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COME CONFESSARSI

Ultimo Aggiornamento: 07/12/2019 10:36
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23/06/2015 19:26
 
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Confessione Gesù Cristo penitenza riconciliazione San Paolo Corinti Catechismo      CONSIGLI PER UNA BUONA CONFESSIONE
 
Come sappiamo, la confessione è il sacramento della Riconciliazione. Prima di confessarci, dobbiamo essere consapevoli di ciò che diremo, ovvero dobbiamo compiere uno sforzo per ricordare tutti i peccati commessi, sia volontariamente che involontariamente, nella nostra vita (esame di coscienza).

Occorre come ripercorrere la nostra vita alla luce della Parola di Dio, dei comandamenti dell'Amore di Dio, e non solo le cose avvenute dopo l'ultima confessione, ma anche quelle che non abbiamo detto per omissione o dimenticanza.

Ecco 8 buoni consigli lasciatici da un grande santo di Dio: san Francesco di Sales. Speriamo che siano di vostro aiuto.

1.- Confessati devotamente e umilmente ogni otto giorni e, se puoi, ogni volta fai la Comunione, anche se non avverti nella coscienza il rimorso di alcun peccato mortale. In tal caso, con la confessione, non soltanto riceverai l’assoluzione dei peccati veniali confessati, ma anche una grande forza per evitarli in avvenire, una grande chiarezza per distinguerli...

2.- Abbi sempre un sincero dispiacere dei peccati che confessi, per piccoli che siano, e prendi una ferma decisione di correggerti. Molti si confessano dei peccati veniali per abitudine, quasi meccanicamente, senza pensare minimamente ad eliminarli; e così per tutta la vita ne saranno dominati e perderanno molti beni e frutti spirituali.

3.- Non fare accuse generiche, come fanno molti, in modo meccanico, tipo queste: Non ho amato Dio come era mio dovere; Non ho ricevuto i Sacramenti con il rispetto dovuto, e simili. Ti spiego meglio il perché: dicendo questo tu non offri alcuna indicazione particolare che possa dare al confessore un’idea dello stato della tua coscienza; tutti i santi del Paradiso e tutti gli uomini della terra potrebbero dire tranquillamente la stessa cosa. Cerca qual è la ragione specifica dell’accusa, una volta trovata, accusati della mancanza commessa con semplicità e naturalezza. Se, per esempio, ti accusi di non avere amato il prossimo come avresti dovuto, può darsi che si sia trattato di un povero veramente bisognoso che tu non hai aiutato come avresti potuto o per negligenza, o per durezza di cuore, o per disprezzo; Cerca di capire bene il motivo!

4.- Non accontentarti di raccontare i tuoi peccati veniali solo come fatto; accusati anche del motivo che ti ha spinto a commetterli.

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23/06/2015 19:30
 
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5.- Non dimenticarti, per esempio, di dire che hai mentito senza coinvolgere nessuno; ma chiarisci, se è stato per vanità, se era per vantarti o scusarti, o per gioco, o per cocciutaggine.

6.- Se hai peccato nel gioco, specifica se è stato per soldi, o per il piacere della conversazione, e così via. Dì se sei caduto molte volte in questa mancanza, perché la durata aumenta il peccato, perché c'è grande differenza tra una vanità passeggera e quella che si è stabilita nel nostro cuore da qualche tempo. Dì anche se sei rimasto per lungo tempo nel tuo male, perché, in genere, il tempo aggrava il peccato. C’è molta differenza tra la vanità di un momento, che ha occupato il nostro spirito sì e no per un quarto d’ora, e quella nella quale il nostro cuore è rimasto immerso per uno, due o tre giorni!

7.- Bisogna esporre il fatto, il motivo e la durata dei nostri peccati;perché, anche se comunemente non siamo obbligati ad essere così esatti nel dichiarare i nostri peccati veniali, anzi non siamo nemmeno obbligati a confessarli, è pur sempre vero che coloro che vogliono pulire per bene l’anima per raggiungere più speditamente la santa devozione, devono avere molta cura di descrivere al medico spirituale il male, per piccolo che sia, se vogliono guarire.

8.- Non cambiare facilmente di confessore, ma scegline uno e rendigli conto della tua coscienza nei giorni che avrai stabilito; e digli con naturalezza e franchezza i peccati commessi; di tanto in tanto, ogni mese o ogni due mesi, digli anche a che punto sei con le inclinazioni, benché in quelle non ci sia peccato; digli se sei afflitta dalla tristezza, dal rimpianto, se sei invece portata alla gioia, al desiderio di acquisire ricchezze, e simili inclinazioni.

