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DOSSIER IN RISPOSTA ALLE OBIEZIONI SU PAPA FRANCESCO

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2019 21:20
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27/03/2015 12:56
 
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23. APERTURE, CAMBIAMENTO DELLA DOTTRINA, INNOVAZIONI E RIVOLUZIONI

“Apertura” è il termine più abusato per riferirsi al pontificato di Papa Francesco, come abbiamo scritto fa parte del progetto dei media progressisti di presentare un Pontefice in discontinuità con i suoi predecessori che rivoluziona la dottrina della Chiesa, “aprendola” alle verità del mondo, annullando e annacquando il concetto di peccato. A questa finzione hanno finito per crederci anche i tradizionalisti, convinti anche loro di questa discontinuità e a queste pericolose aperture al mondo.

Occorre considerare che chi accusa Francesco di fare “gesti innovativi” dimentica che il più grande gesto innovativo nella Chiesa degli ultimi secoli lo ha compiuto Benedetto XVI rinunciando al ministero petrino, senza che nessun tradizionalista lo abbia accusati di aver desacralizzato il papato. Come ha spiegato Andrea Fagioli, direttore del settimanale ”Toscana Oggi” delle diocesi toscane: «Questo Papa è sicuramente capace di grandi gesti innovativi, ma nel rispetto della dottrina della Chiesa. E non ci dimentichiamo che prima di lui la vera “rivoluzione” (se può passare questo termine) l’ha fatta l’austero teologo Joseph Ratzinger, da molti considerato un “conservatore”».

Il teologo Vito Mancuso ha ricattato Francesco scrivendo: «che ne sarebbe della Chiesa se fallisse Francesco?», cioè se non manterrà la promesse “aperture progressiste”? In particolare, ha scritto il teologo, se Francesco non manterrà le presunte promesse sull’apertura alla contraccezione allontanandosi dall’Humana Vitae di Paolo VI riconoscendone «il clamoroso fallimento pratico e teorico», non dire più «no soprattutto sulla fecondazione assistita, il destino degli embrioni congelati, la diagnosi degli embrioni prima dell’impianto, il principio di autodeterminazione a livello di testamento biologico», allora «sarebbe la fine della luce che si è accesa nell’esistenza di tutti gli esseri umani, con Roma che tornerebbe a essere periferia del mondo». Non solo Papa Francesco non ha intenzione di allontanarsi dalla “Humana Vitae”, ma ha elogiato la scelta di Paolo VI e della sua enciclica di chiudere alla contraccezione: «La sua genialità fu profetica, ebbe il coraggio di schierarsi contro la maggioranza, di difendere la disciplina morale, di esercitare un freno culturale, di opporsi al neo-malthusianesimo presente e futuro. La questione non è quella di cambiare la dottrina, ma di andare in profondità e far sì che la pastorale tenga conto delle situazioni e di ciò che per le persone è possibile fare».



Di seguito in ordine cronologico le varie occasioni in cui il Pontefice ha mostrato di non aver alcun interesse a modificare la dottrina della Chiesa, saranno citati e spiegati anche singoli episodi che hanno suscitato alcune polemiche:

Il 28 luglio 2013 durante la conferenza stampa nel volo di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, Papa Francesco ha affermato: «I passi che ho fatto in questi quattro mesi e mezzo vengono da due versanti: il contenuto di quello che si doveva fare, tutto, viene dal versante delle Congregazioni Generali dei cardinali. Erano cose che noi cardinali abbiamo chiesto a colui che sarebbe diventato il nuovo Papa. Io mi ricordo che chiesi molte cose, pensando che sarebbe stato un altro. Chiedevamo di far questo, per esempio la Commissione di otto cardinali, sappiamo che è importante avere una Consulta outsider, non le Consulte che già vi sono, ma outsider […]. La parte economica pensavo di trattarla il prossimo anno, perché non è la cosa più importante che bisognava trattare. Ma l’agenda è cambiata a causa delle circostanze che voi conoscete e che sono di dominio pubblico; sono apparsi problemi che dovevano essere affrontati. Il primo: il problema dello IOR, ossia, come incamminarlo, come delinearlo, come riformularlo, come sanare quello che c’è da sanare, e qui c’è la prima Commissione di riferimento, questo è il nome. Con riferimento a quella domanda che mi faceva dello IOR, io non so come finirà lo IOR; alcuni dicono che, forse, è meglio che sia una banca, altri che sia un fondo di aiuto, altri dicono di chiuderlo. Mah! Si sentono queste voci. Io non so. Io mi fido del lavoro delle persone dello IOR, che stanno lavorando su questo, anche della Commissione.». Rispetto alla presenza dei movimenti ecclesiali nella Chiesa, altra tematica che molti opinionisti usano per contrapporre Francesco ai suoi predecessori, ha risposto: «in questo momento della Chiesa credo che i movimenti siano necessari. I movimenti sono una grazia dello Spirito […]. Per questo credo che il movimento del Rinnovamento carismatico non solo serva ad evitare che alcuni passino alle confessioni pentecostali. Ma no! Serve alla Chiesa stessa! Ci rinnova. E ognuno cerca il proprio movimento secondo il proprio carisma, dove lo porta lo Spirito».

Il 14 novembre 2013 durante l’omelia a Santa Marta, Francesco ha affermato: «La curiosità ci spinge a voler sentire che il Signore è qua oppure è là; o ci fa dire: “Ma io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere della Madonna, messaggi dalla Madonna”. Ma, guardi, la Madonna è Madre! E ci ama a tutti noi. Ma non è un capoufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni. Queste novità allontanano dal Vangelo, allontanano dallo Spirito Santo, allontanano dalla pace e dalla sapienza, dalla gloria di Dio, dalla bellezza di Dio. Perché Gesù dice che il Regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione: viene nella saggezza. “Il Regno di Dio è in mezzo a voi!”, dice Gesù: è questa azione dello Spirito Santo, che ci dà la saggezza, che ci dà la pace». Molti hanno voluto pensare che Francesco con queste parole si stesse rivolgendo alla madonna di Medjugorje, in realtà non esiste questa correlazione, il Papa sta criticando la morbosa curiosità umana e la creduloneria di coloro che seguono qualunque veggente o santone che spunti, senza alcun discernimento, cosa che purtroppo è abbastanza frequente.

Il 24 novembre 2013 viene pubblicata l’“Evangelii Gaudium” in cui si legge una rassicurazione ai cambiamenti, spiegando che non sono a prescindere contraddittori con quel che esisteva prima: «Nel suo costante discernimento, la Chiesa può anche giungere a riconoscere consuetudini proprie non direttamente legate al nucleo del Vangelo, alcune molto radicate nel corso della storia, che oggi ormai non sono più interpretate allo stesso modo e il cui messaggio non è di solito percepito adeguatamente. Possono essere belle, però ora non rendono lo stesso servizio in ordine alla trasmissione del Vangelo. Non abbiamo paura di rivederle. Allo stesso modo, ci sono norme o precetti ecclesiali che possono essere stati molto efficaci in altre epoche, ma che non hanno più la stessa forza educativa come canali di vita». La «difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. […]. Proprio perché è una questione che ha a che fare con la coerenza interna del nostro messaggio sul valore della persona umana, non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un argomento soggetto a presunte riforme o a “modernizzazioni”. Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana».

