra epoca, le interpretazioni date ai rispettivi motti sono a dir poco forzate. Giovanni XXIII sarebbe Pastor et Nauta (pastore e marinaio) con riferimento al suo mandato di Patriarca di Venezia (antica repubblica marinara) o al ruolo di “traghettatore della Chiesa nel mare della modernità” attraverso il Concilio Vaticano II. Paolo VI è indicato dal motto Flos Forum, fiore dei fiori, definizione che alcuni attribuiscono al giglio: nello stemma di Paolo VI compaiono tre gigli. Giovanni Paolo I è De Medietate lunae, che molti hanno riferito al fatto che il suo pontificato – 33 giorni – è durato “il tempo di una luna” con riferimento al mese lunare; in realtà il mese lunare è di 28 giorni e mezzo mese lunare, come indica il motto, è quindi di 14 giorni. Giovanni Paolo II sarebbe De labore solis, che alcuni vedono come riferimento alla provenienza da un Paese dell’Est (dove sorge il sole). Benedetto XVI sarebbe poi De gloria olivae, motto che fa faticare non poco gli esegeti di Malachia: l’interpretazione che va per la maggiore fa riferimento al nome Benedetto sostenendo che i benedettini sono chiamati anche olivetani, il che però non è vero in quanto gli Olivetani sono soltanto un ramo riformato del monachesimo benedettino; più recentemente ci si è riferiti al fatto che Benedetto XVI ha canonizzato il fondatore degli Olivetani, san Bernardo Tolomei, ma si vede che per poter rendere credibile la profezia bisogna fare un notevole sforzo di fantasia. Del resto come non notare che un motto del genere è così vago da potersi adattare a chiunque? Ad un papa italiano (terra degli ulivi) come ad un papa mediorientale o nordafricano (di carnagione olivastra) o anche ad un papa impegnato per la pace (l’ulivo è simbolo di pace). Qualcuno prima del conclave che ha poi portato all’elezione del cardinal Ratzinger, aveva visto nella profezia di Malachia un rafforzamento della candidatura al papato del cardinal Martini: era sicuramente qualcuno esperto di cocktail visto che aveva associato l’oliva al Martini.

Un altro elemento sottolineato dai critici è il fatto che nell’interpretazione classica, nell’elenco dei Papi sono considerati anche dieci anti-papa, il che è quantomeno curioso. Per la Chiesa gli anti-papa non possono essere certo inclusi nella successione di Pietro (tanto è vero che l’esistenza di un anti-papa Giovanni XXIII all’inizio del XV secolo non ha impedito che papa Roncalli assumesse quel nome nel 1958) né nella profezia si fa menzione di eventuali anti-papa, come ci si aspetterebbe. Se dovessimo perciò togliere gli anti-papa dall’elenco troveremmo che Benedetto XVI non sarebbe più il 111esimo Papa della lista ma soltanto il 101mo, con tanti auguri agli esegeti per trovare un nuovo aggancio tra persona e motto.

Un ultimo problema riguarda il 112esimo della lista, Petrus Romanus. Secondo alcuni storici si tratterebbe di un’aggiunta al testo inserita nel XIX secolo, ma a parte questo, la profezia non parla di un 112esimo papa. La cosa ha dato adito a due interpretazioni. La prima è che ci possano essere altri papi dopo il numero 111 e prima di Petrus Romanus, che poi nella tradizione è diventato Pietro II: in questo caso la fine della Chiesa e del mondo sarebbe rimandata a data da destinarsi. La seconda è che dopo Benedetto XVI non ci sia un altro Papa, ma un “reggente” che guidi la Chiesa senza che ci siano tempo e condizioni per la convocazione o la conclusione di un conclave. In questo caso la fine sarebbe davvero prossima: al venir meno di un papa (per morte o, come in questo caso, per rinuncia) la reggenza della Chiesa spetta infatti, fino all’elezione del papa successivo, al cardinale Camerlengo di Santa Romana Chiesa. Quindi, dopo la rinuncia di Benedetto XVI, ci sarebbe dovuto essere come reggente il Camerlengo, che in quel momento era il cardinale Tarcisio Bertone, che era anche segretario di Stato vaticano. Ebbene, il nome completo del cardinale Bertone è Tarcisio Pietro Evasio, nato a Romano Canavese: ed ecco fatto Petrus Romanus, a patto di non farsi domande sul perché Malachia avrebbe indicato il secondo nome e non il primo, e usato come aggettivo (Romanus) il nome della città che in questo caso è sostantivo.

Ma, del resto, quando si è fermamente intenzionati a credere al catastrofismo apocalittico, si prende per buono tutto ed il contrario di tutto…

 

POST-SCRIPTUM
Nel libro-intervista Ultime conversazioni (Garzanti 2016), il Papa emerito Benedetto XVI ha risposto ironico ad una domanda sulla “profezia” di Malachia, secondo la quale il papato terminerebbe con il suo pontificato: «Probabilmente questa profezia è nata nei circoli intorno a Filippo Neri. A quell’epoca i protestanti sostenevano che il papato fosse finito, e lui voleva solo dimostrare, con una lista lunghissima di papi, che invece non era così. Non per questo, però, si deve dedurre che finirà davvero. Piuttosto che la sua lista non era ancora abbastanza lunga!» (p. 205).


[Modificato da Credente 16/10/2021 12:05]
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09/05/2017 17:20
 
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La bufala del Rosso / Nero alla Roulette.. il trucco c'è ma non tutti lo vedono!


Nelle scommesse, che propongono come vincenti esiste una sola regola:

Il banco vince sempre.



Ultimamente il mio account di facebook è sommerso da pubblicità di giochi online e di scommesse di ogni tipo. Se siete saggi e ricordate qual'è l'unica regola ignorerete le pubblicità. Io non ho mai giocato d'azzardo (anche se qualche app su Facebook in cui NON SI GIOCANO SOLDI VERI l'ho provata. Ma nulla di più).





La pubblicità era molto allettante in quanto garantiva di potervi far guadagnare diverse centinaia di euro al giorno. Invece una volta aperta la pubblicità ho scoperto che si trattava di una persona che proponeva di giocare alle roulette online, (ditemi chi di voi non verrebbe incuriosito nemmeno un pochetto da una pubblicità così? XD ) altro non era che il vecchio barbatrucco del Rosso/Nero alla roulette, che più che un trucco in realtà si tratta di una vera e propria bufala.



Ecco la truffa del gioco d'azzardo online!



Il trucco prevede semplicemente di iniziare con il puntare 1 (euro, dollaro o sterlina o qualsivoglia valuta) e di raddoppiare ogni qual volta si perde. Quando si vince bisogna iniziare a puntare di nuovo 1. Quindi abbiamo una strategia di gioco suddivisa in "round" ognuno dei quali termina non appena si vince, ogni "round" a sua volta è suddiviso in tante giocate (o se preferite chiamatele pure "puntate/scommesse").



Apparentemente il trucco sembrerebbe essere una miniera d'oro. Infatti ad una prima analisi quello che pensiamo è "Bé se ogni volta che perdo raddoppio la puntata prima o poi vinco no?" .. SBAGLIATO!



Intanto quando si vince un round si vince 1 e basta.



Vediamo come mai: immaginiamo di fare un round di gioco (e per round intendo raddoppiare le giocate fino a quando non si vince, dopodiché inizia un altro round ) nel quale perdiamo 5 volte e la 6° volta vinciamo:



1° scommetto 1 perdo 1 (1° giocata del 1° round)

2° scommetto 2 perdo 2 (2° giocata del 1° round)

3° scommetto 4 perdo 4 (...)

4° scommetto 8 perdo 8

5° scommetto 16 perdo 16

6° scommetto 32 vinco 32 (6° giocata del 1° round)



A questo punto ci sembra di aver vinto tantissimo (32 monete per l'esattezza), ma invece se guardiamo i soldi persi prima (1+2+4+8+16) vediamo che prima di vincere 32 in totale abbiamo perso 31, quindi il guadagno è di 1 sola moneta. (E sarà sempre così, infatti anche nel momento in cui crediamo di aver vinto 1024 in realtà prima ne avremmo dovuti perdere 1023).



Inoltre per poter sperimentare questo "sistema" è necessario avere a disposizione una grande quantità di denaro iniziale. Ad esempio la truffa che ho visto io proponeva di iniziare a giocare con 50 euro. (tutti soldi che saranno persi, più avanti vedremo il perchè).



Nell'esempio che ho fatto, 50 unità di denaro non bastavano. Infatti alla 6° puntata dobbiamo puntare 32 ma avendone gia persi 31 ce ne sono rimasti 19 (50 -31 = 19) quindi nel mio esempio avete appena perso 31 soldi.



Mettiamo le cose sul piano matematico.



Bé allora a questo punto gli scommettitori più sfegatati avranno pensato. "Si ma quant'è la possibilità che io perda 5 volte di fila appena inizio a giocare?". Rispondo io per loro. La possibilità è 1/32. ( In realtà è leggermente diversa perchè le roulette non hanno solo ROSSO e NERO ma hanno anche il VERDE, ma vedremo anche questo più avanti).



Sembrerebbe un dato allettante.. MA NON LO E'!



Ammettiamo che non si verifichi questa possibilità al primo round. Quindi se ho una possibilità di 1/32 (circa) che mi capiti il giro sfortunato allora è lecito ritenere che su 32 round mi capiteranno 31 round fortunati (circa). Questo è giusto, tuttavia non fermatevi a leggere qui perchè la bufala sta per essere smascherata.

Ipotizziamo di vincere al primo round partendo con 50 monete, siccome la vittoria è sempre di 1 moneta ci ritroveremmo con 51 monete. Tuttavia se ci capita il giro sfortunato alla seconda giocata, quindi:



1° scommetto 1 perdo 1

2° scommetto 2 perdo 2

3° scommetto 4 perdo 4

4° scommetto 8 perdo 8

5° scommetto 16 perdo 16

6° scommetto 32 vinco 32



Dobbiamo smettere di giocare in quanto i soldi PERSI (1+2+4+8+16 = 31) fino a questo punto sono troppi e in tasca ci rimarrebbero solo 20 (51 - 31 = 20) euro, che non bastano visto che ce ne servono 32. Come abbiamo appena visto il giro sfortunato ci può ancora capitare, stavolta però anzichè esserci avanzati 19 euro ce ne sono avanzati 20 (perchè prima ne abbiamo vinto 1). La domanda è: "riusciamo ad aumentare il nostro avanzo fino a 32 prima che capiti il giro sfortunato?"



Se abbiamo fortuna si (calcoleremo fra poco la probabilità), ma quante partite dobbiamo vincere per raggiungere un avanzo di 32?



