È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Della risurrezione dai morti (di Atenagora)

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2014 15:26
Autore
Stampa | Notifica email    
08/04/2014 15:22
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

CAPO III

La potenza di risuscitare il corpo umano, qualunque teoria si segua intorno alla sua costituzione, non manca a Dio che da principio l’ha creato.

1. Quanto alla potenza, che essa basti per la risurrezione dei corpi lo dimostra l’origine dei medesimi. Infatti se nel primo atto creativo Dio fece dal nulla i corpi degli uomini coi loro principi costitutivi, una volta disciolti, non importa in qual modo, li risusciterà con pari facilità; ché anche questo gli è ugualmente possibile.

2. E questo ragionamento non riceve alcun pregiudizio, sia che i primi principi si riconoscano dalla materia , sia che i corpi degli uomini si facciano derivare dagli elementi, come primi , o da semi . Quella potenza che è in grado di dare una forma alla materia, come quelli pensano, informe , disporla in molte, differenti e ornate figure quand’era senza figura e senza ornamento, radunare insieme le parti degli elementi, moltiplicare e distinguere quel seme che era uno e semplice, sviluppare un organismo da un’incomposta congerie, dar la vita all’essere non vivente, quella medesima potenza sarà in grado anche di riunire ciò ch’era disciolto, rialzare ciò che giaceva, vivificare di nuovo ciò ch’era morto e ciò ch’era corrotto rendere incorruttibile .

3. Sarà opera del medesimo Iddio e della medesima potenza e sapienza anche il separare quello che è stato dilaniato e diviso fra una moltitudine di animali d’ogni specie, quanti sono soliti a gettarsi su questi corpi e saziarsene, e il riunirli di nuovo alle proprie membra e parti , anche se quel corpo umano fosse andato a finire in’ uno di quegli animali, anche se in molti, anche se dai primi in altri, anche se insieme con essi disfatto fosse ritornato ai primi principi dissolvendosi naturalmente in essi. E questa appunto parve essere la causa di maggior turbamento per alcuni, anche fra quelli ammirati per sapienza, i quali, non so come, giudicarono forti i dubbi diffusi fra il volgo.



CAPO IV

Si espone un’obiezione: Quando un cadavere, insepolto, vien divorato da animali, come potrà esserne separato per risorgere? La difficoltà si fa più grave quando questi animali diventano a loro volta nutrimento degli uomini; lo stesso avviene nei casi di antropofagia.

1. Dicono dunque costoro: Molti uomini sono periti miseramente nei naufragi e nei fiumi e il loro corpo è divenuto cibo dei pesci; altri molti sono caduti in battaglia o per qualche altra causa violenta o per calamità di vario genere, rimanendo privi di sepoltura, esposti a essere divorati dalla prima bestia che capita.

2. Ora, quando un cadavere viene così distrutto e le membra e le parti di cui risultava sono dilaniate e disperse da una gran moltitudine di animali e per via della nutrizione vengono a costituire una cosa sola coi corpi che se ne nutrono, allora anzitutto diventa impossibile separarli; c’è poi un’altra difficoltà, secondo loro, ancor più insormontabile.

3 Vi sono molti ammali che servono di nutrimento agli uomini. Ora quando essi si sono cibati di corpi umani, questi passano per lo stomaco dell’uomo e fanno una cosa sola col corpo di chi li mangia; in tal caso tutte quelle membra degli uomini che furono già nutrimento degli animali che le mangiarono, necessariamente debbono trasmigrare in altri corpi di uomini, poiché gli animali che frattanto se ne sono nutriti trasferiscono quel nutrimento che hanno ricevuto in quegli uomini di cui san divenuti nutrimento.

4. Di più portano sulla scena i tragici casi di figli che i genitori osarono divorare per fame o per pazzia, e di altri figli che furono mangiati dai genitori per insidia di nemici, e quella famosa tavola dei Medi e le tragiche cene di Tieste e vi aggiungono tutta una serie di simili fatti sciagurati e strani perpetrati fra i Greci e fra i barbari. Con questo apparato essi pensano di dimostrare l’impossibilità della risurrezione, in quanto non potrebbero le medesime membra risuscitare con corpi diversi; ma o non potrebbero più sussistere i corpi dei primi, per essere migrate in altri individui le membra che li costituivano, oppure, posto che queste membra vengano restituite ai primi possessori, i corpi degli ultimi ne resterebbero mutili e incompleti.



CAPO V

Si risponde: Iddio, che ha disposto per ogni animale il nutrimento adatto a lui, potrà ben separare i vari elementi coadunati; e non tutti i cibi che un animale ingerisce diventano suo nutrimento assimilandosi a lui.

1. Or sembra a me che chi ragiona in tal guisa prima di tutto ignori la potenza e la sapienza di Colui che ha creato e governa questo universo. Per ciascun animale egli, ha disposto il nutrimento confacente e proporzionato alla sua natura e alla sua specie, e non è suo disegno che un organismo di qualsiasi specie debba unirsi e mischiarsi con qualsiasi altro corpo; né egli si trova in difficoltà per separare gli elementi coadunati; ma piuttosto alla natura di ciascun essere creato egli permette di fare e patire ciò che ad essa è conforme, impedendole ciò che non è tale, e le concede tutto quello che vuole e per il fine che vuole, o ne la distoglie e rivolge altrove.