Il 20 dicembre 2013 Francesco ha parlato della Madonna e dei suoi probabili dubbi davanti al calvario di Cristo: «era silenziosa, ma dentro il suo cuore, quante cose diceva al Signore! ‘Tu, quel giorno – questo è quello che abbiamo letto – mi hai detto che sarà grande; tu mi ha detto che gli avresti dato il Trono di Davide, suo padre, che avrebbe regnato per sempre e adesso lo vedo lì!’. La Madonna era umana! E forse aveva la voglia di dire: ‘Bugie! Sono stata ingannata!’: Giovanni Paolo II diceva questo, parlando della Madonna in quel momento. Ma Lei, col silenzio, ha coperto il mistero che non capiva e con questo silenzio ha lasciato che questo mistero potesse crescere e fiorire nella speranza”. Da alcune parti Francesco è stato accusato di blasfemia, di insultare la Madonna, di averla fatta dubitare di Dio. Accuse assurde e pretestuose: gli stessi discepoli -si legge nel Vangelo- erano dubbiosi e ormai delusi da Gesù stesso, si sentivano ingannati. Lo stesso Gesù sulla croce urlò: “Mio Dio mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. Anche lui era blasfemo?

Il 5 marzo 2014 Papa Francesco ha affermato nell’intervista al “Corriere della Sera”: «Io nel marzo scorso non avevo alcun progetto di cambiamento della Chiesa. Non mi aspettavo questo trasferimento di diocesi, diciamo così. Ho cominciato a governare cercando di mettere in pratica quello che era emerso nel dibattito tra cardinali nelle varie congregazioni».

Il 16 marzo 2014 alla fine dell’Angelus, Francesco ha salutato -come solitamente fa- le diverse associazioni presenti, tra cui il Rotary Club di Massafra-Mottola (il 04/02/15 ha salutato invece il Rotary Club di Roma). Alcuni hanno affermato che il Rotary Club sarebbe un’associazione massonica e che Francesco, salutando tale associazione, avrebbe avvallato la massoneria. Tuttavia non esiste alcun legame tra il Rotary Club e la massoneria (non ne parla né Wikipedia in lingua italiana, inglese e spagnola). Ricordiamo inoltre che il 23 ottobre 2010 il Rotary Club di Assisi ha consegnato al direttore del quotidiano della Cei, Marco Tarquinio, il premio “Ideale Rotariano 2010”, così come nel giugno 1979 Giovanni Paolo II incontrò il Rotary Interrnational, come fece prima di lui Paolo VI, riflettendo «sugli importanti scopi» e le «benemerite attività» dell’associazione. «Nei vostri sforzi e tentativi per il bene dell’uomo» – affermò Karol Wojtyla –, «potete essere sicuri della comprensione e della stima della Chiesa cattolica». E dopo aver espresso anche la propria stima personale, concluse l’intervento con l’augurio che: «Voglia Iddio sostenere il Rotary International nella nobile causa della missione di servizio all’umanità, all’umanità sofferente».. Nel novembre 2014 la diocesi di Milano, guidata dal card. Angelo Scola (con fama di conservatore ratzingeriano) ha collaborato con il Rotary club Meda e delle Brughiere per la raccolta di offerte a favore dei poveri.

L’11 aprile 2014 il vaticanista di “Repubblica” Paolo Rodari ha fatto notare che anche per quanto riguarda la proclamazione di nuovi santi, «Francesco nel suo primo anno di pontificato ha mantenuto i numeri da record che furono dei suoi due predecessori: nel 2013 ci sono state 18 cerimonie di beatificazione con 540 nuovi beati, dei quali 528 martiri e 12 confessori. Sempre lo scorso anno Francesco ha canonizzato 804 nuovi santi, ovvero 800 martiri di Otranto uccisi dai turchi nel 1480 e quattro confessori».

