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IL PURGATORIO NELLA VISIONE DI MOLTE MISTICHE

Ultimo Aggiornamento: 24/08/2015 13:01
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24/08/2015 12:05
 
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Santa Teresa d'Avila (1515-1582)


Teresa considerò una delle più grandi grazie una visione nella quale Dio le mostrò l’Inferno e il posto che le sarebbe stato riservato se avesse continuato nella tiepidezza e nella superficialità con cui aveva vissuto a lungo anche la vita religiosa. Fu quindi presa da un fuoco divoratore per l’infinito desiderio di preservare le anime da questo abisso.

Nella sua opera mistica “Il castello interiore”, descrive il tormento che le anime del Purgatorio devono subire a causa dell’ardente desiderio che hanno di quella beata visione di Dio che non è loro ancora concessa. In questo tempo, scrive don Stanzione parlando della grande santa spagnola, Dio “dona all’anima una così viva conoscenza di ciò che egli è veramente, che il tormento raggiunge un grado da spingerla a urlare. Ora l’anima non può fare altro, pur essendo abituata a sopportare con pazienza i suoi tremendi dolori, poiché non sente questo dolore nel corpo, ma nel suo intimo più profondo”.

“Le pene delle povere anime del Purgatorio sono proprio di questo genere”, scriveva Santa Teresa, “poiché essendo liberate dal corpo soffrono assai di più di quanto non si possa soffrire mentre si è vivi sulla terra”. “L’anima viene consumata da una sete ardente del possesso di Dio eppure non può raggiungere questa 'acqua'”.

Santa Maria Maddalena de' Pazzi (1556-1607)
Carmelitana, era continuamente in preda a faticose estasi. Fra quanto visto sul Purgatorio nelle sue esperienze e visioni e apparizioni, si ricorda in particolare la morte del fratello Alamanno.

Maria Maddalena, ricorda don Stanzione, “era in ricreazione con alcune consorelle nel giardino del monastero. Improvvisamente fu rapita in estasi e prese a gridare: 'Sì, io sono pronta a venire dappertutto!'. Con queste parole, il cui significato le sue compagne non poterono capire, la santa comunicava la sua disposizione a seguire il suo angelo custode in un viaggio attraverso il Purgatorio; e subito iniziò questo viaggio tormentoso del quale poi fu fatta una sconcertante e commovente descrizione: per due ore la santa continuò a girare attorno nel giardino del monastero, sempre in estasi, fermandosi di tanto in tanto ed emettendo nel contempo profondi sospiri contemplando la visione di cose alle quali il suo angelo custode soprattutto doveva prestare attenzione”.

“O povero fratello mio quanto tremendamente tu devi soffrire! Ma consolati! Tu sai che queste pene ti aprono la strada della beatitudine eterna!”, disse quando vide l'anima del fratello defunto. Poi continuò: “'Io vedo che tu non sei triste, perché sopporti le pene, che sono tremende, ma volentieri e sei felice! Quando tu eri ancora a questo mondo, non hai voluto ascoltare quando ti ammonivo e ti davo consigli. Adesso, a quanto vedo, tu desideri tanto che io ti ascolti. Che cosa vuoi da me?'. Egli le chiese un determinato numero di Messe e sante Comunioni”.

La colpirono tremendamente il fatto di vedere anche religiosi in Purgatorio e che suo fratello sarebbe dovuto rimanere in Purgatorio finché lei avesse offerto a Dio centosette sante Comunioni per lui.

Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690)

“Mentre ero davanti al Santissimo il giorno del Corpus Domini - si legge nei suoi scritti -, d’improvviso mi si presentò davanti una persona tutta avvolta dalle fiamme, i cui ardori mi penetrarono così fortemente che mi sembrava bruciassi con lei. Lo stato pietoso, in cui mi fece vedere che si trovava in Purgatorio, mi fece versare molte lacrime. Mi disse che era quel religioso benedettino che una volta aveva ascoltato la mia confessione e mi aveva ordinato di ricevere la santa Comunione; per compensarlo di un consiglio tanto utile, Dio gli aveva permesso di rivolgersi a me, perché gli dessi sollievo nelle sue pene, chiedendomi per tre mesi tutto ciò che avrei potuto fare e soffrire”.

“Mi sarebbe difficile raccontare quanto ebbi a soffrire in quei tre mesi. Non mi lasciava mai, e mi sembrava avere il fianco presso cui stava, avvolto in una fiamma di fuoco, con dolori così acuti da gemere e piangere quasi continuamente”. “Alla fine dei tre mesi, lo rividi in maniera ben diversa: al colmo della gioia e circonfuso di gloria, se ne andava a godere la eterna felicità; ringraziandomi, mi disse che mi avrebbe protetta davanti a Dio. Io mi ero ammalata; però, siccome la mia sofferenza scomparve con la sua, guarii subito”.

Santa Francesca Saverio Cabrini (1850-1917)

La santa aveva un affetto particolare per le anime dei fedeli in Purgatorio. Nelle apparizioni delle anime purganti si ebbero anche attestazioni di riconoscenza e di ricambio di carità da parte delle persone suffragate. Dopo la morte di un monsignore, accostandosi un giorno la santa alla Comunione in suo suffragio se lo vide innanzi che le diceva: “Questa santa Comunione la farai per me”. Per un mese si ripeté alle sue orecchie la stessa richiesta, e al termine del mese lo rivide sorridente e gli sentì dire: “Adesso basta, ti ringrazio; finora hai aiutato me, d’ora innanzi io aiuterò te”.
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