“La contrizione e la confessione sono così belle e così profumate, che cancellano la bruttezza e distruggono il lezzo del peccato” (San Francesco di Sales)

San Francesco de Sales, (1608). Introduzione alla vita devota. La santa confessione (capitolo XIX)
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18/07/2015 11:09
 
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Regnum Crucis

ESAME DI COSCIENZA


Cos'è il sacramento della Penitenza?


La Penitenza, chiamata anche confessione, è il sa­cramento istituito da Gesù Cristo per rimettere i pec­cati commessi dopo il Battesimo.


Le parti del sacramento della Penitenza:


Contrizione: è un atto della volontà, un dolore del­l'anima e della detestazione del peccato commesso unita al proposito di non peccare più in av­venire.


Confessione: consiste nell'accusa dettagliata dei pro­pri peccati fatta al confessore per averne 1'as­soluzione e la penitenza.


Assoluzione: è la sentenza che il sacerdote pronuncia in nome di Gesù Cristo, per rimettere i peccati al penitente.


Soddisfazione: o penitenza sacramentale, è la pre­ghiera o l'opera buona imposta dal confessore a castigo e a correzione del peccatore, e a sconto della pena temporanea meritata pec­cando.


Effetti della confessione ben fatta


Il sacramento della Penitenza


conferisce la grazia santificante con la quale sono rimessi i peccati mortali e anche i veniali con­fessati e dei quali si ha dolore;


commuta la pena eterna nella temporale, della quale pure vien rimesso più o meno secondo le disposizioni;


restituisce i meriti delle buone opere fatte prima di commettere il peccato mortale;


da’ all'anima aiuti opportuni per non ricadere nella colpa e ridona la pace alla coscienza,


 


ESAME DI COSCIENZA


per preparare una buona confessione generale (di tutta la vita o dell'anno)


E' utile iniziare questo esame leggendo le Annota­zioni da 32 a 42 degli Esercizi Spirituali di sant'Igna­zio.


Nella confessione bisogna accusare almeno tutti i peccati mortali, non ancora ben confessati (in una buona confessione), e che si ricordano. Indicare, nella misura del possibile, la loro specie e il loro numero.


Per questo si domandi a Dio la grazia di ben cono­scere le proprie colpe e ci si esamini sui Dieci Co­mandamenti e i precetti della Chiesa, sui peccati capi­tali e sui doveri del proprio stato.


Preghiera per un buon esame di coscienza


Santissima Vergine Maria, Madre mia, degnatevi di ottenermi un sincero dolore per aver offeso Iddio... il fermo proposito di correggermi... e la grazia di fare una buona confessione.


San Giuseppe, degnatevi intercedere per me presso Gesù e Maria.


Mio buon Angelo Custode, degnatevi di ricordarmi i miei peccati e aiutatemi a ben accusarli senza falsa vergogna.


 


Si può, anche, recitare il Veni Sancte Spiritus.


E' bene, nella misura che si rammentano i propri peccati, pentirsi e domandarne perdono a Dio, implo­rando la grazia di un fermo proposito di non più commetterne.


Per una buona confessione generale di tutta la vita, sarà bene, senza obbligo, scrivere i peccati e accusarsene secondo il metodo cronologico. Si veda l'Annotazione 56 degli Esercizi, considerando la pro­pria vita di periodo in periodo. L'accusa delle colpe sarà così molto facilitata.


N.B.: 1) Il peccato mortale suppone sempre tre ele­menti essenziali: la gravità della materia, la piena avvertenza, il deliberato consenso.


2) L'accusa della specie e del numero è ne­cessaria per i peccati di desiderio.


 


Metodo logico: considerare i Comandamenti.


 


Comandamenti di Dio


Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio all'infuori di me


I Comandamento (Preghiere, religione):


Ho mancato alle preghiere? Le ho recitate male? Ho temuto di mostrarmi cristiano per rispetto umano? Ho trascurato di istruirmi sulle verità della religio­ne? Ho acconsentito a dubbi volontari?... in pensieri... in parole? Ho letto libri o giornali empi? Ho parlato e agito contro la religione? Ho mormorato contro Dio e la sua Provvidenza? Ho appartenuto a società empie (massoneria, comunismo, sette eretiche, etc.)? Ho praticato la superstizione... consultato le carte e gli indovini?... partecipato a pratiche magiche? Ho tentato Dio?


