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DOSSIER IN RISPOSTA ALLE OBIEZIONI SU PAPA FRANCESCO

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2019 21:20
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17/03/2015 11:14
 
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3. UNIONI, ADOZIONI E MATRIMONI OMOSESSUALI


Nei discorsi di Francesco su questo tema si evidenzia in particolare l’applicazione del “linguaggio positivo”, comeesemplificato dal vescovo argentino Víctor Manuel Fernández, il più fidato collaboratore di Papa Francesco: «se si riesce a far ardere i cuori, o per lo meno a mostrare ciò che vi è di attraente nel Vangelo, allora le persone saranno più predisposte a conversare e a riflettere anche in merito a una risposta inerente la morale. […] Per esempio, non giova molto parlare contro il matrimonio omosessuale, perché la gente tende a vederci come se fossimo dei risentiti, dei crudeli, persone poco comprensive o addirittura esagerate. Un’altra cosa è quando parliamo della bellezza del matrimonio e dell’armonia che si crea nella differenza risultante dall’alleanza tra un uomo e una donna, e in questo contesto positivo emerge, senza quasi doverlo far notare, quanto sia inadeguato usare lo stesso termine e chiamare “matrimonio” l’unione di due persone omosessuali». Francesco infatti non tende a parlare direttamente del matrimonio omosessuale ma -come vediamo qui sotto- valorizza il matrimonio tra uomo e donna, specificando che solo questo va garantito, così come il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre.


Le polemiche su questo argomento sono nate attraverso la famosa frase “chi sono io per giudicare un omosessuale che cerca Dio”, frase a cui abbiamo dedicato un paragrafo a parte..


I vaticanisti hanno giocato molto su questo, Marco Politi addirittura ha affermato«Colpisce nelle parole di Francesco, che invita a “valorizzare e tutelare” la famiglia, l’assenza di qualsiasi accenno a “minacce” contro l’istituto familiare, qualsiasi deprecazione di forze oscure nella società moderna che vorrebbero disgregarlo: le geremiadi tipiche delle passate stagioni ecclesiastiche di colpo sono svanite». Invece è proprio vero l’opposto, Francesco -come è evidente qui sotto- ha segnalato e segnalerà molto spesso anche le minacce contro l’istituto familiare e deprecherà i tentativi di disgregarlo e di ridefinirlo. Alcuni famosi pronunciamenti: «c’è una crisi della famiglia, crisi perché la bastonano da tutte le parti […] le convivenze sono nuove forme, totalmente distruttive e limitative della grandezza dell’amore del matrimonio» (25/10/14); «Nel nostro tempo, Dio ci chiama a riconoscere i pericoli che minacciano le nostre famigliee a proteggerle dal male. Stiamo attenti alle nuove colonizzazioni ideologiche. Esistono colonizzazioni ideologiche che cercano di distruggere la famiglia […]. Come famiglie dobbiamo essere molto molto sagaci, molto abili, molto forti, per dire “no” a qualsiasi tentativo di colonizzazione ideologica della famiglia […] La famiglia è anche minacciata dai crescenti tentativi da parte di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio mediante il relativismo, la cultura dell’effimero, una mancanza di apertura alla vita» (16/01/15).


 


Di seguito in ordine cronologico tutti gli interventi del Pontefice su questa tematica:


Il 21 aprile 2010, da arcivescovo di Buenos Aires e presidente della Conferenza Episcopale Argentina, Bergoglio tentòdi fare appello contro la legge sul matrimonio omosessuale ed emanò un comunicato con scritto«Spetta all’autorità pubblica tutelare il matrimonio tra un uomo e una donna attraverso il riconoscimento normativo, per assicurare e favorire la sua insostituibile funzione e il suo contributo al bene comune della società. Qualora si attribuisse un riconoscimento legale all’unione tra persone dello stesso sesso, o le si garantisse uno status giuridico analogo al matrimonio e alla famiglia, lo Stato agirebbe illegittimamente e si porrebbe in contraddizione con i propri obblighi istituzionali, alterando i principi della legge naturale e dell’ordinamento pubblico della società argentina. Le situazioni giuridiche di reciproco interesse tra le persone dello stesso sesso possono essere sufficientemente tutelate attraverso il diritto comune. Di conseguenza, sarebbe una discriminazione ingiusta nei confronti del matrimonio e della famiglia attribuire al fatto privato dell’unione tra persone dello stesso sesso uno status di diritto pubblico.