Bé i round da vincere sono 13 (non crediate che sia un numero fortunato.. PERCHE NON LO E'! ).. Infatti 50 euro iniziali + 13 euro ottenuti da altrettante partite vinte danno come risultato 63. Se da 63 togliamo le perdite del giro sfortunato otteniamo come risultato 32.. (63 - 31 = 32). Quindi visto che per arrivare a 63 dobbiamo vincere 13 round noi vogliamo sapere la probabilità che su 13 round NON (grazie a James per la piccola correzione :) )esca il giro sfortunato:



Se chiamiamo P il numero 31/32 (P = 0,96875 ). La probabilità è:



P*P*P*P*P*P*P*P*P*P*P*P*P = 0,6618... (P * P tredici volte o scritto brevemente P^13)



Abbreviamolo e diventa (31/32)^13 = 0,6618.. è solo lo stesso modo di scrivere P*P*P... perchè altrimenti quando le P diventano tante non finirei più di scriverle..



Siccome 2/3 = circa 0,66..



quindi una possibilità su 3 che esca il giro sfortunato. (comunque non è conveniente, perchè anche se avete 2/3 possibilità di vincere 13 monete, avete una possibilità su 3 di perderne 50! e comunque come vedremo fra poco, perfino questa apparente possibilità di vittoria diventerà esigua)



Con questo risultato "sembrerebbe" che abbiamo circa 2 chance su 3 di arrivare a 63 monete partendo da 50.

Invece non è così. Perchè una volta arrivati a 63 monete (e ricordate che a questo punto avevate comunque una possibilità su 3 di perdere tutto, adesso viene la parte più importante), esiste ancora un giro sfortunato che è il seguente:



1° scommetto 1 perdo 1

2° scommetto 2 perdo 2

3° scommetto 4 perdo 4

4° scommetto 8 perdo 8

5° scommetto 16 perdo 16

6° scommetto 32 perdo 32

7° scommetto 64 vinco 64



Come vediamo, arrivati alla sesta giocata di questo round avremmo già perso tutto il nostro capitale. Infatti se sommiano le perdite vediamo che il risultato è 63 (1+2+4+8+16+32). Per proseguire il gioco necessiteremo di 127 monete, che però non abbiamo. Infatti se da 127 togliamo le perdite (63) otterremo 64 che è esattamente la cifra che ci manca per continuare (e che non abbiamo).



Quindi a questo punto per poter continuare dovremmo prima vincere 64 round. Riusciamo ancora a vincere 64 partite prima che ci capiti il round sfortunato? La risposta è no. Perchè anche se il round sfortunato è molto meno probabile di prima (stavolta il round sfortunato capiterà in media solo una volta ogni circa 64 partite) per arrivare a 127 dobbiamo prima vincere molte più partite (per l'esattezza 64).



La possibilità di riuscire ad arrivare a 127 partendo da 63 monete è



P^64 (Dove stavolta P e' uguale a 63/64)



(63/64)^64 = 0,3649...



Come vedete la matematica ci dice che le probabilità di vincere stavolta sono circa 1/3. (rispetto a prima il risultato si è ribaltato).



LASCIATEMI IMPRECARE! DIAMINE COME RISULTATO E' PESANTE. ABBIAMO GIA' UNA NOTEVOLE POSSIBILITA' DI PERDITA! NONOSTANTE IL GIOCO NON SIA ANCORA ANDATO MOLTO AVANTI!





Ripetendo il ragionamento viene fuori questa tabella





Capitale iniziale Calcolo della probabilità di raddoppiare il capitale iniziale Risultato del calcolo
127 (127/128) ^ 128 0,366...
255 (255/256) ^ 256 0,367...
511 (511/512) ^ 512 0,367...
1023 (1023/1024) ^ 1024 0,367...



State attenti!! Il risultato sembra aumentare. Ma in realtà aumenta sempre più lentamente e la matematica ci dice che non andrà mai oltre 0,3678...



Quindi anche nelle migliori delle partite di volta in volta abbiamo solo 0,367879... possibilità che il nostro capitale raddoppi mentre abbiamo sempre 0,632120... possibilità di PERDERE TUTTO.



Poco fa ho chiesto di fare attenzione perchè 0,367879 è la probabilità di vincere DI VOLTA IN VOLTA, se ad esempio pensate di poter prendere le vostre 50 monete e di arrivare a 1000 euro in un giorno le probabilità si moltiplicano uteriormente tra di loro (diminuendo visto che sono numeri minori di 1). Quindi la probabilità di prendere le nostre 50 monete e di arrivare a 1000 euro è molto più bassa di 0,3678.



In particolare se voi avete 50 monete e volete arrivare a 1000 euro la probabilità di arrivare a 1000 euro (in realtà 1023) senza perdere tutto il capitale è di:



0,6618 ... * 0,3649... * 0,366... * 0,367... * 0,367... = 0,0119...



Ovvero avete solo 1 possibilità su più di 84 di arrivare a 1000 euro partendo da 50. Ripetendo il ragionamento questa possibilità diventa sempre più bassa. Anche partendo da somme relativamente alte la probabilità è sempre a favore del BANCO. Non solo la possibilità è sempre a favore del banco, ma con questa strategia che sembra tanto promettente daremo al banco un vantaggio maggiore infatti mentre scommettendo sul ROSSO/NERO le possibilità di vittoria sono circa 0,49.. usando la strategia del raddoppio le possibilità di vittoria scendono a 0,367 per un singolo raddoppio o scendono anche di più se continuate a raddopiare ulteriormente.. Quindi si tratta di una SUPER TRUFFA. Infatti non troverete mai un casinò che vi consiglia questa strategia proprio perchè consigliarla ai giocatori non sarebbe proprio "lecito". Però ci sono sempre un sacco di persone ERRONEAMENTE convinte della validità di questa strategia.



Ora un ultimo dettaglio. Le roulette non hanno solo ROSSO o NERO ma hanno anche il verde (alcune addirittura hanno 0 e 00 che sono due numeri che non sono ne NERI ne ROSSI). Quindi le possibilità SONO MOLTO PIU' A FAVORE DEL BANCO DI QUANTO VI ABBIA APPENA MOSTRATO: RAGIONE IN PIU' PER NON PERDERE TEMPO E SOLDI GIOCANDO D'AZZARDO!!



Questo ragionamento può essere ripetuto con qualsiasi sistema è darà sempre come risultato che il banco è fortemente favoreggiato (Dimostrazione qui) (c'è chi propone di giocare coi dadi sestuplicando le puntate, c'è addirittura chi usa un sistema simile al Lotto! Ma come avete appena visto si tratta solo di una bufala con cui ogni anno molte persone perdono UN SACCO DI SOLDI. Ovviamente un sistema simile non è applicabile nemmeno in borsa: lo dico perchè sono sicuro che qualcuno abbia pensato di fare soldi in borsa in questo modo ma come avete appena visto non è possibile.. cioè è altamente improbabile ).



Io non credo mai a tutto quello che mi viene raccontato.. e voi?


Spero che questo articolo vi sia piaciuto, non ho trovato da nessun'altra parte la dimostrazione di questa truffa e ci ho speso un paio d'ore per dimostrarlo (il mio primo ragionamento si basava sulla vincita media ma non metteva sufficientemente in evidenza la truffa, così ho lavorato ancora un pò per rendere il ragionamento più chiaro.. Manco a dirlo la vincita media era un numero minore di 1 cioè non era una vincita ma una perdita. )
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09/05/2017 17:29
 
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Le truffe agli anziani, ecco le 5 più comuni e i consigli per evitarle



Dalla truffa «del pacco» a quella «della lotteria». Viminale e Polizia di Stato redigono un vademecum per gli over 65

 

Secondo il ministero dell’Interno, a farne le spese sono sempre più spesso gli anziani, bersaglio facile per i malintenzionati soprattutto quando abitano da soli. In soli due anni - dal 2012 al 2014 - , gli over 65 le vittime di truffa sono passati da 300 mila a 340 mila.  

 I casi denunciati, però, sono solo una parte: molte truffe, infatti, non vengono nemmeno denunciate dagli anziani, per vergogna o timore che i familiari vengano avvertiti e li considerino non più capaci di gestirsi autonomamente. 

 

Polizia di Stato, Ministero dell’Interno e Confartigianato hanno messo a punto e distribuito in molte provincie un vademecum con i consigli per evitare di cadere nella trappola di qualche malintenzionato e i tipi di comportamento sospetto da cui guardarsi. 

 

LE 5 TRUFFE PIU’ COMUNI  

 

La truffa «delle banconote» 

I truffatori entrano in azione quando l’anziano va alla posta o in banca a ritirare del denaro o la pensione. Appena esce lo intercettano, presentandosi come dipendenti dell’agenzia incaricati di controllare il numero di serie delle banconote appena prelevate. Il falso dipendente finge di controllare i numeri di serie in cerca di un errore inesistente e scambia le banconote vere con quelle false. 

 

La truffa del “pacco”. 

In questo caso i truffatori si presentano a casa della vittima, e dicono di dover consegnare un pacco, con della merce ordinata da figli o parenti. Per ritirare il pacco, però, agli anziani viene chiesto di pagare una somma, che ovviamente finisce nelle tasche dei delinquenti. 

 

La truffa “della lotteria”.  

La truffa arriva via posta: la vittima riceve una lettera che annuncia la vincita di un premio ad una lotteria. Per riceverlo, però, l’anziano deve inviare dei soldi con un vaglia postale, per sostenere le spese necessarie alla spedizione e al ritiro. 

 

Finte donazioni o eredità.  

In questo caso i truffatori agiscono in coppia e spiegano all’anziano che, per entrare in possesso della donazione o dell’eredità ricevuta da qualche fantomatico benefattore, è necessario perfezionare l’atto di trasferimento presso un notaio. Il notaio, ovviamente, esigerà il pagamento di una parcella e i delinquenti accompagnano la vittima a ritirare i soldi e poi fingono di portarla in auto dal notaio. Poi, con un pretesto, l’anziano viene fatto scendere dall’auto e i truffatori fuggono col denaro. 

 

Falsi dipendenti Inps, Enel, Telecom.  

Ma anche falsi elettricisti, poliziotti o idraulici. Quando individuano un anziano che vive solo, i truffatori cercano di introdursi nella sua casa presentandosi con finte qualifiche professionali. Il passo successivo è sottrargli del denaro per finti contratti o inesistenti prestazioni a domicilio. 

 

I 10 CONSIGLI «ANTITRUFFA» PER GLI ANZIANI  

 

Le forze dell’ordine  

Polizia, carabinieri e guardia di finanza operano di norma in coppia e con la divisa d’ordinanza. Prima di aprire la porta, è bene controllare il tesserino e verificare che in strada sia parcheggiata l’auto di servizio. 

