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IDEE di CREDENTI e NON CREDENTI, FAMOSI

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2021 22:32
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La maggioranza degli scienziati crede in Dio



ScienziatiScienza e fede. Un tema emerso negli ultimi due secoli e, come sempre, caratterizzato da due tipi di estremismi: da una parte gruppi religiosi che hanno paura della scienza, la rifiutano a prescindere temendo che possa entrare in conflitto con la loro fede religiosa. Dall’altra gruppi anti-religiosi che ideologizzano la scienza diffondendo la convinzione che essa conduca necessariamente lontano da Dio.


Ben vengano allora ricerche sociologiche come quelle compiute in questi anni alla Rice University, condotte daElaine Howard Ecklund, la quale ha studiato e analizzato la posizione religiosa di migliaia di scienziati dimostrando che nella loro vita è assolutamente compatibile la presenza della fede religiosa e dell’indagine scientifica.


Proprio in questi giorni è stata presentata l’ultima indagine di questo filone: concentrandosi esclusivamente su fisici e biologi, è stato loro inviato un sondaggio al quale hanno risposto in 10.000 circa (su 609 dei quali sono state svolte approfondite interviste qualitative). Sono stati intervistati solamente scienziati di Hong KongIndiaItaliaTaiwanTurchiaStati Uniti,Francia e Regno Unito.


Il primo dato interessante è che, tranne in Francia e Regno Unito, in tutti gli altri Paesi analizzati gli scienziati che credono in Dio sono più numerosidi quelli che si definiscono atei o agnostici. In Italia, ad esempio, quasi il 60% dei fisici e biologi crede in Dio e si dichiara cattolico mentre soltanto il20% è ateo e il 23% agnostico. Più numerosi gli scienziati credenti, seppur di poco, anche negli Stati Uniti: il 36% afferma di credere in Dio contro il 35% degli atei e il 29% degli agnostici. Nel Regno Unito e in Francia sono invece maggiori gli scienziati che non credono in Dio, mentre dati completamente opposti si trovano in Turchia (85% degli scienziati è credente contro il 6% di atei e il 9% di agnostici), in India (79% contro 11% di atei e agnostici), a Taiwan (74% contro 14% e 15%) e Hong Kong (54% contro 26% e 20%).


Sbaglierebbe chi volesse trascurare i dati emersi nei Paesi non occidentali, ricordiamo infatti che la Cina (Hong Kong) è il secondo Paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, nella classifica delle nazioni con la miglior qualità di ricerca scientifica. L’India è 13esima, dietro l’Italia (8°) ma davanti a Paesi come Olanda, Russia, Belgio e Finlandia. Sbaglia anche Piergiorgio Odifreddi che, comprensibilmente irritato dai risultati dello studio, ha subito affermato che più gli scienziati sono bravi e meno credono in Dio perché tra i Paesi analizzati nello studio quelli con più vincitori di medaglie Fields e premi Nobel per fisica, chimica e medicina sono anche quelli con scienziati più laici. Classica odifreddura: l’indagine era rivolta a fisici e biologi e non ai matematici (medaglia Fields) e il premio Nobel è personale non collettivo, a meno che si creda davvero che gli Stati Uniti e il Regno Unito siano le nazioni più pacifiste del mondo soltanto perché alcuni loro cittadini hanno vinto un numero maggiore di premi Nobel per la Pace rispetto ad altri Stati.


scienziati credenti


Piuttosto che la frequenza di partecipazione ai servizi religiosi o la frequenza della preghiera, ci sembra più interessante rilevare che da questo studio gli scienziati intervistati tendono ad avere una percentuale di affiliazione religiosa inferiore rispetto al totale della popolazione. Se gli italiani affiliati religiosamente sono infatti l’88%, gli scienziati che professano una religione sono il 63%. Non essere affiliati religiosamente, ovviamente, non equivale a non credere in Dio. «Nella maggior parte delle regioni», hanno spiegato i ricercatori, «gli scienziati risultano essere più laici rispetto alla popolazione generale. Tuttavia gli scienziati non credono che la scienza abbia un influsso secolarizzante; invece, la maggior parte pensa che religione e scienza operino in sfere separate. La nostra ricerca rivela che, anche nel più laico dei contesti, scienza e religione in genere non sembrano essere in conflitto nella vita dei singoli scienziati».


