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BENEDIZIONALE

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2014 17:03
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04/05/2014 18:28
 
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- 8 -
P R E S E N T A Z I O N E*
*I numeri tra parentesi - (nn. 00) - si riferiscono alle premesse generali
1. La Conferenza Episcopale Italiana è lieta di trasmettere ai pastori d'anime e ai loro
collaboratori questo ultimo frutto di un programma organico, sviluppato dal 1963 ad oggi,
nella fedeltà alle norme e allo spirito della Costituzione liturgica e del magistero della
Chiesa1.
Analogamente agli altri testi, l'edizione italiana del «Benedizionale» è stata elaborata in
fasi successive - versione parziale della tipica latina, sperimentazione, adattamento e
nuovi testi - attraverso molteplici esperienze e competenze con lo sguardo mirato ai
destinatari, singoli e comunità, in un vasto arco di situazioni ecclesiali e sociali.
2. Lo studio e la verifica pastorale consentiranno un approccio realistico con la peculiarità
di questa antologia, che riflette il detto evangelico: «ogni scriba divenuto discepolo del
regno dei cieli . . . estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche» (Mt 13, 52). In
ossequio alle grandi categorie della riforma liturgica, il <> si configura
secondo il modello che fa di ogni formulario una vera e propria celebrazione2,
comprendente, oltre le variabili, le due costanti: la proclamazione della parola di Dio e la
preghiera della Chiesa, che lodando intercede per l'umanità intera (cfr nn. 16. 20. 23.).
3. Ogni parte del <> si articola in un movimento ascendente e
discendente3 (n. 6), come nella tradizione dell'Antico e del Nuovo Testamento. Dio è il
benedetto e il benedicente (n. 1):
< Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti
con ogni benedizione spirituale
nei cieli in Cristo>>. (Ef 1, 3)
«Ti benedica il Signore
e h protegga...». (Nm 6,23)
Sullo sfondo è il «santo scambio>> dell'Eucaristia4, dove i doni della creazione, il pane e il
vino, sono trasformati per opera dello Spirito Santo nel corpo e sangue di Cristo, e offerti
al Padre diventano per noi fonte di grazia e pegno di benedizione per tutto il creato5:
«Per Cristo nostro Signore,
tu, o Dio, crei e santifichi sempre,
fai vivere, benedici
e doni al mondo ogni bene»6. - 9 -
4. La Chiesa, partecipe del «calice di benedizione» (l Cor 10,16), per la potenza dello
Spirito si fa intermediaria di questo flusso di grazia, che scaturisce dalla divina sorgente
(cfr Ef 1, 2-14). A conferire autenticità ed efficacia ai molteplici riti di benedizione,
annoverati fra i «sacramentali»7 (cfr n. 14), è la ministerialità della Chiesa esercitata da
sacerdoti e diaconi e in casi particolari, non senza uno speciale mandato del vescovo8
anche da laici, uomini e donne, in forza dei Sacramenti che consacrano il loro stato di vita
e la loro missione (cfr n. 18).
Fra i libri liturgici il «Benedizionale» è quello che tocca più da vicino gli aspetti feriali e
festivi della vita umana nella dimensione individuale, familiare e sociale, e insieme investe
il rapporto globale uomo-creazione9 (cfr nn. 12-14).
L'uso discreto e illuminato di questo vademecum potrà avere anche un ruolo promozionale
nell'educare i credenti a riacquistare il gusto e la pratica della preghiera di lode,
l'ammirazione e il rispetto per tutto il creato, la riscoperta della gioia di vivere, il respiro
della speranza che proviene dalla fede pasquale in Cristo «cuore del mondo» (cfr Ef 1, 10;
Col 1, 20)10.
5. Nella trama di questo libro si coglie una sensibile attenzione all'uomo del nostro tempo,
con le sue tensioni e contraddizioni: sviluppo tecnico e regresso spirituale, cultura di
massa e solitudine individuale, anelito a sempre nuove conquiste e ricaduta nella paura e
nell'angoscia11. E' diffusa la constatazione che, mentre si accresce la conoscenza dei
mezzi, va diminuendo la percezione dei fini e dei valori. Alla nostra era secolarizzata, più
che mai bisognosa di aprirsi a una religiosità autentica, per non cadere a livello di surrogati
- quali la magia, la superstizione, l'oroscopomania...12 il «Benedizionale» offre un forte
richiamo alla fede rivelata, che illumina e redime la tragica situazione di un mondo
sottomesso alla caducità a causa del peccato (cfr Rm 8, 20).