Non bisogna aprire la porta a sedicenti agenti in borghese, che spesso chiedono di entrare con la scusa di dover controllare l’appartamento perchè quelli vicini sono stati svaligiati dai ladri. 

 

I truffatori in borghese  

I truffatori normalmente vestono in borghese e si presentano vestiti in modo elegante. Di norma «lavorano» in coppia, usano modi gentili ma molto decisi e cercano di disorientare la vittima con le chiacchiere. Spesso conoscono il suo nome e fingono di conoscere anche i figli o altri parenti. Attenzione quindi: non aprire la porta a nessuno, senza prima aver controllato il tesserino di riconoscimento. 

 

I funzionari degli enti  

Enti come Inps, Inail e Asl non hanno personale che faccia visite a domicilio, quindi non bisogna aprire la porta a chi si presenta come ispettore per accertamenti sul ticket sanitario, controllo documenti o annuncio di rimborsi. Aziende di servizi come gas, acqua e telefono non arrivano mai senza prima annunciarlo telefonicamente, specificando all’utente l’ora e il giorno della visita e le ragioni dell’intervento. 

 

I volontari parrocchiali  

Spesso i malintenzionati si presentano come volontari della parrocchia o di associazioni di beneficenza. È bene ricordare, però, che questi enti non inviano volontari porta a porta, ma di solito lasciano opuscoli nella cassetta della posta o avvisi negli androni del palazzo. 

 

Quando si preleva la pensione  

Quando ci si reca a prelevare la pensione o a ritirare dei soldi al bancomat è opportuno evitare di andare durante l’orario di punta. Dopo il ritiro, attenzione a non farsi distrarre da sconosciuti mentre si maneggia il denaro. Fuori dagli uffici postali, non farsi convincere a dare le banconote a sedicenti dipendenti che dicono di voler controllare se siano false o se l’importo consegnato è corretto. 

 

Al bancomat  

Quando si deve effettuare un prelievo, è bene evitare di parlarne a voce alta nelle vicinanze. Al momento del prelievo, bisogna stare attenti che nessuno sia in grado di vedere il codice personale e, appena prelevato il denaro, non farsi distrarre. In ogni caso, è bene non tenere il numero di bancomat scritto sulla scheda per non dimenticarlo e nemmeno all’interno del portafoglio. 

 

In città  

Quando si esce di casa, è bene camminare sul lato del marciapiede più lontano dalla strada per evitare che la borsa possa essere scippata da auto o motorini. Attenzione, però: se succedesse di venire derubati in questo modo, bisogna lasciare subito la presa della borsa, per evitare di cadere a terra e venire trascinati rimanendo feriti. Se invece ci si sente seguiti, la prima cosa da fare è entrare nel negozio più vicino. 

 

Come comportarsi  

I truffatori si comportano sempre in modo molto gentile e spesso le vittime cadono nella trappola perchè temono di risultare maleducate. La paura di offendere spesso per gli anziani diventa un fattore di rischio: in questi casi è opportuno rispondere con un deciso «non ricordo» e comunicare che a breve arriverà in visita un familiare. 

 

Chiamare il 112, 113 o 117  

Se ci si sente minacciati, è importante chiamare subito aiuto, senza temere o vergognarsi. Meglio un falso allarme che una truffa subita. 


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09/05/2017 17:31
 
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I TRUCCHI

Dalla falsa benedizione alla borsetta rubata al cimitero, i truffatori mettono in campo nuove strategie del raggiro. È già successo che mentre un’anziana signora si trovavava in preghiera davanti alla tomba del marito qualcuno le rubasse la borsa. Per il ladro, poi, è stato facile risalire all’indirizzo della donna e chiamarla per dirle di avere trovato la borsa al campo santo dietro un cespuglio. Così, mentre la signora, rincuorata, usciva di casa per incontrare il gentile signore che le avrebbe restituito il maltolto, il ladro ne approfittava per entrare nell’appartamento con le chiavi e svuotarlo. Il trucco e il raggiro fanno leva su solitudine e paure. Alcuni malviventi, dopo essersi informati su chi fosse il parroco della zona, hanno speso il suo nome per presentarsi in casa di persone anziane sostenendo di dovere consegnare un apparecchio che, in caso di furto, allertasse la polizia lo stesso sacerdote. Strumento che, ovviamente, doveva essere applicato al portafoglio. Inutile dire che il ladro se l’è fatto consegnare per una prova dimostrativa. Ma ci sono anche le finte suore che, con un complice travestito da prete, sono entrate in casa con la scusa di una benedizione. Per non tacere dei falsi pompieri in divisa che hanno fatto quasi irruzione sostendo che nel palazzo di fronte fosse scoppiato un incendio. Così, mentre all’inquilino veniva chiesto di controllare la situazione dal balcone, i malviventi portavano via gli oggetti di valore. Nel lungo elenco stilato dalla polizia i casi più frequenti sono quelli dei falsi rimborsi di bollette. Dietro un’apparente rassicurazione c’è anche il trucco dei falsi tecnici che vogliono installare un apparecchio per segnalare le fughe di gas che a breve, dicono alle vittime, «diventerà obbligatorio».



LE RACCOMANDAZIONI

Oltre alla classica raccomandazione di non aprire la porta agli sconosciuti, il consiglio è di verificare sempre con una telefonata la reale identità di tecnici o di operai mandati dagli enti. Ma i suggerimenti riguardano anche gli impiegati di banca e di uffici postali: «Quando allo sportello si presenta un anziano facendo richiesta di prelevare una spopositata somma in contanti - raccomanda la polizia - perdete un minuto per parlargli e capire cosa sta accadendo».
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09/05/2017 17:39
 
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Abili seduttori, capaci di scegliere tempi e modi per far cadere nella trappola l’anziano: questo l’identikit dei truffatori che sempre più spesso scelgono tra le loro vittime anche le persone anziane.

Arrivano nelle case soprattutto di mattina, quando è più facile trovare l’anziano da solo, si presentano spesso con la scusa di conoscere un familiare e talvolta riescono a far firmare contratti capestro o a carpire informazioni sensibili come le coordinate bancarie.

Frequente il caso di persone che si spacciano per impiegati che lavorano per enti di recupero crediti e richiedono somme di denaro. A tal proposito, è bene sapere che nessuno (né una banca, né un ente di riscossione) manda un funzionario presso la nostra abitazione. Non apriamo dunque la porta e se proprio abbiamo un dubbio, facciamo una telefonata alla nostra banca per le opportune verifiche.

O ancora i truffatori fermano il malcapitato di turno per strada offrendosi di accompagnarlo alla posta o in banca con l’unico intento di reperire informazioni utili a truffarlo.

Seppur molti anziani sanno difendersi benissimo da soli, può essere utile dare qualche consiglio per non cadere nella trappola:

• Non aprite la porta a sconosciuti: può sembrare questo un consiglio negativo che suggerisce un atteggiamento di chiusura all’anziano il quale già troppo spesso vive condizioni di solitudine. Purtroppo però l’esperienza ci insegna che aprire la porta può far prendere coraggio a chi vuole importunarci (sia esso un venditore insistente o anche un vero e proprio truffatore) e a far cadere le difese psicologiche della persona anziana che avrà più remore a liberarsi bruscamente di chi lo sta importunando rispetto a quanto potrebbe fare un giovane.

• Quando fate operazioni di prelievo o versamento in banca o alla posta, possibilmente fatevi accompagnare, soprattutto nei giorni in cui vengono pagate le pensioni o in quelli di scadenze generalizzate.

• Quando utilizzate il bancomat usate prudenza: evitate di operare se vi sentite osservati.

• Se qualcuno vi importuna, fingete di ricevere una telefonata o chiamate una persona cara magari facendo credere che vi raggiungerà di lì a poco

• Non firmate nessun modulo o contratto, in ogni caso fatevi lasciare una copia per farla visionare a un nostro familiare. Ricordate poi che in caso di frode contrattuale, si può esercitare il diritto di recesso entro 10 giorni lavorativi

• Un consiglio che poi può sembrare bizzarro ma è molto utile è poi quello di avere cura della propria spazzatura e della buca postale da cui si possono carpire informazioni sulla famiglia, indirizzi…
Utili consigli possono essere poi dati anche alle persone care:

• Non lasciate sole le persone anziane, anche se non abitate con loro fatevi sentire spesso e interessatevi ai loro problemi quotidiani.

• Ricordategli sempre di adottare tutte le cautele necessarie nei contatti con gli sconosciuti, dimostratevi disponibili in caso si necessità, invitate gli anziani a chiedere aiuto a voi o ad un vicino di casa, oppure spiegate loro che in caso di problemi è bene contattare il 113.

• Create una rete di solidarietà: non fate sentire soli i vostri cari
Anche gli impiegati di banca o degli uffici postali possono aiutare le persone anziane:

• Quando allo sportello si presenta un anziano e fa una richiesta spropositata di denaro contante, dedicate un minuto a parlare con lui. Basta poco per evitare un dramma.

• Spiegategli che all’esterno di banche ed uffici postali nessuna persona è autorizzata a chiedere informazioni.
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25/07/2017 18:10
 
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da https://it.aleteia.org/2017/07/18/attenzione-prodotti-editoriali-per-corrompere-giovanissime/?utm_campaign=NL_it&utm_source=daily_newsletter&utm_medium=mail&utm_content=NL_it

Attenzione ai prodotti editoriali
pensati per (corrompere) le giovanissime





Girando sul web non ci vuole niente a profilare una quarantenne, ogni due tre click viene consigliata una pagina di stile o diete. A parte che ritengo di dovermi sentire offesa: quindi, impersonale profilatore di utenti, asettico gestore di Mega Data, intendi dire che sono grassa? No, perché continuare a dire ad una signora se vuole risolvere il problema della pancia gonfia (si sa che poi il gonfiore addominale è uno dei principali argomenti di conversazione) o se vuole perdere i suoi pesi (sì, il servizio di traduzione di certi spot andrebbe un tantinello migliorato) non mi pare per niente carino.

Comunque di click in click sono finita in una pagina che avrei tanto voluto non incontrare. Anzi vorrei che fosse impossibile per le mie figlie incontrarla. Trattasi di TeenVogue.

Nasce come Spin Off della ammiraglia Vogue, sotto la supervisione editoriale  della famosa (o famigerata) Anna Wintour.

Vi eviterò i dettagli per non fare male a me e a voi. Ma devo fornirvi alcune indicazioni perché, come una sentinella che ha avvistato il pericolo, riferite con precisione al suo ed altri natanti le coordinate esatte, possiate evitarlo.

È una pagina rubricata come Health sexuale+ identity. Segue un articolo pieno di principi indimostrati e di indicazioni pseudo igieniche.