Ovvero, gli scienziati sono più laici non a causa del loro lavoro dato che ritengono compatibili scienza e fede. Occorre tuttavia ricordare che inun’indagine del 2014, sempre della Rice University, è stato rilevato che negli Stati Uniti, su 10.000 scienziati americani li 18% frequenta servizi religiosi settimanalmente, rispetto al 20% della popolazione generale degli Stati Uniti; il 15% si considera molto religioso, contro il 19% della popolazione generale degli Stati Uniti; il 13,5% legge settimanalmente testi religiosi, contro il 17% della popolazione degli Stati Uniti e il 19% degli scienziati prega più volte al giorno, contro il 26% della popolazione degli Stati Uniti. Dunque le percentuali di credenti e del loro impegno religioso sonopiuttosto simili tra gli scienziati americani e la popolazione generale.


Se dunque ci sono dati contraddittori sulla percentuale di scienziati credenti rispetto al resto della popolazione, è ormai fuori discussione che gli uomini di scienza sono oggi in maggioranza credenti e religiosi. Questo è il dato certo che è costante in tutti gli studi apparsi in questi anni.


Bella la testimonianza raccolta da Repubblica di Gianpaolo Bellini, ordinario di Fisica Nucleare e Subnucleare presso l’Università degli Studi di Milano (già sostenitore della visita a “La Sapienza” di Roma da parte di Benedetto XVI): «Sono un fisico delle particelle elementari e credo che una logica così enormemente estesa non possa essere casuale. Dietro alla forma e all’ordine dell’universo c’è, secondo me, un input. Se alcuni dati della natura fossero stati anche solo minimamente diversi da quel che sono, la vita sulla Terra non sarebbe stata possibile». Gli ha fatto eco il noto fisicoLucio Rossi, cattolico praticante e tra i responsabili del CERN di Ginevra: «Mi sono convinto che l’ipotesi che tutto sia nato per caso è molto più difficile da accettare che non l’esistenza di Dio. Al Cern siamo in molti credenti, e non solo cristiani».



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CHARLES DE FOUCAULD (1858-1916)


Francese, nacque nel 1858 in una ricca famiglia cristiana. Rimasto orfano a 6 anni, a 16 perse la fede e visse senza controllo fino ai 20 anni.


Dopo la sua conversione visse in estrema povertà con gli abitanti del deserto del Sahara.


“Appena ho capito che Dio esisteva e che avrei potuto incontrarlo solo nella Chiesa cattolica, ho capito che potevo solo vivere per Lui; da quel momento la mia vocazione religiosa era decisa. C’è tanta differenza tra Dio e tutto quello che non è Lui!”


ALEC GUINNESS (1914-2000)


Gigante del cinema e del teatro inglese, ha vinto quattro Oscar nei suoi sessant’anni di carriera. Era anglicano ma si sentiva attratto dalla Chiesa cattolica; sperava che otto giorni di clausura con i monaci di un convento gli togliessero quei desideri, ma accadde il contrario: “Quando i monaci hanno celebrato la Messa, c’era una sorta di senso reverenziale di Dio che si espandeva, come se riempisse ogni angolo del tempio e di tutto il mondo”.


Il 24 marzo 1956 è entrato nella Chiesa cattolica: “Come innumerevoli convertiti prima e dopo di me, mi è sembrato di tornare a casa, alla dimora che mi attendeva”.


SIGRID UNDSET (1882-1949)


Norvegese, luterana, ha vinto il premio Nobel per la Letteratura nel 1928. La ricerca medievale per i suoi romanzi l’ha portata a scoprire il cattolicesimo, “e non ho più dubitato del fatto che la Chiesa cattolica fosse quella fondata da Cristo. Ho sempre pensato che la riforma protestante, pur avendo avuto buone intenzioni, fosse una ribellione contro il cristianesimo. Nel cattolicesimo ho scoperto il vero senso e il mistero della vita, l’apprezzamento della valorizzazione cattolica della famiglia, della maternità e del protagonismo cristiano e mariano nel dare dignità alla donna”. “Io che ero stata liberale, socialista e femminista, ho capito che tutto questo avrebbe fallito perché non considerava l’essere umano per quello che è”. “È difficile esprimere quello che Dio mi ha dato quando sono entrata nella Chiesa cattolica”.