 Facciamo appello alla coscienza dei nostri legislatori affinché, nell’affrontare una questione tanto grave, tengano conto di queste verità fondamentali, per il bene della Patria e delle sue future generazioni».


Il 7 agosto 2010, quand’era ancora arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio inviò una lettera alla comunità cattolica argentina invitando a pregare con fervore per prevenire la legge sul matrimonio e sull’adozione omosessuale: «Nelle prossime settimane, il popolo argentino si troverà ad affrontare una situazione il cui esito potrebbe nuocere gravemente alla famiglia. La posta in gioco è l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. La posta in gioco sono le vite di tanti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati del loro sviluppo umano con un padre e una madre, voluti da Dio. La posta in gioco è il rifiuto totale della legge di Dio incisa nei nostri cuori». Ha proseguito: «Cerchiamo di non essere ingenui: questo non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo di distruggere il piano divino. Non è solo un disegno di legge ma una “mossa” del Padre della menzogna che cerca di confondere e ingannare i figli di Dio».


Il 28 luglio 2013 durante la conferenza stampa nel volo di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, Papa Francesco ha risposto ad una domanda sulla presunta lobby gay in Vaticano: «Poi, Lei parlava della lobby gay. Mah! Si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato chi mi dia la carta d’identità in Vaticano con “gay”. Dicono che ce ne sono. Credo che quando uno si trova con una persona così, deve distinguere il fatto di essere una persona gay, dal fatto di fare una lobby, perché le lobby, tutte non sono buone. Quello è cattivo. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega in modo tanto bello questo, ma dice: “non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società”. Il problema non è avere questa tendenza, no, dobbiamo essere fratelli, perché questo è uno, ma se c’è un altro, un altro. Il problema è fare lobby di questa tendenza: lobby di avari, lobby di politici, lobby dei massoni, tante lobby. Questo è il problema più grave per me».


L’11 settembre 2013 nel Messaggio ai partecipanti alla Settimana sociale dei cattolici italiani, Francesco ha scritto:«come Chiesa offriamo una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell’ffe, e della sua fecondità. In questa realtà, inoltre, riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica Italiana. Infine, vogliamo riaffermare che la famiglia così intesa rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo, e come tale merita di essere fattivamente sostenuta. Le conseguenze, positive o negative, delle scelte di carattere culturale, anzitutto, e politico riguardanti la famiglia toccano i diversi ambiti della vita di una società e di un Paese: dal problema demografico – che è grave per tutto il continente europeo e in modo particolare per l’Italia – alle altre questioni relative al lavoro e all’economia in generale, alla crescita dei figli, fino a quelle che riguardano la stessa visione antropologica che è alla base della nostra civiltà […]. Possa questa Settimana Sociale contribuire in modo efficace a mettere in evidenza il legame che unisce il bene comune alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, al di là di pregiudizi e ideologie».


Il 19 settembre 2013 viene pubblicata su “La Civiltà Cattolica” l’intervista a Papa Francesco da parte di Antonio Spadaro, in essa si legge: «non ho riconosciuto me stesso quando sul volo di ritorno da Rio de Janeiro ho risposto ai giornalisti che mi facevano le domande». In quell’occasione Francesco disse la famosa frase ampiamente strumentalizzata dai media: “Chi sono io per giudicare un omosessuale che cerca Dio?”. In seguito si legge: «Dobbiamo annunciare il Vangelo su ogni strada, predicando la buona notizia del Regno e curando, anche con la nostra predicazione, ogni tipo di malattia e di ferita. A Buenos Aires ricevevo lettere di persone omosessuali, che sono “feriti sociali” perché mi dicono che sentono come la Chiesa li abbia sempre condannati. Ma la Chiesa non vuole fare questo. Durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro ho detto che, se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla. Dicendo questo io ho detto quel che dice il Catechismo. La religione ha il diritto di esprimere la propria opinione a servizio della gente, ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile. Una volta una persona, in maniera provocatoria, mi chiese se approvavo l’omosessualità. Io allora le risposi con un’altra domanda: “Dimmi: Dio, quando guarda a una persona omosessuale, ne approva l’esistenza con affetto o la respinge condannandola?”. Bisogna sempre considerare la persona. Qui entriamo nel mistero dell’uomo. Nella vita Dio accompagna le persone, e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione. Bisogna accompagnare con misericordia. Quando questo accade, lo Spirito Santo ispira il sacerdote a dire la cosa più giusta».