Solo una notazione. Per distinguere il maschio dalla femmina le locuzioni utilizzate sono “possessore” o “non possessore di vagina e/o di prostata”.

In testa all’articolo un’immagine stilizzata, da libro di scienze della scuola secondaria. Con nomi anatomici e relative frecce.

Basta. Non avrete altri dettagli. Perché il rischio è che se non siamo in allerta, con i muscoli dell’autodifesa pronti a tendersi, se la coscienza è un poco rilassata tutti, tutti noi possiamo dare seguito alla curiosità morbosa che suscitano queste tematiche ed esporci ad un inganno. Quello che qui viene chiamata informazione è menzogna. E le immagini anche non fotografiche che ci si formano nella mente possono solleticare pensieri e azioni psicofisiche e spirituali dannose.

Vorrei solo dire due cose. Una è appunto un segnale di pericolo, con latitudine e longitudine per evitarlo. È una rivista, in edizione dapprima cartacea che da bimestrale in primavera è passata a quadrimestrale e ora soprattutto presente in digitale e rilanciata sulle pagine social, rivolta espressamente alle giovanissime.

Ovvero, ad esempio, ad almeno due delle mie figlie, fra un paio d’anni, quando cioè la marcia dell’agenda del progresso malamente inteso avrà presumibilmente ottemperato ancora di più ai suoi obblighi (l’autrice, Gigi Engle, scrittrice, sex -educator, femminista, recita la sua bio, ha una formazione specifica in merito. Volevo avvertire anche voi).

L’esca è che questi prodotti editoriali sono sempre stati, dal punto di vista del contenuto moda, molto ben costruiti, di alta qualità, piacevoli anche al tatto e alla vista. Le rubriche sui più diversi argomenti proposte al loro interno, fino a qualche lustro fa, erano ritenute generalmente innocue o comunque non in aperta rotta di collisione con i valori proposti dalla morale cristiana e per lungo tempo assorbiti, confermati dal senso comune.

Certo, non serviva questa sguaiata degenerazione perché ce ne accorgessimo ma ugualmente mi pare un adeguato servizio alla verità e alla tutela delle più giovani far sapere agli adulti, genitori ed educatori, che questi prodotti sono molto pericolosi.

La seconda cosa che intendo esporre è una contestazione filosofica dell’impianto che permette loro, ai media prepotentemente Main Stream, di rifilare questi contenuti alla nostra gioventù.

Avvertenza

Il tema è la pratica erotica della penetrazione anale. Proposta come opzione naturale per qualsiasi soggetto? Persona? Essere umano? Non so quale formula potrebbe essere considerata rispettosa dell’equality che ha in mente questa -ed altre- femminista. Non si dice maschio o femmina. Si parla per parti anatomiche e si distinguono i due sessi – temo che lei considererebbe una illazione infondata questa mia conclusione- in base alla presenza o meno di prostata e vagina. Le donne non hanno nemmeno una qualificazione specifica, alla faccia del femminismo, è come se fossero non uomini (dichiara l’Indipendent, in un post del 9 luglio, criticando proprio questo articolo); e gli uomini, possessori di prostata, sembrano i meri esecutori di approcci pornografici, tristissimi, alla sessualità imparata più dagli schermi che attraverso l’incontro con una donna o peggio con un altro uomo. Sono del tutto omessi i rischi reali, gravi, a volte irreparabili ai quali ci si espone con queste pratichecon l’aggravante che alcune approssimative indicazioni appunto pseudo igieniche sono fornite. Una ragazzina potrebbe sentirsi rassicurata e fidarsi della rivista più che di altre “agenzie” di informazione.


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26/03/2018 16:19
 
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ATTENZIONE - TRUFFE IN RETE



Questa Ambasciata riceve con sempre maggiore frequenza segnalazioni di tentativi di truffa tramite posta elettronica o social network ai danni di cittadini e di piccole imprese italiane.


In particolare in quest’ultimo periodo risultano in aumento i casi di Sextortion.


1. estorsione su internet a seguito di incontro virtuale a sfondo sessuale (SEXTORTION)


In questo caso, viene stabilito un contatto tramite video-chat (skype, Facebook o altro) durante il quale il corrispondente viene incitato ad atti a sfondo sessuale, che vengono filmati e registrati e costituiscono la base di una successiva estorsione. Questa tipologia è purtroppo divenuta la piu’ frequente e pericolosa, in quanto viene minacciata la diffusione sui social network dei filmati o delle foto, che vengono spesso passati ad altri soggetti per ulteriori estorsioni anche qualora vi sia stato un primo pagamento.


2. vendite via internet


1. Un presunto ivoriano o europeo residente in Costa d’Avorio, dopo aver visionato un sito specializzato nelle vendite via internet, invia una e-mail in cui dichiara di voler acquistare, senza neanche discutere il prezzo, un’autovettura, una casa, un appartamento, un’imbarcazione, un gommone, un oggetto di antiquariato, un lungo periodo di vacanze in un agriturismo, ecc., ecc.


2. Il predetto chiede quindi le coordinate bancarie del venditore e si dichiara pronto ad effettuare in tempi brevissimi il pagamento tramite una Banca ivoriana. Allega generalmente un falso documento di identità.


3. Subito dopo invia ulteriore falsa documentazione del Ministero delle Finanze o della BCEAO (Banca Centrale degli Stati dell’Africa Occidentale) o di altre Istituzioni Finanziarie africane in cui si comunica che il beneficiario del bonifico deve pagare una tassa di importo variabile tra i 400 ed i 2.000 euro (generalmente tramite la Western Union) a favore di un nominativo il quale, dopo aver riscosso la somma, scompare senza lasciar traccia.


Questi truffatori nelle loro mail comunicano un numero di cellulare al quale generalmente rispondono fino alla conclusione delle trattative. Dopo aver incassato l’ammontare, gettano il chip, acquistano una nuova carta con un nuovo numero di cellulare e ricominciano con il prossimo.


La Polizia economica della Costa d’Avorio, contattata varie volte da questa Ambasciata, ha riferito che si tratta di bande specializzate di difficile individuazione, che realizzano notevoli benefici sfruttando la buona fede delle loro vittime.


3. relazioni interpersonali


Un'altra tipologia di truffa è quella che sfrutta relazioni amorose o di amicizia stabilite via internet. I truffatori pubblicano su siti sociali (Facebook o altro) foto di uomini o donne di bella presenza (ovviamente non rispondenti alla realtà) e iniziano una relazione “amorosa” a distanza.


In alcuni casi, viene espresso il desiderio di conoscere il proprio corrispondente italiano il quale, vista la mancanza di mezzi finanziari, invia i soldi per il viaggio tramite Western Union. In genere, la persona invitata viene bloccata e arrestata all’aeroporto di Abidjan dalle autorità di dogana, oppure scompare a metà strada (a Casablanca o Tunisi a seconda della compagnia aerea prescelta) e il corrispondente riceve una telefonata da un complice che richiede altri soldi per liberare la persona invitata, tenuta in ostaggio dalla polizia del Paese.


Un altro espediente è quello, a un certo punto della relazione, di chiedere l’invio di soldi per far fronte ad un evento particolarmente drammatico (malattia, sfratto, incidente, rapina, sequestro in aeroporto o altro) avvenuto durante un presunto viaggio ad Abidjan, fornendo indirizzi e contatti di una clinica inesistente presso la quale la persona sarebbe ricoverata. Al fine di rendere l’avvenimento ancora piu’ commovente, spesso i truffatori fingono che un bambino sia coinvolto (es. malattia di un figlio, incidente stradale ecc.).


4. vincite o eredità


Una terza tipologia riguarda avvisi di vincite a fantomatiche lotterie, con l’invito a contattare un notaio. Ovviamente per entrare in possesso della vincita inesistente, occorre versare al notaio elevate spese di dossier.


Altro espediente, è la promessa di un lascito o di un’eredità da parte di una persona in fin di vita. Anche in questo caso viene richiesto il versamento di grosse somme di denaro per poter entrare in possesso del lascito.


5. pirateria informatica


In questo caso, si riceve un messaggio e-mail da parte di un conoscente, il cui conto è stato in realtà piratato, che chiede aiuto economico urgente per un gravissimo problema (rapina, malattia, arresto all’aeroporto o altro) intervenuto durante un viaggio ad Abidjan.


IN CONCLUSIONE:


a) non inviare mai denaro;


b) in caso di dubbio contattare via e-mail l’Ambasciata italiana ad Abidjan: ambasciata.abidjan@esteri.it


c) in caso di avvenuta truffa denunciare l’accaduto alla Polizia Postale italiana


N.B.: per avere qualche altra informazione si consiglia di connettersi via internet a “google” – ricerca avanzata – frase esatta “truffe UEMOA” dove si trovano numerose storie dei descritti tentativi di truffa.



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26/03/2018 16:40
 
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Truffa Costa d'Avorio


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Sei mai stato contattato da qualcuno proveniente dall'Estero?


Sì, allora guarda il nostro esperimento! 


Sono sempre più frequenti le segnalazioni dei nostri utenti che ci avvisano di essere stati contattati da persone provenienti proprio da lì, dalla Costa d’Avorio. Le email e gli SMS (con prefisso della Costa d'Avorio) ricevuti sono strani: i testi sono scritti in un italiano scadente e richiedono di essere contattati a un indirizzo alternativo rispetto a quello fornito da noi.


Adesso ti spieghiamo cosa sono queste richieste truffaldine. Perché, sì, di tentativo di truffa si tratta.


 Cos’è la “truffa alla nigeriana”?


La truffa della Costa d’Avorio o nigeriana, è un banale tentativo, di natura fraudolenta, di ottenere denaro tramite lo sblocco di un finto bonifico.


Il tipo di contatto tra gli utenti è di carattere del tutto casuale. Il finto richiedente non è affatto interessato all’oggetto in vendita; vuole solo arrivare alla definizione di un pagamento per attuare la cosiddetta “truffa alla nigeriana”.


 


Le 4 fasi della “truffa alla nigeriana”.


Ma vediamo in brevi passaggi come si configura questa fantomatica truffa.


Fase 1


Il truffatore va alla ricerca su internet di annunci di vendita regolari, cioè persone che realmente hanno messo in vendita oggetti di un certo valore. Una volta trovata la potenziale vittima, il truffatore passa alla fase successiva.


Fase 2


Il truffatore contatta tramite email l’acquirente, mostrando un particolare interesse per il suo annuncio. L’intenzione è quella di portare a termine l’acquisto tramite bonifico. Naturalmente, all’interno della mail troverai descritta una situazione verosimile, che possa rendere ancora più convincente l’acquisto.