Il 25 aprile 2014 Francesco ha telefonato al leader radicale Marco Pannella in sciopero della sete contro le disumane condizioni delle carceri italiane. Molti hanno accusato Francesco di aver così sostenuto le politiche del leader radicale su aborto, divorzio ed eutanasia. Come ha spiegato Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”, «la telefonata dell’aprile 2014 a Marco Pannella» è da intendersi nel fatto che quest’ultimo «non era protagonista di un “innocuo digiuno” inscenato “per aborto, eutanasia, omosessualità per tutti, teoria del gender…”, ma era a rischio della vita a causa di uno sciopero della sete contro la scandalosa situazione di vita nelle carceri italiane, la stessa denunciata, con grande forza e altri mezzi, da cappellani e volontari dell’associazionismo cattolico». Ricordiamo inoltre che anche Benedetto XVI, nella sua lettera al matematico anticlericale Piergiorgio Odifreddi, ha scritto: «Con cordiali saluti e ogni buon auspicio per il Suo lavoro», cosa che ovviamente non suscitò nessuno scandalo né perplessità.

Il 5 maggio 2014 durante l’omelia mattutina Francesco ha ricordato quando Pietro ricevette dure critiche dai cristiani di Gerusalemme, scandalizzati dal fatto che il loro capo avesse mangiato con dei pagani “non circoncisi” e li avesse persino battezzati. Ha voluto spiegare la necessità di non porre barriere al battesimo tramite una metafora: «E’ una cosa che non si poteva pensare quella. Se domani venisse una spedizione di marziani, per esempio, e alcuni di loro venissero da noi, ecco… marziani, no? Verdi, con quel naso lungo e le orecchie grandi, come vengono dipinti dai bambini … E uno dicesse: ‘Ma, io voglio il Battesimo!’. Cosa accadrebbe?». Francesco è stato accusato di voler “battezzare i marziani”, in realtà si capisce perfettamente che si tratta di una metafora che invita semplicemente a non chiudere le porte a nessuno: «Chi siamo noi per chiudere le porte” allo Spirito Santo?

Il 23 giugno 2014 il teologo Vito Mancuso si è lamentato con Papa Francesco per essere intervenuto duramente in alcune occasioni: «La chiesa di papa Francesco ha scomunicato di recente, il 18 settembre 2013, un sacerdote australiano, Greg Reynolds, per aver promosso l’ordinazione sacerdotale delle donne e il riconoscimento sacramentale delle coppie gay, e sempre sotto Francesco si è avuta un mese fa la scomunica di Martha Heizer, teologa cattolica austriaca, presidente del movimento internazionale “Noi Siamo Chiesa”, sostanzialmente per gli stessi motivi».

Il 29 giugno 2014 durante l’intervista a “Il Messaggero”, Francesco ha ribadito: «Sul programma, invece, seguo quello che i cardinali hanno chiesto durante le congregazioni generali prima del conclave. Vado in quella direzione. Il Consiglio degli otto cardinali, un organismo esterno, nasce da lì. Era stato chiesto perché aiutasse a riformare la curia. Cosa peraltro non facile perché si fa un passo, ma poi emerge che bisogna fare questo o quello, e se prima c’era un dicastero poi diventano quattro. Le mie decisioni sono il frutto delle riunioni pre conclave. Nessuna cosa l’ho fatta da solo. Sono state decisioni dei cardinali. Non so se un approccio democratico, direi più sinodale, anche se la parola per i cardinali non è appropriata».

Il 16 ottobre 2014 alcuni organi di stampa hanno parlato dell’affitto della Cappella Sistina che Papa Francesco avrebbe fatto ad un privato (la casa automobilistica Porsche) per una cena di gala e l’ascolto di un concerto di musica classica. Immediatamente la notizia è stata ripresa dai siti tradizionalisti con queste parole: «Mercanti del tempio. La vomitevole deriva della Chiesa Cattolica è sotto gli occhi di tutti […]. L’asservimento della Chiesa – per vil denaro – ai potenti di turno». Peccato che i critici si siano dimenticati di ricordare che l’evento aveva un solo unico scopo: beneficenza. Monsignor Paolo Nicolini, responsabile amministrativo dei Musei Vaticani, ha spiegato: «La Cappella Sistina non potrà mai essere affittata perché non è un luogo commerciale. Sarà un evento di beneficenza, per raccogliere fondi destinati a senza tetto, malati, mense parrocchiali per i poveri. L’evento è organizzato direttamente dai Musei Vaticani e si rivolge a grandi aziende che, mediante il pagamento di un biglietto, possono contribuire a finanziare attività benefiche. Del resto la Cappella Sistina è visitabile in varie modalità: sabato sera in programma per i partecipanti ci saranno la visita, il concerto e la cena in una sala dei musei». All’evento non ha partecipato Papa Francesco, nonostante fosse stato invitato.

