È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

LA PRESCRIZIONE CONTRO GLI ERETICI di Tertulliano

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2014 20:29
Autore
Stampa | Notifica email    
21/03/2014 20:25
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

XXXVII.

Le Scrittore Sacre non possono appartenere affatto agli eretici.

¶ Le cose stanno dunque così: che noi possediamo la verità; che essa deve a noi proprio venire aggiudicata; a noi, che avanziamo, ognuno, sicuri in questa nostra regola, che le Chiese riceverono dagli Apostoli, gli Apostoli a lor volta attinsero dalla voce di Cristo, Cristo, da Dio. È chiaro ed evidente dunque |86 che noi abbiamo pieno il diritto di non riconoscere agli eretici la facoltà di discussione e d'esame delle Scritture Sacre; sono proprio loro che noi possiamo benissimo convincere, senza appoggiarsi affatto all'aiuto dei Libri Sacri, che su di questi non possono vantare diritto alcuno. Non si possono dir Cristiani costoro, dal momento che, non traendo da Cristo la loro dottrina, ne seguono una a loro scelta, onde s'acquistano appunto il nome di eretici. Se dunque non sono Cristiani, è chiaro che sui Libri Sacri non possono vantare diritto alcuno, e noi potremmo rivolgerci a loro con queste parole e giustamente: Chi siete voi? quando e donde siete venuti? a che v'occupate e v'intromettete nelle cose nostre, voi, che non appartenete affatto a noi, che non siete dei nostri? Marcione, si può sapere di dove attingi la facoltà di tagliar legna dalla mia selva? chi ti ha dato il permesso, o Valentino, di deviare le acque dalle mie fonti? e in nome di qual diritto, tu, Apelle, sposti i confini delle mie terre? È casa mia questa; questi sono possessi miei; come può avvenire che voi altri tutti, secondo il piacimento vostro, seminiate e raccogliate pascolo in |87 queste mie terre? È mia questa terra: ve l'assicuro; da tanto tempo è mia; ed è chiaro il diritto di priorità che io ne ho su di voi, e delle prove non me ne mancano e son prove sicure, autentiche e le traggo proprio dai loro primi ed autentici padroni. Sono io l'erede degli Apostoli, e, precisamente, come essi hanno disposto per testamento, come confermarono e trasmisero per fedecommesso e come poi essi infine fissarono sotto la santità del giuramento, io sento di possedere la loro dottrina. Per quello poi che riguarda voi eretici, gli Apostoli, senza dubbio, vi hanno sempre rinnegato, vi hanno considerati lontani da loro, come estranei, come nemici. Ma gli eretici, in seguito a che cosa possono apparire agli Apostoli come estranei, come nemici, se non per una intima e profonda diversità di dottrina, la quale ciascuno di loro, secondo il proprio capriccio, o inventò o accolse, contrariamente a quanto era stato affermato dagli Apostoli? |88

XXXVIII.

Le Sacre Scritture: loro integrità; gii eretici le hanno male interpetrate o alterate

¶ È proprio là, dunque, dove si riscontra diversità di dottrine, che noi dobbiamo pensare che quivi appunto vi sia una falsificazione di Scritture ed errore d'interpetrazione. Coloro i quali si proposero di alterare la parte sostanziale dell'insegnamento, si trovarono, per forza, nella necessità di disporre altrimenti i mezzi che dovevano servire per giungere a tale dottrina; perchè la sostanza dell'insegnamento loro non avrebbe potuto essere minimamente alterata, se non fossero state diverse le strade per le quali dovevano giungere ad impartire tale dottrina. Come agli eretici, dunque, sarebbe stato impossibile giungere alla falsificazione della dottrina stessa, senza mutare o alterare, in certo modo, gli elementi suoi, così anche a noi, nello stesso modo, non sarebbe stato possibile mantenere la integrità della dottrina, se integri non fossero rimasti i principi e i mezzi, per i quali essa dottrina procedeva, e quegli elementi sui quali trovava sua base l'insegnamento di essa. |89

¶ E nei nostri libri che cosa si potrebbe trovare che non sia perfettamente in accordo con quello che crediamo noi? ci abbiamo forse messo qualcosa di nostro? o che cosa si può trovare che noi cerchiamo in qualche modo di correggere o togliendo o aggiungendo o mutando? Quello che noi siamo, lo sono pure le Scritture Sacre fin dalla loro origine prima: è da esse che traiamo la sorgente nostra di vita, prima che subissero qualsiasi alterazione, prima che da voi fossero in qualche modo guastate. Dal momento che ogni inter-polazione è logico che si debba credere posteriore all'originale, poichè essa è necessariamente scaturita fuori da un certo spirito di rivalità e di dissenso, che non può, naturalmente, vantare carattere di priorità e neppure può essere che in certo modo si debba considerare della stessa famiglia di quel principio a cui cerca di contrastare; per questa ragione, è naturale che nessuna persona fornita di buon senso, possa credere minimamente che siamo stati noi a portare nelle Sacre Scritture una mano emendatrice e falsificatrice, noi che siamo stati i primi e abbiamo attinto da esse direttamente la dottrina nostra. Piuttosto è da |90 pensare che tali emendamenti l'abbiano introdotti coloro che vennero dopo e che ci furono contrarî e nemici. Ecco qua uno, che falsifica il testo; eccone un altro, che, dando una interpetrazione diversa, viene ad alterare profondamente, intimamente il senso della Scrittura. E non si deve pensare che, se Valentino sembra pure servirsi delle Scritture, mantenendole nella loro integrità organica, egli non sia di un'astuzia più fina e più sottile di Marcione, il quale colpisce in pieno, apertamente, colle sue armi, la verità. Fu di una spada che Marcione si servì per colpire in piena luce e decisamente le sacre pagine; non gli bastò la penna, e così, dopo averle straziate colle sue armi, le ridusse alle sue credenze. Valentino le risparmiò e non prese di mira le Scritture per armonizzarle al suo sistema, ma sforzò il suo sistema ad entrare, ad accomodarsi nell'ambito delle Scritture. Ma in quanto a tagliare, ad aggiungere.... anche più degli altri, costui, perchè non ha risparmiato parola, alla quale non abbia sottratto il suo significato proprio e reale e sovrapposto certe combinazioni strane d'immagini più o meno fantastiche, |91

XXXIX.

