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Dialogo: Dall'Unità al molteplice e al ritorno all'Unità -

Ultimo Aggiornamento: 18/07/2014 15:04
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26/05/2014 13:08
 
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per rispondere in modo inequivocabile alla tua domanda (altrimenti mi accuserai ancora di essere stato elusivo) posso sostenere che Inferno o Purgatorio per me sono la stessa cosa, ovvero, una vera e propria Grazia di Dio che permetta al soggetto che ha peccato di recuperare una visione equilibrata che non era riuscito ad avere in vita: la durata di questa pena, per quanto tendente all’infinito, non è comunque eterna e dipenderà dal tempo necessario al soggetto per riconoscere i suoi peccati.



Mi è un pò più chiara la tua idea sul destino dell'umanità in generale.
In pratica sarebbe pressappoco quello che ipotizzava Origene e tale dottrina fu denominata "apocatastasi".
Rispetto la tua idea che contiene in se alcune linee che paiono voler conciliare l'assoluta bontà del Creatore che non potrebbe consentire che qualcuno sia dannato e penalizzato per l'eternità, con la sua giustizia, che permetterebbe comunque una adeguata punizione del reprobo ostinato.

Però vi sono degli ammonimenti da parte di Cristo che non sono da prendere alla leggera, oltre quelle già precedentemente ricordati, come ad esempio:
Mat 12,32 ...; ma la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro.
Cristo presenta una sorte irreversibile per un peccatore di questo genere, cioè che è stato illuminato a sufficienza affin di essere messo in condizione di accettare o rifiutare la salvazza, esattamente come lo furono gli angeli ribelli quando hanno scelto chi seguire.

Ora io credo che l'amore di Dio si possa considerare grandioso perfino in questo caso, cioè nel rispettare a tal punto la libertà che Lui ha donato agli uomini e agli altri esseri angelici, da far loro scegliere il loro destino, vicino o lantani da Lui, senza che Egli "costringa" le sue creature ad aderire presto o tardi a Lui, per forza, volenti o nolenti.
Se avvenisse tale coercizione, sarebbe, non un vero amore ma un obbligo ad accettare ciò che la creatura ha già scelto in piena consapevolezza e senza ombra di dubbio di voler rifiutare, sentendosi meglio nello stare lontano da Dio che non di stare alla sua Presenza.
Quindi l'amore di Dio è fatto salvo più nel rispetto della libertà altrui che non nell'impedire che ognuno realizzi la propria individualità secondo il suo desiderio.

Ad ogni modo è chiaro che noi possiamo addurre altre argomentazioni pro o contro la dottrina dell'apocatastasi.
Quello che mi preme però ricordare è che tale dottrina è stata molto attentamente esaminata dalla Chiesa e a parte l'atteggiamento ondivago, come tu dici, di alcuni teologi del passato o del presente, è stata respinta e ritenuta erronea.

Esaminati quindi tutte le parti scritturali e patristiche che riguardano questa materia, il magistero ufficiale ha sempre ribadito che l'inferno è eterno nel senso che non avrà proprio mai fine, a differenza delle pene temporanee del Purgatorio che invece hanno un limite temporale. Non sto a riportare gli articoli del catechismo che al riguardo sono molto espliciti perchè presumo che tu li conosca bene.

Non voglio insistere più di tanto su questo argomento a meno che tu non voglia approfondire ulteriormente. Mi serviva solo per capire meglio alcuni passaggi del tuo discorso di cui appena possibile riprenderò qualche punto, che ora mi risulta meno oscuro, sapendo che professi la salvezza eterna per tutti.
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