In questa luce, anche il travagliato rapporto uomo-ambiente potrà trovare un punto di
riequilibrio nell'accettazione del limite creaturale e nella speranza che tutta la creazione
sarà liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di
Dio (cfr Rm 8,21-22)13.
6. Un uso non episodico di questo manuale offrirà occasione e stimoli per promuovere:
- l'ampliamento della catechesi in situazioni e ambienti non raggiunti dalla prassi ordinaria;
- un primo incontro evangelizzatore con persone e categorie lontane dalla Chiesa e da una
visione di fede;
- l'osmòsi disciplinata e vitale fra le celebrazioni liturgiche e le forme della religiosità
popolare;
- un'esperienza di preghiera che lievita la vita quotidiana ed emergente dell'uomo che
soffre e gioisce, studia e lavora, lotta e spera;
- la riacquisizione di un rapporto, attivo e contemplativo, con la realtà ambientale e
cosmica (l Tm 2, 1) in virtù di un'ecologia illuminata dalla sapienza che viene dall'alto (cfr
Gc 3, 17)14;
- un'apertura della vita familiare e sociale verso nuovi spazi ed opere di carità15.
7. In tale prospettiva, la Conferenza Episcopale Italiana ha introdotto alcuni adattamenti e
formulari nuovi, sulla base di collaudate esperienze e antiche consuetudini, sempre
tenendo presente le direttive pastorali più volte espresse dai documenti del Magistero, al
fine di valorizzare le legittime espressioni della pietà popolare e delle culture locali. Anche
una semplice lettura dei titoli consentirà di valutare l'entità e l'originalità di questi apporti
che toccano i tempi e le stagioni, la vita individuale e collettiva, con particolare riguardo ad
alcuni momenti di rilevanza civica ed ecclesiale (cfr n. 39)16 - 10 -
8. Quanto alla struttura del libro, conservando la divisione in cinque parti della «editio
typica», si è ritenuto opportuno aprire la serie delle benedizioni con i formulari. < benefici ricevuti>>, e quelli riguardanti occasioni ed eventi della vita comunitaria,
nell'intento di far risaltare il dato essenziale e qualificante della benedizione » .
9. Nella fiducia che l'opera compiuta corrisponda alle fervide attese da più parti
manifestate, formuliamo l'auspicio che lo Spirito del Signore sintonizzi la preghiera e la
vita, sull'esempio della Vergine del Magnificat, in un solo cantico di benedizione e di lode.
Roma, 3 luglio 1992.
CONGREGAZIONE DEL CULTO DIVINO
Prot. n. 1200/84
D E C R E T O
Le celebrazioni delle benedizioni occupano un posto particolare fra i sacramentali che la
Chiesa ha istituito per il bene pastorale del popolo di Dio. Come azioni liturgiche, queste
celebrazioni portano i fedeli a lodare Dio e li dispongono a conseguire l'effetto precipuo dei
Sacramenti e a santificare le varie circostanze della vita.
Prescrivendo la revisione dei Sacramentali, il Concilio ecumenico Vaticano II stabilì
che nella loro celebrazione si curasse in modo tutto particolare la partecipazione
consapevole, attiva e facile dei fedeli e che i sacramentali stessi venissero sfrondati di
quegli elementi che con l'andar del tempo ne avessero resa in qualche modo meno chiara
la natura e il fine.
Il Concilio stabilì inoltre che le benedizioni riservate fossero pochissime, unicamente
in favore dei Vescovi o degli Ordinari, e che si provvedesse opportunamente che alcuni
sacramentali, almeno in circostanze particolari e a giudizio dell'Ordinario, potessero venir
amministrati da laici dotati di specifiche qualità.
In base a tali direttive, questa Congregazione per il Culto divino ha preparato un
nuovo titolo del Rituale Romano, che il Sommo Pontefice GIOVANNI PAOLO II con la sua
autorità Apostolica ha approvato, ordinandone la promulgazione.
Pertanto la stessa Congregazione, su speciale mandato del Sommo Pontefice,
promulga l'Ordo Benedictionum che, nella sua stesura latina, entrerà in vigore appena
pubblicato; per quanto riguarda invece le lingue nazionali, l'entrata in vigore del Rituale
avverrà dopo che la Sede Apostolica ne avrà revisionato le traduzioni, a cominciare dal
giorno che sarà stabilito dalle Conferenze Episcopali.
Nonostante qualunque cosa in contrario.
