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SCIENZA E FEDE

Ultimo Aggiornamento: 21/04/2024 18:37
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26/03/2014 18:43
 
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CAPITOLO I. - LA SCIENZA E LO SCIENTISMO DI FRONTE ALL'AFFERMAZIONE RELIGIOSA

Distinzione tra scienza e scientismo. - È proprio della scienza essere una ricerca umanamente autonoma della natura quale viene rivelata dall'esperienza, come pure è una caratteristica essere coestensiva alla condizione di materialità delle cose e, in certo modo, di cogliere sempre la realtà in quanto materiale. Pretendere che la scienza rinunci a ciò cui è obbligata, significherebbe esattamente chiederle di rinunciare ad essere scienza. Bisogna quindi mantenere ben distinta la legittimità di questa doppia condizione della conoscenza scientifica e guardarsi dal volerne ricusare le esigenze. Tuttavia non si deve confondere il metodo scientifico con lo scientismo: quello è un insieme di regole che guidano l'attività scientifica nella ricerca o nell'elaborazione; questo è sostanzialmente un'opzione d'ordine filosofico con tesi molto discutibili, anche quando sembrano giustificate dalle apparenze.

Le difficoltà del dialogo tra lo scienziato e il credente. - Le difficoltà che il razionalismo scientista presenta come irresistibili, sono certo molto naturali allo spirito umano, per il fatto stesso che esso pratica il pensiero scientifico. Molti stentano a dare loro una risposta esatta; invece il credente sente molto bene che tra il suo atteggiamento e il pensiero scientifico non c'è affatto l'opposizione di principio affermata dallo scientismo; sente essere possibile una sintesi, e alla occorrenza, vive effettivamente di essa. Ma per lui è molto difficile dire in che cosa consista tale sintesi e presentare il suo pensiero religioso in modo da non prestare il fianco a fondate obiezioni dell'incredulità scientista.

E questo ordinariamente perché tanto il credente quanto lo scientista tendono a misconoscere il modo con cui la verità religiosa e la credenza intervengono nello spirito e possono assimilare inconsciamente le affermazioni riguardanti Dio, l'anima o la rivelazione, alle affermazioni che la ricerca scientifica può giustificare. La tentazione di chi cerca di rendere ragionevole la sua fede è d'accontentarsi, in tale materia, di far appello a qualcosa che è nell'ordine dell'evidenza materiale; e allora l'incredulo, che obietta a nome della scienza, riesce facilmente a dimostrare che, quando s'invoca l'evidenza materiale, tocca alla scienza di entrare in azione e che la scienza è sufficiente, facendo credere che la fede possa sussistere solo in quanto il pensiero resta prescientifico o mescolato alle determinazioni affettive della soggettività, e che debba indietreggiare incessantemente e ineluttabilmente a mano a mano che il pensiero scientifico prende effettivamente possesso del suo campo. La preoccupazione d'evitare quest'inconveniente conduce troppo spesso a negare al pensiero scientifico le prerogative che, nel suo ordine, gli sono effettivamente proprie. Ma tale atteggiamento finisce di generare spiacevoli conseguenze, una delle quali è lo scandalo giustificato, che l'incredulo prova di fronte alla fede presentata in questo modo.

Conseguentemente oggi, con una scienza tanto vivamente cosciente della propria condizione e dei propri metodi, occorre uno sforzo notevole e costante per essere chiari e condurre la discussione senza impegnare la posizione religiosa su un terreno che non è il suo, e dove corre pericolo d'essere molto presto condotta in un vicolo cieco. L'attuale livello, dove ormai si pone l'apologetica, esige una solida dottrina sulla natura della conoscenza religiosa e dei suoi rapporti con la conoscenza scientifica.

Dall'evidenza materiale a quella riflessiva. - Sembra quindi necessario riconoscere chiaramente il duplice ordine dell'evidenza umana e la gerarchla esistente tra l'ordine dell'evidenza materiale proprio della scienza e l'ordine dell'evidenza riflessiva. Finché lo spirito non riconosce questa dualità, non si può trattare con chiarezza il problema dei rapporti tra scienza e religione: lo scientismo prende notevoli cantonate quando pretende di ridurre tutto il sistema della ragione allo sviluppo dell'evidenza materiale; ma capita pure spesso che i credenti e gli apologisti prendano abbagli complementari, lasciandosi andare a rappresentare in modo indebitamente materiale l'affermazione religiosa. La prima risposta d'insieme che si deve dare allo scientismo e alle sue difficoltà consiste quindi nel rilevare il fatto dell'evidenza riflessiva e nel farne riconoscere il vero stato nei confronti dell'evidenza che serve al pensiero scientifico. Dovremo pertanto precisare successivamente questi punti:

- C'è un'evidenza irriducibile a quella di cui si serve la scienza moderna, ed è essenzialmente legata all'attività riflessiva dello spirito.
- Tale evidenza ha un valore distinto di verità e di certezza, è autenticamente intellettuale, e il suo sviluppo è pure una funzione indispensabile della
ragione umana.
- Quest'evidenza per se stessa permette alcune affermazioni metafisiche, come quella dell'esistenza di Dio, e permette anche di comprendere l'eventuale intervento d'un principio trascendente a determinare il giudizio in un atto di credenza religiosa.
- Relativamente alla scienza, quest'evidenza lascia sempre intatto tutto il dispiegamento autonomo della ricerca scientifica, conforme alle condizioni
che la scienza riconosce a se stessa; proibisce soltanto di passare, se non vi sono altre ragioni, dal comportamento metodologico dello scienziato alla camuffata pretesa ontologica, qual è in realtà lo scientismo.
- Quindi la verità religiosa, in rapporto alla conoscenza scientifica, verrà tempre presentata come una verità d'ordine ulteriore; verità che riprende, illuminata da nuove fonti di giudizio, l'insieme delle verità umane, non esclusa la scienza. Abbiamo un esempio di quest'integrarsi della verità scientifica con
l'ordine del pensiero religioso, senza che quella subisca qualche attentato da questo, nell'affermazione della divina provvidenza. L'identico volto dell'universo, che la scienza scopre senza mai rinunciare alle leggi del suo sforzo, è anche il vero volto di questa realtà, i cui minimi tratti sono disposti provvidenzialmente da Dio. La scienza, anziché contraddire l'intuizione religiosa, può essere lo strumento d'una nuova espansione di essa.

Ora dobbiamo commentare brevemente ciascuno di questi punti.
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