Il 25 ottobre 2014 ricevendo il movimento apostolico Schoenstatt, Francesco ha spiegato che «rinnovare la Chiesa non è fare un cambiamento qui, un cambiamento lì… Bisogna farlo perché la vita sempre cambia e quindi è necessario adattarsi. Però questo non è il rinnovamento. Anche qui, che è pubblico, lo posso dire: “Bisogna rinnovare la Curia”; “Si sta rinnovando la Curia; la Banca Vaticana, è necessario rinnovarla”. Tutti questi sono rinnovamenti esterni: questo è quello che dicono quotidianamente… E’ curioso, nessuno parla del rinnovamento del cuore. Non capiscono nulla di quello che significa rinnovamento del cuore: che è la santità, rinnovando il cuore di ognuno».

Il 30 dicembre 2014 il vaticanista de “La Stampa”, Marco Tosatti, ha scritto che «mi giunge, in via confidenziale», di una lettera scritta da Papa Francesco al cardinale brasiliano Claudio Hummes nella quale il pontefice incaricherebbe il porporato di sondare preso la Conferenza Episcopale brasiliana la possibilità di avviare la riflessione sul celibato ecclesiastico (ovvero concedere l’ordinazione sacerdotale) ai Viri Probati (anziani sposati che hanno condotto una vita religiosa esemplare), per sopperire alla mancanza di sacerdoti. Si parla di «un’innovazione clamorosa». Padre Federico Lombardi è intervenuto smentendo la notizia: «Non esiste alcuna lettera del Papa al card. Hummes».

Il 3 gennaio 2015 lo storico Roberto De Mattei ha profetizzato lo scisma della Chiesa, un «misterioso processo di autodemolizione della chiesa che sta giungendo alle ultime conseguenze» a causa di Papa Francesco, ha quindi affermato che «secondo alcune indiscrezioni Papa Francesco avrebbe intenzione di ammettere al sacerdozio alcuni laici sposati (i cosiddetti viri probati) e di reintegrare nell’amministrazione dei sacramenti preti già sposati, ridotti allo stato laicale». Solite indiscrezioni prive di fonte, infatti non si sono verificate e non si verificheranno.

Il 6 gennaio 2015 il vaticanista de “Il Fatto Quotidiano”, Marco Politi, ha affermato che Francesco starebbe portando «un nuovo approccio in materia sessuale», anche se non esiste alcun pronunciamento “innovativo”. Ha anche accusato l’associazionismo cattolico del “Family day” di non prendere posizione sulle presunte affermazioni riformatrici del Papa circa aborto, convivenze, famiglia, sessualità. In realtà è proprio Politi a non aver scritto nulla tutte le volte che Francesco ha pesantemente criticato l’aborto, l’eutanasia la convivenza e difeso la famiglia naturale, come questo dossier dimostra.

Il 19 gennaio 2015 durante la conferenza stampa con i giornalisti in ritorno dal suo viaggio in Sri Lanka e Filippine, Francesco ha chiarito la mancata udienza con il Dalai Lama: «è abitudine per il Protocollo della Segreteria di Stato di non ricevere capi di Stato o gente di quel livello quando sono in una riunione internazionale qui a Roma. Per esempio, per la Fao non ho ricevuto nessuno … È per questo che non è stato ricevuto. Ho visto che qualche giornale ha detto che non lo ha ricevuto per paura della Cina: quello non è vero. In quel momento la ragione è questa. Lui ha chiesto un’udienza e gli è stato detto una data a un certo punto. Lo aveva chiesto prima, ma non per questo momento, e siamo in relazione. Ma il motivo non era il rifiuto alla persona o paura per la Cina».

