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QUALE IDEA ABBIAMO DI DIO?

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2018 10:06
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29/03/2016 18:17
 
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La storia dell'Infinito Amore di Dio per il Suo Popolo.  



 



 










Nel Vecchio Testamento troviamo ripetutamente la parola "vendetta", riferita a Dio,  sperata dagli uomini per fare giustizia, o annunciata da Dio stesso contro tante forme di depravazione umana. Ecco come lo stesso salmista, nella sua preghiera esprimeva la convinzione che Dio, presto o tardi sarebbe intervenuto a punire ogni prevaricazione della sua Legge:

 Perché direbbero i popoli: «Dov'è il loro Dio?»Si conosca tra le nazioni, sotto i nostri occhi, la vendetta per il sangue dei tuoi servi, che è stato sparso.  Salmi 79,10 

Gesù tuttavia nel Nuovo Testamento ci insegna un aspetto diverso del Padre suo, e attraverso la sua stessa persona, manifesta una misericordia che stupisce i detentori della Legge antica, per i quali le regole andavano applicate senza pietà, e per chi secondo loro avevano sbagliato, vi erano pesantissime sanzioni fino alla morte, come avvenne nel caso dello stesso Gesù.

Vi è forse una contraddizione fra il modo di agire di Dio nel Nuovo Testamento rispetto a quello Antico?
Forse da vendicatore, Dio è diventato tollerante? Forse la sua giustizia è diventata meno giusta, e quindi dobbiamo pensare che Egli non castigherà i nostri delitti?

Quello che emerge dal Nuovo Testamento è che in Cristo, la SOMMA GIUSTIZIA, e LA SOMMA MISERICORDIA, si sono incontrate. Il tributo dovuto alla giustizia divina è stato interamente e sovrabbondantemente versato dal sacrificio di Cristo.

Efesini 2

1 Anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, 2 nei quali un tempo viveste alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle potenze dell'aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli. 3 Nel numero di quei ribelli, del resto, siamo vissuti anche tutti noi, un tempo, con i desideri della nostra carne, seguendo le voglie della carne e i desideri cattivi; ed eravamo per natura meritevoli d'ira, come gli altri. 4 Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, 5 da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati. 6 Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, 7 per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.
...
17 Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini.
18 Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.
19 Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, ...

Questo brano di s.Paolo sintetizza il concetto che dobbiamo avere, sapendo che in Cristo siamo stati fatti figli, perdonati, amati ed eredi addirittura del glorioso regno di Dio.

La giusta vendetta di Dio, per una umanità peccatrice, si è in un certo senso riversata sul Figlio suo Unigenito, che per amore nostro ha accettato un immane sacrificio, di sua spontanea volontà con cui ha accettato pienamente la volontà del Padre che ha voluto in questo modo manifestare a tutti gli uomini il suo infinito amore.


[Modificato da Credente 11/06/2018 09:49]
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29/03/2016 18:17
 
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La fede cristiana non teme il castigo di un Dio vendicativo



Gesù giottoSecondo uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Nature, il timore delle punizione di Dio avrebbe aiutato l’espansione globale dell’umanità poiché le persone che detengono tali credenze su Dio agirebbero in modo meno egoistico.


I ricercatori hanno usato un campione di 600 persone di religioni differenti testandole tramite un esperimento, rilevando che i partecipanti che credevano in un Dio morale erano circa cinque volte più equi verso le persone di altre religioni. Il timore di Dio, hanno concluso, incoraggia l’altruismo, il quale favorisce la fiducia. Dominic Johnsondell’Università di Oxford ha commentato: «lo studio offre la prova più esplicita che la fede in una punizione soprannaturale è stata determinante nel promuovere la cooperazione nelle società umane».


