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LA PRESCRIZIONE CONTRO GLI ERETICI di Tertulliano

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2014 20:29
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21/03/2014 20:24
 
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XXXI.

La parabola evangelica della buona sementa

¶ M'accorgo però d'essere uscito dal mio |71 assunto. Ritorniamo dunque a discutere sulla questione fondamentale, come la verità sia quella che abbia diritto d'essere riconosciuta per prima e come a questa poi si sia mescolata la menzogna. Noi, per la nostra dimostrazione, possiamo servirci dell'aiuto di quella famosa parabola (114) la quale narra che il Signore, in principio, sparse il buon seme di frumento, ma che il diavolo poi, nella sua mala potenza, ci mescolò la zizzania, erba sterile e dannosa. Propriamente questa narrazione sta a rappresentare la differenza delle dottrine, dal momento che anche in altri luoghi la sementa buona è l'immagine usata ad esprìmere e a significare la parola del Signore (115). Così diviene ormai cosa chiara ed aperta che, riguardo all'ordine del tempo, ciò che ci è stato anteriormente tramandato, è derivato dal Signore, e contiene il principio della verità; ma che invece riveste i caratteri della falsità e dell'errore ciò che s'è mescolato e confuso dopo alla purità della prima tradizione. Questo princìpio rimarrà come fondamento dal quale noi potremo avanzare contro tutte le eresie posteriori anche, nelle quali non è possibile riscontrare alcun elemento di sicurezza e di |72 fermezza, che dal loro seno si innalzi a difendere, per esse, un principio e una luce di verità.

XXXII.

Le Chiese Apostoliche e il loro insegnamento

¶ Ma poi, se vi siano eresie, le quali abbiano l'ardire di sostenere che esse sono strettamente congiunte alla purezza e all'integrità dell'Epoca Apostolica, così da voler quasi dimostrare che derivano in certo modo dagli Apostoli direttamente, perchè all'età loro fiorirono, noi possiamo risponder così: ci dimostrino chiaramente le origini, dunque, delle Chiese loro; ce lo dichiarino in quale ordine si siano susseguiti i vescovi loro, cominciando dall'inizio e venendo giù ordinatamente nel tempo, in modo che quel primo vescovo possa a sua volta riconoscere come predecessore e sostenitore qualcuno degli Apostoli o di quei primi uomini apostolici che cogli Apostoli ebbero assoluta comunione di vita e di fede.

¶ È proprio seguendo questo sistema che le Chiese Apostoliche spiegano e dichiarano la loro vita, la loro gloria. Ecco che la Chiesa |73 di Smirne afferma che fu Giovanni a porre a suo capo Policarpo, e la Chiesa di Roma riconosce che Clemente fu ordinato da Pietro. E così continuando, tutte le altre Chiese fanno ricordo dei loro vescovi, che posti in tal grado direttamente dagli Apostoli, rappresentano la semente prima, apostolica, di quella che fu poi la fioritura. Anche gli eretici possono forse portare qualcosa che stia a confronto colle nostre affermazioni? Ci si provino! Che c'è di non lecito per loro, dal momento che han potuto e saputo pronunziare parole piene di menzona? Ma per quanto essi possano inventare, non riporteranno da ciò vantaggio alcuno: quando le dottrine loro verranno paragonate colf integrità della dottrina apostolica, da quei loro caratteri di diversità e di contrarietà, risulterà chiaro che esse non possono derivare nè direttamente dagli Apostoli nè da un uomo apostolico. Come gli Apostoli non è ammissibile affatto che abbiano insegnato cose che fra loro non avessero la più assoluta armonia, così non è possibile che uomini apostolici abbiano divulgato dottrine contrarie a quelle degli Apostoli, almeno che non si siano allontanati da costoro. |74

¶ È proprio a un esame di questo genere che saranno chiamati anche da quelle Chiese le quali, pur non traendo il vanto della fondazione direttamente dagli Apostoli o da uomini apostolici, essendo esse di origine molto posteriore, si trovano d'accordo nella professione di una stessa fede; e così pure da quelle che ogni giorno stanno istituendosi, ma che per questa piena e completa unione di dottrina, sono ugualmente considerate apostoliche.

