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INTRODUZIONE AI VANGELI

Ultimo Aggiornamento: 24/08/2015 15:20
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24/08/2015 14:53
 
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 INTRODUZIONE AI VANGELI


14.A - Significato dell'opera evangelica


Tutti gli scritti del N.T. si inquadrano nell'azione missionaria della Chiesa primitiva: i Vangeli costituiscono il cuore di questa azione, e dell'azione più generica di tutta la Bibbia. Essi sono il frutto di un'attenta riflessione in seno alla comunità in un periodo in cui le prove e le persecuzioni si assommavano, e la maggior parte dei testimoni principali della vita di Gesù, erano ormai giunti al termine del loro viaggio terreno. In questo stato di cose il desiderio di conservare i ricordi più importanti e più cari della vita di Gesù si fece sentire impellente e finì per spingere i fedeli della prima generazione a raccogliere i vari elementi della vita di Gesù e tramandarli. Dato il valore centrale di questi scritti, prima di prenderli in esame singolarmente, sarà bene fermarsi brevemente e globalmente su di loro per conoscerne il vero concetto e il modo in cui si formarono. Come linee guida generali possiamo rifarci al modo di composizione dei libri profetici dell'A.T., i quali con la tecnica dei Vangeli hanno molti punti in comune: sappiamo infatti che i discepoli dei profeti trascrissero il messaggio orale del loro maestro in base ad alcune idee chiave o ad argomenti fondamentali, aggiungendovi alcuni dati biografici. La stessa cosa è più o meno avvenuta per i nostri Vangeli. Parlando di "vangelo", noi comunemente intendiamo uno dei quattro noti oggi come ispirati, però nel senso di "libro scritto" il termine "vangelo" non si trova mai nella Sacra Scrittura; dobbiamo infatti aspettare il 180 d.C., quando Giustino per la prima volta parla di « memorie degli Apostoli dette: Vangeli ». Come anche altri grandi uomini della storia, Gesù non ci ha lasciato alcuna parola scritta; come per Buddha, Confucio, Socrate ecc., anche per Gesù sono stati i suoi discepoli a riportare i suoi insegnamenti. Una sola volta Gesù si chinò per terra per scrivere qualcosa (Gv 8,6-8).


Egli scelse come collaboratori della sua attività alcuni uomini, ma non richiese da loro particolari capacità letterarie: non intendeva formare degli scrittori, ma dei predicatori, e prima dell'Ascensione diede loro il compito non di scrivere, ma di andare a predicare a tutte le genti. Come gli antichi profeti anche Gesù basò tutto sull'insegnamento orale, che del resto era in piena sintonia con l'uso e la prassi del tempo; lo scritto comparve solo in un secondo tempo, per supplire e perpetuare fedelmente la voce dei predicatori. Il termine Vangelo, pertanto, ha il significato originale greco di "lieto annuncio", e designa essenzialmente la predicazione orale di Cristo circa il messaggio salvifico e le opere da Lui compiute in vita per la salvezza degli uomini: miracoli, profezie, sofferenze, morte e risurrezione.


Questo termine, del resto, era di facile comprensione sia per gli ebrei, che, nell'A.T. trovavano questa parola in una visuale profetica di salvezza futura da realizzarsi tramite il Messia, sia per i pagani, che con questa espressione designavano qualsiasi lieto annuncio, specialmente i decreti e le azioni degli imperatori, considerati divinità.


La Palestina al tempo di Gesù


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