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Gv 13,8 e 10 Se non ti laverò, non avrai parte con me...

Ultimo Aggiornamento: 29/08/2015 18:26
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25/09/2014 15:42
 
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Giov 13,7 - 10

Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo».
8 Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me».
9 Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!».
10 Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti».
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25/09/2014 15:48
 
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Il passo citato nel topic viene letto solennemente ogni giovedì santo in occasione della celebrazione che ricorda la lavanda dei piedi che Gesù fece ai suoi discepoli.

Generalmente tale passo viene spiegato e collegato con il servizio caritatevole che tutti noi discepoli di Gesù siamo chiamati a svolgere sull'esempio di Gesù.

Ma è proprio solo questo che il Signore voleva intendere con quel suo gesto servizievole?

Cerchiamo di fare qualche indagine, andando ad approfondire sopratttutto le parole che sono evidenziate in rosso nel testo sopra riprodotto.

Uno dei commenti cattolici qui sotto riprodotto, riporta la spiegazione usuale che viene data al brano in questione:


GV 13,6-8 "Quando arrivò il suo turno Simon Pietro gli disse: "Signore, tu vuoi lavare i piedi a me ?"Gesù rispose: "Ora tu non capisci quello che io faccio, lo capirai dopo". Pietro replicò: "No, tu non mi laverai mai i piedi ! "Gesù ribatté: "Se non ti lavo, non avrai parte con me"


La frase "aver parte con qualcuno" significa "condividere la sua sorte"; le parole di Gesù lasciano intravedere un'intimità superiore a quella che Pietro ha sperimentato finora. Gesù esprime l'unione con Lui in cielo.

In greco la parola "parte" è detto meròs ( meros ) che traduce il termine ebraico con cui si indica l'eredità di Israele, che è dono di Dio. Giovanni usa questo termine anche nell'Apocalisse per indicare la ricompensa eterna. Quindi la frase può alludere a "non avrai quella ricompensa eterna che si riceve condividendo la mia sorte".


GV 13,"Simon Pietro gli disse: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e la testa"


La reazione eccessiva rivela sia l'indole impetuosa di Pietro sia l'attaccamento a Gesù ed il timore di essere separato da Lui. Pietro non ha capito che l'atto di Gesù era una dimostrazione del valore che il servizio ha nella Sua dottrina per adempiere il quale Egli si è abbassato al rango di servo. Lavare le mani e la testa è completamente fuori questione perché il punto non è quello di lavarsi ma di "servire". La risposta che Gesù dà a Pietro riconduce l'attenzione dell'apostolo su questa linea di riflessioni.


GV 13,10 "Rispose Gesù: "Chi è già lavato non ha bisogno se non di lavarsi altro che i piedi, perché è pulito. Anche voi siete puliti, ma non tutti".


Per comprendere meglio la frase occorre dire che i bagni orientali avevano di solito il pavimento in terra battuta, non in pietra; chi vi camminava dopo il bagno aveva bisogno, all'uscita, di risciacquarsi i piedi. In greco "pulito" è detto kataròs ( kaqaros ) che significa anche "puro"; è uno dei doppi sensi giovannei. Il "ma non tutti" si riferisce a Giuda, che sta per tradirlo.

 
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In questo commento troviamo in particolare che:
" Pietro non ha capito che l'atto di Gesù era una dimostrazione del valore che il servizio ha nella Sua dottrina per adempiere il quale Egli si è abbassato al rango di servo."

Da tale spiegazione, se fosse corretta, conseguirebbe che se Pietro non avesse accettato l'insegnamento del valore del servizio, non avrebbe potuto aver parte nel Regno di Cristo.


Ma tale insegnamento Gesù lo aveva già dato ai suoi discepoli in altra occasione dicendo:

Mat 25,35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,
36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?
38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?
39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.

Questi servizi caritatevoli che i discepoli avrebbero dovuto fare verso i più deboli, non costituiva particolare difficoltà di comprensione;  se la lavanda dei piedi avesse solo valore di servizio, per quanto fatto verso un inferiore ad esempio di Gesù Signore verso le sue creature, non sarebbe molto diverso da quanto insegnato in Mt 25,35.
Mentre Gesù precisa nel caso della lavanda dei piedi:
«Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo»...