Al di là della scarsa validità causale di studi del genere, la tematica offre uno spunto per parlare della fede e della paura del castigo di Dio. E’ una posizione immatura quella che concepisce il rapporto con Dio come causa-effetto o delitto-castigo, «si tratta di una religiosità spontanea e potente, ma molto distante dalla fede evangelica», ha commentato il gesuita Giovanni Cucci, docente di Filosofia e Psicologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. «Gesù rifiuta nettamente questa modalità di lettura così spontanea, esclude decisamente ogni interpretazione magico-causale». Paradigmatico è l’episodio del cieco nato, in cui Gesù esclude qualsiasi legame tra peccato e castigo: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio» (Gv 9,3). Ma, sopratutto, «la morte di croce di Gesù, vittima innocente, sarà la contestazione più radicale dell’assioma delitto/peccato-castigo», ha aggiunto il gesuita (G. Cucci, Esperienza religiosa e psicologia, Elledici 2009, p.146).


Ben venga, da questo punto di vista, la critica di Sigmund Freud a questo tipo di religiosità primitiva, basata sul dio vendicatore che punisce chi lo disobbedisce e premia chi lo favorisce. Il gesuita André Godin, luminare nella Psicologia della religione, ha scritto: «Malgrado gli sforzi di una catechesi rinnovata, la grande massa dei genitori, per quanto siano cristiani, continuano a usare Dio in questo modo: mezzo castigamatti, mezzo babbo natale: questi ruoli, che si adattano proprio male al Dio dei Vangeli, contribuiscono a trasmettere elementi di un cristianesimo che bisogna per forza chiamare folkloristico […], raramente però denunciato, tanto esso si identifica con la fede religiosa più elementare. Da un punto di vista psicologico, l’uomo appare così come spontaneamente religioso, ma è ben lungi dall’essere spontaneamente cristiano» (A. Godin, Psicologia delle esperienze religiose, Queriniana 1983, p.27).


Il pontificato di Francesco, incentrato sul ricordare l’amore del Dio che perdona tutto, se ci si percepisce peccatori, è illuminante da questo punto di vista. Lo stesso Pontefice, parlando del “timor di Dio”, ha ricordato che si tratta di uno dei sette doni dello Spirito Santo e che «non significa avere paura di Dio: sappiamo bene che Dio è Padre, e che ci ama e vuole la nostra salvezza, e sempre perdona, sempre; per cui non c’è motivo di avere paura di Lui! Il timore di Dio, invece, è il dono dello Spirito che ci ricorda quanto siamo piccoli di fronte a Dio e al suo amore e che il nostro bene sta nell’abbandonarci con umiltà, con rispetto e fiducia nelle sue mani. Questo è il timore di Dio: l’abbandono nella bontà del nostro Padre che ci vuole tanto bene». Lo stesso ha detto Benedetto XVI«Timore di Dio non indica paura ma sentire per Lui un profondo rispetto, il rispetto della volontà di Dio che è il vero disegno della mia vita ed è la strada attraverso la quale la vita personale e comunitaria può essere buona; e oggi, con tutte le crisi che vi sono nel mondo, vediamo come sia importante che ognuno rispetti questa volontà di Dio impressa nei nostri cuori e secondo la quale dobbiamo vivere; e così questo timore di Dio è desiderio di fare il bene, di fare la verità, di fare la volontà di Dio».


Si potrebbe anche riflettere sul fatto che chi vede i cristiani come terrorizzati dalla punizione di Dio, afferma anche che quello cristiano sarebbe un creatore inventato dagli uomini, come fonte di consolazione. Una contraddizione palese: è un consolatore o un vendicatore? Mettetevi d’accordo, verrebbe da dire. La risposta è: nessuno dei due. Non è un vendicatore, tanto meno un placebo spirituale: «Chi si balocca ancora con piccoli schemi del tipo: “Dio = invenzione consolatoria”», ha commentato Vittorio Messori«non sa che cosa sia il dramma di chi si rende conto che quella fede che gli viene offerta porta con sé anche delle conseguenze concrete, quotidiane, che appaiono insopportabili alla nostra sete di autonomia illimitata»(V. Messori, Qualche ragione per credere, Edizioni Ares 2008, p. 199,200). Eppure il Vangelo è chiaro: “Prendete il mio giogo sopra di voi” (Mt 11,29),“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita la perderà” (Mt 16,24). Per essere cristiani, ha proseguito il noto intellettuale cattolico, «bisogna prima “rinnegarsi”“perdersi”“prendere la croce”. Dio non è, non può essere una proiezione per assicurarsi o per procurarsi un comodo conforto spirituale. Almeno non può esserlo un Dio etico come quello cristiano, che molto dà -anzi, che dà tutto- ma che molto chiede. Come diceva Gilbert K. Chestertn: “Se Gesù Cristo non fosse venuto, credo che sarei molto più tranquillo”».


