Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

LA DIVINITA' DI CRISTO NEI VANGELI SINOTTICI

Ultimo Aggiornamento: 30/12/2020 15:32
Autore
Stampa | Notifica email    
09/07/2018 17:49
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota






Matteo 14,33. E quando furono saliti sulla barca, il vento cessò. Allora quelli ch'erano nella barca lo adorarono dicendo: Veramente tu sei il Figlio di Dio.



Il Signore condusse Pietro alla barca, e mentre essi vi entravano, il vento che fino allora aveva imperversato, cessò ad un tratto. Marco ci narra che i discepoli rimasti a bordo «più che mai sbigottirono in loro stessi»; ma non basta: il nostro Evangelista ci narra che essi si prostrarono innanzi a lui adorando (l'originale greco riporta il verbo "προσκυνήσῃς"=adorazione). 
Questo loro atto ci permette di dedurre cosa essi intendessero dicendo: «Veramente tu sei il Figlio di Dio!»
Ma la wt, anche in questo caso, traduce il termine greco con "resero omaggio", al fine di togliere la divinità a Cristo, quale vero Figlio di Dio, mentre "stranamente" traduce con esattezza lo stesso verbo, quando il diavolo chiede l'atto di adorazione da parte di Gesù (Mt.4,9).
Lo stesso verbo si incontra in Atti 10,25 in cui si dice che:Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio andandogli incontro si gettò ai suoi piedi per adorarlo.
Ma in tal caso Pietro lo riprende dicendo al verso 26:  «Alzati: anch'io sono un uomo!».
Possiamo quindi capire che gli apostoli fecero proprio la stessa cosa che fece Cornelio nei confronti di Pietro, ma mentre Pietro, giustamente riprese Cornelio, Gesù invece non riprese i suoi apostoli per essersi prostrati in adorazione davanti a Lui. 
Il che significa che Egli, in quanto vero FIGLIO DI DIO, è della stessa natura del Padre, e quindi  l'adorazione che fanno verso di Lui gli apostoli è del tutto opportuna.

Lo stesso verbo si incontra in Mat.28,17 in cui gli apostoli vedono Gesù dopo la sua resurrezione: ...E, vedutolo, l'ADORARONO;

Purtroppo anche in questo caso il verbo originale "προσκυνήσῃς"=adorazione viene alterato dalla wt


[Modificato da Credente. 28/06/2018 20.33]
 
 
 
   

Mt16,15 ss «E voi, chi dite che io sia?» 16 Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il FIGLIO DEL DIO VIVENTE». 
17 Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli... ..19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli»

Se la dichiarazione di "figlio di Dio" fosse stata solo in senso metaforico, quale particolarità avrebbe avuto rispetto ai tanti figli di Dio, menzionati in tutta la Scrittura?  Cosa vi sarebbe stato di speciale in quella rivelazione da parte del Padre SUO a Pietro? 
e come poteva Gesù promettere a Pietro addirittura : 19 Io ti darò le chiavi del regno dei cieli... ?