Il 24 novembre 2013 viene pubblicata l’“Evangelii Gaudium” in cui si legge«La famiglia attraversa una crisi culturale profonda, come tutte le comunità e i legami sociali. Nel caso della famiglia, la fragilità dei legami diventa particolarmente grave perché si tratta della cellula fondamentale della società, del luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri e dove i genitori trasmettono la fede ai figli. Il matrimonio tende ad essere visto come una mera forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno. Ma il contributo indispensabile del matrimonio alla società supera il livello dell’emotività e delle necessità contingenti della coppia. Come insegnano i Vescovi francesi, non nasce “dal sentimento amoroso, effimero per definizione, ma dalla profondità dell’impegno assunto dagli sposi che accettano di entrare in una comunione di vita totale”.


Il 29 novembre 2013 nel colloquio con i Superiori Generali dei Gesuiti, Francesco ha ricordato un episodio di quando era cardinale: «Ricordo il caso di una bambina molto triste che alla fine confidò alla maestra il motivo del suo stato d’animo: “la fidanzata di mia madre non mi vuol bene”. La percentuale di ragazzi che studiano nelle scuole e che hanno i genitori separati è elevatissima. Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Come annunciare Cristo a questi ragazzi e ragazze? Come annunciare Cristo a una generazione che cambia? Bisogna stare attenti a non somministrare ad essi un vaccino contro la fede».


Il 29 dicembre 2013 il vescovo ausiliare di Malta Francesco Scicluna ha riferito che nell’incontro con Papa Francesco del 12 dicembre hanno parlato del disegno di legge sulle unioni civili che permetterà le adozioni a persone dello stesso sesso e il Pontefice si è dichiarato “scioccato”. «Abbiamo discusso molti aspetti e quando ho sollevato il problema che mi preoccupa come vescovo mi ha incoraggiato ad intervenire».


Il 19 gennaio 2014 il vaticanista di “Repubblica”Paolo Rodari ha riportato le dure parole dell’editoriale di “Roma Sette”, il settimanale della diocesi di Roma, guidata dal cardinale vicario della città, Agostino Vallini, contro il registro delle unioni civili approvato nelle commissioni capitoline. Il vaticanista ha poi giustamente commentato: «è impensabile che il Vicariato si esponga senza che il Papa, che porta il titolo di vescovo di Roma – Vallini esercita le funzioni di vescovo in sua vece, ma non è il titolare della diocesi – ne condivida la linea. Vallini e Bergoglio, fra l’altro, hanno contatti frequenti. In secondo luogo, non sembra essere Francesco un Pontefice intenzionato a tradire la dottrina o gli insegnamenti fino a oggi proposti dai suoi successori. Piuttosto egli lascia che siano le Chiese locali e i loro pastori a intervenire laddove sia ritenuto necessario, facendo egli in questo senso egli un passo indietro». Il vaticanista ha quindi ricordato che gli incontri o i saluti rivolti al sindaco Ignazio Marino e al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, «non significano che egli condivida ogni loro azione politica».


Il 5 marzo 2014 Papa Francesco ha concesso un’intervista al “Corriere della Sera” e ha affermato: «Il matrimonio è fra un uomo e una donna. Gli Stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolare diverse situazioni di convivenza, spinti dall’esigenza di regolare aspetti economici fra le persone, come ad esempio assicurare l’assistenza sanitaria. Si tratta di patti di convivenza di varia natura, di cui non saprei elencare le diverse forme. Bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà». Dalla risposta sembra che il Papa indichi la strada di una modifica al codice civile piuttosto che una legge generale sulle unioni civili, così come disse chiaramente nel 2010 quand’era arcivescovo di Buenos Aires: «Le situazioni giuridiche di reciproco interesse tra le persone dello stesso sesso possono essere sufficientemente tutelate attraverso il diritto comune. Di conseguenza, sarebbe una discriminazione ingiusta nei confronti del matrimonio e della famiglia attribuire al fatto privato dell’unione tra persone dello stesso sesso uno status di diritto pubblico».


Il 2 aprile 2014 nell’udienza generale Francesco ha affermato«L’immagine di Dio è la coppia matrimoniale: l’uomo e la donna; non soltanto l’uomo, non soltanto la donna, ma tutti e due. Questa è l’immagine di Dio: l’amore, l’alleanza di Dio con noi è rappresentata in quell’alleanza fra l’uomo e la donna. E questo è molto bello! Siamo creati per amare, come riflesso di Dio e del suo amore. E nell’unione coniugale l’uomo e la donna realizzano questa vocazione nel segno della reciprocità e della comunione di vita piena e definitiva. Quando un uomo e una donna celebrano il sacramento del Matrimonio, Dio, per così dire, si “rispecchia” in essi, imprime in loro i propri lineamenti e il carattere indelebile del suo amore».