Una relazione con Dio basata sul premio-castigo non ha nulla a che fare con una religiosità serena e matura, ma è lontanissima dal Vangelo. Allo stesso modo, il “timor di Dio” non ha niente a che vedere con quello che superficialmente pensa chi la fede non ha. Nessuna fantomatica paura di un dio vendicativo, nessun terrore della vendetta, questo non è il Dio cristiano! L’analogia, per capire meglio, è quella del rapporto tra il bambino e il padre amorevole, dove il primo cerca di comportarsi rettamente perché ha stima del padre, ha timore di deluderlo perché si sente da lui amato e ha fede in lui, sa cioè che comportarsi come il genitore chiede è un bene per la sua vita, per la sua crescita. Esattamente lo stesso fa il cristiano nei confronti di Dio: tenta di comportarsi “cristianamente” non perché chissà cosa succede altrimenti, ma perché è coinvolto in un rapporto affettivocon il Signore e desidera accettare la Sua parola come mezzo per la propria felicità, accoglie il Suo disegno come strumento per compiere sé stesso e raggiungere il proprio destino. «Non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22,42): questo riconoscimento è il “timore di Dio”. Non certo ciò a cui pensano i ricercatori di Nature.



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02/04/2016 12:14
 
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 Divina Misericordiama anche  Divina Giustizia        


   


      Celebrata sin dal 1992 per volere di Papa Giovanni Paolo II, la festa della Divina Misericordia è stata inserita nel Messale Romano, per decreto della Congregazione per il Culto Divino, il 5 maggio 2000. Si celebra la seconda domenica di Pasqua, e intende sottolineare ancora limmensa misericordia di Dio che è morto e risorto per noi.


         Era una devozione molto cara a Papa Wojtyla, che ha anche canonizzato suor Faustina Kowalska (1905-1938), la veggente polacca che ebbe le rivelazioni di Nostro Signore Gesù Cristo che sono all’origine di questa devozione.


         Adesso, in occasione dell’Anno Santo della Misericordia indetto da Papa Francesco, la devozione conosce un nuovo auge.


        Sin dall’inizio, però, non sono mancate alcune interpretazioni unilaterali e perfino fuorvianti; deviazioni, tra l’altro, puntualmente chiarite dallo stesso Giovanni Paolo II.


   GesuMisericordiaLa confusione inizia proprio con l’immagine di Gesù Misericordioso oggi diffusa in tutto il mondo. Si tratta di una copia fatta per sostituire l’originale, realizzato dieci anni prima sotto la personale sorveglianza di suor Faustina, e che oggi si trova nel Santuario della Beata Vergine Maria della Misericordia (Austros Vartu), a Vilnius, Lituania  (foto a sin.). La differenza è notevole: l’originale è assai più serio, più grave e più solenne della copia. La stessa suor Faustina ebbe diversi estasi davanti a questo quadro: “Tutto a un tratto vidi il Signore Gesù con lo stesso aspetto che ha nell’immagine. Il Signore diede la benedizione ed i raggi si diffusero su tutto il mondo.


         La confusione continua con l’enfasi unilaterale, a volte perfino esclusiva, sulla Divina Misericordia, trascurando, a volte perfino silenziando, gli innumerevoli richiami alla Divina Giustizia rivelati dallo stesso Gesù alla veggente, offrendo così una visione bilanciata. La giustizia non contrasta con la misericordia. (...) C’è un rapporto profondo tra la giustizia e la misericordia in Dio”, insegnava Papa Woytila nell’enciclica «Dives in Misericordia».


       Eccone alcuni esempi, tratti dal «Diario» di santa Faustina Kowalska. I titoletti sono redazionali, le frasi fra virgolette alte (“ ”) sono di santa Faustina, quelle fra virgolette basse (« ») di Nostro Signore.



