(I magi) offrirono anche la mirra, penso, a indicare attraverso questo dono il patimento della morte. Osserva come anche i magi riconobbero che rimase Dio e divenne uomo, accettando la morte. Divenne come me per innalzare la nostra natura alla sua dignità. L'unione indissolubile realizza questa realtà, nel momento in cui unisce ad uno ciò che è proprio dell'altro. Perciò, pur essendo Dio, divenne uomo, affinché anche l'uomo divenisse Dio, elevato da questa unione alla gloria divina, poiché era uno e il medesimo ad essere glorificato come Dio e a soffrire la realtà umana.
TEODOTO DI ANCIRA, OMELIA II, 5