Fase 3


Dopo aver ottenuto la fiducia dell’acquirente, il truffatore spiega che effettuerà il pagamento tramite bonifico bancario dalla Costa d’Avorio. Aggiungerà che, purtroppo, per confermare la transazione è necessario pagare una tassa nazionale, pari a una percentuale sul valore del bonifico.


A questo punto comincia a saltare fuori la truffa, ma a renderla ancora più evidente è il metodo di pagamento che viene chiesto per pagare questa tassa, ovvero un trasferimento di denaro verso un paese estero tipicamente tramite Western Union o MoneyGram. Con questi due metodi è impossibile risalire a chi ha riscosso i soldi.


 


Fase 4


Questa è la parte più importante e a cui devi prestare più attenzione. Qui è dove il truffatore fa di tutto per convincere a pagare la tassa per sbloccare il bonifico. Ti dirà di tutto e di più per convincerti a pagare: affermerà che è disposto a rimborsare la tassa una volta sbloccato il pagamento, poi, per rendere la cosa ancora più credibile, ti manderà via email dei documenti in PDF di un fantomatico funzionario della Costa d’Avorio che confermerà che è necessario pagare questa tassa. Inutile dirlo: è tutto falso. 



 


Ecco come puoi difenderti!


Non fornire mai alcun dato, né su di te né sul tuo conto corrente. Chiudi subito ogni contatto senza pensarci due volte.


Per riconoscere la truffa della Costa d’Avorio o nigeriana, ricordati di questi campanelli d’allarme:


- Nella risposta all’annuncio non viene richiesta nessuna informazione aggiuntiva sull’oggetto che hai messo in vendita.


- Il contatto non è quasi mai diretto, ma rimanda a un altro indirizzo. 


- Il metodo di pagamento richiesto per la fantomatica tassa è tramite servizi di pagamento come Western Union oppure MoneyGram. Ricorda che questi due metodi non permettono di risalire alla persona che ha incassato il denaro.


Se dovessi ricevere richieste “strane”, se senti puzza di bruciato, be’ ascolta il tuo istinto. Spegni l’entusiasmo e accendi il radar antitruffa!




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26/03/2018 16:48
 
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COME FUNZIONA LA TRUFFA SU SUBITO.IT


La truffa su Subito.it funziona in modo molto semplice: si chiede un pagamento con uno strumento difficilmente rintracciabile e riportabile al venditore (che non ha l’oggetto in questione e/o ne ha uno non conforme a quanto dichiarato) come ad esempio la ricarica PostePay oppure strumenti come Moneygrams o Western Union. Si versano i soldi e non si riceve mai niente. Si prova a recuperare le credenziali del venditore e si scopre che ha “derubato” dell’identità un ignaro cittadino italiano o estero e i soldi non si recuperano più.


ESEMPIO DI TRUFFA SU SUBITO.IT


Per comprendere meglio come si mette in atto una truffa su Subito.it riportiamo un chiaro esempio di contatto truffaldino con cui i malintenzionati cercano di effettuare l’aggancio con l’ignaro e ingenuo compratore. L’acquirente preso di mira dal truffatore potrebbe ricevere una mail o un messaggio di questo tipo:


“Grazie per la risposta alla mia domanda, il vostro bene mi interessa molto. Da quanto ho visto nelle foto è ben tenuta. Se Lei e interessato alla vendita io non vorrei perdere più altro tempo. Preciso che risiedo in Africa. Nessun problema per spedizione perche una volta che abbiamo confirmami che il soldi arrivano sul vostro conto contartare il mio societa di transporto per recuperare la merce ed enche tutto spese seramo a nostro carico. Allora insieme e fisserete una data nella quale delegherò la società di raccolta al vostro indirizzo per la raccolta. Una volta il vostra carta sarà accreditato della somma totale io invierebbero una società di raccolta da voi a domicilio per recuperare la merce. Ecco mio numero whatsapp scrivimi su Whatsapp: XXXXXXX è il numero di marito”


Come potete vedere e notare al primo colpo d’occhio, si tratta di messaggi copia/incolla generici in cui non l’oggetto in vendita non viene mai nominato (sia esso un frigorifero, una bicicletta, un tostapane…) ma ci si riferisce ad esso con parole generiche come “il suo bene”. Anche la società che si dovrebbe occupare del trasporto non viene nominata, né viene specificato nulla a proposito del mezzo per passare il denaro. Inoltre il testo può presentare, come in questo caso, numerosi errori, che in genere si è portati a trascurare perché si prende per vera la circostanza di avere a che fare con una persona straniera, che non conosce bene la lingua italiana.


COME DIFENDERSI DALLE TRUFFE SU SUBITO.IT?


Incontrare di persona il venditore e pagare in contanti è la soluzione più suggerita – dallo stesso Subito.it nell’apposita pagina dei consigli – mentre in caso di spedizione ci sono PayPal (occhio alle truffe anche lì, ma è più protetto) e i bonifici bancari. Sempre prorompenti sono anche i casi di truffa dalla Costa D’Avorio che però coinvolgono anche i venditori che vengono contattati da questi personaggi che vogliono acquistare, ma che per farlo devono prima ricevere una piccola percentuale dell’importo che verseranno, naturalmente su Western Union oppure MoneyGram per presunte tasse nazionali. Tutto falso. Infine, per controllare che le foto siano originali o, ad esempio nel caso di appartamenti di case vacanze, veritieri basta cercarle in modo inverso su Google (tasto destro e poi cerca su Google).


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26/03/2018 16:54
 
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Rischi nel comunicare il codice IBAN del conto corrente


 


Codice-iban-rischiMolte persone si chiedono se vi sono rischi nel comunicare il proprio codice IBAN di conto corrente. In generale il codice ti può essere richiesto da qualcuno che deve pagarti dei soldi tramite bonifico o deve addebitarti dei pagamenti tramite RID.  

Cosa è il codice IBAN

Il codice IBAN (International Bank Account Number) è una codifica internazionale che permette di identificare un conto corrente.

Il codice è stato introdotto nel 2008 a seguito dell’introduzione della SEPA ed oggi rimane l’unico modo per identificare un conto corrente. In passato invece si utilizzava la tripletta:
  • codice ABI: identificativo della Banca;
  • codice CAB: identificativo della filiale;
  • numero di conto corrente.
In realtà il codice integra queste tre informazioni e ne aggiunge alcune per rendere unico ogni conto corrente. Il codice IBAN è infatti composto da 27 caratteri:
  • 2 lettere rappresentanti la nazione (IT per l’Italia);
  • 2 cifre di controllo o CIN europeo;
  • una lettera di controllo detta CIN italiano;
  • il codice ABI di 5 cifre;
  • il codice CAB di 5 cifre;
  • il numero conto di 12 cifre (normalmente il numero di conto ha meno di 12 cifre per cui viene preceduto da tanti zero quanti sono necessari per arrivare a 12).

Rischi nel comunicarlo ad altre persone

Il rischio collegato alla comunicazione di un codice IBAN ad un estraneo non è in genere alto, ma per capirlo meglio occorre vedere per quali operazioni  ti può essere richiesto di indicare il codice IBAN del tuo conto corrente.

Il codice ti viene richiesto ogni qualvolta devi ricevere un pagamento tramite bonifico ma anche per indicare su quale conto addebitare un RID vale a dire un’autorizzazione a pagamenti periodici come bollette, canoni, rate di finanziamenti.

Appare quindi chiaro che l’unico rischio possibile è che qualcuno utilizzi il tuo codice IBAN per pagare proprie spese. Si tratta però di un caso molto difficile e  raro. In genere infatti non basta possedere il codice IBAN per poter autorizzare un RID ma occorrono altri dati, in particolare copia di un documento identificativo (che verrà poi opportunamente falsificata) o in generale i tuoi dati anagrafici.

Sono in effetti capitate delle truffe in cui i truffatori ottenevano prestiti spacciandosi per altre persone presentando documenti falsi (con il nome del truffato e la foto del truffatore) e indicando il codice del conto corrente della persona di cui avevano assunto l’identità quale conto su cui addebitare le rate.
Tali truffe sono comunque facilmente smascherabili.
I rischi per il truffato sono ridotti in quanto basta dimostrare la buona fede (presunta) per ottenere il rimborso delle cifre impropriamente addebitate.

Insomma basta, come si dovrebbe sempre fare, controllare che dall’estratto conto non risultino pagamenti indebiti e nel caso recarsi subito in filiale per lo storno.  Inoltre molte banche inviano comunicazione della richiesta di RID al correntista che dovrebbe quindi subito insospettirsi.

Nei casi finora capitati, il truffato è sempre stato risarcito anche perché dopo la denuncia un controllo più dettagliato della documentazione presentata rende subito palese la truffa.

In conclusione: conserva il codice IBAN in maniera riservata e comunicalo nei casi strettamente necessari (ricevere bonifici o effettuare pagamenti periodici via RID) e controlla periodicamente l’estratto conto cartaceo o online. Con queste semplici precauzioni, che valgono a prescindere dal rischio truffa IBAN, non hai nulla da temere nel comunicare il codice del tuo conto corrente.

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26/03/2018 17:15
 
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Nuove regole e nome per i RID bancari: occhio alle truffe!


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Si chiama SDD (Sepa Direct Debit) ed è il nuovo sistema di addebito sul conto corrente bancario che tra pochi giorni sostituirà definitivamente il RID nazionale, consentendo addebiti in euro in 33 stati (28 Stati Membri dell’Unione Europea, con l’aggiunta dell’Islanda, della Norvegia, del Liechtenstein, della Svizzera e del Principato di Monaco).


Gli attuali RID, dall’1 febbraio prossimo, verranno automaticamente trasformati in addebiti diretti SEPA: continueremo a pagare le bollette e gli altri addebiti ricorrenti senza necessità di doverci attivare in banca comunicando nuovi o diversi dati. Il nuovo sistema ci consentirà inoltre di attivare agevolmente addebiti diretti anche con aziende insediate negli altri stati aderenti al sistema SEPA.


Novità tutte positive?


Non proprio. Il timore, forte, è che questo nuovo sistema possa alimentare le truffe e gli abusi.
L’azienda creditrice infatti può già da ora attivare gli SDD autonomamente presso la propria banca, che a sua volta automaticamente addebita le somme alla nostra banca sul nostro conto corrente.
In teoria la protezione per il debitore starebbe nel mandato, ovvero il documento che all’attivazione dell’RDD deve essere compilato e firmato da chi autorizza l’addebito.