Il 12 febbraio 2015 nel suo discorso ai cardinali riuniti in Concistorio, Francesco ha spiegato che la riforma della Chiesa, «auspicata vivamente dalla maggioranza dei Cardinali nell’ambito delle Congregazioni generali prima del Conclave, dovrà perfezionare ancora di più l’identità della stessa Curia Romana, ossia quella di coadiuvare il Successore di Pietro nell’esercizio del suo supremo ufficio pastorale per il bene e il servizio della Chiesa universale e delle Chiese particolari. Esercizio col quale si rafforzano l’unità di fede e la comunione del popolo di Dio e si promuove la missione propria della Chiesa nel mondo».

Il 17 febbraio 2015 il giornalista Gianfranco Morra ha accusato Papa Francesco: «è il primo papa che della dottrina sociale della Chiesa non ha mai espressamente parlato. Sembra per lui una terra incognita». Forse per Morra sono un incognita i discorsi di Papa Francesco, come il messaggio per il festival della Dottrina sociale della Chiesa nel 2013 quando ha detto: «Un pensiero va anche alla Dottrina Sociale della Chiesa: il Magistero sociale è un grande punto di riferimento, esso rappresenta un orientamento frutto di riflessione e di operativa virtuosa. E’ molto utile per non perdersi […]. La Dottrina Sociale contiene un patrimonio di riflessioni e di speranza che è in grado anche oggi di orientare le persone e di conservarle libere. Occorre coraggio, un pensiero e la forza della fede per stare dentro il mercato, per stare dentro il mercato, guidati da una coscienza che mette al centro la dignità della persona, non l’idolo denaro. Nella pratica, tutto ciò non è sempre immediatamente evidente, ma se ci aiutiamo a vicenda, perseguire il bene comune diventa la scelta che trova riscontro anche nei risultati. La Dottrina Sociale, quando viene vissuta, genera speranza. E’ così che ognuno può trovare dentro di sé la forza per promuovere con il lavoro una nuova giustizia sociale. Si potrebbe affermare che l’applicazione della Dottrina Sociale contiene in sé una mistica. Ripeto la parola: una mistica. Sembra toglierti immediatamente qualcosa; sembra che applicarla ti porti fuori dal mercato, dalle regole correnti. Guardando ai risultati complessivi, questa mistica porta invece un grande guadagno, perché è in grado di creare sviluppo proprio in quanto – nella sua visione complessiva – richiede di farsi carico dei disoccupati, delle fragilità, delle ingiustizie sociali e non sottostà alle distorsioni di una visione economicistica. La Dottrina Sociale non sopporta che gli utili siano di chi produce e la questione sociale sia lasciata allo Stato o alle azioni di assistenza e di volontariato. Ecco perché la solidarietà è una parola chiave della Dottrina Sociale. Ma noi, in questo tempo, abbiamo il rischio di toglierla dal dizionario, perché è una parola incomoda, ma anche – permettetemi – è quasi una “parolaccia”. Per l’economia e il mercato, solidarietà è quasi una parolaccia». Cose simili ha detto nel messaggio dell’anno successivo. Nel febbraio 2015 ai fedeli brasiliani ha proprio spiegato: «Il contributo della Chiesa, nel rispetto della laicità dello Stato (cfr ibid., 76), e senza dimenticare l’autonomia delle realtà terrene (cfr ibid., 36), trova forma concreta nella sua dottrina sociale, con la quale vuole “portare il Vangelo e dal punto di vista dei compiti prioritari Unito che contribuiscono alla dignità dell’essere umano e di lavorare insieme con gli altri cittadini e le istituzioni per il bene dell’essere umano “(documento di Aparecida, 384)». Ovviamente il giornalista Antonio Socci ha subito ripreso la critica di Gianfranco Morra, aggiungendo: «a mio avviso travisa pure la Carità perché invece di indicare come esempi i santi, come Madre Teresa di Calcutta, indica certi agit-prop ideologici». Peccato che poche ore prima, durante l’omelia a Santa Marta, Francesco ha proprio citato Madre Teresa di Calcutta come esempio del fatto che «l’uomo è capace di fare tanto bene».

