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INTRODUZIONE AI VANGELI

Ultimo Aggiornamento: 24/08/2015 15:20
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24/08/2015 14:59
 
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 La formazione dei Vangeli


A) La forma della tradizione orale


Subito dopo la prima guerra mondiale alcuni autori tedeschi, lavorando indipendentemente e partendo da uno stesso principio, arrivarono ad un'identica conclusione: i Vangeli attuali sono il frutto di una lunga tradizione orale in ambienti diversi. Questi autori proposero uno strumento d'indagine che permise di risalire dai vangeli scritti alle prime "forme" dell'evangelizzazione, e così precisare le variazioni che le forme avevano subito passando da Gesù ai discepoli, e da questi alle comunità cristiane.


Il metodo si fonda su alcuni principi o regole che si possono formulare così: la tradizione evangelica non è letteraria, mapopolare, e perciò è da comprendere e spiegare alla stessa maniera delle forme, piccole unità letterarie, consimili, esistenti nelle altre letterature. Queste piccole unità letterarie non soltanto sono classificabili, ma hanno stretti rapporti con le condizioni interne della comunità: questo è il loro "ambiente vitale". La tradizione evangelica, dunque, prima di essere messa per iscritto esisteva in unità separate che si potevano classificare secondo la loro forma, e tali unità sorsero dalle situazioni o bisogni socio-culturali e spirituali della prima comunità. Sulla base della duplice tradizione evangelica, quella riguardante i fatti di Gesù e quella circa le sue parole (At 1,1), si possono elencare a titolo d'esempio le seguenti forme:


tradizione delle parole:
1. sentenze profetiche: Lc 12,32;
2. sentenze sapienziali: Mt 6,34;
3. detti sulla sequela: Mt 8,18-22;
4. detti sulla venuta: Mt 10,35;
5. norme per la comunità: Mt 9,35;
6. parabole.

tradizione dei fatti
1. paradigmi ed esempi: Mc 1,16-20;
2. discussioni: Mc 12,28-34;
3. racconto di miracoli: Mc 5,25-34;
4. racconto biografico: Mc 6,1-6;
5. storia della passione;
6. teofanie: Mc 1,9-11.

B) Formazione delle prime unità letterarie.

A questo punto ci si può chiedere: come mai dalle sentenze, parabole, dialoghi, sorti in ambienti e per motivi diversi, si e passati alla formazione di discorsi più ampi, alla collezione di miracoli e parabole? Il motivo principale di queste composizioni è senz'altro il desiderio di possedere un insegnamento più completo su Gesù. La tradizione si organizzò secondo alcuni centri d'interesse; dapprima per l'istruzione più approfondita dei credenti si formarono dei raggruppamenti in cui si intrecciarono parole e fatti. Poi certi avvenimenti e certe sentenze si coagularono attorno ad un luogo o regione: la giornata tipo di Cafarnao, Mc l,21-38; i miracoli attorno al lago, Mc 4,35-5,43. Altre volte è un personaggio, come Giovanni Battista o un gruppo, quello delle donne, che diventa il centro d'interesse. La scomparsa dei Dodici e degli altri testimoni oculari, la lontananza da Gerusalemme nel tempo e nello spazio suscitarono presso i nuovi convertiti un più vivo interesse per la storia concreta di Gesù e i suoi tratti umani, per la sua famiglia, la sua infanzia od origine storica. Si cercò allora di collocare il complesso del materiale evangelico dentro una cornice, ancora identificabile nel Vangelo di Marco e nel discorso di Pietro a Cornelio (At 10,34-43):

1. Preparazione messianica sulle rive del Giordano;
2. attività di Gesù in Galilea;
3. viaggio a Gerusalemme; 
4. passione, morte e resurrezione a Gerusalemme.

Questo è il vero e proprio schema del vangelo orale. Per garantire una maggiore fedeltà nella trasmissione alcune comunità misero per iscritto questi abbozzi di Vangelo, sia in aramaico che in greco; ma siamo ancora lontani dai Vangeli che possediamo.

C) La storia della redazione.

Dopo la seconda guerra mondiale, un gruppo di ricercatori si occupò del problema della redazione dei Vangeli. Si è dato a questa scuola il nome di Redaktionsgeschichte ("scuola della storia della redazione"). Dagli studi di questi autori risulta che gli evangelisti sono stati molto di più che semplici compilatori, bensì dei veri autori, dei seri storici e solidi teologi. Se da una parte gli evangelisti ricevettero la tradizione evangelica formatasi all'interno della comunità primitiva, dall'altro seppero anche essere degli scrittori che seguirono con la loro personalità la tradizione e i testi usati. Pur essendo portavoce della tradizione viva, seppero scegliere, riassumere o sviluppare secondo i casi il materiale in funzione dei bisogni e delle esigenze dei lettori. In altri termini gli evangelisti non furono dei cronisti che ricostruirono il seguito dei fatti giorno per giorno, ma dei veri storici, cioè degli scrittori che fecero rivivere un'esperienza per introdurre i lettori nel segreto della persona di Gesù. Al contrario del reporter o del giornalista, l'autore del Vangelo è uno scrittore impegnato. Essendo preso dal rapporto di fede con Dio, egli cerca di comunicare la sua fede e il suo amore. Pur essendo meno esatto di quello di un cronista, il suo racconto è molto più vero, più vivace e colorito. L'attività redazionale degli evangelisti consistette nello scegliere e selezionare l'ampio materiale che la tradizione mise loro a disposizione per integrarlo nella propria visione teologica e spirituale, come è chiaro in Gv 20,30.

Siamo dunque giunti, dopo un lungo processo evolutivo, alla definizione dei momenti necessari alla pubblicazione del Vangelo, ma non tutti i testi che vennero di volta in volta pubblicati conservarono gli stessi caratteri originali.

« Poiché molti hanno posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che furono testimoni fin dal principio, così ho deciso anch'io di far accurate ricerche e di scriverne per te un resoconto ordinato... » scrive Luca nel prologo del suo Vangelo.

Molti hanno scritto, ben più di quattro, e per questo è necessario rimettere ordine affinché nessuno sia ingannato; per farlo scientificamente occorre eseguire "ricerche accurate", vale a dire interrogare i testimoni ancora in vita e ricercare le tracce della verità nella storia umana. In mezzo al pullulare di numerosi Vangeli si impose, dunque, una cernita per conservare integro e genuino l'insegnamento di Gesù. Qui entrò in scena il Magistero della Chiesa, che stabilì quali scritti meglio rappresentassero e fossero meglio capaci di perpetuare l'insegnamento di Gesù.

Molti testi furono rigettati, e sono questi i cosiddetti "vangeli apocrifi", e altri approvati: i quattro di MarcoMatteoLuca eGiovanni.

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