La Giustizia deriva dall’amore

        “La Misericordia è il fiore dell’amore, Dio è amore, la Misericordia è la Sua azione, nell’amore ha il suo inizio, nella Misericordia la sua manifestazione. Ovunque io guardi, tutto mi parla della Sua Misericordia, anche la stessa Giustizia di Dio mi parla della Sua infinita Misericordia, poiché la giustizia deriva dall’amore”.

Santa Faustina ha provato anche la Giustizia

        Entusiasta dalla Divina Misericordia e dal Divino Amore, Santa Faustina Kowalska ha anche provato numerose volte la Divina Giustizia: “Tutta la giustizia di Dio gravava sopra di me. (...) Sentii tutta la giustizia di Dio in me, sentii che ero sola davanti a Dio. (...) La mia anima è rimasta schiacciata dalla giustizia di Dio. La mano del Signore mi ha toccato. (...) Questa giustizia mi penetra fino al midollo delle ossa. (…)Ad un tratto ho sentito la grande Maestà di Dio e la grande giustizia di Dio”. Ecc.

La Giustizia condanna a buon diritto

        “O Gesù, proteggimi con la Tua Misericordia ed inoltre giudicami con bontà, altrimenti la Tua giustizia può a buon diritto condannarmi”.

La Giustizia si motiva di fronte a certi peccati

        “Per il peccato di odio prego e do una dimostrazione pratica nei confronti di una persona, con la quale ho delle difficoltà e così, secondo il genere dei peccati conosciuti, do soddisfazione alla giustizia”.

        “Quella misera creatura non vuole accettare la pietà di Dio. Quanto più Iddio avrà inseguito un’anima con la Sua Misericordia, tanto più la colpirà con la Sua giustizia”.

        “Nel modo più assoluto tutti gli esseri dipendono dal Signore e sono sostenuti dalla Sua onnipotenza. Gli uni sono governati dall’amore, gli altri dalla giustizia; dipende da noi decidere sotto quale autorità vogliamo vivere”.

        «Dì ai peccatori che nessuno sfuggirà alle Mie mani. Se fuggono davanti al Mio Cuore misericordioso, cadranno nelle mani della Mia giustizia».

Il purgatorio e l’inferno: esigenza della Giustizia

        Dopo aver visto misticamente il Purgatorio, con tutte le sue sofferenze, la santa scrisse:“Uscimmo dalla porta di quella prigione di dolore. Udii nel mio intimo una voce che disse: «La Mia Misericordia non vuole questo, ma lo esige la Giustizia»”.

        “Quando la processione dal cimitero è tornata in cappella, la mia anima ha avvertito la presenza di molte anime. Ho compreso la grande Giustizia di Dio e come ognuno debba pagare fino all’ultimo centesimo”.

La Misericordia precede la Giustizia

        «Scrivi questo: prima di venire come Giudice giusto, vengo come Re di Misericordia. Prima che giunga il giorno della giustizia, sarà dato agli uomini questo segno in cielo: si spegnerà ogni luce in cielo e ci sarà una grande oscurità su tutta la terra. Allora apparirà in cielo il segno della Croce e dai fori, dove furono inchiodati i piedi e le mani del Salvatore, usciranno grandi luci che per qualche tempo illumineranno la terra. Ciò avverrà poco tempo prima dell’ultimo giorno».

        «Nell’Antico Testamento mandai al Mio popolo i profeti con i fulmini. Oggi mando te a tutta l’umanità con la Mia Misericordia. Non voglio punire l’umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio Cuore misericordioso. Faccio uso dei castighi solo quando essi stessi Mi costringono a questo; la Mia mano afferra malvolentieri la spada della giustizia. Prima del giorno della giustizia mando il giorno della Misericordia».

Giustizia, il secondo attributo di Dio

        Gesù mostra a santa Faustina i Suoi “attributi”: il primo è la Sua Santità; il secondo la Sua Giustizia; il terzo il Suo Amore e la Sua Misericordia. Scrive la santa: “Il secondo attributo che il Signore mi fece conoscere è la Sua Giustizia. La Sua Giustizia è così grande e penetrante che raggiunge fino in fondo l’essenza delle cose e tutto davanti a Lui è nella sua nuda realtà e nulla potrebbe continuare a sussistere”.