L’11 aprile 2014, incontrando la delegazione dell’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia (BICE), il Papa ha detto:«In positivo, occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva». In seguito a questo pronunciamento il sito “Gayoggi” si è così espresso«Grave, gravissima ingerenza quella di Papa Francesco. Coloro che avessero voluto vedere un’apertura verso i gay, dando una lettura superficiale delle sue parole, dovranno definitivamente ricredersi. Tirando in ballo la “dittatura del pensiero unico”, Bergoglio boccia indirettamente anche il DDL contro l’omofobia in discussione in Parlamento».


Il 14 ottobre 2014 Papa Francesco ha risposto, attraverso l’Assessore per gli affari generali della Segreteria di Stato monsignor Peter Brian Wells, alla lettera inviatagli da Arianna Lazzarini, vicecapogruppo regionale della Lega Nord nel Veneto. La consigliera lo informava della sua iniziativa a favore della famiglia tradizionale in fase di approvazione in aula, rivendicando il diritto dei genitori all’educazione dei figli secondo i propri valori e non basandosi sui documenti dell’OMS. Francesco ha risposto: «Sua Santità desidera manifestarLe viva gratitudine per il premuroso gesto e per i sentimenti di venerazione e affetto che lo hanno suggerito e chiede di perseverare nell’impegno a favore della persona umana, per l’adeguata tutela dei valori tradizionali e per il riconoscimento del proprio diritto all’educazione dei figli, secondo i valori cristiani».


Il 18 ottobre 2014 nel discorso di conclusione del Sinodo sulla Famiglia, Francesco ha spiegato che durante il Sinodo ci sono stati anche confronti molto accesi, «e ho sentito che è stato messo davanti ai propri occhi il bene della Chiesa, delle famiglie e la “suprema lex”, la “salus animarum” (cf. Can. 1752). E questo sempre – lo abbiamo detto qui, in Aula – senza mettere mai in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e la procreatività, ossia l’apertura alla vita».


Il 25 ottobre 2014 ricevendo il movimento apostolico Schoenstatt, Francesco ha affermato«Che la famiglia sia colpita, che la famiglia venga colpita e che la famiglia venga imbastardita, come un modo di associazione… Si può chiamare famiglia tutto, no? Quante famiglie sono divise, quanti matrimoni rotti, quanto relativismo nella concezione del Sacramento del Matrimonio. In questo momento, da un punto di vista sociologico e dal punto di vista dei valori umani, come appunto del Sacramento cattolico, del Sacramento cristiano, c’è una crisi della famiglia, crisi perché la bastonano da tutte le parti e la lasciano molto ferita! Quello che stanno proponendo non è un matrimonio, è una associazione. Ma non è matrimonio! E’ necessario dire cose molto chiare e questo dobbiamo dirlo!». In tal senso, ha sollecitato per i fidanzati una preparazione approfondita al matrimonio, un accompagnamento, per capire quel “per sempre” che oggi viene messo in discussione dalla “cultura del provvisorio”, senza “scandalizzarsi” di ciò che avviene, i “drammi familiari, la distruzione delle famiglie, i bambini” che soffrono per i disaccordi dei genitori, ma anche le nuove convivenze«Sono nuove forme, totalmente distruttive e limitative della grandezza dell’amore del matrimonio. Ci sono tante convivenze e separazioni e divorzi: per questo, la chiave di come aiutare è ‘corpo a corpo’, accompagnando e non facendo proselitismo, perché questo non porta ad alcuno risultato: accompagnare, con pazienza».


Il 14 novembre 2014 Papa Francesco ha incontrato una delegazione di responsabili della Manif Pour Tous italiana, l’associazione in difesa della famiglia naturale. Il dialogo riportato è stato questo: «Sua Santità, questa è la bandiera de La Manif Pour Tous!». – «E’ per me? E’ molto bella, Grazie!». – «Per noi è molto importante». – «Lo è per tutti».


Il 22 novembre 2014 mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei scelto personalmente da Papa Francesco, ha criticato i sindaci che trascrivono le nozze gay contratte all’estero, aggiungendo: «L’Italia è fortemente segnata dall’azione lobbistica di minoranze aggressive, in grado di imporre un pensiero unico. Spesso a dettare l’agenda sono loro, non la maggioranza».


