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Dialogo: Dall'Unità al molteplice e al ritorno all'Unità -

Ultimo Aggiornamento: 18/07/2014 15:04
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13/05/2014 20:46
 
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Devo premettere una considerazione.
Non pretendo di essere depositario della verità: il mio tentativo è quello di conciliare certi approdi del pensiero scientifico e filosofico con la dottrina della Fede.
Per questo io faccio l’ipotesi che le tre Persone che esprimono Dio siano delle rappresentazioni necessarie per noi uomini che siamo proiettati in una dimensione spaziotemporale.
Per questo io vedo nel Figlio l’insieme delle vite che hanno realizzato i modi di Dio nel tempo (tutti i nostri corpi che vanno a formare l’unico corpo mistico di Cristo) e nello Spirito Santo l’insieme di tutte le potenzialità, anche quelle che non hanno avuto uno svolgimento nel tempo e sono rimaste solo allo stato potenziale. Il Padre ha poi scelto a quali di queste potenzialità dare vita: lui è il Creatore dell’universo.
Non tutte le potenzialità di vita vengono realizzate nel nostro universo, in quanto l’attualizzazione di alcune entra in contraddizione con l’attualizzazione di altre: posso allora ipotizzare che, per dare vita a tutte le potenzialità dello Spirito Santo siano necessari più universi fisici, più atti di creazione. Ma questa è solo un’ipotesi: per il nostro universo l’atto della Creazione è unico ed è stato realizzato dal Padre all’inizio dei tempi.
La nostra salvezza risiede allora nella presa di coscienza che la nostra vita, pur caratterizzandosi per la sua irreversibilità, per il suo essere destinata alla morte, tuttavia è riuscita ad organizzare in modo armonico le sue potenzialità, riconoscendole come dono dello Spirito Santo che noi abbiamo avuto l’incarico di attualizzare liberamente nella nostra vita. Ecco che il nostro entrare, grazie all’armonia raggiunte, nel corpo di Cristo ci da, in un certo qual modo, accesso a tutti gli altri corpi di Cristo, quelli passati e quelli futuri. Allo stesso modo in cui noi arriviamo a riconoscerci quali corpi già risorti in Cristo, come già risorte di altri.
In questo senso, come dicevo all’inizio della discussione, input ed output tendono ad uguagliarsi nella sostanza, seppure in forme sempre diverse. Ci alimentiamo di Cristo per riprodurre Cristo: l’entropia derivante dalla distruzione del cibo viene esattamente compensata dall’aver fatto della nostra vita cibo da donare come alimento per altri in un circuito amoroso che sempre più si allarga.
Spero, con questa mia precisazione, di aver dato un contributo al chiarimento della mia posizione.
Un caro saluto….. anch’io, per impegni di vario tipo, non riesco ad essere costante nei miei interventi.
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