¶ Così le eresie, chiamate in massa ad una prova dalle Chiese nostre, perchè esse rendano chiaro e evidente il loro carattere di autenticità, adducano, su, via, le ragioni per le quali aspirano ad avere il nome di apostoliche! Ma se non lo sono! Come dunque, allora, potranno sostenere e provare d'essere quello che non sono? Ed è questa appunto la ragione per la quale le Chiese, che in qualche modo possono avere il nome di apostoliche, non vogliono accoglierle nel loro seno per alcuna relazione, o comunione con esse. E s'intende: appunto perchè, data la diversità della dottrina da loro sostenuta, esse non possono pretendere d'aspirare al nome di apostoliche. |75

XXXIII.

Diversita di dottrine: purità della dottrina apostolica

¶ Mi piace di aggiungere una specie di sguardo generale; di abbracciare cioè in complesso queste false dottrine, che fin dal tempo degli Apostoli esistettero, e che dagli Apostoli stessi furono considerate, esaminate, prese di mira e poi condannate. In tal modo la facilità sarà maggiore, di batterle in breccia, quando si potrà dimostrare a loro riguardo che esistettero come tali fin da quei tempi o che hanno tratto i primi elementi di vita da altre dottrine eretiche, anche allora esistenti. Nella prima lettera, che indirizza ai Corinti (116), Paolo ha parole dì biasimo per coloro che negavano, o almeno esprimevano dubbi sulla Resurrezione; ed era così proprio che la pensavano i Sadducei (117): ebbene, Marcione, Apelle e Vaientino si riattaccano appunto a questa dottrina, ed anche gli altri, che combattono il principio della Resurrezione dei corpi.

¶ Sentiamolo, quando si rivolge ai Galati (118). Egli si scaglia contro coloro che affermavano e mettevano in pratica la circoncisione e la legge - tale era il principio eretico di Ebione -; |76 e, rivolgendo consigli ed ammaestramenti a Timoteo (119), è sempre Paolo che rimprovera chi non ammette il matrimonio - e in ciò dobbiamo pur riconoscere i principi di Marcione e di Apelle, che fu suo seguace -. E attacca pure, egualmente, coloro che sostenevano che la Resurrezione fosse già avvenuta (120) - e si noti che affermano questo, per quanto li riguarda, anche i seguaci di Valentino -. E come non ricorrere sempre a Valentino, quando Paolo parla di genealogie infinitamente lunghe (121)? È proprio presso Valentino che si trova un Eone - io non saprei più dir precisamente quale, eppoi non ha neppure una denominazione chiara -, che genera dalla sua Grazia il Senso e la Verità, e questi a loro volta, ne generano altri due: il Verbo e la Vita, che dan luogo, dopo, ad altre due produzioni: l'uomo e la Chiesa; e da questo primo gruppo di otto Eoni ne scaturiscono fuori altri dieci, eppoi dodici, e tutti hanno stranissimi nomi, finchè si arriva alla meravigliosa storiella dei trenta Eoni. E Paolo stesso, quando ha parole di riprovazione per coloro che si dimostrano soggetti agli elementi (122), intende chiaramente di riferirsi a quella |77 credenza di Ermogene, che, concependo una massa di materia, che non ha avuto principio di creazione alcuna, paragona questa a Dio. Dio è increato, e, intendendo [Ermogene] questa materia come una dea madre degli elementi singoli, può naturalmente riconoscere ad essa anche un principio di soggezione, in quanto è da lui paragonata ed uguagliata a Dio.

¶ E nell'Apocalisse (123), Giovanni comanda che vengano gastigati coloro che si cibano di quelle carni che vengono consacrate agli idoli, e che commettono fornicazione: vi sono anche ora dei Nicolaiti (124): vi è chi segue l'eresia Gaiana, dunque.

¶ In una sua lettera, Paolo, chiama Anticristi (125) coloro i quali non riconoscono che Gesù abbia rivestito carne umana e che non credono che sia il Figliuolo di Dio. Marcione ha sostenuto proprio il primo punto di questa falsa dottrina, ed Ebione è stato il difensore del secondo. Era poi considerata sempre nel campo delle eresie la dottrina magica di Simone, la quale faceva gli angeli oggetto di culto, e nella persona dello stesso Simone, tale credenza ebbe condanna da Pietro (126). |78
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