- Peccati contro la Fede: ho rifiutato di ammettere una o più verità rivelate da Dio e insegnate dalla Chiesa?... o di accettare la Rivelazione una volta co­nosciuta?... o di studiarne le prove di credibilità? Ho rinunciato alla vera Fede? Qual'è il mio rispetto per la Chiesa?


- Peccati contro la Speranza: ho mancato di fiducia nella bontà e Provvidenza di Dio? Ho disperato nella possibilità di vivere da vero cristiano, quantunque se ne domandi la grazia? Credo veramente alle promes­se di Dio di aiutare chi lo prega umilmente e confida nella sua Bontà e Onnipotenza? In senso inverso: ho peccato di presunzione abusando della Bontà di Dio, illudendomi di ricevere comunque il perdono, confon­dendo buono con bonaccione?


- Peccati contro la Carità: ho rifiutato di amare Dio al di sopra di ogni cosa? Ho trascorso settimane e mesi senza mai compiere il minimo atto d'amore verso Dio, senza pensare a Lui? Indifferenza religiosa, Ateismo, Materialismo, Empietà, Laicismo (non riconoscere i diritti di Dio e di Cristo Re sulla società e sugli individui). Ho profanato le cose sante? In particolare: confessioni e comunioni sacrileghe?


- Carità verso il prossimo: vedo nel prossimo un'ani­ma fatta ad immagine di Dio? Lo amo per amore di Dio e di Gesù? Questo amore è naturale o è sopran­naturale, ispirato dalla fede? Ho disprezzato, dete­stato, deriso il prossimo?


 


Non nominare il nome di Dio invano


II Comandamento (Giuramenti e bestemmie):


Ho giurato falsamente o inutilmente? Ho imprecato contro me stesso e contro gli altri? Ho mancato di rispetto al nome di Dio, della Vergine o dei Santi?... li ho nominati con irriverenza o per gioco? Ho bestem­miato mormorando contro Dio nelle prove? Ho osser­vato i voti?


 


Ricordati di santificare le feste


III Comandamento (Messa, lavoro):


A questo comandamento si riferiscono il 1° e il 2° precetto della Chiesa.


Ho mancato alla Messa per mia colpa?... sono giunto in ritardo? Ho assistito senza rispetto? Ho lavorato o fatto lavorare senza necessità e senza permesso nei giorni festivi? Ho trascurato l'istruzione religio­sa? Ho profanato le feste con riunioni o divertimenti pericolosi per la fede e i costumi?


 


Onora il padre e la madre


IV Comandamento (Genitori, superiori):


Figli: ho mancato di rispetto?... ho disobbedito?... ho causato dispiaceri ai genitori? Ho trascurato di assisterli nella loro vita e, soprattutto, al momento della morte? Ho trascurato di pregare per loro, nelle pene della vita e, soprattutto, dopo la morte? Ho disprezzato o non tenuto conto dei loro saggi pareri?


Genitori: mi sono sempre preoccupato dell'educa­zione dei figli? Ho pensato a dare o procurare loro l'istruzione religiosa? Li ho fatti pregare? Mi sono preoccupato di accostarli presto ai sacramenti? Ho scelto per loro le scuole più sicure? Ho diligente­mente vigilato su loro?... li ho consigliati, ripresi, corretti?


Nelle loro scelte, li ho assistiti e consigliati per il loro vero bene? Ho ispirato loro buone abitudini? Al momento della scelta dello stato, ho fatto prevalere la mia volontà o quella di Dio?


Sposi: mancato al sostegno reciproco? L'amore per il coniuge è veramente paziente, longanime, premu­roso, pronto a tutto? ... ho mosso critiche al coniuge in presenza dei figli? ... l'ho maltrattato?


Inferiori: (impiegati, servitori, operai, soldati). Ho mancato di rispetto, d'obbedienza ai superiori? Ho fat­to loro torti con critiche ingiuste, o in altro modo? Ho mancato nell'adempimento dei miei doveri? Ho abusato della fiducia?


Superiori: (padroni, dirigenti, ufficiali). Ho mancato alla giustizia commutativa, non dando loro il dovu­to?... alla giustizia sociale (assicurazioni, previdenze, etc.)? Ho punito ingiustamente? Ho mancato alla ca­rità non procurando gli aiuti necessari? Ho vigilato con cura sulla moralità? Ho favorito il compimento dei doveri religiosi?... l'istruzione religiosa dei dipen­denti? Ho sempre trattato i dipendenti con bontà, equità, carità?