Era necessaria tale lavanda, proprio da parte di Cristo, perchè evidentemente solo Lui poteva fare quell'azione che aveva un significato diverso da quanto esplicitato e facilmente compreso in Mt 25,35 ss.
Un insegnamento, per quanto grandemente importante, in sè, non produce la salvezza; mentre Gesù lega a quell'azione che Lui stava facendo,  la stessa salvezza di Pietro, e che evidentemente solo Lui poteva fare, in virtù del sacrificio di espiazione per tutti i peccati del mondo che Egli stava per compiere con la propria immolazione e l'effusione del suo sangue purificatore.

Vediamo un'altra spiegazione di parte cattolica che individua nel brano in questione qualche elemento in più per la nostra ricerca:



Giovanni 4_01



Tale spiegazione però individua nel battesimo il significato della lavanda dei piedi, mentre nel versetto 10 Gesù specifica:
Giov 13,10 : «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo;

dove si evince che il bagno individua il battesimo, mentre la lavanda dei piedi è un'azione distinta ed in aggiunta al bagno. Pertanto la spiegazione riportata sopra, per quanto interessante perchè mette in evidenza il carattere sacramentale del gesto, non risolve la questione della lavanda dei piedi.

Perciò dobbiamo proseguire la nostra ricerca.

[Modificato da Credente 29/09/2014 22:56]
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25/09/2014 15:49
 
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Nel trattare il presente brano della lavanda dei piedi da parte di Gesù, qualcuno fa osservare che ciò che Gesù mostra di fare nei confronti dei discepoli, anche questi ultimi avrebbero dovuto farlo nei confronti del Maestro.

Ma non compare nel testo una simile conclusione.
Il Maestro infatti non aveva richiesto che si lavasse i piedi a Lui. Tant' vero che al verso 14, Gesù specifica:
Giov 13,14 Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.

Voi...gli uni gli altri.
Non chiedeva perciò che venisse fatto a Lui stesso un gesto che solo Lui poteva fare evidentemente in forza del sacrificio che stava per compiere, come atto di espiazione per i loro peccati in cui trovava ragion d'essere quella lavanda.
Infatti Gesù precisa al verso 8
«Se io non ti laverò, non avrai parte con me». Mentre Pietro non avrebbe potuto fare altrettanto verso il Maestro che legava quella lavanda addirittura alla partecipazione eterna con Lui. Non un semplice esempio di reciproca carità e servizio, che pure vi è connesso. Ma questo solo aspetto non risponde e non risolve la domanda: perchè se Gesù non avesse lavato i piedi dei discepoli essi non avrebbero potuto partecipare con Lui nel suo regno?

Potevano imparare i concetti anche senza nessun lavacro che invece in quel caso assumeva un carattere necessario: quello di essere totalmente purificati in vista dell'ingresso nel regno in cui non si ammette che la veste completamente bianca.
[Modificato da Credente 29/09/2014 19:16]
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25/09/2014 15:51
 
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A questo punto della nostra ricerca, vale la pena di prendere in mano il prezioso volume di papa Benedetto XVI, in cui tratta anche della lavanda dei piedi, facendo quella analisi tra le più logiche che si possano fare in merito alla questione che stiamo approfondendo.
La questione trova piena risposta in queste pagine.

tratto dalla pag 85 del terzo volume di papa Benedetto XVI, dedicato a Gesù di Nazareth:

lavanda 1
[Modificato da Credente 29/09/2014 23:06]
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25/09/2014 15:52
 
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lavanda 2
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25/09/2014 15:54
 
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lavanda 3
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lavanda 4
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25/09/2014 15:58
 
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lavanda 5
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25/09/2014 15:58
 
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In sintesi, dice Benedetto XVI, i discepoli avevano già ricevuto il battesimo ed erano purificati, ma avendo contratto altri peccati minori, a causa del loro contatto con il mondo, figurato dal camminare con i piedi, avevano necessità di ricevere la purificazione di tali peccati da parte di Gesù.
Nella Chiesa primitiva si praticava quanto riporta la lettera di Giacomo 5,16

Giac 5,16 Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti.

