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Dialogo: Dall'Unità al molteplice e al ritorno all'Unità -

Ultimo Aggiornamento: 18/07/2014 15:04
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03/06/2014 15:43
 
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Si tratta in effetti del frutto di mie personali elaborazioni del pensiero di E.Severino (che per certi aspetti è stato preso in seria considerazione anche da teologi cattolici).



Mi pare fondamentale, quando si affrontano questioni che vanno oltre il misurabile umanamente, e che toccano il nostro essere e il nostro futuro remoto, che ci si debba fondare su basi credibili. Per me la base principale in tal senso non può che venire che dalla fonte stessa da cui abbiamo l'essere e cioè la Parola rivelata, affidata agli apostoli e da questi ai diretti e legittimi successori.
Per quanto rispettabile pensatore, Emanuele Severino, da quanto ho letto di lui, incontra non solo lo sfavore della maggioranza degli altri filosofi, ma anche, cosa ben più importante, un insanabile divergenza di posizioni dottrinali rispetto al Magistero. Questo fatto non è di poco conto, e dovrebbe quantomeno suonare come allarme.


Se ogni possibilità, anche la più remota, deve avere la sua attualizzazione nel tempo in quanto in Dio atto e potenza devono coincidere (su questo aspetto di veda S.Tommaso, o anche l’argomento ontologico di S.Anselmo), allora ne discendono tre conseguenze:



S.Tommaso dice che in IN DIO atto e potenza coincidono, ma non mi risulta che affermi che atto e potenza devono coincidere nelle sue creature. Per s.Tommaso, come per tutta la Chiesa, le cose e le creature NON SONO DIO, ma cose o esseri CREATI DAL NULLA, non generati dalla Sua sostanza.
Io credo che sia questo il vizio di fondo delle argomentazioni che hai portato avanti finora.
Se si parte dal principio che noi siamo particelle divine che devono fare le loro esperienze, allora potrebbe essere ipoteticamente valido quello che tu immagini come consequenziali del principio impropriamente attinto da s.Tommaso;
ma noi non siamo parti di Dio; pertanto ecco perchè possiamo esprimere una volontà che si oppone a Lui .
Il peccato pertanto è solo quell'atto che dimostra una ribellione alla sua Legge, esplicitata primariamente nei comandamenti, e non certamente, come tu addirittura ipotizzi, nel respirare o nel fare o usare cose del tutto normali e non proibite in nessun punto della RIvelazione.

Ora quindi, possiamo approfondire tali questioni solo se le nostre ipotesi sono compatibili con i dati certi professati ed insegnati dalla Chiesa, se vogliamo rendere proficuo il nostro dialogo.


[Modificato da Credente 04/06/2014 09:31]
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