Il punto debole è però che il mandato non deve essere esibito dall’azienda creditrice alla propria banca, in quanto unico custode dei mandati di addebito è l’azienda stessa.
A ciò si aggiunga che è stato creato un apposito sistema informativo che consente alle aziende creditrici (o presunte tali) di conoscere il nostro IBAN semplicemente inserendo i nostri dati identificativi.
In buona sostanza ci potrà capitare, senza neppure saperlo, di trovarci fraudolentemente addebitato sul conto corrente un pagamento da una società (italiana o estera) a cui non abbiamo mai conferito alcun mandato.
Come difendersi?

Per i consumatori (in questo caso l’addebito si chiama SDD core) è possibile, entro il termine tassativo di 8 settimane dall’addebito, chiedere alla banca il rimborso di quanto addebitato sul conto. Per le aziende (in questo caso l’addebito si chiama SDD B2B) ciò non è invece possibile e l’unica soluzione resta quella di bloccare l’addebito prima che il pagamento venga effettuato.

Il consiglio è quindi di chiedere alla propria banca di essere preventivamente informati di ogni nuova richiesta di SDD, per non trovarsi poi a dover inseguire fantomatiche aziende che potrebbero addebitarci, una volta sola ma anche ogni mese, somme non dovute.

Occhio quindi ai movimenti del vostro conto corrente!!


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20/10/2018 14:07
 
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I CREDENTI E IL PARANORMALE.





Molti possono essere i fenomeni ordinari o straordinari che non trovano una razionale spiegazione.
Sia nel passato che anche ai nostri giorni si sono verificati dei casi che la scienza non ancora riesce a spiegare.

Tuttavia vi sono stati anche molti casi che sono stati studiati e di cui è stata trovata una plausibile spiegazione.
In particolare dei millantati "poteri" paranormali si sono rivelati essere dei trucchi illusionistici che hanno ingannato finanche studiosi preparati.
In altri casi, dei fenomeni ritenuti paranormali possono essere semplicemente degli autoconvincimenti o illusioni della propria mente o dei propri sensi come il vedere o sentire cose che altri non vedono nè sentono, ma che nella realtà oggettiva altri non percepiscono , nè può essere dimostrata.

Quanto sopra per mettere in guardia i credenti, da qualsiasi evento ritenuto "paranormale" senza neppure aver considerato la possibilità che si possa invece trattare di un fatto normale e razionalmente spiegabile. 

Quando si saranno fatti i dovuti approfondimenti del caso, da persone esperte e da critici seri, solo allora ci si potrà anche convincere che si tratti di evento non spiegabile secondo le leggi della natura.

In ogni caso, se è vero che I CREDENTI NON DEVONO ESSERE DEI CREDULONI, è altrettanto vero che non possono essere degli INCREDULONI. Nel senso che se si crede in un mondo ultraterreno e spirituale, che non è misuralbile e trascende le leggi della natura, allora non si può escludere che questa dimensione e gli esseri che vi fanno parte, possano entrare in una qualche forma di comunicazione o interazione con la nostra dimensione.

Il problema a questo punto è che bisogna stare molto ATTENTI a come porsi di fronte ai vari eventi che si possono verificare senza il nostro concorso, e a quelli che in alcuni casi potremmo determinare noi stessi.

Nella Scrittura, sin dai primi capitoli,  troviamo una serie di fatti narrati, che descrivono interventi straordinari di Dio, degli Angeli  fedeli o anche degli angeli ribelli oppure eventi avvenuti per mezzo di uomini scelti da Dio, oppure di uomini o cose utilizzati da demoni.
Alcuni scartano a priori tutti questi fatti straordinari perchè avvenuti nel passato, ma poi non riescono a dare un senso e una spiegazione a ciò che in maniera analoga avviene anche nel presente o di recente.

La nostra posizione di CREDENTI deve essere dunque di ossequio alla Parola rivelata, per poter discernere anche ciò che non si vede e non si tocca, con gli occhi della Fede ancorata alla Scrittura, per non prendere abbagli, ed anche per porci in maniera adatta alle circostanze che dovessero andare oltre la normalità.

Si accennava al fatto che vi potrebbero essere dei fenomeni che noi stessi potremmo provocare imprudentemente esponendoci da soli in situazioni di grave pericolo.
A tal proposito dobbiamo ricordare sempre che il nostro nemico numero uno, è sempre in agguato per approfittare delle nostre concessioni, debolezze, o di favori che gli vengono richiesti in maniera più o meno esplicita e che si mostra pronto a dare in cambio però di un duro e caro prezzo da pagare. 

In alcuni casi l'occasione glie lo potremmo fornire incautamente, facendo o partecipando a "
giochi" apparentemente innocui ma che offrono al diavolo un mezzo per allacciare con il "giocatore" una pericolosa relazione;  inizialmente quasi in moniera impercettibile e poi man mano più oppressiva o ossessiva.
Quindi dobbiamo saper vigilare a tale riguardo.

Tra le occasioni di esposizione alle forze malefiche, ne ricordiamo per brevità solo alcune:
partecipazione a sedute del “gioco” del bicchierino, il “gioco” delle tavolette "ouija"; la evocazione di defunti, anche attraverso pratiche o riti tendenti a stabilire contatti con loro; predizioni tramite carte o altri mezzi, pratiche di malocchio o peggio di "fatture" per nuocere. 
Da queste forme di contatti pericolosi con entità che si spacciano per persone defunte o “spiriti guida” o “entità” con nomi fasulli e da tutte le altre pratiche occulte analoghe a queste,
dobbiamo tenerci alla larga come esplicitamente comandato nel libro del Deuteronomio al cap.18 e che inoltre si trova implicitamente comandato nel primo comandamento: NON AVRAI ALTRO DIO AL DI FUORI DI ME.

Invece, per contro, vi è un modo molto conveniente ed opportuno per accostarci e mettere in moto le forze spirituali benefiche, sia sul piano materiale che spirituale a favore nostro o di altri. 

Questo mezzo è la 
PREGHIERA.
Con essa si ottengono grazie e benedizioni materiali e spirituali e si attira a noi il vero Spirito che è lo Spirito Santo, e cioè la terza Persona divina.
E con Lui non mancano mai il Padre nostro celeste e il Figlio suo Gesù che ha promesso: «Se uno mi ama,... il Padre mio lo amerà e 
noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. (Giovanni 14,23)

E se Dio è con noi, chi potrà essere contro di noi? 

Inoltre dice il Salmo 90,11

Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi.”

Ecco quindi che bisogna imparare a comprendere l'efficacia, la convenienza e i benefici derivanti da una pratica di relazione con Dio e non con gli spiriti decaduti che tentano di ingerirsi nella vita degli uomini e soprattutto dei Credenti.


[Modificato da Credente 20/10/2018 15:51]
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25/04/2020 13:40
 
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In questo tragico periodo in cui tutti siamo costretti a restare in casa, c’è qualcuno che purtroppo non cessa di fare del male.


Don Fortunato Di Noto, presidente di Meter onlus, associazione benemerita nella lotta contro la pedopornografia, ha lanciato l’allarme: “Con le persone in casa ed i ragazzi in chat, aumentano i casi di adescamento".
Proprio così. Durante l’emergenza Covid-19, purtroppo i casi di pedopornografia sono aumentati.
Eppure per il Governo italiano sembra che i peggiori criminali siano quanti, magari in solitudine e muniti di mascherina, escono di casa a fare due passi…

In una recente intervista all’agenzia Sir, don Di Noto ha lanciato l’allarme.

“Solo nel mese di marzo e nei primi giorni di aprile – ha spiegato Di Noto – Meter ha documentato e denunciato alle forze dell’ordine una crescita allarmante delle chat degli orrori: 178 segnalazioni che coinvolgono Telegram, Facebook, Twitter, Whatsapp, con una crescita del 40%. Le chat sono 234 con profili sospetti in varie piattaforme; migliaia di decine di video e basti pensare solo a due segnalazioni contenenti 34.252 foto che corrisponderebbero a circa 30mila bambini già vittime di violenze sessuali”.

Insomma, un orrore indicibile.

Eppure, nonostante ciò, in nome della privacy degli utenti, i server e i provider fanno gli omertosi.

Pertanto, nel diffondersi di questi crimini, per don Di Noto, come ha detto a La Nuova Bussola quotidiana, “la responsabilità dei colossi del web è fondamentale. A questo si aggiunge l’incapacità di coordinare le forze di polizia nel contrastare un problema che va affrontato a livello globale”.

Si tratta dunque di una vera e propria emergenza nell’emergenza. Le famiglie devono vigilare.

Sempre a La Nuova Bussola quotidiana don Di Noto lancia un appello ai papà e alle mamme:

“Chissà se tutti i genitori si stanno rendendo conto di quanto sia aumentato l’utilizzo degli smartphone durante queste settimane di quarantena. Mi chiedo anche se le famiglie si stiano dando delle regole nell’utilizzo dei cellulari e dei pc al di fuori dell’uso didattico.

 Bisogna tenere conto che, oltre le cinque ore quotidiane di utilizzo, tra i ragazzi può subentrare la dipendenza.

 La fruizione dello smartphone, ovviamente, non sarà mai la stessa per un diciottenne, rispetto a bambini più piccoli. In ogni caso va fatto capire loro che lo smartphone non è un passatempo. Il mondo digitale, ormai, è un mondo reale: anche stando a casa, il mondo mi entra dentro casa.

 Avendo accanto i propri figli, i genitori devono tirare fuori la loro autorità morale, essere capaci di indirizzare bene l’utilizzo degli strumenti informatici”.

Non dobbiamo quindi abbassare la guardia. Cerchiamo di utilizzare questo tempo di forzato confinamento per curare di più i nostri rapporti familiari, specie con i nostri figli.


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08/05/2020 21:43
 
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Difendersi dal phishing.



È un tipo di truffa attraverso la quale un malintenzionato cerca di convincere la vittima a fornire informazioni personali, come dati finanziari o codici di accesso, facendo finta di essere la banca attraverso una comunicazione digitale contraffatta: per questo motivo è necessario rimanere aggiornati sulle principali modalità di phishing.

E-mail.

Attenzione a:

  • indirizzo e-mail mittente anomalo
  • errori nei contenuti e nell'ortografia
  • oggetto con invito ad un’azione urgente
  • richieste di accesso da link diretti
  • allegati che non stavi attendendo

Siti contraffatti.
Attenzione a:

  • indirizzo web con errori o non riconducibile alla Banca
  • sito senza protocollo "https"
  • interfaccia con grafica anomala o obsoleta
  • pop-up invasivi con messaggi di allarme

SMS.
Attenzione a:

  • link a siti web fasulli contenuti nell'SMS
  • invito a telefonare per urgenze
  • richieste di rispondere all'SMS

Social network.
Attenzione a:

  • contatto Whatsapp da numero non ufficiale
  • pagine social non ufficiali
  • profili social fasulli

Difendersi dal vishing.