Giacomo dice che il confessare liberamente gli uni agli altri i propri falli, le proprie difficoltà, per chiedere scambievolmente l'aiuto delle preghiere dei fratelli, sia cosa utile per tutti i fedeli .
Anche se tale confessione non aveva lo stesso svolgimento di riservatezza con cui è stato regolamentato successivamente, tuttavia è senza dubbio il modo sostanziale che veniva praticato sin dall'inizio del cristianesimo.

Perciò il papa individua nella confessione, l'azione purificatrice che è necessario compiere nei confronti dei fratelli, in osservanza del gesto della lavanda dei piedi, compiuto dal Signore nei confronti dei discepoli, per poterli rendere degni di accedere al Regno eterno.

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Anche se molti sacerdoti non accostano la lavanda dei piedi alla confessione, è un fatto che la Chiesa richiede la confessione prima di dare l'Eucarestia, a chi è in peccato, facendo quanto è significato da quel gesto di Cristo, anche se spesso molti presbiteri lo fanno in modo inconsapevole: amministrando il perdono dei peccati in forza del supremo sacrificio di Cristo che con il suo sangue ha lavato il peccato dell'intera umanità, essi in realtà lavano i piedi dei loro fratelli.
Ma anche i semplici fedeli possono in un certo qual modo fare lo stesso servizio, pregando per i peccati altrui, e perdonando coloro che si sono resi colpevoli nei loro confronti.
[Modificato da Credente 29/09/2014 23:32]
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25/09/2014 15:58
 
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A titolo integrativo riporto qui di seguito anche il commento evangelico ai versetti in questione:

Gesù gli disse: Se io non ti lavo, tu non avrai parte alcuna meco.
L'obbiezione di Pietro sembra aver dato incidentalmente occasione ad un insegnamento più elevato di quello che Gesù aveva primieramente l'intenzione di dare. Che ciò avvenisse incidentalmente, lo prova il fatto che Gesù più non toccò quel punto, quando, in adempimento della sua promessa a Pietro, spiegò i motivi della sua condotta Giovanni 13:12-17. Ma non è meno importante, per quanto sia incidentale, poiché è chiaro che in esso il Signore non parla di lavare il corpo, bensì di purificare l'anima dalla colpa e dalla corruzione. Pietro non poteva ammettere che il Maestro servisse al discepolo. Ma tutta quanta l'opera redentrice di Gesù fu una serie ininterrotta di tali servizi, coronati in fine dal massimo di tutti, lo spargimento del suo sangue per lavare i peccati di tutti gli uomini Marco 10:45. Se dunque per non veder il suo Maestro umiliarsi dinanzi a lui, Pietro non voleva lasciarsi lavare i piedi, a fortiori doveva egli ricusare un lavacro che implicava, per parte di Gesù, una umiliazione molto più grande ancora, ed allora non avrebbe potuto aver parte alcuna in lui, poiché chi non è lavato nel preziosissimo suo sangue, che ci assicura il perdono dei peccati e l'interna santificazione, non può pretendere di partecipare alla grande sua salvezza. "Rifiutar quello che il Signore si degna di fare per noi non è umiltà, ma presunzione orgogliosa. La vera umiltà consiste nel ricevere con riverenza e riconoscere con gratitudine i doni della sua grazia" (Brown).

