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CATECHESI MISTAGOGICHE di s.Cirillo

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2014 19:51
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29/03/2014 19:51
 
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S. Cirillo di Gerusalemme
Diciottesima catechesi dei battezzandi tenuta a Gerusalemme sul «Credo»

La speranza della resurrezione

1. La radice di ogni opera di bene è la speranza della resurrezione. L'attesa della mercede, infatti, rafforza l'anima nella buona azione. Ogni operaio è pronto ad assoggettarsi alle fatiche se vede un guadagno delle fatiche stesse. Per quelli che lavorano senza la mercede scade l'anima con il corpo. Il soldato che si aspetta il premio del combattimento è pronto alle guerre. Nessuno militando per un re senza giudizio e che non riconosce i premi delle fatiche, è pronto ad affrontare la morte per lui. Così anche ogni anima che crede nella resurrezione giustamente ha cura di sé; quella che, invece, non crede nella resurrezione è consegnata alla rovina. Chi crede che il corpo attende la resurrezione ha cura della veste e non lo contamina con la fornicazione. Chi non crede alla resurrezione si dà alla fornicazione abusando del suo corpo come se fosse di un altro.

Grande dottrina e lezione della santa Chiesa cattolica è la fede nella resurrezione dei morti. Grande e necessaria dottrina oppugnata da molti e comprovata dalla verità. I greci la combattono, i samaritani la negano, gli eretici la scherniscono. La contraddizione è multiforme, ma la verità è uniforme.

La decomposizione del cadavere

2. I greci e ugualmente i samaritani adducono contro di noi questi motivi. L'uomo che è morto cade, si decompone e tutto si dissolve in vermi che anche muoiono. Tanta putredine e decomposizione riceve il corpo!… In che modo dunque risorge? I pesci hanno mangiato i naufraghi ed i pesci stessi vengono mangiati. Orsi e leoni maciullandole hanno divorato anche le ossa di quelli che combattono contro le belve. Avvoltoi e corvi, beccano le carni di cadaveri giacenti per terra, volano per tutto il mondo. Dove si ricompone quel corpo? Può darsi che degli uccelli che l'hanno mangiato, chi muore in India, chi in Persia, chi nella terra dei goti. Vento e pioggia disperdono la stessa cenere di quelli che vengono cremati. Dove si ricompone il corpo?

A Dio tutto è vicino

3. Per te che sei piccolo uomo e debole, l'India è lontana dalla terra gotica e la Spagna dalla Persia. A Dio, invece, che tiene tutta la terra in un pugno, tutto è vicino. Non accusare Dio d'impotenza dalla tua debolezza, piuttosto considera la sua potenza. Il sole che è una piccola opera di Dio con la semplice diffusione dei raggi riscalda tutto il mondo, e l'aria che Dio fece circonda quanto è nel mondo. Dio artefice del sole e dell'aria è lontano dal mondo?

Supponi che siano stati mischiati insieme semi diversi per natura (a te che sei debole nella fede propongo esempi di poco momento) e che questi diversi semi siano racchiusi in un solo tuo pugno. Per te che sei uomo è arduo o facile distinguere nel tuo pugno, riunire e assegnare al suo genere ciascuno dei semi diversi, secondo la propria natura? Dunque se tu sei capace di distinguere ciò che è contenuto nella tua mano, Dio non può distinguere e assegnare quanto è nel suo pugno? Considera ciò che dico: è empio negarlo.

La giustizia di Dio

4. Segui lo stesso criterio di giustizia ed entra in te stesso. Hai diversi domestici, alcuni sono buoni, altri cattivi. Tu rispetti i buoni e castighi i cattivi. Se tu sei giudice lodi i buoni e punisci gli scellerati. Se in te che sei uomo mortale si salva il senso del giusto, in Dio che è il re di tutto senza successore non c'è la rimunerazione della giustizia? È empio negarlo. Considera ciò che dico. Molti omicidi sono morti impuniti nel loro letto. Dov'è la giustizia di Dio? Spesso a un assassino reo di cinquanta omicidi venne solo per una volta tagliata la testa. Dove sconterà la pena per i quarantanove? Se dopo questo mondo non ci fosse un giudizio e una retribuzione, tu accuseresti Dio di ingiustizia.