La Misericordia placa la Giustizia

        Un punto centrale delle preghiere di santa Faustina era proprio l’offrirsi come vittima per placare la giustizia divina: “O Chiesa di Dio, tu sei la migliore delle madri. Tu sola sai educare e far crescere le anime. Oh! quanto amore e quanta venerazione ho per la Chiesa, per la migliore delle madri. Una volta il Signore mi disse: «Figlia Mia, la tua fiducia ed il tuo amore intralciano la Mia giustizia e non posso punire, perché Me lo impedisci»”.

        «Ci sono anime che vivono nel mondo, che Mi amano sinceramente; dimoro nei loro cuori con delizia. Ma non sono molte. Anche nei conventi ci sono tali anime che riempiono di gioia il Mio Cuore; in esse sono impressi i Miei lineamenti e per questo il Padre Celeste guarda a loro con un compiacimento particolare. Esse saranno la meraviglia degli angeli e degli uomini. Il loro numero è molto piccolo. Esse costituiscono una difesa di fronte alla giustizia del Padre Celeste».

        «Per amore verso di voi [le suore] allontanerò tutti i castighi che vengono equamente inflitti dalla giustizia del Padre Mio. Figlia Mia, il Mio Cuore si è piegato alle tue suppliche».

        “Vedo delle anime pure ed innocenti, sulle quali Iddio esercita la Sua giustizia e queste anime sono le vittime che sostengono il mondo e completano ciò che è mancato alla Passione di Gesù. Di queste anime non ce ne sono molte. (…) Le Tue Piaghe o Signore siano il nostro scudo di fronte alla giustizia del Padre Tuo”.

Anche i demoni ammirano la Giustizia

        «L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia. Oh! quanto Mi ferisce la diffidenza di un’anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, e non crede che Io sono misericordioso, non ha fiducia nella Mia bontà. Anche i demoni ammirano la Mia giustizia, ma non credono alla Mia bontà».

Il tempo della pietà sta per finire

        «Tu devi parlare al mondo della Sua grande Misericordia e preparare il mondo alla Sua seconda venuta. Egli verrà non come Salvatore misericordioso, ma come Giudice Giusto. Oh, quel giorno sarà tremendo! È stato stabilito il giorno della giustizia, il giorno dell’ira di Dio davanti al quale tremano gli angeli. Parla alle anime di questa grande Misericordia, fino a quando dura il tempo della pietà».

* * *

       Nel celebrare, con tutto il cuore e tutta l’anima, la festa della Divina Misericordia, portiamo anche la nostra attenzione su questi aspetti, spesso dimenticati, che Dio ha benevolmente rivelato a santa Faustina Kowalska.

     


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07/04/2017 13:33
 
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7 idee distorte su Dio



“Dio-energia”, “Dio-universo”, “Dio-poliziotto”... A volte, oltre che incomplete, le nostre idee su Dio sono sbagliate



“Dio”. Quando pronunciamo questa parola abbiamo qualche idea in testa, un’“immagine” di Dio. Chiaramente qualsiasi idea abbiamo di Dio, anche la migliore, sarà sempre incompleta, perché Dio è sempre molto maggiore di quello che possiamo pensare. A volte, però, oltre che incompleta l’idea che abbiamo di Dio è distorta.


Ecco alcune di queste immagini distorte di Dio:


1 – Dio-energia


Alcune persone pensano che Dio sia un’“energia positiva”, forse l’energia dell’amore.


Di fatto, Dio dà molta energia a quanti gli si avvicinano, ma l’energia non è Dio. L’energia è impersonale, mentre Dio è personale. Dio è un Qualcuno che ci conosce e con cui possiamo parlare e avere un rapporto di amicizia. Nessuno parla con l’energia elettrica (tranne in un ospedale psichiatrico).


2 – Dio-universo


Alcune persone pensano che Dio sia l’insieme dell’universo.


L’universo riflette un po’ di chi è Dio, ma Dio non è l’universo, quanto il creatore dell’universo. L’universo riflette chi è Dio quanto un’opera d’arte riflette la personalità dell’artista che l’ha creata. Una cosa è il quadro che rappresenta la Monna Lisa, un’altra è Leonardo da Vinci, l’autore del quadro.