Il 25 novembre 2014 nel discorso al Parlamento Europeo, Francesco ha ricordato che il primo ambito in cui si sviluppa la persona «è sicuramente quello dell’educazione, a partire dalla famiglia, cellula fondamentale ed elemento prezioso di ogni società. La famiglia unita, fertile e indissolubile porta con sé gli elementi fondamentali per dare speranza al futuro. Senza tale solidità si finisce per costruire sulla sabbia, con gravi conseguenze sociali».


Il 17 dicembre 2014 nella lettera ai partecipanti al colloqui internazionale sulla complementarietà tra uomo e donna, Francesco ha scritto«questa complementarietà sta alla base del matrimonio e della famiglia, che è la prima scuola dove impariamo ad apprezzare i nostri doni e quelli degli altri e dove cominciamo ad apprendere l’arte del vivere insieme […]. Quando parliamo di complementarietà tra uomo e donna in questo contesto, non dobbiamo confondere tale termine con l’idea semplicistica che tutti i ruoli e le relazioni di entrambi i sessi sono rinchiusi in un modello unico e statico. La complementarietà assume molte forme, poiché ogni uomo e ogni donna apporta il proprio contributo personale al matrimonio e all’educazione dei figli. La propria ricchezza personale, il proprio carisma personale, e la complementarietà diviene così di una grande ricchezza. E non solo è un bene, ma è anche bellezza. […] Occorre insistere sui pilastri fondamentali che reggono una nazione: i suoi beni immateriali. La famiglia rimane al fondamento della convivenza e la garanzia contro lo sfaldamento sociale. I bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma, capaci di creare un ambiente idoneo al loro sviluppo e alla loro maturazione affettiva […]. La famiglia è un fatto antropologico, e conseguentemente un fatto sociale, di cultura, ecc. Noi non possiamo qualificarla con concetti di natura ideologica, che hanno forza soltanto in un momento della storia, e poi decadono. Non si può parlare oggi di famiglia conservatrice o famiglia progressista: la famiglia è famiglia! Non lasciatevi qualificare da questo o da altri concetti di natura ideologica. La famiglia ha una forza in sé. Possa questo colloquio essere fonte d’ispirazione per tutti coloro che cercano di sostenere e rafforzare l’unione dell’uomo e della donna nel matrimonio come un bene unico, naturale, fondamentale e bello per le persone, le famiglie, le comunità e le società».


Il 12 gennaio 2015 nel discorso al corpo diplomatico presso la Santa Sede, Francesco ha affermato«La famiglia stessa è poi non di rado fatta oggetto di scarto, a causa di una sempre più diffusa cultura individualista ed egoista che rescinde i legami e tende a favorire il drammatico fenomeno della denatalità, nonché di legislazioni che privilegiano diverse forme di convivenza piuttosto che sostenere adeguatamente la famiglia per il bene di tutta la società».


Il 16 gennaio 2015 durante l’incontro con le famiglie a Manila, Francesco ha affermato« nel nostro tempo, Dio ci chiama a riconoscere i pericoli che minacciano le nostre famiglie e a proteggerle dal male. Stiamo attenti alle nuove colonizzazioni ideologiche. Esistono colonizzazioni ideologiche che cercano di distruggere la famiglia […]. Come famiglie dobbiamo essere molto molto sagaci, molto abili, molto forti, per dire “no” a qualsiasi tentativo di colonizzazione ideologica della famiglia […] La famiglia è anche minacciata dai crescenti tentativi da parte di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio mediante il relativismo, la cultura dell’effimero, una mancanza di apertura alla vita».


Il 18 gennaio 2015, durante la Messa conclusiva del viaggio nelle Filippine, Francesco ha ricordato che Gesù «ha avuto una famiglia qui sulla terra: la Santa Famiglia di Nazaret. In tal modo Egli ci ricorda l’importanza di proteggere le nostre famiglie e quella più grande famiglia che è la Chiesa, la famiglia di Dio, e il mondo, la nostra famiglia umana. Oggi purtroppo la famiglia ha bisogno di essere protetta da attacchi insidiosi e da programmi contrari a tutto quanto noi riteniamo vero e sacro, a tutto ciò che nella nostra cultura è più nobile e bello».