Il 03 marzo 2015 ha invitato i teologi a non distaccarsi dalla tradizione della Chiesa: «La teologia che elaborate sia dunque radicata e fondata sulla Rivelazione, sulla Tradizione, ma anche accompagni i processi culturali e sociali, in particolare le transizioni difficili».





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24. CELIBATO SACERDOTALE

Seguendo il mito del “cambiamento” e delle “rivoluzioni” si sostiene che Francesco vorrebbe abolire anche il celibato sacerdotale. In realtà, come si evince dai suoi pronunciamenti, il Pontefice riconosce che non si tratta di un dogma e potrebbero essere possibili cambiamenti ma sottolinea anche la sua stima per esso, evidenziando la superiorità degli aspetti positivi rispetto a quelli negativi.



Di seguito in ordine cronologico le varie occasioni in cui il Pontefice si è espresso su questo:

Il 28 marzo 2013 è uscito nelle librerie il volume “Il cielo e la terra” (Mondadori 2013) contenente una serie di profonde riflessioni del card. Bergoglio condivise con il rabbino argentino Abraham Skorka. Tra esse anche un accenno al celibato dei sacerdoti: «Mentre ero seminarista rimasi abbagliato da una ragazza che conobbi al matrimonio di uno zio. Mi colpì la sua bellezza, il suo acume… e bé, rimasi in confusione per un bel po’ di tempo, mi faceva girare la testa». Poi la decisione: «Tornai a scegliere il cammino religioso». Questo per rimarcare: «Io sono a favore del mantenimento del celibato, con tutti i pro e i contro che comporta, perché sono dieci secoli di esperienze positive più che di errori».

Il 26 maggio 2014 durante la conferenza stampa nel viaggio di ritorno dalla Terra Santa, Francesco ha risposto: «ci sono, nel rito orientale, preti sposati. Perché il celibato non è un dogma di fede, è una regola di vita che io apprezzo tanto e credo che sia un dono per la Chiesa. Non essendo un dogma di fede, sempre c’è la porta aperta».

Il 13 luglio 2014 padre Federico Lombardi è dovuto intervenire nuovamente su una nuova intervista di Eugenio Scalfari a Papa Francesco pubblicata su “Repubblica”: nell’intervista sembra che «il Papa abbia affermato con sicurezza, a proposito del celibato, “le soluzioni le troverò”. Nell’articolo pubblicato su “Repubblica” queste due affermazioni vengono chiaramente attribuite al Papa, ma – curiosamente – le virgolette vengono aperte prima, ma poi non vengono chiuse. Semplicemente mancano le virgolette di chiusura… Dimenticanza o esplicito riconoscimento che si sta facendo una manipolazione per i lettori ingenui?».

Il 30 dicembre 2014 il vaticanista de “La Stampa”, Marco Tosatti, ha scritto che «mi giunge, in via confidenziale», di una lettera scritta da Papa Francesco al cardinale brasiliano Claudio Hummes nella quale il pontefice incaricherebbe il porporato di sondare preso la Conferenza Episcopale brasiliana la possibilità di avviare la riflessione sul celibato ecclesiastico (ovvero concedere l’ordinazione sacerdotale) ai Viri Probati (anziani sposati che hanno condotto una vita religiosa esemplare), per sopperire alla mancanza di sacerdoti. Si parla di «un’innovazione clamorosa». Padre Federico Lombardi è intervenuto smentendo la notizia: «Non esiste alcuna lettera del Papa al card. Hummes».
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Lu 12,42 Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà A CAPO della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
 
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