3 – Dio delle marionette


Certe persone pensano che Dio sia come un manipolatore di marionette. Le marionette saremmo noi! Pensano che il nostro destino sia tracciato e controllato da Dio, ma non è così.


Dio dà e rispetta la libertà che ha donato al mondo e a ciascuno di noi. Egli è sempre con noi ma non ci controlla, neanche quando decidiamo di rinnegarlo o di non dargli importanza.


4 – Dio-poliziotto


Alcune persone pensano che Dio ci venga dietro come un poliziotto, per essere certo che la legge (l’ordine morale, i comandamenti) venga rispettata.


Dio è sempre dietro di noi, è vero, ma non a causa della legge, ma perché ci ama. Viene dietro di noi come un ragazzo innamorato va dietro alla ragazza che ama. Non è interessato al mantenimento della legge; Dio si interessa a noi perché ci ama. Se ci dà i comandamenti, è per indicarci il cammino per raggiungere la vera felicità. Questa è l’unica cosa che gli interessa.


5 – Dio-compagnia di assicurazioni


Certe persone sperano che la loro fede funzioni come un’assicurazione: se hanno i conti “in ordine” con Dio saranno protette dai pericoli e dai problemi che temono di più (la malattia, la fine di un fidanzamento o di un matrimonio, ecc.).


È vero che un buon rapporto con Dio ci dà forza e un grande senso di “protezione”, ma non ci protegge dalle difficoltà della vita. Un rapporto serio con Dio, inoltre, ci sfida e ci invita ad andare oltre nel modo di affrontare la vita. A volte ci porta anche ad affrontare rischi che non correremmo senza di Lui (com’è avvenuto ai primi cristiani).


6 – Dio-orologiaio


C’è chi pensa che – molto, molto tempo fa – Dio abbia creato il mondo e poi sia rimasto semplicemente a guardare, come un orologiaio dopo aver finito di fabbricare un orologio al quale ha già dato la carica.


Il mondo ha la sua autonomia, ma Dio non si limita ad osservare. È sempre presente e attivo, trovando mille modi discreti per bussare alla nostra porta e intervenire nella nostra vita. Continua quindi ad allevarci, come un padre alleva un figlio, parlando con noi e dandoci continuamente opportunità e mezzi di crescita.


7 – Dio-“Piccolo Principe”


Alcune persone associano Dio al lato adolescente della vita: alle emozioni forti, alla poesia, all’intimità, alla musica, al tramonto… Si tratta di un Dio presente solo nei “momenti magici”.


Ci sono sì momenti magici e poetici nella vita di chi ha fede, ma ci sono anche momenti difficili. E Dio continua ad essere presente. Lo stesso Dio che ha creato il tramonto ha anche dato la sua vita per noi su una croce. Dio si rivela nella poesia, ma è presente ache nei momenti difficili, ispirandoci fedeltà e capacità di superarci.



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12/03/2018 12:37
 
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La potenza, la sapienza, e la benevolenza di Dio, si possono arguire anche dal come, da cosa e da quanto Egli ha creato.


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06/09/2018 10:04
 
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Una delle idee distorte che abbiamo su Dio è quella che sostiene che Egli abbia già predeterminato tutto a nostro riguardo.
Tutte le nostre decisioni, tutte le nostre grazie e disgrazie, il momento della nostra morte.

E' vero che Egli, essendo Eterno, al di la del tempo che Egli stesso ha creato, preconosce ogni cosa, ma non predetermina direttamente le nostre decisioni o le conseguenze di esse.
Altrimenti dovremmo pensare che non siamo responsabili di nulla, nemmeno dei nostri peccati, e in tal caso sarebbe stato inutile ed inopportuno perfino dare dei Comandamenti da osservare.

Mentre invece noi siamo stati creati veramente liberi e in grado di determinare consapevolmente e responsabilmente le nostre scelte implicanti anche delle conseguenze per noi stessi, per gli altri e per l'ambiente in cui viviamo.


[Modificato da Credente 06/09/2018 10:06]
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