Dalla sede della Congregazione per il Culto divino, 31 maggio 1984. - 11 -
PREMESSE GENERALI
I. LA BENEDIZIONE NELLA STORIA DELLA SALVEZZA
Dio fonte di ogni benedizione
1. Origine e fonte di ogni benedizione è Dio1, benedetto nei secoli,2 che è al di sopra di
tutte le cose, lui solo è buono e ha fatto bene ogni cosa, per colmare di benedizioni tutte le
sue creature3, e sempre, anche dopo la caduta dell'uomo, ha continuato a effonderle in
segno del suo amore misericordioso
Cristo benedizione per gli uomini
2. Quando poi venne la pienezza del tempo, il Padre mandò il suo Figlio, e per mezzo di
lui, fatto uomo, benedisse di nuovo gli uomini con ogni benedizione spirituale4. Così
l'antica maledizione si cambiò per noi in benedizione, quando «spuntó il sole di giustizia,
Cristo nostro Dio, che tolse la condanna e recò agli uomini la benedizione»5
3. Cristo Signore, che è la massima benedizione del Padre, volle manifestarsi nel Vangelo
in atto di benedire i fratelli, specialmente i più piccoli6, e di rivolgere al Padre la sua
preghiera di benedizione.7 In ultimo, glorificato dal Padre e asceso al cielo, effuse sui suoi
fratelli, acquistati con il suo sangue, il dono del suo Spirito, perché da lui guidati, lodassero
e magnificassero in tutte le cose Dio Padre, 1o adorassero, gli rendessero grazie, e
nell'esercizio delle opere di misericordia meritassero di venir annoverati tra i benedetti8 nel
regno dei cieli.
Lo Spirito Santo datore di vita
4. Per opera dello Spirito Santo, la benedizione di Abramo9 raggiunge in Cristo il suo
pieno compimento, e da lui viene trasmessa ai figli, chiamati a vita nuova < benedizione>>10, resi così membra del corpo di Cristo, essi hanno il compito di diffondere
largamente i frutti dello Spirito, per risanare il mondo con la divina benedizione
Il popolo di Dio sacramento della benedizione divina
5. Volgendo lo sguardo alla venuta di Cristo Salvatore, il Padre aveva già confermato, con
molteplice effusione di benedizioni, la prima alleanza del suo amore con gli uomini. In
questo modo egli preparò il popolo eletto ad accogliere il Redentore e lo rese di giorno in
giorno più degno della sua alleanza. E il popolo, camminando per le vie della giustizia,
poté con la bocca e con il cuore rendere onore a Dio, divenendo così, nel mondo, segno e
sacramento della divina benedizione.
Dio è benedetto e benedice
6. A sua volta Dio, dal quale discende ogni benedizione, già fin d'allora concesse che
specialmente i patriarchi, i re, i sacerdoti, i leviti, i genitori11 innalzassero al suo nome lodi
e benedizioni e in nome suo trasmettessero le benedizioni divine agli uomini e alle cose
create.
Quando Dio o direttamente o per mezzo di altri benedice, sempre viene assicurato il suo
aiuto, annunziata la sua grazia, proclamata la sua fedeltà all'alleanza sancita. E quando
sono gli uomini a benedire, essi lodano Dio e inneggiano alla sua bontà e misericordia. Dio infatti benedice comunicando o preannunziando la sua bontà. Gli uomini benedicono
Dio proclamando le sue lodi, rendendo a lui grazie, tributandogli il culto e l'ossequio della
loro devozione; quando poi benedicono gli altri, invocano l'aiuto di Dio sui singoli e su
coloro che sono riuniti in assemblea .
Tutto il Creato benedice Dio
7. Secondo la testimonianza della Sacra Scrittura tutte le cose che Dio ha creato e che
sempre conserva nel mondo con la sua provvidenza e il suo amore, attestano la
benedizione di Dio e devono, a loro volta, indurre a innalzare la benedizione12. Ciò è da
tenersi presente specialmente dopo che il Verbo si è fatto carne e con il mistero della sua
incarnazione ha dato inizio alla santificazione di tutte le cose create.
ed è segno di benedizione per gli uomini
Tutte le benedizioni sono anzitutto e principalmente rivolte a Dio, di cui esaltano la
grandezza e la bontà, ma poiché comunicano i benefici divini, si riferiscono anche agli
uomini, che Dio sostiene e protegge con la sua provvidenza; e non escludono nemmeno le
cose create, perché la loro molteplice varietà costituisce per l'uomo una benedizione di
Dio13.
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SI FACCIANO SUPPLICHE, PREGHIERE E RINGRAZIAMENTI PER TUTTI . (1Tim.2,1)


 
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