 


Non uccidere


V Comandamento (Ira, violenza, scandalo):


Mi sono abbandonato all'ira? Ho avuto desideri di vendetta? Ho desiderato il male del mio prossimo? Ho conservato sentimenti di rancore, di ruggini e di odio? Ho violato la grande legge del perdono? Ho ingiuriato, percosso, ferito? Pratico la pazienza? Ho dato cattivi consigli? Ho scandalizzato con parole o atti? Ho trasgredito gravemente e volontariamente il Codice stradale (anche senza conseguenze)? Sono re­sponsabile di infanticidio, aborto o eutanasia?


 


Non fornicare –


Non desiderare la donna d'altri


VI e IX Comandamento (Impurità, pensieri, parole, azioni)


Mi sono soffermato volontariamente in pensieri o desideri contrari alla purezza? Sono pronto a fuggire le occasioni di peccato: conversazioni e divertimenti pericolosi, letture e immagini immodeste? Ho indos­sato abiti indecenti? Ho commesso azioni disoneste, da solo?... con altri? Mantengo legami o amicizie colpevoli? Sono responsabile di abusi o frodi nell'uso del matrimonio? Ho rifiutato, senza motivi sufficien­ti, il debito coniugale?


La fornicazione (relazioni sessuali fra uomo e don­na) al di fuori del matrimonio è sempre peccato mortale (anche fra fidanzati). Se l'uno o entrambi sono sposati, il peccato si raddoppia con l'adulterio (semplice o doppio) che deve essere accusato. Adulterio, divorzio, incesto, omosessualità, bestialità.


 


Non rubare -


Non desiderare la roba d'altri


VII e X Comandamento (Furti, desiderio di rubare):


Ho desiderato di appropriarmi del bene altrui? Ho commesso o aiutato a commettere ingiustizie, frodi, furti? Ho pagato i debiti? Ho ingannato o danneg­giato il prossimo nella roba?... l'ho desiderato? Ho commesso abusi nelle vendite, nei contratti, etc.?


 


Non dire falsa testimonianza


VIII Comandamento (Menzogne, maldicenze, calunnie):


Ho mentito? Ho fatto o diffuso sospetti, giudizi temerari?... ho mormorato, calunniato? Ho reso false testimonianze? Ho violato segreti (corrispondenza, etc.) ?


 


Precetti della Chiesa


1° - Richiama il III Comandamento: Ricordati di san­tificare le feste.


2° - Non mangiar carne il venerdì e gli altri giorni di astinenza, e digiunare nei giorni prescritti.


3° - Confessarsi una volta all'anno e comunicarsi almeno a Pasqua.


4° - Soccorrere alle necessità della Chiesa, contribuendo secondo le leggi e le usanze.


5° - Non celerbrare solennemente le nozze nei tempi proibiti.


 


Peccati capitali


Orgoglio: Quale stima ho di me? Agisco per orgoglio? Sciupo danari nella ricerca del lusso? Ho di­sprezzato gli altri? Mi sono compiaciuto in pensieri di vanità? Sono suscettibile? Sono schiavo del « cosa dirà la gente? » e della moda?


Avarizia: Sono troppo attaccato ai beni terreni? Ho sempre fatto l'elemosina secondo le mie possi­bilità? Per avere, non ho mai leso le leggi di Giustizia? Ho praticato il gioco d'azzardo? (vedi VII e X Comandamento).


Lussuria: (vedi VI e IX Comandamento).


Invidia: Ho conservato sentimenti di gelosia? Ho cer­cato di nuocere agli altri per invidia? Mi sono compiaciuto del male, o rattristato del bene altrui?


Gola: Ho ecceduto nel mangiare e nel bere? Mi sono ubriacato?... quante volte? (se è un'abitudine, sai che esistono cure mediche per guarire?).


Ira: (vedi il V Comandamento).


Pigrizia: Sono pigro nell'alzarmi la mattina?... nello studio e nel lavoro?... nell'adempiere ai doveri religiosi?


 


Doveri di stato


Ho mancato agli obblighi speciali di stato? Ho tra­scurato gli obblighi professionali (di professore, sco­laro o studente, medico, avvocato, notaio, etc.)?


Metodo cronologico


Per la confessione generale: esaminare anno per anno.


Per la confessione annuale: esaminare settimana per settimana.


Per la confessione settimanale: esaminare giorno per giorno.


Per l'esame quotidiano: esaminare ora per ora.


Mentre si rivedono i propri errori, ci si umilii, domandi perdono e la grazia di correggersi.