Non ti meravigliare per il differimento del giudizio. Chi è in gara dopo la fine della competizione è incoronato o vituperato. Mai l'arbitro incorona quelli che sono in gara, ma attende che tutti finiscano di gareggiare perché dopo la graduatoria distribuisca il premio e la corona. Così anche Dio, mentre il combattimento dura nel mondo aiuta parzialmente i giusti, poi li ricompensa pienamente, alla fine.

La coscienza della resurrezione

5. Se la resurrezione dei morti per te non esiste perché condanni i violatori dei sepolcri? Se il corpo si dissolve e la resurrezione è senza speranza, perché chi viola il sepolcro incorre in una pena? Vedi che anche se tu neghi con le labbra, rimane piena in te la coscienza della resurrezione.

Morti risorgeremo

6. Un albero abbattuto rifiorisce e l'uomo abbattuto non rifiorisce? Ciò che è stato seminato e mietuto rimane sull'aia e l'uomo reciso da questo mondo non rimane sull'aia? I tralci della vite e i rami degli alberi completamente tagliati, trapiantati, ricevono la vita e portano frutto, l'uomo, poi, per il quale le piante esistono, una volta sotterrato non risorgerà? Al confronto delle fatiche quale è più grande, plasmare una statua che da principio non c'era, o rifare di nuovo con la stessa forma una che si era rotta? Dio che ci fece dal nulla, non potrà di nuovo far risorgere quelli che c'erano e sono morti?

Ma tu non credi a quanto è scritto sulla resurrezione perché sei greco. Contempla dalla natura questo e rifletti sulle cose che sino ad oggi si vedono. Si semina il frumento, se piace, o qualsivoglia genere di semi. Appena cade, come se morisse, va in putrefazione ed è inutile al nutrimento. Ma quello putrefatto risorge verdeggiante e caduto piccolo risorge bellissimo. Il frumento è fatto per noi. Per il nostro uso il frumento e i semi sono fatti, non per se stessi. Quelle cose che per noi sono state create, morte rivivono, e noi, motivo per i quali esse vivono, morti non risorgeremo?

Dio ogni anno opera la resurrezione

7. È tempo d'inverno come vedi. Gli alberi sono come morti. Dove sono ora le foglie del fico? Dove i grappoli della vite? Nell'inverno questi sono morti e nella primavera verdeggianti e quando viene il tempo, allora, come dalla morte, rinasce la forza della vita. Dio guardando la tua infedeltà in queste cose fenomeniche opera ogni anno la resurrezione perché, vedendo ciò nelle cose inanimate, lo ritieni anche sulle animate. Le mosche e le api spesso annegate nell'acqua dopo un po' risorgono, e il genere delle lamprede d'inverno rimane immobile e d'estate poi risorge. A te che pensi cose umili e vili ti vengono dati simili esempi. Ora chi concede ad esseri irragionevoli e deprecabili di vivere oltre la natura, egli stesso a noi, per i quali fece quelle cose, non la concederà?

La fenice

8. Ma I greci cercano una evidente resurrezione dei morti e dicono che anche se queste cose risorgono, non del tutto sono andate in putredine. Essi cercano di vedere apertamente l'animale putrefatto che risorge. Dio conosceva tale incredulità degli uomini e per questo creò l'uccello chiamato fenice. Esso, come scrive Clemente e i più narrano, è unigenito e venendo dalla terra d'Egitto a intervalli di cinquecento anni dimostra la risurrezione. Lo dimostra non nei luoghi deserti, ma perché sia conosciuto il mistero che avviene, in una città illustre in modo che l'incredibile sia toccato con mano.

Costruitosi un nido di mirra, di incenso e di altri aromi in un ciclo completo di anni, entratovi, agli occhi di tutti muore e imputridisce. Poi, dalla putrefazione della carne morta, nasce un verme e questo crescendo prende la forma di un uccello. Credi alla cosa. Come del genere delle api, così vedi formarsi dai vermi e dalle liquidissime uova penne di uccelli, ossi e nervi che spuntano. Poi la suddetta fenice, mettendo le penne e divenuta perfetta quale era la prima fenice, vola nell'aria, come anche quella che era morta, mostrando agli uomini apertamente la resurrezione dei morti.

Meraviglioso uccello è la fenice, ma uccello irragionevole che mai canta a Dio. Vola nell'aria, ma non sa che sia l'unigenito figlio di Dio. A questo animale irrazionale che non conosce il suo creatore è data la resurrezione dai morti. A noi, poi, che glorifichiamo Dio e osserviamo i suoi precetti non è data la resurrezione?

