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DOSSIER IN RISPOSTA ALLE OBIEZIONI SU PAPA FRANCESCO

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2019 21:20
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21/04/2015 16:31
 
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BUFALE SU MISOGINIA.
Il 15 marzo 2013 sono emerse accuse su alcune presunte frasi misogine dette da Bergoglio. Quand’era arcivescovo di Buenos Aires, avrebbe detto: «Le donne sono naturalmente inadatte per compiti politici. L’ordine naturale ed i fatti ci insegnano che l’uomo è un uomo politico per eccellenza, le Scritture ci mostrano che le donne da sempre supportano il pensare e il creare dell’uomo, ma niente più di questo».

La frase è stata diffusa in modo capillare tanto che addirittura una deputata del Costa Rica ha attaccato la Chiesa parlando di “misoginia”. Ancora una volta “Il Fatto Quotidiano”, questa volta tramite la giornalista Silvia Truzzi, è stato il principale calunniatore del Pontefice. La Truzzi ha sostenuto il sospetto di connivenza di Bergoglio con la dittatura argentina ironizzando sul portavoce del Pontefice, padre Lombardi, quando ha preso le sue difese. «Sarebbe bello che papa Francesco spiegasse perché quelle accuse sono infondate», ha scritto inoltre, «con la stessa semplicità con cui ha salutato i fedeli in San Pietro». Aggiungendo: «E sarebbe bello che spiegasse anche la infelice e presunta frase del cardinal Bergoglio» contro le donne. Quando la verità è emersa, sia per quanto riguarda le accuse di connivenza che per la frase misogina, la Truzzi non ha mai voluto pubblicare un articolo per chiarire l’equivoco da lei creato nei suoi lettori. Ha invece preferito difendere Barack Obama dalle accuse di sessismo, senza chiedere all’accusato di chiarire il suo pensiero. Sempre sul “Fatto” è toccato alla femminista Lidia Ravera attaccare Bergoglio, anche lei senza verificare le fonti, scrivendo un pistolotto al neo-pontefice su come vadano trattate le donne e concludendo ironica: «Risponda, la prego, visto che è un tipo alla mano». Daniela Padoan sempre sul “Fatto Quotidiano” non ha nemmeno lasciato margine al dubbio: «Dunque abbiamo un Francesco in Vaticano. Non è venuto dal nulla, camminando scalzo. Era a Buenos Aires, sprezzante di tutte le figure che sono state vittime della dittatura argentina […]. Un uomo che non ha fatto mistero della propria collocazione ideale: Dio, patria, famiglia. Gli ideali della dittatura argentina. Di tutte le dittature. Dove le donne sono funzione dell’uomo: perché stupirsi di presunte frasi coerenti sulla loro subordinazione?».

Tuttavia, si è scoperto, la frase attribuita a Bergoglio è una bufala. Essa viene riportata quasi sempre senza fonte, tranne in pochi casi in cui vi è scritto “Buenos Aires, 4 de junio 2007 (Télam)”. Télam è la più grande agenzia di stampa argentina, peccato che se si fa una ricerca nel suo archivio relativo agli articoli del 4 giugno 2007, non si trova nulla su Bergoglio. Neppure se si immette nel motore di ricerca interno la presunta frase (ovviamente in spagnolo, chiunque può provare). Come è stato poi verificato, la bufala è nata nel 2007 quando Cristina Kirchner è stata candidata alla presidenza dell’Argentina, inventata dal nulla e comparsa per la prima volta su “Yahoo Answers” da un utente argentino con il nickname “Bumper Crop”, che ovviamente non ha citato alcun link. Lo scopo, è spiegato sui siti argentini, era inventare un attacco del cardinale Bergoglio verso la Kirchner.

Una ricerca approfondita su Google, si rileva sui siti web anti-bufale, dimostra che prima del 13 marzo 2013 non vi è traccia di tali dichiarazioni in rete da parte di Bergoglio, tranne che, appunto, su Yahoo Answers. Se davvero i media argentini (o internazionali) avessero ricevuto dall’agenzia Télem (o da qualsiasi altra fonte attendibile) le dichiarazioni misogine dell’arcivescovo di Buenos Aires e presidente della Conferenza episcopale argentina, certamente le avrebbero pubblicate, montando, giustamente, uno scandalo. Fortunatamente molti quotidiani internazionali, come Eleconomista, hanno cominciato a riportare la rettifica, spiegando che la frase è inventata. La quale oltretutto contraddice la nota amicizia e l’ammirazione del pontefice per molte donne argentine che hanno ricoperto cariche politiche e che si sono con lui congratulate dopo la sua elezione a Pontefice. Una sua grande sostenitrice, ad esempio, è l’attivista per i diritti umani, Alicia Oliveira, salvata da lui dalla dittatura argentina, che ha raccontato di aver ricevuto da lui un mazzo di rose quando è stata licenziata dal ruolo di giudice della Corte suprema da parte del governo dittatoriale, mostrando in questo modo il suo totale sostegno.



BUFALA DEL DITTATORE VIDELA.
Il terzo tentativo di calunnia somiglia molto alle accuse di militanza negli squadroni nazisti da parte del giovane Joseph Ratzinger, sostenute dal fotomontaggio del futuro pontefice mentre sembra fare il saluto nazista con il braccio teso (bufala smentita, anche quella successiva). Dopo le accuse di connivenza con la dittatura, dopo la diffusione della frase misogina, sono state fatte circolare due foto di un presunto Bergoglio assieme al dittatore Videla.

La prima foto è stata diffusa dal regista statunitense Michael Moore (il quale si è in seguito scusato) di un anziano prete, di spalle, nell’atto di offrire la comunione al primo presidente della dittatura, Jorge Videla. E’ stato dimostrato, anche grazie al video dell’evento rappresentato nella foto, che il sacerdote è Carlos Berón de Astrada e non Papa Francesco. Il luogo è la cappella della Pequeña Obra de la Divina Providencia Don Orione il 30 dicembre 1990 (Bergoglio aveva 54 anni), quindi alla fine della dittatura quando Videla stava scontando una condanna all’ergastolo. «L’ex presidente argentino Jorge Rafael Videla – si legge nella didascalia originale dell’immagine custodita dall’agenzia Corbis – riceve la comunione in una chiesa di rito cattolico romano a Buenos Aires, in questa foto del 20 dicembre 1990». Eppure, opportunamente “tagliata” in modo da rendere quasi impossibile l’identificazione del prete, quello scatto è stato fatto passare per la prova regina della «contiguità» di Bergoglio anche dopo la caduta del regime, nel 1983. E’ stata quindi diffusa una contro-fotografia, segnalando che si tratta di un’attribuzione falsa.

La seconda fotografia mostra un sacerdote che passeggia sorridendo fianco a fianco sempre con Jorge Videla, anche in questo caso l’accusa implicita è quella di identificare in quel sacerdote Jorge Mario Bergoglio. Come è stato spiegato, papa Francesco è nato nel 1936 e quindi nell’epoca in cui fu scattata questa foto (cioè quando Videla era al governo) aveva tra i 35 e i 45 anni, decisamente più giovane del prelato presente nella fotografia. Inoltre, Bergoglio non è calvo nemmeno ora che ha 76 anni, al contrario del sacerdote della fotografia. Infine, Bergoglio negli anni della dittatura della Giunta militare argentina era un semplice sacerdote membro dell’ordine gesuita, mentre il prelato nella fotografia porta chiaramente una veste da monsignore o da vescovo.
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Lu 12,42 Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà A CAPO della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
 
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