Preparazione immediata


Dopo l'esame di coscienza, per eccitare la contri­zione, si leggano lentamente i seguenti pensieri:


I miei peccati sono una rivolta contro Dio, mio Creatore, Sovrano e Padre. Infangano la mia anima, la feriscono e, se gravi, le danno la morte.


Mi ricorderò ancora:


1) il cielo, che sarà perso per me, se muoio in stato di peccato grave;


2) l'inferno, ove cadrò per l'eternità;


3) il purgatorio, ove la divina giustizia dovrà completare la mia purificazione da ogni peccato ve­niale e debito;


4) Nostro Signore Gesù Cristo, morente sulla croce per espiare i miei peccati;


5) la bontà di Dio, che è tutto amore, bontà infi­nita, sempre pronta al perdono di fronte al penti­mento.


Questi motivi di contrizione possono essere, anche, soggetto di meditazione. Ma, soprattutto, si mediti il Crocefisso, la presenza e l'attesa di Gesù nel Taber­nacolo, l'Addolorata. Maria piange sui tuoi peccati e tu resti indifferente?


Se la confessione ti costa un po', recita una pre­ghiera alla SS. Vergine. Il suo aiuto non ti mancherà. Ultimata la preparazione, entra nel confessionale con umiltà e raccoglimento, considerando che il sacerdote occupa il posto di Gesù Cristo Nostro Signore, e ac­cusa tutti i peccati con sincerità.


 


Metodo di confessione


(ad uso di tutti i fedeli)


Nel fare il segno della Croce si dice:


1) Padre mi confesso perché ho peccato.


2) Mi sono confessato da... ho ricevuto l'assoluzio­ne, ho fatto la penitenza e mi sono accostato alla comunione... (indicare le volte). Da allora mi accuso...


Chi ha soli peccati veniali, basta si accusi di tre fra i più gravi, per lasciare maggior tempo al confes­sore di dare gli avvisi necessari. Terminata l'accusa, si dice:


Mi accuso ancora di tutti i peccati che non ricordo e che non conosco e di quelli della vita passata, spe­cialmente di quelli contro il... Comandamento o la... virtù, e di tutti chiedo umilmente perdono a Dio e a lei, padre, la penitenza e l'assoluzione, se la merito.


3) Al momento dell'assoluzione, recitare con fede l'Atto di dolore:


Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i vostri castighi, e molto più perché ho offeso Voi infinita­mente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col vostro santo aiuto di non offen­dervi mai più e di fuggire le occasioni prossime del peccato. Signore, misericordia, perdonatemi.


4) Eseguire senza ritardo la penitenza imposta.


Dopo la confessione


Non dimenticare di ringraziare Dio della grande grazia del perdono ricevuto. Soprattutto, non lasciarsi prendere dagli scrupoli. Se il demonio tenta di disturbare, non discutere con lui. Gesù non ha isti­tuito il sacramento della Penitenza per torturarci, ma per liberarci. Domanda, però, una grande lealtà nel ritorno al suo amore, nell'accusa delle nostre man­canze (specie se mortali) e nella promessa di non tralasciare alcun mezzo per fuggire il peccato.


E' ciò che hai fatto. Ringrazia Gesù e la sua santa Madre. « Vai in pace e non peccare più ».


« Signore! Abbandono il mio passa­to alla vostra Misericordia, il mio pre­sente al vostro Amore, il mio avvenire alla vostra Provvidenza! » (Padre Pio)


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09/09/2016 23:15
 
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I consigli di 10 sacerdoti per una confessione migliore


Sei mai uscito dal confessionale chiedendoti se hai fatto tutto correttamente?



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Vorrei poter ascoltare le confessioni degli altri.





Non preoccuparti, non ho intenzione di origliare nel confessionale del convento. Credo soltanto che potrei imparare qualcosa ascoltando il modo in cui gli altri affrontano la confessione.


Sono già diversi anni che prendo parte al sacramento della Penitenza, ma ho ancora l’impressione di non sapere esattamente cosa stia facendo. A volte esco dal confessionale con dei dubbi: “Mi sono confessata correttamente? Avrei dovuto essere più specifica? Sono stata abbastanza sincera?”


L’altro giorno, uscendo dal confessionale, ho pensato: “Va bene, chiederò consiglio agli uomini che si dedicano ad ascoltare le confessioni della gente”.


Ed ecco cosa mi hanno detto:



  1. Padre Bryan Brooks, Tulsa, Oklahoma:


Quando facciamo un esame di coscienza affrontiamo i nostri peccati; ma quando andiamo a confessarci abbiamo a che fare con l’amore, la misericordia e il perdono di Dio.