Gli eretici tengono in loro uno spirito dì menzogna

¶ Erano proprio questi esseri, queste intelligenze che venivano dagli spiriti del male e del falso (129), e noi dobbiamo, o fratelli, combattere appunto contro questi, e bisogna guardarli bene in faccia, noi; come esseri, di cui la fede ha necessità assoluta. E non è per loro forse che verranno alla luce gli eletti e si scopriranno pure, invece, i reprobi (130)? Ed è appunto per questo che essi posseggono tale un'abilità e tale una forza, da costruire, da intelaiare con tanta facilità una rete di errori. Ma questa facilità d'intesser e errori non ci deve far meraviglia alcuna: non è mica essa qualcosa di strano e di inesplicabile! Di questa abilità abbiamo esempi anche a portata di mano nella letteratura non religiosa, ma profana. Ecco che ai giorni nostri si vede comparire una tragedia tratta da Virgilio, ma cambiata completamente poi nel suo complesso: la materia è adattata bene alla forma poetica, e la forma poetica armonizza quindi colla materia trattata. Eppoi Osidio (131) Geta trasse completamente da Virgilio la sua tragedia |92 intitolata Medea, e fu proprio uno che è a me legato da una certa parentela, che, con espressioni del poeta stesso su rammentato, riuscì a ricamare così, nelle ore di svago letterario e di divertimento, uno scritto che si disse la Tavola di Cebete (132).

¶ E sogliono ricevere il nome di centoni Omerici, o Omero-centoni più propriamente, gli scritti di coloro che dai Poemi Omerici, con un lavoro loro personale, riuniscono, per formarne una specie di centone, in un sol corpo, quelle singole parti che essi credono potere armonizzare. La sacra letteratura per così dire, ha invero una ricchezza e una larghezza tali, quali sono sufficienti a qualunque esigenza, ed io non ho timore alcuno ad affermare che i Libri Sacri siano stati disposti e armonizzati per volontà di Dio, in tal modo, che essi potessero offrire materia agli eretici, per fissare le loro dottrine, dal momento che io leggo che è necessario che le eresie esistano (133); le quali non potevano esistere senza le Sacre Scritture. |93

XL.

Falsi e ingannevoli procedimenti degli eretici

¶ Ma si domanda: da quale potenza può venire interpetrato il senso di quei luoghi, in modo che essi favoriscano poi lo svolgersi di una credenza eretica? È manifesto che ciò non può avvenire se non da parte del diavolo; è proprio il suo mestiere, del resto, quello di sconvolgere e di turbare ogni principio di verità. E lui pure imita nei misteri degli idoli, i riti delia divina fede; egli pure battezza chi professa fede in lui e si dice suo seguace; e promette pure lui che le loro colpe otterranno perdono da questo lavacro. Se ancor bene mi ricordo, anche Mitra (134) segna i suoi seguaci, e imprime loro il suggello sulla fronte, dì quella che sia la sua religione; anche l'offerta del pane è fra le cerimonie che si ricollegano a lui; ecco che nei suoi riti appare anche un'immagine della resurrezione, e ai caduti di spada offre la corona. Eppoi, non ha fissato pur lui per il suo sommo sacerdote la facoltà di stringere una sola volta vincolo di nozze? Anche lui ha le sue vergini ed ha pure discepoli, che osservano i |94 principi della continenza. Del resto se ci rifacciamo a considerare le credenze superstiziose di Numa Pompilio, se esaminiamo le funzioni dei sacerdoti gli onori di cui sono insigniti, i loro privilegi, le funzioni sacrificali a cui essi presiedono, gli strumenti e i vasi diversi che vengono usati nei molteplici riti, e le stranezze, le particolarità curiose e minuziose dei voti e delle cerimonie espiatorie, non ci appare forse manifestamente che il demonio ha imitato la Legge Mosaica in tutta la sua minuziosa esattezza?

¶ Egli dunque, che i medesimi procedimenti rituali con cui vengono trattati e celebrati i Sacramenti del Signore, si è studiato con tanta scrupolosità di riprodurre nelle cerimonie idolatre; egli dico, tese con ogni desiderio a raggiungere questo scopo e potè infatti applicare ad una credenza profana, in contrasto aperto colla vera, quei procedimenti proprì delle cose divine e dei Sacramenti Cristiani. I pensieri suoi si ritrovavano nei nostri, le sue parole erano quelle nostre, le sue parabole non erano che le parabole nostre. Ed è per questo, dunque, che non ci deve essere alcuno, il quale possa nutrire dubbi che quei principi di male |95 e di menzogna, da cui traggono origine e alimento le eresie, derivino proprio dal diavolo e che le eresie non sono affatto molto lontane dalla idolatria, in quanto riconoscono come loro principio e usano come loro mezzi, quelli stessi che riconosce e di cui si serve l'idolatria. Infatti o immaginano un Dio diverso dal Dio, sommo Creatore, oppure, se riconoscono un Dio unico Creatore, seguono intorno a Lui una credenza che non è la vera. E dunque, qualunque parola di menzogna che si possa pronunziare contro Iddio, diviene, in certo modo, elemento d'idolatria.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:57. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com