La vita e la resurrezione

9. Ma poiché è lontano e raro l'esempio della fenice, e molti non lo credono ancora, prendi una dimostrazione di quelle cose che ogni giorno accadono. Cento o duecento anni prima, tutti quelli che parliamo e ascoltiamo dove eravamo? Ignoriamo forse il principio della costituzione dei nostri corpi? Non sai che siamo nati da elementi deboli, informi e uniformi? L'uomo è formato da questo elemento uniforme e debole; e ciò che è debole divenuto carne si muta nella robustezza dei tendini e nello splendore degli occhi, nell'olfatto del naso, nell'udito degli orecchi, nella lingua che parla, nel cuore che palpita, nell'operosità delle mani, nella velocità dei piedi e in tutte le membra. E ciò che è debole diviene un fabbricatore di navi, costruttore di case, architetto e operaio di arte, soldato, principe, legislatore e re. Dio che, pertanto, ci fece da vili elementi non può farci risorgere quando siamo morti? Chi ha dato corpo a una cosa vilissima non può far di nuovo risorgere un corpo che è morto? Chi ha creato ciò che non c'era, non potrà far risorgere ciò che esisteva ma è morto?

Le dimostrazioni raziocinanti

10. Eccoti una dimostrazione evidente della resurrezione dei morti nel cielo e tra gli astri attestata ogni mese. Infatti il corpo della luna completamente esaurito, in modo che nulla si vede più, di nuovo aumenta e si stabilisce in ciò che era prima. Per una dimostrazione perfetta della cosa, la luna, dopo una serie di anni sparita, si cambia manifestamente in sangue e di nuovo prende il corpo splendente. Dio ha preparato ciò perché tu, uomo, che sei formato dal sangue credessi alla resurrezione dei morti e ciò che vedi nella luna lo credessi anche per te. Con i greci usa queste argomentazioni. Con quelli che non recepiscono le Scritture combatti con armi non scritturistiche, ma prese solo dalle dimostrazioni raziocinanti. Da loro non è recepito né chi è Mosè, ne chi Isaia, né il Vangelo, né Paolo.

Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe

11. Passa ora ai samaritani che accettano solo la Legge e non ammettono i profeti. Ad essi è inefficace come sembra la presente lettura di Ezechiele. Non accettano, come dicevo, i profeti. Come persuaderemo i samaritani? Veniamo ora agli scritti della Legge. Dio dice a Mosè: «Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe» che ci sono e sussistono. Se Abramo, Isacco e Giacobbe fossero morti, egli sarebbe Dio di quelli che non esistono. Quando mai un re ha detto di essere il re dei soldati che non ha? Quando mai uno ha mostrato la ricchezza che non possiede? Bisogna che Abramo, Isacco e Giacobbe esistano perché Dio sia Dio di quelli che esistono. Non disse ero di quelli, ma sono. Si tratta del giudizio. Abramo dice al Signore: «Chi giudica tutta la terra non praticherà il giudizio?».

Analogie del Vecchio Testamento

12. I samaritani insensati contestano e dicono: ammesso che le anime di Abramo, di Isacco e di Giacobbe rimangono, i loro corpi, però, non possono risorgere. Se fu possibile che la verga di Mosè, il giusto, divenisse drago, non è possibile che i corpi dei giusti vivano e risorgano? Ciò che è avvenuto contro natura, non può ricostituirsi secondo natura? Anche la verga di Aronne recisa e morta germogliò senza umore di acqua. Pur trovandosi al coperto, tuttavia, germogliò come nei campi. Era in luoghi aridi e in una notte diede i frutti delle piante da tempo irrigate. Se la verga di Aronne risuscitò dai morti, non può risuscitare Aronne? Dio che per conservargli il sommo sacerdozio compì il miracolo nel legno, non può dare la resurrezione ad Aronne? Una donna contro natura diventò sale. Se la carne si muta in sale, la carne non si può ricostituire in carne? La moglie di Lot divenne una statua di sale e non può risorgere la moglie di Abramo? Da quale potenza fu cambiata la mano di Mosè che in un'ora divenne come neve e poi ritornò come prima? Certamente per comando divino. Allora il comando divino era efficace, ora non più?
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