  1. Padre Sean Donovan, Pawhuska, Oklahoma:


Dopo aver detto quanto tempo sia orientativamente passato dall’ultima confessione, parla brevemente di te stessa (sei single, fidanzata, risposato civilmente dopo il divorzio, sei una suora…?). Conoscere la situazione della persona che si confessa ci aiuta a dare consigli appropriati. 



  1. Padre Gabriel Mosher, OP, Portland, Oregon:


I peccati sono delle scelte sbagliate, non delle emozioni spiacevoli; confessa dunque i tuoi peccati, non il tuo stato emotivo.



  1. Padre Damian Ference, Wickliffe, Ohio:


I peccati commessi sono un’offesa a Dio, ma i peccati confessati sono un canto a Dio. Quindi, quando confessi i tuoi peccati a un sacerdote durante il sacramento della Riconciliazione, sii consapevole che stai anche cantando una lode a Dio per la sua grande misericordia.



  1. Padre Matthew Gossett, Steubenville, Ohio:


Una confessione frequente è edificante per il tuo sacerdote e fa bene alla tua anima! I peccati, soprattutto quelli ricorrenti o radicati in noi, richiedono pazienza e perseveranza. Non arrenderti mai, non importa quante volte tu abbia commesso lo stesso peccato (…) La confessione è un sacramento di guarigione e, come avviene per le ferite fisiche, anche le ferite spirituali potrebbero avere bisogno di un po’ di tempo per rimarginarsi completamente.

  1. Padre James Martin, SJ, New York:

La confessione ha meno a che fare con quanto siamo cattivi noi, e più con quanto è buono Dio.

  1. Padre Anthony Gerber, Cottleville, Missouri:

Il sacerdote è come un medico: quando vai dal medico dici cosa ti fa male, con più o meno dettagli, affinché sappia in che modo affrontare il tuo male. E ricordati che ha già visto molti pazienti con gli stessi sintomi. Confida in lui, ascolta il suo consiglio e migliorerai subito!

  1. Padre Joshua Whitfield, Dallas, Texas:

Dio opera meglio con una confessione semplice e umile. Dio non ha bisogno di un romanzo. Lo ha già letto. A volte, dietro alla nostra prolissità, si nascondono orgoglio e impenitenza. Parla con semplicità e chiarezza, e dì tutti i tuoi peccati. È come essere rimossi dalla croce per la morte dei nostri peccati e per la resurrezione del perdono.

  1. Padre Jeffrey Mickler, SSP, Youngstown, Ohio:

Parla senza timori, non preoccuparti di nulla. L’amore di Dio è più forte dei nostri peccati.

  1. Padre Matthew Schneider, LC, Washington DC:

Molte persone avrebbero un approccio migliore alla confessione se, invece di percepirla come una lista obbligatoria e astratta dei peccati commessi, la vedessero come un’opportunità per rinnovare la propria relazione con Dio.

E ora una dichiarazione bonus!

Padre Mark Menegatti, O.S.A.:

La confessione non è soltanto la rimozione del peccato, è un incontro con Cristo. 

Hai trovato utili questi consigli?

Il consiglio numero 3 mi ha aiutata a ripensare il modo in cui faccio l’esame di coscienza, facendomi rendere conto anche che probabilmente dovrei essere più specifica nell’elencare i miei peccati (non perché Dio ne abbia bisogno, ma perché aiuterebbe me). Ognuno di questi consigli ha ravvivato il mio amore per il sacramento della Penitenza e per tutti i sacerdoti che dedicano la propria vita per servire Dio e il Suo popolo.

Se ci fosse qualche altro consiglio che ti è risultato utile, non esitare a condividerlo nei commenti, in modo che tutti i lettori possano leggerlo!




[Modificato da Credente 09/09/2016 23:17]
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24/10/2016 16:17
 
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3 MOTIVI PER CONFESSARSI IL PRIMA POSSIBILE
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“Il prossimo per la confessione!”

Ero in Nicaragua viaggiando alla volta del Guatemala quando ho sentito questo invito gridato in spagnolo in un santuario. Era il mio secondo soggiorno in America Latina. In occasione della mia prima visita avevo avuto un’esperienza di conversione ed ero passata dall’essere atea a credere in Dio. La seconda volta, un anno dopo, ho ricevuto per la prima volta in oltre una dozzina di anni quello che il Catechismo definisce il “sacramento della conversione” (CCC 1423).