10. Gesù gli disse: Chi è lavato (immerso) non ha bisogno se non di lavare, i piedi, ed è tutto netto;

Per la differenza vedi la nota Giovanni 13:5. Il Signore risponde a Pietro con una illustrazione tolta dalle loro abitudini giornaliere. Alzandosi, immergevano l'intero corpo, sia in casa, sia nei pubblici bagni, e non era necessario ripetere un tale atto durante il giorno, imperocché i loro corpi erano puliti. Non così però i loro piedi. Siccome calzavano sandali legati da correggiuoli al piede e alla gamba, che rimanevano ignudi, il fango o la polvere, secondo la stagione, li insudiciava, sicché, tornando a casa, o andando da qualche amico, dovevano nuovamente lavarsi i piedi. Fatto questo, erano interamente netti in virtù del bagno preso la mattina, e Gesù si serve di tale abitudine giornaliera, per rispondere all'ultima obbiezione di Pietro. Il senso spirituale di questo duplice lavacro applicato ai credenti è il seguente: al principio della vita cristiana, il peccatore penitente viene tutto quanto immerso nella fonte del sangue espiatorio di Cristo, nel lavacro della rigenerazione per lo Spirito Santo. Mediante questa immersione, egli viene appieno purificato, del peccato suo, come stato di colpa, e liberato da esso come vita di Polluzione. L'uomo in quel modo giustificato e rigenerato non ricadrà più giammai nello stato di condanna, perciò quella immersione primiera più non occorre che sia ripetuta: egli "è tutto netto", cioè completamente assoluto dalla colpa dei suoi peccati trascorsi, e considerato senza biasimo innanzi a Dio. Ma il credente che è stato in quella guisa immerso, e che si può dir netto in generale, conserva tuttora non poco peccato in sé; la sua strada al cielo corre attraverso un mondo corrotto e corruttore, perciò ogni giorno ed ogni ora egli contrae nuove colpe e nuove macchie, e abbisogna frequentemente di lavarsi i piedi. Queste macchie ai piedi rappresentano le mancanze giornaliere della nostra vita cristiana, i peccati che si frammischiano all'adempimento dei nostri più santi doveri, le, contaminazioni che si attaccano ad ogni nostro servizio per Dio, le persistenti corruzioni della nostra vecchia natura, e la tiepidezza del nostro amore per Gesù. Qual sorgente di fiducia e di pace è mai il pensare che Dio ha provveduto il mezzo perché tutte queste macchie possano venir lavate e tolte! E quel mezzo è precisamente la fonte per il peccato nella quale il peccatore è stato lavato la prima volta, ed una sempre rinnovata effusione dello Spirito della grazia. Tutto ciò non mette minimamente in dubbio che la nostra passata giustificazione e sia completa.

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Questi commenti evangelici colgono nei versetti in questione il punto fondamentale:
la necessaria purificazione dei discepoli, ed in particolare la loro purificazione successiva al lavacro generale nello Spirito Santo riferito al battesimo. 


[Modificato da Credente 29/09/2014 20:25]
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25/09/2014 15:59
 
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Non si può ignorare inoltre la spiegazione del grande s.Agostino dei versetti in questione, che egli ci ha lasciato nel Commento al Vangelo di Giovanni:

dall'omelia 56 e 58

3. Gli risponde Gesù: Chi si è lavato, non ha bisogno che di lavarsi i piedi; ed è tutto mondo (Gv 13, 10). Può darsi che qualcuno colpito, si domandi: Se è del tutto mondo, che bisogno ha di lavarsi i piedi? Il Signore però sapeva quel che diceva, anche se la nostra debolezza non riesce a penetrare i suoi segreti. Tuttavia, nella misura che egli si degna istruirci ed educarci con la sua legge, per quel poco che mi è dato di capire e di esprimere, tenterò con il suo aiuto, di dare una risposta a questo problema profondo. Anzitutto non mi è difficile dimostrare che nelle parole del Signore non vi sono contraddizioni. Non si può forse dire, parlando correttamente, che uno è del tutto mondo eccetto che nei piedi? Sarebbe più elegante dire: è del tutto mondo, ma non i piedi; il che è lo stesso. E' questo che il Signore dice: Non ha bisogno che di lavarsi i piedi, perché è del tutto mondo. Vale a dire: è interamente pulito, eccetto i piedi, oppure: ha bisogno di lavarsi soltanto i piedi.

4. Ma perché questa frase? che vuol dire? e perché è necessario ricercarne il significato? E' il Signore che così si esprime, è la verità che parla: anche chi è pulito ha bisogno di lavarsi i piedi. A che cosa vi fa pensare, fratelli miei? A che cosa se non a questo, che l'uomo nel santo battesimo è lavato tutto intero compresi i piedi, tutto completamente; ma siccome poi deve vivere nella condizione umana, non può fare a meno di calcare con i piedi la terra? Gli stessi affetti umani, di cui non si può fare a meno in questa vita mortale, sono come i piedi con cui ci mescoliamo alle cose terrene; talmente che, se ci dicessimo immuni dal peccato, inganneremmo noi stessi e la verità non sarebbe in noi (cf. 1 Io 1, 8). Ogni giorno ci lava i piedi colui che intercede per noi (cf. Rm 8, 34); e ogni giorno noi abbiamo bisogno di lavarci i piedi, cioè di raddrizzare i nostri passi sulla via dello spirito, come confessiamo quando nell'orazione del Signore diciamo: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori (Mt 6, 12). Se infatti - come sta scritto - confessiamo i nostri peccati, colui che lavò i piedi ai suoi discepoli senza dubbio è fedele e giusto da rimetterceli e purificarci da ogni iniquità (1 Io 1, 9), cioè da purificarci anche i piedi con cui camminiamo sulla terra.
omelia 58