Il vishing o “voice phishing” è il furto di credenziali, dati sensibili, PIN o numeri di carta di credito effettuata tramite telefono. Il truffatore, presentandosi a nome della Banca, induce la vittima a fornire informazioni utili per accedere ai suoi conti o ad effettuare transazioni durante la chiamata.

Quando ricevi una telefonata da una persona che si identifica come la tua Banca:

  • non fornire credenziali, dati sensibili o PIN usa e getta
  • non dare seguito a richieste di conferma sul tuo smartphone
  • hai un dubbio? Chiudi la chiamata

Difendersi dai Malware.

I malware sono software sviluppati per compromettere la sicurezza dei tuoi dati informatici. Alcune tipologie di malware possono infettare il tuo dispositivo attraverso azioni che puoi compiere inconsapevolmente come aprire il file di un’email sospetta o installare un programma scaricato da siti non sicuri.

Per tutelarti al meglio dai malware:

  • proteggi i tuoi dispositivi con un buon antivirus
  • tieni il sistema antivirus ed il sistema operativo sempre aggiornato
  • non aprire mai allegati e non cliccare su link provenienti da indirizzi sospetti e da persone che non conosci
  • verifica accuratamente le email contenenti un allegato anche se provenienti da una persona che conosci, talvolta i computer infettati di tuoi conoscenti possono inviare e-mail contenenti virus a loro insaputa
  • evita di tenere salvati sui tuoi dispositivi le credenziali di accesso
  • presta attenzione ai siti a cui stai per accedere: un vettore di infezione dei malware è l’accesso a siti “strani”, poco affidabili, legati ad es. a pubblicità online (malvertising) dove viene avviato un download automatico o sfruttata una vulnerabilità per infettare il device

Difendersi dalle truffe online più comuni.

  •  truffa della fattura: il truffatore con vari mezzi, e-mail, telefono o addirittura lettera si finge un fornitore e chiede vengano modificate le coordinate bancarie per il pagamento una fattura fasulla o reale (sottratta quindi al vero fornitore) oppure che deve essere ancora emessa
  • truffa del guadagno facile: il truffatore promette opportunità di investimento “redditizie” (metalli preziosi, azioni, valute ordinarie o cryptovalute, ecc…) a patto che l’operazione sia effettuata rapidamente e con segretezza perché esclusiva
  • truffa delle offerte: è necessario prestare molta attenzione alle offerte particolarmente allettanti, in particolare se pubblicizzate su social network o siti di annunci
  • truffa emozionale: non è infrequente che dei malintenzionati sfruttino la sfera sentimentale per chiedere o estorcere denaro: sii prudente, evita di condividere materiale sensibile
  • truffa “Hai vinto un premio”: tipicamente si presentano come pop-up o email che se cliccate rischiano di portare un malware nel tuo dispositivo

[Modificato da Credente 08/05/2020 21:45]
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15/02/2021 21:44
 
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Come si fa trading online? Quale app devo scaricare? Quanti soldi si riescono a guadagnare? Quanti soldi bisogna investire minimo? Su cosa bisogna investire? Si fanno davvero “milioni” in un mese come dicono le pubblicità?

Fare trading online è relativamente semplice: basta avere un conto corrente aperto con praticamente qualsiasi banca che mette a disposizione anche una piattaforma, più o meno evoluta, per fare trading online.

Al giorno d'oggi, quasi tutte le banche (se non tutte) ce l'hanno.

Una volta aperto il conto e, soprattutto, averlo rimpinguato con un po' di euro, si possono comprare o vendere le azioni o le obbligazioni che vogliamo (sì, alcuni trader negoziano obbligazioni, dato che il trading online non è solo quello azionario).

Alcune banche mettono a disposizione anche delle app, anche se fare trading online da uno smartphone può essere un po' più scomodo che farlo da un computer.

Si può davvero guadagnare col trading online? Sì, certo che si può. Basta comprare un titolo e rivenderlo a un prezzo superiore (o viceversa). Si è liberi di fare trading quando e dove si vuole, col solo ausilio di un PC o, appunto, del nostro smartphone.

Troppo bello per essere vero? Purtroppo sì: guadagnare col trading online è difficilissimo. Le probabilità di successo nel lungo termine sono infime.

Vivere di trading online è una realtà per pochissimi e un'utopia per la stragrande maggioranza degli aspiranti trader.

Per guadagnare, il trading online deve essere fatto in modo professionale. Le conoscenze richieste non sono eccessive: meglio partire con un po' di basi di statistica e di economia, ma l'unica cosa davvero necessaria in questa professione è l'esperienza.

Prima di esplorarne le difficoltà, domandiamoci che cosa sia il trading online. Il trading, a differenza di un investimento, è un'attività speculativa di breve o brevissimo termine. Nel trading, una posizione di acquisto o di vendita rimane aperta, al massimo, per qualche giorno.

Esistono anche tipologie di trading dove un'operazione può durare soltanto pochi secondi: uno scalper, ad esempio, è un trader che effettua centinaia di operazioni al giorno, utilizzando grosse cifre per diminuire l'impatto commissionale e speculare su piccolissime variazioni dei prezzi.

Mentre nel medio/lungo termine i prezzi della maggior parte dei titoli seguono logiche relativamente comprensibili, nel breve e brevissimo termine quegli stessi prezzi sono quasi impossibili da prevedere.

L'esperienza – dicevamo – è la variabile più importante nel trading. L'esperienza si costruisce con l'osservazione prolungata di un book di negoziazione: dopo ore, giorni, mesi di studio, si inizia a sviluppare un sesto senso che, talvolta, permette di intuire ciò che potrebbe accadere di lì a breve.

Oltre all'osservazione, serve la pratica: l'esperienza si forma facendo trading con soldi reali, nel tempo. Non ci sono alternative: i libri e i corsi non bastano.

I conti demo sono utili a prendere confidenza con le funzionalità di un piattaforma, ma il trading sui conti demo non aiuta: la differenza a livello psicologico tra l'utilizzo di soldi virtuali e soldi reali è abissale. Sono due mondi totalmente diversi.

Per intraprendere questa attività in modo professionale servono due fattori fondamentali: un capitale iniziale consistente e tanto tempo a disposizione.

Il capitale iniziale è necessario perché si deve mettere in conto di perdere dei soldi (anche tanti, a seconda delle tecniche di trading che si vogliono utilizzare) nei primi anni di pratica/costruzione dell'esperienza.

Diventare profittevoli in meno di 5 anni è improbabile: possono essere necessari anche 10 anni o più. In questa fase iniziale, e fin quando non si guadagnerà con una certa costanza, serviranno entrate finanziarie alternative per far fronte alle spese ordinarie (entrate passive o derivanti dal lavoro di qualcun altro). Oppure, si dovrà disporre di un capitale molto grande, che possa in parte essere utilizzato per il trading e in parte per il proprio sostentamento.

Più il capitale a disposizione è grande, più il trader si sentirà tranquillo. Non si deve assolutamente fare trading online con soldi che non ci si può permettere di perdere!

Per quanto difficile, proviamo a quantificare il capitale necessario a fare trading: ipotizziamo che un trader riesca a ottenere un rendimento medio del 10% netto all'anno. È una percentuale che potrebbe sembrare bassa, ma non lo è affatto: generarla un solo anno impiegando un piccolo capitale è relativamente semplice; conseguirla per un ventennio utilizzando un grosso capitale è tutta un'altra storia.

Per la precisione, con un'imposizione fiscale del 26% sul capital gain (percentuale applicata sul capital gain azionario nel momento in cui scrivo questa risposta), il 10% netto corrisponde all'incirca al 13,50% lordo.

Immaginiamo che il nostro trading system sia capace di generare quel rendimento. Quanti soldi ci servono per vivere dignitosamente? 2.000 euro al mese? Ok, in un anno servono allora 24.000 euro netti (pari a 32.432 euro lordi). Il capitale necessario per fare trading è quindi 10 volte tanto: 240.000 euro.

Meglio averne di più. Se calcoliamo il rendimento medio utilizzando la media aritmetica commettiamo infatti un errore; un errore tollerabile su valori poco volatili: il 10% di media potrebbe essere un'approssimazione accettabile se un anno si guadagnasse l'8% e l'anno dopo il 12% (o viceversa). Nel trading, però, la variabilità è alta: cosa accade se si applica la media aritmetica a valori estremi?

Ipotizziamo due rendimenti annuali: −50% e +70%. Utilizzando la media aritmetica, il rendimento medio è ovviamente il +10%. Ma se il primo anno realizziamo il −50%, significa che i nostri 240.000 euro sono diventati 120.000. L'anno successivo guadagniamo il 70%: il 70% di 120.000 euro è pari a 84.000 euro.

Alla fine del secondo anno ci ritroveremmo quindi con 120.000 + 84.000 = 204.000 euro, non con 288.000 euro (240.000 + 20%).

Lo stesso accadrebbe se il primo anno si guadagnasse il +70% e il secondo il −50% (lasciamo da parte l'impatto psicologico: pochi, forse nessuno, avrebbero la forza di continuare dopo aver perso il 50% in un solo anno).

Perché questo strano risultato? Perché per calcolare il rendimento medio dobbiamo utilizzare la media geometrica:

√((1+0.70)*(1−0,50)) = √(1,70*0,50) = √0,85 = 0,92195

A questo risultato bisogna togliere 1: il rendimento medio è perciò 0,92195 − 1 = −0,0780 = −7,80%. Tra +10% e −7,80% c'è una bella differenza…

Perciò, meglio avere un capitale importante. Non si sa mai. Se si parte sottocapitalizzati, quasi sempre servirà l'utilizzo della leva, che tutti i broker mettono a disposizione (non a caso).

L'utilizzo della leva è tanto più pericoloso quanto meno esperto è un trader: è ovvio che chi è agli inizi non dovrebbe farne uso.

Invece, avviene quasi sempre il contrario: la leva viene utilizzata dai meno esperti, che tanto per provare decidono di dedicare al trading un certo capitale, vada come vada.

Purtroppo, quasi sempre non va a finire bene: quel capitale viene consumato rapidamente e i broker si sono fatti il loro bel guadagno con le commissioni: avanti il prossimo…

Per essere dei buoni trader, è inoltre indispensabile saper programmare: se un trader non sa programmare, i trading system che deciderà di utilizzare come li backtesta? Anche i migliori trading system, dopo un po', smettono di funzionare e ne servono altri, più adatti ai nuovi contesti di mercato.

È una ricerca continua, che occuperà il trader in modo costante. Nessuno farà questo lavoro per lui. Un trading system che funziona è prezioso: chi ce l'ha se lo tiene ben stretto e non viene certo a proporlo a me o a voi.