Quando ho ascoltato per la prima volta l’invito del sacerdote ho esitato ad accettare. Il mio spagnolo non era così buono, e sapevo che sarebbe stato imbarazzante riferire la mia lunga lista di peccati in un’altra lingua. Mille preoccupazioni mi frullavano per la testa fin quando i miei pensieri si sono fusi in una decisione improvvisa di balzare in piedi e andare a riempire quella sedia vuota. I peccati mi sono usciti dalla bocca, e l’anziano sacerdote ha cercato con impegno di comprendere il mio spagnolo rudimentale. Poi mi ha dato l’assoluzione. Sono stata invasa dal sollievo. Ne avevo bisogno, e non lo sapevo nemmeno.

Il sacramento della penitenza può intimidire. È difficile andare a confessarsi, soprattutto se non lo si fa da molto tempo. Spesso si prova un senso fisico di repulsione, di voler stare lontani perché sembra una cosa molto difficile, umiliante. A volte ci convinciamo del fatto che i nostri peccati sono una cosa che riguarda solo noi e Dio e che non c’è bisogno di un sacramento. Accampiamo scuse per dire che in fondo non è più tanto importante.

Ma lo è.

Ecco alcuni motivi per cui amo confessarmi:

1. Gesù ci aspetta. Una volta ho fatto gridare un sacerdote nel confessionale. Ha frainteso quello che stavo dicendo ed era un uomo brontolone, per cui ha iniziato a urlare prima ancora che avessi finito. Per fortuna a quel punto amavo già questo sacramento e sapevo che ero lì per vedere Gesù, indipendentemente dal fatto che il sacerdote fosse per me il volto di Cristo o meno. Quando sono uscita dal confessionale sorpresa e un po’ arrabbiata non ho potuto fare a meno di sorridere. “Gesù può darmi le grazie di questo sacramento anche attraverso quel vecchio brontolone!”, mi sono detta. Questo sacramento non è inteso solo come un posto per ricevere consigli o una sessione di terapia; non richiede nemmeno un sacerdote amorevole e comprensivo, anche se è sempre di aiuto. Come afferma il Catechismo, “Dio solo perdona i peccati” (CCC 1441). Le grazie di questo sacramento provengono dalle mani di Gesù e sono amministrate attraverso le mani umane dei suoi sacerdoti, nei loro giorni “sì” e nei giorni “no”.

2. Aumento della grazia. Il sacramento della riconciliazione ha davvero il potere di rinnovare la presenza della Trinità dentro di noi se abbiamo danneggiato il nostro rapporto con Dio attraverso un peccato mortale. Lo ripeto perché è importante. Questo sacramento può rinnovare la nostra grazia battesimale se l’abbiamo persa mediante un peccato grave. I Padri della Chiesa definivano questo sacramento “la seconda tavola [di salvezza] dopo il naufragio della grazia perduta” (CCC 1446). Non sempre sappiamo esattamente quanto abbiamo intaccato il nostro rapporto con Dio, per cui conviene andare a confessarsi almeno una volta all’anno come suggerisce la Chiesa, ma è anche meglio farlo più spesso, se ci riusciamo. Anche se non siamo caduti in peccato mortale. Questo sacramento aumenta la grazia nella nostra anima e ci aiuta a superare e ad evitare il peccato. Non so voi, ma io ho davvero bisogno di un po’ di aiuto in questo campo.

3. Fonte di guarigione spirituale. Quando ero piccola, mia madre mi ha detto che dopo aver ricevuto l’assoluzione in questo sacramento mi sarei sentita “leggera come un angelo”, ed è sempre stato così. Andare a confessarsi con umiltà e dire i nostri peccati al Signore ci permette di uscire rinnovati nella mente e nel corpo. Quando il sacerdote pronuncia la preghiera di assoluzione, un peso si alza dalle mie spalle e vengo invasa dal sollievo. È un’esperienza di guarigione perché so che il Signore mi ha ascoltata e cammina con me. Conosce le mie necessità e mi aiuterà ad avvicinarmi a Lui, e mi ha dato grazie specifiche per aiutarmi a superare il mio peccato. Per questo motivo, inizio o termino spesso la mia confessione con una supplica di guarigione dicendo: “Chiedo a Gesù la grazia di…”

Potreste ancora esitare ad avvalervi delle grazie disponibili per voi nel sacramento della penitenza. Forse non vi ci accostate da anni. Forse non siete convinti che sia davvero utile. Forse non siete sicuri che sia necessario, o perfino biblico. Non sono qui per persuadervi di queste cose (anche se vi consiglio di fare qualche ricerca se la questione vi interessa).