DOUGLAS HYDE (1911-1981)

Grande giornalista inglese, seminarista metodista, perse la fede, divenne comunista e redattore del Daily Worker, organo del Partito comunista d’Inghilterra.

“Un giorno sono entrato in una chiesa cattolica. Sono rimasto un’ora in silenzio; non sapevo pregare. Un altro giorno mi sono inginocchiato davanti a una statua della Vergine Maria: ho acceso una candela e ho voluto pregare. Non sapendo come, mi sono ricordato una canzone e le ho detto: ‘O Signora dolce e incantatrice, sii buona! O Signora, sii buona con me’. Cercando in altre concezioni la soluzione dei problemi che mi angosciavano, sono arrivato alla fede nella Chiesa cattolica, che possiede gli antichi valori morali e la carità cristiana ed è capace di dare soluzione alle aspirazioni sociali e spirituali dell’umanità”.

Nel 1948 sua moglie e i suoi figli sono entrati nella Chiesa cattolica.

ROBERT F. WAGNER (1877-1953)

Statunitense, è stato uno dei sindaci più famosi e amati di New York. Prima luterano, è poi diventato metodista e quindi ha abbandonato la religione.

Ha sposato una cattolica e quasi tutti i suoi collaboratori erano cattolici. Li ammirava per la loro fede, ma non ha mai voluto diventare cattolico fin quando un giorno, 35 anni dopo, mentre era in ospedale si è sentito spinto a entrare nella Chiesa cattolica. Diceva di ammirarla, ma che c’erano cose che gli sembravano strane.

Quando è entrato nella Chiesa cattolica un sacerdote gli ha chiesto: “E ora cosa ti sembra strano?” “Ora”, ha risposto Robert Wagner, “ora quello che mi sembra strano è che non siano tutti cattolici”. “Ho imparato che solo la Chiesa cattolica può assicurare agli uomini la vera pace, basata sulla giustizia e sulla carità cristiana”.

G.K. CHESTERTON (1874-1936)

Inglese, apparteneva a una famiglia anglicana senza grandi convinzioni. “A 12 anni ero un po’ pagano, a 16 anni agnostico – essere ateo era un prestigio”.

Entrò in una chiesa cattolica per curiosità. La genuflessione ben eseguita davanti al Santissimo da un sacerdote in una chiesa vuota lo intrigò, e iniziò ad interessarsi al cattolicesimo.

Da quel momento la sua vita è stata dedicata alla difesa del cattolicesimo; ha scritto quasi 100 libri ed è diventato uno dei migliori letterati di lingua inglese del XX secolo.

“Non vogliamo una religione che abbia ragione quando noi abbiamo ragione. Quello che vogliamo è una religione che abbia ragione quando noi sbagliamo”. “La mia Prima Comunione è stato il momento più felice della mia vita. La presenza reale di Cristo sull’altare mi fa riflettere”.


Alludendo a un amico convertito disse: “Entrambi non abbiamo ombra di dubbio sul fatto che la cosa più intelligente della nostra vita sia stata entrare nella Chiesa cattolica”. “Quando si smette di credere in Dio, allora si crede in qualsiasi cosa”. “Chi parla contro la famiglia non sa quello che fa, perché non sa cosa distrugge”.

KARL STERN (1906-1975)

Ebreo tedesco molto pio, poi divenne ateo. Famoso nel campo della psicologia, dopo trent’anni di resistenza entrò nella Chiesa cattolica nel 1943.

“Mi è costato tempo e lavoro scoprire l’immenso tesoro nascosto di santità anonima che c’è nella Chiesa cattolica; il potere spirituale che fluisce da milioni di anime sconosciute; i fiumi di sacrifici che compiono per motivi soprannaturali moltitudini di umili operai, comunità religiose, sacerdoti e laici”. “Non dimenticherò mai la mattina del mio Battesimo a la mia Prima Comunione”.

KENNETH GUINDON

Statunitese, da adolescente era cattolico, poi è stato testimone di Geova e battista.

Il 10 settembre 1983, dopo una lunga ricerca, è entrato nella Chiesa cattolica: “Gesù, insieme a sua Madre e a tutti i santi, ha accolto la mia famiglia nella sua Chiesa visibile. Alla fine eravamo a casa…”


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