27. GIACOBBE CAMBIA NOME. Genesi 32
Una volta accadde a Giacobbe un episodio misterioso. Era in cammino con la sua famiglia e le sue greggi, ma si ritrovò solo sulla riva del fiume Iabbok. Era notte, quando un uomo gli si avvicinò e lottò con lui fino all'aurora. A quel punto lo sconosciuto stava per allontanarsi, ma Giacobbe comprese che forse il suo avversario era un inviato di Dio. Per questo gli disse: «Non ti lascerò andare, se prima non mi avrai benedetto». Allora quegli lo benedisse e aggiunse: «D'ora in poi non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele».
28. I DODICI FIGLI DI GIACOBBE. Genesi 35
Mentre era stato lontano dalla terra di Canaan, Giacobbe, che si chiamava anche Israele, divenne padre di numerosi figli; altri figli, poi, egli ebbe una volta tornato nella terra che il Signore aveva promesso di dare ai suoi discendenti. Questi sono i nomi dei dodici figli maschi di Giacobbe-Israele: il primogenito, Ruben, poi Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Zàbulon, Dan, Nèftali, Gad, Aser, Giuseppe e Beniamino. Tutti insieme, con le loro mogli e i loro figli, si stabilirono in Canaan come pastori nomadi.
29. GIUSEPPE IL SOGNATORE. Genesi 37
Giacobbe amava Giuseppe più di tutti gli altri suoi figli, perché era il figlio che egli aveva avuto in vecchiaia dalla sua amata moglie Rachele. Era dunque, Giuseppe, il suo figlio più piccolo, perché al tempo in cui si verificarono questi avvenimenti Beniamino, l'ultimo figlio di Giacobbe, non era ancora nato. Giacobbe aveva donato a Giuseppe una veste con le maniche lunghe, che, in confronto con le corte vesti degli altri, era un abito principesco. I fratelli, vedendo la predilezione di Giacobbe per Giuseppe, ne divennero invidiosi e non erano più capaci di trattarlo amichevolmente. Una volta Giuseppe, che era allora un giovanetto e andava a pascolare il gregge con i fratelli, fece un sogno e lo raccontò ai fratelli: «Ho sognato che stavamo nei campi a legare i covoni di grano, quand'ecco che il mio covone rimase dritto, mentre i vostri tutt'attorno si inchinavano davanti al mio». Quelle parole resero i fratelli furenti, perché a quei tempi i sogni erano considerati un'anticipazione di quello che sarebbe accaduto. Così, tutti adirati, gli risposero: «Pretendi forse di diventare più importante di tutti noi, e che noi ci inchiniamo davanti a te?»
30. GIUSEPPE SOGNA ANCORA. Genesi 37
Giuseppe, che aveva allora diciassette anni, fece un altro sogno e questa volta lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli. «Sentite» disse: Ho sognato che il sole la luna e undici stelle si inchinavano davanti a me. Anche il significati di questo nuovo sogno era chiaro. Quella volta fu il padre Giacobbe a parlare: «Che sogno è mai questo? Dovremmo forse io, tua madre e i tuoi fratelli inchinarci davanti a te? Credi forse di diventare tu, il più giovane, più importante di tutti noi? »
31. GIUSEPPE VENDUTO DAI SUOI FRATELLI. Genesi 37
Giuseppe aveva diciassette anni, quando un giorno il padre lo mandò a vedere come stavano i suoi fratelli, che erano a pascolare le greggi lontano da casa. I fratelli non amavano Giuseppe, perché era il prediletto del padre ed erano convinti che egli si ritenesse più importante di loro. Giuseppe camminò a lungo, e finalmente trovò i fratelli a Dotan. Essi lo videro da lontano e, mentre si avvicinava, complottarono tra loro: quella doveva essere la volta buona per sbarazzarsi di lui, e decisero di farlo morire. «Lo getteremo in una cisterna» dissero. «Poi racconteremo a nostro padre che una bestia feroce l'ha sbranato!» Ma Ruben, il fratello maggiore tentò di salvarlo. Disse agli altri: «E’ nostro fratello, non uccidiamolo! Gettiamolo in una cisterna, ma non togliamogli la vita». Ruben intendeva infatti tornare poi di nascosto a liberarlo. Quando Giuseppe arrivò, gli tolsero la bella veste con le maniche lunghe che il padre gli aveva regalato, lo gettarono in una cisterna vuota e sedettero a mangiare. Alzando gli occhi, i fratelli videro passare una carovana di mercanti. Allora pensarono: «Che guadagno c'è ad ucciderlo? Vendiamolo piuttosto a quei mercanti». Così fecero: vendettero Giuseppe come schiavo ai mercanti per venti monete d'argento. Poi presero la sua veste, uccisero una capra, ne spruzzarono il sangue sulla veste e la presentarono al padre dicendo: «L'abbiamo trovata; guarda se è la veste di Giuseppe». Il padre Giacobbe prese la veste e la riconobbe: allora pianse a lungo, pensando che suo figlio fosse stato sbranato da una bestia feroce. Quella carovana di mercanti era diretta in Egitto. E fu così che Giuseppe fu condotto in Egitto.