4. Se dunque - egli aggiunge - io, il Signore e il maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi a vicenda. Vi ho dato, infatti, un esempio, affinché anche voi facciate come ho fatto io (Gv 13, 14-15). Questo, o beato Pietro, è ciò che tu non comprendevi, quando non volevi lasciarti lavare i piedi. Egli ti promise che l'avresti compreso dopo, allorché il tuo Signore e Maestro ti spaventò affinché tu gli lasciassi lavare i tuoi piedi. Abbiamo appreso, fratelli, l'umiltà dall'Altissimo; rendiamoci reciprocamente, e con umiltà, il servizio che umilmente ha compiuto l'Altissimo. E' un grande esempio di umiltà, il suo. A questo esempio si ispirano i fratelli che rinnovano anche esternamente questo gesto, quando vicendevolmente si ospitano; è molto diffuso questo esercizio di umiltà che così efficacemente viene espressa in questo gesto. E' per questo che l'Apostolo, presentandoci la vedova ideale, sottolinea questa benemerenza: essa pratica l'ospitalità, lava i piedi ai santi (1 Tim 5, 10). E i fedeli, presso i quali non esiste la consuetudine di lavare i piedi materialmente con le mani, lo fanno spiritualmente, se sono del numero di coloro ai quali nel canto dei tre giovani vien detto: Benedite il Signore, santi e umili di cuore (Dn 3, 87). Però è meglio, e più conforme alla verità, se si segua anche materialmente l'esempio del Signore. Non disdegni il cristiano di fare quanto fece Cristo. Poiché quando il corpo si piega fino ai piedi del fratello, anche nel cuore si accende, o, se già c'era, si alimenta il sentimento di umiltà.

5. Ma, a parte questa applicazione morale, ricordiamo di aver particolarmente sottolineato la sublimità di questo gesto del Signore, che, lavando i piedi dei discepoli, i quali già erano puliti e mondi, volle farci riflettere che noi, a causa dei nostri legami e contatti terreni, nonostante tutti i nostri progressi sulla via della giustizia, non siamo esenti dal peccato; dal quale peraltro egli ci purifica intercedendo per noi, quando preghiamo il Padre che è nei cieli che rimetta a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori (cf. Mt 6, 12). Vediamo come si concilia questo significato con le parole che egli aggiunge per motivare il suo gesto: Se, dunque, io, il Signore e il maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi a vicenda. Vi ho dato, infatti, un esempio, affinché anche voi facciate come ho fatto io. Dobbiamo forse dire che anche il fratello può purificare il fratello dal contagio del peccato? Certamente; questo sublime gesto del Signore costituisce per noi un grande impegno: quello di confessarci a vicenda le nostre colpe e di pregare gli uni per gli altri, così come Cristo per tutti noi intercede (cf. Rm 8, 34). Ascoltiamo l'apostolo Giacomo, che ci indica questo impegno con molta chiarezza: Confessatevi gli uni agli altri i peccati e pregate gli uni per gli altri (Gc 5, 16). E' questo l'esempio che ci ha dato il Signore. Ora, se colui che non ha, che non ha avuto e non avrà mai alcun peccato, prega per i nostri peccati, non dobbiamo tanto più noi pregare gli uni per gli altri? E se ci rimette i peccati colui che non ha niente da farsi perdonare da noi, non dovremo a maggior ragione rimetterci a vicenda i nostri peccati, noi che non riusciamo a vivere quaggiù senza peccato? Che altro vuol farci intendere il Signore, con un gesto così significativo, quando dice: Vi ho dato un esempio affinché anche voi facciate come ho fatto io, se non quanto l'Apostolo dice in modo esplicito: Perdonatevi a vicenda qualora qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi dell'altro; come il Signore ha perdonato a voi, fate voi pure (Col 3, 13)? Perdoniamoci a vicenda i nostri torti, e preghiamo a vicenda per le nostre colpe, e così, in qualche modo, ci laveremo i piedi a vicenda. E' nostro dovere adempiere, con l'aiuto della sua grazia, questo ministero di carità e di umiltà; sta a lui esaudirci, purificarci da ogni contaminazione di peccato per Cristo e in Cristo, e di sciogliere in cielo ciò che noi sciogliamo in terra, cioè i debiti che noi avremo rimesso ai nostri debitori.
[Modificato da Credente 29/09/2014 20:30]
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29/09/2014 20:48
 