Il 18 gennaio 2015, prima dell’inizio della Messa di Santa Marta, papa Francesco ha voluto esprimere vicinanza e sostegno a «quella Chiesa slovacca coraggiosa che in questo momento, in questo tempo, lotta per difendere la famiglia». Rivolgendosi poi a un gruppetto di pellegrini provenienti dalla Slovacchia, il Pontefice li ha esortati così:«Avanti e coraggio!». Il successivo 7 febbraio, infatti, il popolo slovacco è stato chiamato ad un referendum sulla protezione della famiglia e del matrimonio tradizionale.


Il 23 gennaio 2015, nel messaggio per la XLIX Giornata delle Comunicazioni Sociali, Francesco ha ricordato«La famiglia più bella, protagonista e non problema, è quella che sa comunicare, partendo dalla testimonianza, la bellezza e la ricchezza del rapporto tra uomo e donna, e di quello tra genitori e figli. Non lottiamo per difendere il passato, ma lavoriamo con pazienza e fiducia, in tutti gli ambienti che quotidianamente abitiamo, per costruire il futuro».


Il 29 gennaio 2015 durante l’udienza generale, Francesco ha parlato della figura del padre nella famiglia, affermando:«L’assenza della figura paterna nella vita dei piccoli e dei giovani produce lacune e ferite che possono essere anche molto gravi. E in effetti le devianze dei bambini e degli adolescenti si possono in buona parte ricondurre a questa mancanza, alla carenza di esempi e di guide autorevoli nella loro vita di ogni giorno, alla carenza di vicinanza, alla carenza di amore da parte dei padri. E’ più profondo di quel che pensiamo il senso di orfanezza che vivono tanti giovani. Sono orfani in famiglia, perché i papà sono spesso assenti, anche fisicamente, da casa, ma soprattutto perché, quando ci sono, non si comportano da padri, non dialogano con i loro figli, non adempiono il loro compito educativo, non danno ai figli, con il loro esempio accompagnato dalle parole, quei principi, quei valori, quelle regole di vita di cui hanno bisogno come del pane».


Il 29 gennaio 2015 l’Osservatore Romano, organo di stampa della Santa Sede, si è espresso sull’istituzione delregistro delle unioni civili in Campidoglio: «Si tratta di una forzatura della volontà degli italiani che non hanno mai avuto modo di esprimersi sull’argomento o quantomeno del tentativo d’imporre al Paese un fatto compiuto su una materia che non ha mai avuto alcuna elaborazione giuridica».


Il 30 gennaio 2015 mons. Nunzio Galantino, segretario della CEI, è intervenuto contro l’ideologia di gender accusata di«capovolgere l’alfabeto dell’umano», aggiungendo che «le unioni civili mi sembrano un diversivo per chi non è sintonizzato sul fuso orario della gente». Ricordiamo che quando Papa Francesco scelse mons. Galantino i mediaparlarono di “svolta” e “segnale di cambiamento”.


Il 02 febbraio 2015 nel suo discorso alla Conferenza Episcopale Lituana, Francesco ha affermato«Come sapete, in questo periodo tutta la Chiesa è impegnata in un cammino di riflessione sulla famiglia, sulla sua bellezza, sul suo valore, e sulle sfide che è chiamata ad affrontare nel nostro tempo. Incoraggio anche voi, come Pastori, a dare il vostro contributo in questa grande opera di discernimento, e soprattutto a curare la pastorale familiare, così che i coniugi sentano la vicinanza della comunità cristiana e siano aiutati a “non conformarsi alla mentalità di questo mondo ma a rinnovarsi continuamente nello spirito del Vangelo” (cfr Rm 12,2). Infatti, anche il vostro Paese, che ormai è entrato a pieno titolo nell’Unione Europea, è esposto all’influsso di ideologie che vorrebbero introdurre elementi di destabilizzazione delle famiglie, frutto di un mal compreso senso della libertà personale. Le secolari tradizioni lituane al riguardo vi aiuteranno a rispondere, secondo la ragione e secondo la fede, a tali sfide».


Il 05 febbraio 2015 durante il discorso alla Conferenza Episcopale Greca, Francesco ha ricordato «l’indebolimento della famiglia, causato anche dal processo di secolarizzazione, richiede l’impegno della Chiesa a perseverare nei programmi di formazione al matrimonio, senza dimenticare il lavoro indispensabile con le nuove generazioni, per la loro formazione cristiana».


L’11 febbraio 2015 la Manif Pour Tous ha spiegato che l’ispirazione della loro attività contro il gender arriva da Papa Francesco, seguendo le sue indicazioni pubbliche. 


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Lu 12,42 Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà A CAPO della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
 
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