Mi pare, inoltre, che costoro non abbiano considerato il potere e la natura di ognuno degli esseri che nutriscono o si nutriscono.

2. In tal caso avrebbero certo compreso come non tutto quello che uno ingerisce cedendo alla necessità esteriore diventa nutrimento confacente all’animale: alcuni cibi, appena entrati nei meandri della cavità addominale, debbono corrompersi, venendo eliminati o per vomito o per escrezione o in altra guisa; sicché, lungi dall’assimilarsi col corpo che si nutre, non resistono nemmeno per breve tempo alla prima naturale digestione.

3 Così pure non tutti gli alimenti che sono stati digeriti e hanno subìto la prima trasformazione si assimilano senz’altro con le parti che si nutrono; poiché alcuni vengono a perdere la forza nutritiva quando sono nello stomaco, altri vengono secreti in forza della seconda trasformazione che ha luogo nel fegato e si tramutano in qualche altro elemento già spoglio della forza nutritiva. Infine, quella stessa trasformazione che avviene nel fegato non finisce tutta in nutrimento dell’uomo, ma qualche parte della sostanza così trasformata si elimina naturalmente negli umori superflui; e quello stesso nutrimento che ancor rimane, giunto alle membra e alle parti da nutrire, subisce talvolta qualche altra trasformazione, a cagione del prevalere di quell’elemento ridondante o predominante che suole corrompere e convertire in sé quello con cui viene a contatto.




CAPO VI

Le sostanze non confacenti all’animale che le ingerisce, anziché assimilarsi, si eliminano. o si corrompono, come dimostra il dolore, la malattia o la morte provocata da cibi velenosi.

1. Pertanto, essendovi una grande varietà di natura fra tutti gli animali, e trasformandosi il medesimo nutrimento naturale secondo le varie specie di animali e il corpo che se ne nutre; distinguendosi poi nella nutrizione di ciascun animale un triplice processo di purificazione e di secrezione, ne consegue necessariamente che qualsiasi cibo non appropriato alla nutrizione di un dato animale, non potendo essere da questo assimilato, si corrompe e se ne va per la sua via naturale o si trasforma in qualche altro elemento. Quindi anche ci dev’essere una corrispondenza naturale fra il valore d’alimento del corpo che nutre e le facoltà dell’animale che viene nutrito, cosicché il primo, passando per suoi filtri appropriati e sottoposto a quel rigoroso processo naturale di purificazione, possa apportare alla sostanza dell’animale un accrescimento perfettamente omogeneo.



2. E questa sola chi voglia dare alle cose il loro vero nome chiamerà nutrizione, in quanto elimina tutto ciò che è estraneo e nocivo alla costituzione dell’animale da nutrire e lo libera di quel gran peso di cui fu caricato solo per rimpinzare lo stomaco e soddisfare l’appetito.

3. Questo alimento nessuno dubita che si assimili al corpo nutrito, conglutinandosi e impastandosi con tutte le sue membra e parti; al contrario, quello che si comporta diversamente e contro la natura, si corrompe ben presto, se s’incontra con una forza più robusta; e quella cui riesce a vincere facilmente corrompe, convertendosi in succhi maligni e in qualità velenose, perché non porta al corpo da nutrire alcun elemento affine o amico.

4. Una prova decisiva di quest’affermazione è nel fatto che in molti animali, quando, nel nutrirsi, cedendo a una fame violenta, ingoiano qualche sostanza velenosa e contraria alla loro natura, ne consegue spasimò o pericolo o anche la morte; ciò appunto non può non essere rovinoso per l’organismo che si nutre, se è vero che esso vien nutrito dai cibi che gli sono propri e conformi a natura e rovinato da quelli contrari.

5. Adunque il nutrimento naturale si distingue secondo la differenza degli animali per natura differenti; di più, anche nell’ambito dei cibi naturali, non ogni sostanza che l’animale ha ingerito si assimila, o in tutto o in qualsiasi sua parte, al corpo da nutrire, ma solo ciò che è stato filtrato attraverso tutto il processo della digestione e trasformato e liberato da ogni scoria così da potersi assimilare con quel dato corpo, ed è in armonia con le membra che, deve nutrire. Di qui è chiaro come nessun cibo di natura diversa si assimilerà mai con quegli organismi per i quali non è nutrimento conveniente e proporzionato; ma o senza essere digerito viene espulso alterato dall’intestino, prima di produrre un qualche altro succo, oppure, se vi si ferma più a lungo, provoca sofferenza o infermità di difficile guarigione, corrompendo insieme anche il nutrimento confacente alla natura, o persino la stessa carne che di nutrimento abbisogna.

6. Ma se anche capita che venga scacciato per mezzo di medicamenti o d’una dieta migliore o sconfitto dalle risorse naturali dell’organismo, non se ne va senza notevole danno, giacché nulla esso porta di amichevole agli elementi conformi a natura, per la sua inettitudine ad amalgamarsi con la natura.

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:09. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com