Pregherò perché otteniate la grazia di ispirazione e motivazione per ricevere questo sacramento. Spesso proviamo una grande resistenza ad esso proprio perché è così potente e le forze del male nel mondo non vogliono che la gente si avvalga delle grazie disponibili attraverso i sacramenti.

Il nostro mondo spezzato, violento e disturbato sarebbe un luogo migliore se tutti ritornassero a questo potente sacramento.


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07/12/2019 10:36
 
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Se in confessione vadano accusati anche i dettagli dei peccati
Quesito

Gentile Padre,
Le scrivo per esporre i miei dubbi, nella speranza di una risposta che sappia chiarirli.
Sono una ragazza di 15 anni e Internet è un po’ il mio pane quotidiano.
Girovagando appunto per la rete mi sono imbattuta in un video che mi ha lasciato molto turbata. Non era pornografico, ma comunque osceno. Ripeto, non ho tratto alcun tipo di piacere da questa sgradevole sorpresa, anzi, ne sono rimasta turbata e ho avvertito il desiderio di pregare, quasi come se in qualche maniera la visione mi avesse comunque "sporcata".
Ho intenzione di manifestare l’episodio nella prossima Confessione, anche se dovesse trattarsi di peccato veniale (cosa che non riesco a capire, e per la quale spero nel Suo aiuto).
Un’altra mia perplessità è questa: nell’attesa di avere la possibilità di confessarmi, posso accostarmi alla Santa Comunione?
Un’altra mia domanda, non direttamente legata alla questione di cui sopra, è: quando, nella Confessione, è obbligatorio rendere chiari al sacerdote tutti i dettagli di una circostanza nella quale avviene il peccato? Ovvero: quando determinate circostanze aggiungono "peccato al peccato", tale da meritare di essere esplicitamente dette in Confessione?
La ringrazio per il servizio che dona a così tante persone e la saluto cordialmente
E.

Risposta del sacerdote

Carissima E.,
1. l’impressione che hai avuto di aver inquinato la tua anima – sebbene non vi sia stata la volontà di farlo – è esatta.
Secondo me non c’è stato il peccato mortale, ma hai bisogno di essere purificata.
Io farei la confessione prima della Comunione.
Così puoi essere più sicura e serena.

2. È necessario accusare non i dettagli, ma le circostanze che mutano la specie del peccato.
Ad esempio: la fornicazione è il rapporto sessuale tra due persone libere (e cioè non ancora sposate).
Ma se queste persone sono dello stesso sesso, allora si ha un peccato particolare: quello della sodomia.
In questo caso si dirà: ho compiuto atti impuri oppure ho avuto rapporti sessuali con una persona del mio sesso.
Queste sono le circostanze del peccato. E vanno accusate.
Non vanno accusati invece i dettagli, i quali in quanto tali non mutano la specie del peccato.

3. Ugualmente se a compiere uno di questi peccati fosse una persona consacrata ci si trova dinanzi ad un’altra circostanza che aggrava il peccato.
Perché si aggiunge il sacrilegio.

4. Il peccato poi va esposto indicando di quale specie si tratti in modo che il sacerdote capisca che cosa è chiamato ad assolvere.
Sicché vanno omesse del tutto le descrizioni dei peccati, soprattutto si tratta di peccati di ordine sessuale.

5. Sulla necessità di confessare la specie del peccato e le circostanze che la mutano il Concilio di Trento dice: “Si deduce inoltre che devono essere spiegate in confessione anche le circostanze che mutano la specie del peccato, perché senza di esse gli stessi peccati non sono esposti integralmente dai penitenti, né appaiono ai giudici, per cui essi non possono giudicare rettamente della gravità dei crimini ed imporre ai penitenti la pena ad essa corrispondente. Perciò è contrario alla ragione insegnare che una sola circostanza debba essere confessata, e cioè di aver peccato contro i fratelli. (…).
Consta infatti che nella Chiesa non si esige altro dai penitenti se non che, dopo che ciascuno si sia esaminato diligentemente ed abbia esplorato tutti gli angoli più riposti della coscienza, confessi quei peccati coi quali ricordi di aver offeso mortalmente il suo Signore e suo Dio; tutti gli altri peccati che non tornano alla memoria di chi ha riflettuto diligentemente, s’intendono inclusi complessivamente nella medesima confessione; per essi diciamo col Profeta: “Assolvimi dalle colpe che non vedo” (Sal 18,13) (DS 1682).

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo
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