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Nell'esame di questo brano non possiamo neppure dimenticare l'episodio in cui una donna lava i piedi del Signore con le sue lacrime e le asciuga con i suoi capelli:

Luca 7,38 ... fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.

E' da notare che l'azione della lavanda dei piedi fatta a Gesù, ha anche in questo caso un significato di purificazione. Ma tale purificazione Gesù la rivolge alla donna stessa, che attraverso quell'atto ha mostrato il suo sincero e profondo pentimento.
E' una conferma indiretta che non è Gesù ad aver bisogno di essere purificato in quanto egli è consapevole della sua assoluta integrità.
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29/08/2015 18:26
 
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Solo per una curiosità, e non come prova dimostrativa, trattandosi di una rivelazione privata,  allego questo estratto desunto da LA PASSIONE DEL SIGNORE RIVELATA A SUOR JOSEFA MENENDEZ

" Josefa, sposa e vittima del mio Cuore, ti parlerò della mia Passione, perché sia oggetto costante del tuo pensiero e perché essa apporti alle anime le confidenze del mio Cuore ".
Nella Quaresima del 1923, Nostro Signore rivelò a Sorella Josefa Menèndez i sentimenti provati dal suo Cuore divino durante la sua Passione. Josefa riceveva in ginocchio le confidenze del Maestro, e mentre Egli parlava, scriveva.
Con approvazione del Card. Pacelli, futuro Pio XII
Lavanda dei piedi
22 febbraio 1923
" Comincerò a scoprirti i sentimenti che inondavano il mio Cuore, mentre lavavo i piedi ai miei Apostoli.
" Li convocai tutti e dodici. Non volli escludere nessuno. Vi si trovava Giovanni, il discepolo prediletto, e Giuda, che di lì a poco m'avrebbe consegnato ai miei nemici.
" Ti dirò perché volli riunirli tutti e perché incominciai a lavar loro i piedi:
" Li riunii tutti, perché era quello il momento in cui la mia Chiesa doveva presentarsi al mondo; e presto non vi sarebbe stato che un solo Pastore per tutte le greggi.
" Volevo anche insegnare alle anime che quantunque cariche di peccati atroci; non le escludo dalle mie grazie, né le separo dalle anime più amate; vale a dire che riunisco le une alle altre nel mio Cuore, e che do loro le grazie di cui abbisognano.
" Ma qual dolore provai in quell'ora sapendo che l'infelice Giuda rappresentava tutte le anime che pur tante volte raccolte ai miei piedi, tante volte lavate nel mio Sangue, si sarebbero egualmente perdute per sempre.
" Sì, in quel momento volli insegnare ai peccatori che non devono allontanarsi da me, neppure quando sono in peccato, pensando che non vi è più un rimedio e che mai più saranno amati come prima di aver peccato. No, povere anime! Non sono questi i sentimenti di un Dio, che ha sparso tutto il suo Sangue per voi!...
" Venite tutti a Me e col mio Sangue tornerete candidi come la neve. Immergete i vostri peccati nell'acqua della mia Misericordia; nessuno sarà capace di strappare dal mio Cuore l'Amore che vi porto!... ".
Il cenacolo
25 febbraio
" Continuerò a dirti i miei segreti d'amore...
" Volli lavare i piedi dei miei apostoli per mostrare alle anime quanto desidero che siano candide e pure quando mi ricevono nel Sacramento dell'amore.
" Fu anche per rappresentare il Sacramento della Penitenza nel quale le anime, che hanno avuto la disgrazia di cadere in peccato, possono lavarsi e ricuperare il primitivo candore ".
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