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Dialogo: Dall'Unità al molteplice e al ritorno all'Unità -

Ultimo Aggiornamento: 18/07/2014 15:04
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26/05/2014 22:00
 
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Penso che si tratti solo di intendersi sui termini: se per Inferno si intende una situazione in cui si subisce una punizione, allora ritengo che la stessa non possa che essere finalizzata al far trovare la retta via al peccatore, ovvero, una visione soteriologica della sua vita, in cui riconosca e si penta di tutti i peccati e lasci solo quel pur poco che di bene ha fatto.
Se invece per Inferno si intende il completo oscuramento della vista di Dio (come anche sostenuto da Dante nella Divina Commedia) allora la punizione è effettivamente eterna, nel senso che quella vita attualizzata nello spazio-tempo da un certo soggetto non ha conseguito una sufficiente capacità di dare un senso, una fine, una progettualità costruttiva a se stessa, e, pertanto, non vi sarà spazio per lei nel Regno dei Cieli.
Siamo di fronte ad una vita che ha solo consumato energia senza produrre nulla a maggior gloria del Signore, senza aver lasciato alcun momento in cui si registri un accrescimento dell’ordine complessivo dell’universo.
È come se quella vita non fosse mai stata vissuta: per questo parli, riferendoti alla mia affermazione, di apocatastasi: in effetti è come se io dicessi che un soggetto che non merita la vita Eterna è come se non fosse mai vissuto, per cui, tutti coloro che hanno vissuto in senso proprio, meritano la salvezza.
A mio avviso si apre però un problema nuovo: quegli attimi attualizzati da una vita che non merita la vita Eterna, che fine faranno? Essendo stati fatti hanno la ragion sufficiente per rientrare pure loro nella dimensione eterna che comprende tutto il possibile: in quello che io definisco lo Spirito Santo. Ma in che modo?
La risposta potrebbe essere: potranno e dovranno essere recuperati ed integrati nella vita Eterna di coloro che l’hanno meritata in quanto si sono comportati bene. Ma come? Con il perdono concesso dalle vittime ai loro carnefici, che, a ben vedere, è anche l’unico modo che le vittime hanno per recuperare una dimensione universale alla loro esistenza, una dimensione che vada veramente al di la del loro ego: ecco quindi il ruolo fondamentale della Carità.
Ma questo perdono può derivare solo da un atto di Grazia liberamente concesso da Dio e liberamente accolto dal soggetto che compie il perdono.
È proprio perdonando che il soggetto si acquista la vita Eterna.

Lieto di essere riuscito a fugare qualche dubbio, ti mando i miei saluti.
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