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LA VERGINITA' (di s.Gregorio di Nissa)

Ultimo Aggiornamento: 15/06/2014 18:22
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15/06/2014 18:15
 
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Eppure il nostro discorso, mentre procedeva, ha tralasciato molte cose ancora più tristi. Spesso la sposa, ancora giovane nel corpo, ancora brillante dello splendore delle nozze, e forse ancora in preda al rossore che la sorprende all'arrivo dello sposo e alla vergogna che le fa abbassare lo sguardo, proprio quando i desideri si fanno più ardenti anche se il pudore impedisce loro di manifestarsi, rimane improvvisamente vedova, disgraziata e sola, attirando su di sé tutti gli appellativi più brutti: la disgrazia sopravvenuta tinge di nero improvvisamente e veste a lutto colei che fino a quel momento risplendeva, che aveva le vesti bianche e che era da tutti ammirata, rovinando la grazia che è propria delle giovani spose. La tenebra si sostituisce allo splendore del talamo, mentre le donne pagate per lamentarsi prolungano i suoi pianti; chi cerca di consolarla nel suo dolore finisce con l'essere odiato; lei stessa prova disgusto per i cibi, mentre il suo corpo si consuma, il suo animo si abbatte ed il desiderio di morire si fa sentire spesso fino alla morte. E anche se il tempo riesce a mitigare la disgrazia, ne subentra una nuova, ci siano o no i figli. Se ci sono, essi sono dei veri e propri orfani, e per questo sono degni di commiserazione e rinnovano con la loro presenza il dolore; se non ci sono, il ricordo dello scomparso svanisce completamente ed il lutto diventa inconsolabile.
Tralascio gli altri mali propri della vedovanza. Chi potrebbe infatti enumerarli uno per uno? Mi riferisco ai nemici, ai familiari, a coloro che infieriscono sulla disgrazia, a coloro che gioiscono della solitudine della sposa e che con occhio cattivo assistono alla rovina della casa provandone piacere, ai servi che disprezzano ed a tutti quegli altri mali che si possono vedere in misura rilevante quando si verificano tali luttuosi eventi: per questo molte vedove, non sopportando la cattiveria dei derisori, quasi per allontanare coloro che le addolorano approfittando dei loro mali, si vedono costrette a sottoporsi per una seconda volta ad una prova analoga. Molte invece ricordando ciò che è accaduto preferiscono sopportare qualsiasi cosa pur di non incorrere nuovamente in una disgrazia simile. Se vuoi renderti conto dei dolori della vita secolare, ascolta ciò che dicono le donne che l'hanno conosciuta per averne fatto esperienza: senti come esaltano la vita di chi ha scelto fin dall'inizio lo stato verginale senza averne compreso la bellezza in seguito ad una disgrazia. La verginità è in effetti immune da tutti questi mali: non piange gli orfani, non si lamenta della vedovanza; sta sempre insieme allo sposo incorruttibile; sempre mena vanto dei frutti della pietà; vede la casa - che è veramente sua - sempre adorna dei frutti più belli, giacché il suo padrone vi è sempre presente e sempre vi abita; nel suo caso, la morte determina non la separazione dalla persona amata, ma l'unione con lei, giacché, come dice l'apostolo, «quando l'anima se ne va, proprio allora viene a trovarsi insieme a Cristo».
Ma giacché abbiamo esaminato sia pure parzialmente i mali delle persone felici, sarebbe ora di passare in rassegna nella nostra trattazione anche gli altri tipi di vita, nei quali si fissano stabilmente la povertà, le disgrazie ed i rimanenti mali propri dell'inferma natura umana, quali le mutilazioni, le malattie e tutti gl'inconvenienti analoghi che toccano in sorte agli uomini durante la vita: chi vive da solo o riesce ad evitare queste prove o sopporta più facilmente le disgrazie, giacché può agevolmente concentrare su di sé il proprio pensiero, senza permettere che venga trascinato altrove. Chi invece ha i propri pensieri divisi tra la moglie e i figli, spesso non ha neppure il tempo di piangere sui propri mali, giacché le preoccupazioni per i suoi cari gli rimbombano nel cuore. Forse è superfluo soffermare il nostro discorso su fatti scontati: se ai supposti beni appaiono congiunti tanti travagli e dispiaceri, che cosa si dovrebbe immaginare a proposito dei loro contrari? Probabilmente, ogni descrizione che tentasse di porre sotto gli occhi la vita di queste altre persone rimarrebbe inferiore alla realtà. Pur tuttavia, è forse possibile mostrare succintamente i molti dolori della loro vita, giacché essi, avendo avuto in sorte una vita opposta a quella di coloro che sembrano felici, provano dei dolori che si originano da cause opposte. Se infatti la vita delle persone felici è sconvolta dall'attesa o anche dalla venuta della morte, per gli altri la disgrazia è invece rappresentata dal ritardo del suo arrivo; anche se la loro vita è diametralmente opposta, lo scoraggiamento giunge per entrambi ad un uguale sbocco.
Molteplici e vari sono i modi in cui il matrimonio dispensa i mali: i figli, nascano o no, vivano o muoiano, sono sempre causa di dolori. Mentre uno ha molti figli senza avere sufficienti mezzi di sostentamento, un altro, non avendo un successore che possa ereditare la grande fortuna per la quale si è tanto affaticato, ritiene un bene ciò che per gli altri è una disgrazia; ognuno vorrebbe avere ciò per cui vede infelice l'altro. Ad uno muore il figlio prediletto, ad un altro continua a vivere il figlio libertino; entrambi sono degni di commiserazione: l'uno piange per la morte del figlio, l'altro per la sua vita. Lascio da parte i lutti e le disgrazie a cui portano le gelosie e le lotte prodotte da fatti veri o da semplici sospetti. Chi potrebbe enumerarle con esattezza? Se vuoi renderti conto di come la vita umana sia piena di tali mali, non hai bisogno di rifarti alle narrazioni antiche, che hanno fornito ai poeti gli argomenti per i loro drammi: data l'esagerazione delle loro assurdità, sono ritenuti miti quelle storie in cui i figli vengono uccisi e divorati, gli uomini uccisi, le madri ed i fratelli trucidati, in cui si verificano accoppiamenti contrari ad ogni legge ed in cui la natura è sconvolta in ogni modo; i narratori di queste storie antiche cominciano il loro racconto proprio dalle nozze per terminare con tali disgrazie. Lascia stare tutto questo, e guarda piuttosto le tragedie che si svolgono sullo scenario della vita presente e che il matrimonio dispensa agli uomini. Va’ al tribunale, e prendi visione delle leggi matrimoniali: imparerai lì certi segreti irrivelabili del matrimonio. Come, sentendo spiegare ai medici le varie malattie, sei in grado di renderti conto del miserando stato del corpo umano ed impari i tipi e la quantità di malattie di cui è ricettacolo, così, una volta imbattutoti nelle leggi e conosciuti i vari tipi di matrimoni illegittimi puniti da esse, potrai imparare tante cose sul conto del matrimonio. Il medico non cura le malattie immaginarie, così come la legge non punisce i mali inesistenti.
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