Perché non è una buona idea farlo backtestare a un programmatore? Perché è molto costoso: i programmatori capaci sono cari e farsi aiutare dall'amico bravo col computer non è una variante percorribile: l'ammontare di lavoro richiesto è enorme.

A rendere il tutto più difficile contribuiscono poi i seguenti elementi:

  • La gestione psicologica delle operazioni di trading. L'impatto psicologico sul trader è considerevole: se vi piacciono le emozioni forti, il trading fa per voi, ma per imparare a controllarsi bisogna conoscere molto bene sé stessi
  • L'overfitting, il Look-Ahead Bias e il Look-Back Bias in fase di backtest. Se presenti, il trader si illude di possedere un trading system profittevole: quel trading system, però, non funzionerà mai. Un backtest fatto bene può essere estremamente utile, ma è molto difficile da realizzare.[3]
  • Le commissioni di transazione, che spostano l'equilibrio del gioco in territorio negativo: esse si pagano, purtroppo, sia quando l'operazione si chiude in guadagno che quando si chiude in perdita

Queste tre problematiche, soltanto accennate, rendono il trading online un'attività eccezionalmente difficile.

Per avere una minima speranza di successo, servono passione, impegno, esperienza, capitale, tempo, conoscenze, nervi saldi, perseveranza e disciplina.

Se si vuole fare trading in modo professionale, non si può improvvisare niente. Nulla può essere lasciato al caso; tutto deve essere sotto controllo. Il trading online non è per tutti, nonostante quello che si legge praticamente ovunque.

Ok, la risposta alla domanda finale penso che, a questo punto, sia scontata: Si fanno davvero “milioni” in un mese come dicono le pubblicità? No, no, no e poi no: non fatevi prendere in giro così facilmente. Per fare i "milioni", oltre a tutto quanto scritto finora, serve avere già un sacco di milioni in partenza e tutto deve andare per il verso giusto.

Non credete alle pubblicità ingannevoli di cui Internet, purtroppo, è piena già da diversi anni. Non si fanno i milioni e, men che mai, si fanno in un mese.

Troppo pessimismo? Può darsi: l'alternativa è fare il corso di trading online di questo o quel sito, che promette guadagni fin da subito. Esisteranno sicuramente dei corsi "validi", con ottime presentazioni e approfondite discussioni sull'analisi tecnica e fondamentale (che dopo il corso non avranno più segreti: peccato che servano a poco o niente). La scorciatoia perfetta...

Non stupitevi però quando, alla prova dei fatti, guadagnare col trading online rimarrà soltanto un sogno.

Buona fortuna!


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16/10/2021 11:54
 
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RISCHI E PERICOLI DEL TRADING

In pochi conoscono veramente cos’è il trading online. La maggior parte dei principianti vede solo un modo per guadagnare in borsa o sul forex, seduti sul divano di casa. Purtroppo per loro si tratta di una visione parziale, distorta e pericolosa. La realtà è ben diversa: fare trading comporta dei rischi seri che vanno conosciuti. 

trading online rischi

Banner pubblicitari, siti e guru della finanza spesso si dimenticano di parlarne. Sono troppo impegnati a farti registrare sul broker del momento e intascare la ricca commissione. Per fortuna il web non è tutto così, ma bisogna imparare a distinguere i pericoli che stanno intorno al settore investimenti. 

Girano molti soldi attorno al trading, e questo fa drizzare le antenne a tanti player, tra cui anche parecchie società fantasma specializzate in truffe che hanno già rovinato parecchi trader.

Bisogna scappare? Non per forza. Il trading online è un’attività legale, seria, che può dare grosse soddisfazioni. D’altra parte però nasconde una serie di ostacoli che vanno necessariamente riconosciuti ed evitati (o limitati). Quali sono i rischi del trading online e come gestirli? Ecco la lista dei principali. 

1. Perdite: primo Rischio nel Trading Online

Perdere soldi con il trading è più frequente di quanto si possa immaginare. Lo dicono i dati statistici rilasciati per legge dalle principali piattaforme di trading online: in media la percentuale di trader vincenti è circa 1/4 del totale. 

 

Circa il 75% dei conti di trading perde denaro con i broker CFD, e non c’è distinzione tra piattaforme market maker (come eToro o Plus500) e banche online (es. Fineco).

Non sono solo i dati a dirlo, ma anche le testimonianze di tante persone che hanno perso tutto con il trading online. In rete, o sui social, si trovano molte più esperienze di trader rovinati che ricchi sfondati.

Questo perché fare trading online e guadagnare è davvero complicato. I mercati, infatti, sono altamente volatili e cogliere le occasioni giuste per generare un profitto richiede un’altissima preparazione.

Se vuoi iniziare a cimentarti nel trading, quindi, assicurati di essere pronto. Investi nella tua formazione, fai pratica con metodi di trading a basso rischio, comincia con un budget minimo per contenere le perdite.

La gestione del rischio (risk management) è un capitolo importante nel percorso di apprendimento del trading online. Operare in borsa, o sul forex, in autonomia ti espone all’imprevedibilità degli eventi. Non puoi eliminare i rischi del mercato, ma puoi fare la tua parte provando a ridurli il più possibile.

2. Fretta: un rischio pericoloso nel Trading

Un grosso rischio nel trading online è credere di fare soldi velocemente con pochi click. Gli annunci in rete e le pubblicità sui social non aiutano, anzi offrono un’idea distorta degli investimenti: facili, molto probabili e soprattutto rapidissimi.

La fretta è un approccio pericoloso. Rischia di portarti a fare scelte sbagliate, offuscate dalla pura voglia di guadagnare in poco tempo (aprire posizioni molto rischiose, alzare troppo la leva ecc.).

È vero che nel trading online le contrattazioni avvengono nel breve periodo, ma questo non significa rincorrere un profitto. Servono analisi, ragionamento, pazienza.

Non trattare il trading come un gioco d’azzardo. Corri il rischio di perdere i tuoi soldi o peggio finire preda di qualche truffa online che ti promette proprio quello che vorresti sentirti dire.

3. Il trading con leva comporta un maggior rischio

Chi fa trading su forex o con le commodity ricorre quasi sempre ai CFD, strumenti derivati che replicano il valore di un sottostante (cambio EUR/USD, petrolio, oro, Bitcoin e così via).

I contratti per differenza sono molto indicati per le compravendite giornaliere, perché sono liquidi e a basso costo. Inoltre si possono comprare o vendere allo scoperto, cioè stipulando una scommessa con il broker per guadagnare se il prezzo dell’asset cala.

Un’altra peculiarità dei CFD è il trading con leva. Per aumentare i guadagni è possibile farsi prestare del denaro dal broker e moltiplicare il volume della posizione fino a 30 volte il tuo capitale.

Visto che la variazione di prezzo sul forex è decisamente piccola in termini quantitativi, la leva amplifica queste fluttuazioni aumentando il profitto del trader.

Sembra molto interessante, ma in realtà è molto più pericoloso di un’operazione normale.

Cosa comporta il maggior rischio di trading con leva?

Nel caso in cui l’operazione andasse male l’effetto leva funziona anche al rovescio. Il trader infatti perderà il proprio capitale più un margine, una base accantonata come garanzia per il broker (che fa da controparte).

Fare trading con leva finanziaria è un grosso rischio che solo i trader esperti dovrebbero assumersi. Invece molte piattaforme offrono l’accesso ai prodotti a leva a qualsiasi profilo investitore, dai principianti ai professionisti.

4. Le truffe di Trading Online

Da giugno 2019 a oggi la Consob ha già oscurato oltre 330 piattaforme di trading online truffa, ma sono solo una goccia nel mare. Uno dei rischi più grandi che si corrono quando si inizia fare trading senza educazione finanziaria è finire vittime di un falso broker.

Ce ne sono migliaia: ogni giorno vengono oscurati e rinascono aprendo un altro sito. Ci vogliono poche ore per rimettere in piedi una truffa di trading. Dietro questi siti ci sono società fantasma con sede in paradisi fiscali (Isole Vergini, Saint Vincent e Grenadine, Vanuatu, ecc.), impossibili da acciuffare.

La schiera di trader rovinati per colpa dei broker truffa è lunghissima. Solo ai risparmiatori italiani costano milioni di euro l’anno, e loro tecniche per adescare i malcapitati sono sempre più subdole.

Sono loro a tormentare le persone con le telefonate sul trading online: nessun broker regolamentato è autorizzato a procacciare clienti con chiamate a freddo, promettendo guadagni sicuri.

Come difendersi dal rischio truffe?

Metti giù il telefono quando ricevi una telefonata di questo tipo. È il miglior modo di non correre rischi. Poi c’è chi si muove solo online: pubblica falsi annunci pubblicitari e ti invita a iscriverti alla piattaforma, salvo poi prosciugarti il conto all’improvviso.

Segui queste regole per evitare una truffa di trading online.

Controlla sempre accuratamente se il broker è autorizzato da CONSOB, quali sono le opinioni degli utenti su internet, diffida da chi assicura profitti facili.

Attenzione anche alla nuova frontiera della truffa, quella legata al trading automatico. Sistemi come Bitcoin Code o Bitcoin Revolution, presunte piattaforme di robot trading, spopolano in rete cavalcando il trend della criptovaluta più famosa.

La regola di base è stare alla larga da qualsiasi sistema offra guadagni facili, condizioni economiche poco chiare, concetti non comprensibili e informazioni societarie scarse o confuse.

Trading online a rischio zero

In conclusione, il trading online è un’attività potenzialmente redditizia, ma irta di pericoli. I rischi vanno contenuti il più possibile, acquisendo un’ottima formazione finanziaria e imparando a riconoscere le truffe.

Con una buona preparazione teorica e tanta esperienza il rischio si fa più basso: non sparisce, ma si impara a gestirlo. Ecco perché bisogna evitare in tutti i modi la fretta e le illusioni di fare soldi facili.

Un metodo interessante per fare trading online a rischio zero però c’è. Chi si avvicina alla materia da principiante, infatti, può iniziare facendo pratica con uno dei conti di trading demo offerti dalle piattaforme di trading online più famose (scegli il broker con attenzione).

L’account demo ti permette di accedere ai mercati senza deposito. Non dovrai fare trading con i tuoi soldi, ma con un fondo virtuale offerto dal broker.

Ricorda che i migliori conti trading demo sono gratis. Evita chi ti chiede di pagare per fare simulazioni sui mercati. Alcuni sono disponibili per un tempo illimitato, permettendoti di fare trading online a zero rischi per tutto il tempo che ti occorre.

Usa un conto demo come banco di prova. Se capisci che investire sul forex non fa per te lascia perdere e rivolgiti a un consulente, sempre evitando di accettare proposte al telefono.


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