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L'UOMO HA CREATO DIO?

Ultimo Aggiornamento: 13/05/2016 23:05
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13/05/2016 22:58
 
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INTRODUZIONE


L’antico filosofo greco Senofane asserì che i famosi dei della sua epoca, come Zeus, erano solo dei miti poiché erano chiaramente modellati sulle apparenze e sulle debolezze morali che si trovano negli uomini. Sostenne che questo fosse vero per tutti gli dei mitici e scrisse: “Gli Etiopi dicono che i loro dei sono con il naso a patata e nero… I Traci dicono che sono pallidi e dai capelli rossi… Ma se le mucche, i cavalli, e i leoni avessero le mani o potessero dipingere e scolpire con le loro mani come gli umani, allora i cavalli rappresenterebbero gli dei come cavalli e i tori come tori, e creerebbero corpi uguali ai lori corpi.” (vedere Arthur Fairbanks, The First Philosophers of Greece, Paternoster House: London, 1898, 78)


Senofane credeva però che ci fosse “un dio, più grande tra tutti gli dei e umani, come i mortali né in forma e né in pensieri” (S. Clemente di Alessandria cita Senofane nella Miscellanea, libro V, cap XIV) che non fosse una semplice proiezione umana. Tuttavia gli atei contemporanei ritengono che anche questa ideale concezione di Dio sia un mito inventato dagli umani. Dunque ci sono buone ragioni per credere che l’ateismo sia vero poiché Dio è soltanto una storiella inventata?


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CRITICA ATEA 1: DIO E’ SOLAMENTE UN INGANNO DELLA NOSTRA MENTE


Alcuni atei asseriscono che l’evoluzione portò le nostre menti a creare delle credenze che ci potessero aiutare a sopravvivere, indipendentemente dal fatto che fossero vere o meno. Per esempio, uno psicologo evoluzionista potrebbe asserire che il motivo per il quale temiamo i serpenti più delle macchine (anche se le macchine uccidono più persone che i serpenti) è perché, per milioni di anni i nostri antenati che temevano più i serpenti avevano più probabilità di sopravvivere. Nel tempo, gli umani che non avevano la paura dei serpenti furono eliminati dalla selezione naturale, o meglio, dai serpenti, e, al giorno d’oggi, sono rimasti i discendenti di coloro che avevano paura dei serpenti e sono stati in grado di riprodursi. Allo stesso modo qualche psicologo dell’evoluzione potrebbe asserire che la credenza religiosa sia frutto di un meccanismo di sopravvivenza andato fuoribordo. Questa è la tesi dello scettico Justin Barret e, coloro che in genere la pensano come lui, sostengono che i nostri antenati avevano un “overactive agency detection system” detto anche OADS che causò loro a credere in cose che non esistevano. Un OADS era benefico per gli antichi essere umani perché reagendo in modo esagerato a dei predatori immaginari avrebbero avuto più cauzione nell’agire, così da avere meno probabilità di essere attaccati da un predatore pericoloso. Questo OADS è stato trasmesso agli esseri umani odierni, che continuano a immaginare cose che non esistono, come ad esempio Dio.
In ogni caso, per via della evidente fragilità di questo argomento, molti atei evoluzionisti hanno rigettato la psicologica evoluzionistica definendola non testabile. Il biologo Jerry Coyne scrive nel suo libro “Why Evolution is True”, in italiano “Perché l’evoluzione è vera”: “Ricostruzioni immaginarie di come le cose sarebbero potute evolvere non sono scienza; sono storie” (Why Evolution is True, Oxford 2009, p.248).

I nostri cervelli che ci ingannano facendoci credere che Dio esista sono solo una possibile interpretazione per spiegare la credenza religiosa; ma un’altra storia possibile per il quale crediamo è che crediamo in Dio poiché Egli ci ha dato un istinto per cercarlo e adorarlo. Entrambe queste storie spiegano la credenza religiosa equindi l’ateo dovrebbe fornire dei motivi in più per far credere che la sua interpretazione sia la migliore. Come il famoso ateo Michael Shermer dice: “Che la credenza in Dio sia o non sia programmata nel nostro cervello, la domanda rimane: Dio esiste veramente?” (Shermer, The Believing Brain, p.174). 


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