Quale poteva essere  il senso reale e la portata ed il valore che egli dava nel definirlo Cristo e Figlio del Dio vivente?
Dalla risposta data a Gesù da Pietro si può dedurre che egli dava a quel titolo una importanza decisiva.
Certamente Pietro non poteva equiparare Gesù a tutti gli altri uomini, o giudici che venivano pure definiti "figli dell'Altissimo" (salmo 81,6)
perchè lui va oltre la risposta degli altri apostoli che riferendo le connotazioni date a Gesù da parte della gente, lo avevano scambiato per Elia, Geremia o qualcuno dei profeti.
Pietro supera queste definizioni e si avventura su una dichiarazione molto più impegnativa e usa il termine FIGLIO DEL DIO VIVENTE.
Quale fosse l'idea esatta che Pietro aveva di Gesù e che dava a quel termine non è possibile dirlo con assoluta certezza, ma quello che ci interessa maggiormente è la risposta confermativa da parte di Gesù.
Se Cristo non fosse stato il vero Figlio del DIo vivente, così come lo aveva definito Pietro, avrebbe potuto confermargli che era stato ispiritato dal Padre Suo? Nel chiamare Dio "il Padre mio", implicitamente vi è una nuova conferma che Egli ne è il Figlio.
Notare, anche in questo caso la singolarità che emerge dall'articolo IL Figlio, che denota che non ve ne sono altri come Lui, che Egli è unico nel suo genere, e che il Padre, venendo da Lui definito come MIO, vuol dire che è Padre Suo in maniera del tutto diversa, unica e specifica, rispetto a tutti gli altri che possono essere chiamati "figli" ma lo sono in modo generico in quanto creature e non persone generate.
Andando avanti in quello che dice Gesù a Pietro notiamo un altro particolare importante per la questione: Egli promette addirittura di dargli le chiavi del Regno dei cieli e il potere assoluto di amministrare sulla terra tutto ciò che riguarda tale Regno.
Gesù non dice che il Regno è di qualche altro di cui Egli sarebbe "concessionario". 
No, affida a Pietro tali poteri, in virtù di una sua specifica giurisdizione e proprietà sul regno dei cieli. Per comprendere meglio la portata di questa proprietà che Cristo ha su tutto l'esistente, possiamo rifarci, ma solo per conferma ulteriore, a quanto Egli dice in Gv.
16,15 : Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio....
Gesù può essere possessore di tutte le cose, come lo è il Padre, e tale possesso comprende tutto ciò che vi è nei cieli e sulla terra, nulla escluso.
Ora chiediamoci: può avere il Padre avere condiviso il potere, la gloria, il regno, derivanti dallo stesso possesso di tutto, se IL FIGLIO, fosse stato un essere creato, e non della stessa sua natura divina?
Se siamo onesti, da queste premesse, dobbiamo concludere che Gesù è VERO FIGLIO nel senso PROPRIO, non generico, relativo o simbolico (come pensano i tdg e alcune altre confessioni).

Se non fosse stato vero Figlio, ma solo un essere creato, a prescindere dalla sua posizione, avrebbe dovuto precisarlo, il Padre non avrebbe ispirato quelle specifiche parole, ma avrebbe semmai dovuto precisare  chi era effettivamente Gesù dando altri connotati, e infine Gesù non avrebbe potuto affidare nulla di ciò che non gli fosse appartenuto effettivamente.


[Modificato da Credente. 28/06/2018 17.21]
 
 
 
   

Matt.3,16 Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. 17 Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto» 

Marco 1:11 
Una voce venne dai cieli: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto». 

Marco 9:7 
Poi venne una nuvola che li coprì con la sua ombra; e dalla nuvola una voce: «Questo è il mio diletto Figlio; ascoltatelo». 

Luca 3:22 
e lo Spirito Santo scese su di lui in forma corporea, come una colomba; e venne una voce dal cielo: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto». 

Luca 9:35 
E una voce venne dalla nuvola, dicendo: «Questi è mio Figlio, colui che io ho scelto: ascoltatelo». 

---------------------------------- 

Chiediamoci, di Chi è quella voce che dal cielo dice: QUESTI E' IL FIGLIO MIO...? 
Certamente, se chiama Gesù FIGLIO, vuol dire che ne è il PADRE. 
Dunque è nientemeno che il Padre, non una qualsiasi persona o angelo, a definire Gesù: IL FIGLIO MIO PREDILETTO e ribadite in due occasioni distinte, e cioè al battesimo di Gesù e alla sua trasfigurazione. 

Può il PADRE aver dato una definizione errata, o ambigua o che voglia esprimere qualcosa di diverso da ciò che esprime, portando nell'inganno tutti gli uomini che ascoltavano o che avrebbero letto la sua Parola? 
Sarebbe assurdo. 
Siccome IL PADRE non può aver dato una definizione errata o fuorviante, è quantomai necessario prendere le Sue Parole, come verissime ed inequivocabili. 
Se si facesse diversamente, relativizzando le Sue Parole col ritenerle solo simboliche, o un semplice titolo onorifico, si annullerebbero di fatto le Sue divine Parole, per sostituirle con quelle umane. 
Non possiamo fare alcuna manomissione, ma dobbiamo ritenere VERA quella definizione, considerando quindi Gesù come vero FIGLIO DI DIO. 
Un qualsiasi figlio, se è figlio, ha la stessa natura di chi lo ha generato, da cui resta distinto e con un proprio ruolo, ma di uguale dignità. 
Questo vale per qualunque essere, e quindi non può non valere anche per il Figlio di Dio, che ha quindi la stessa natura divina del Padre. 
----------------------------- 
Il battesimo di Gesù è stato sempre considerato con ragione, come una incontrastabile manifestazione della Trinità. 
Qui abbiamo infatti: 

1 Gesù il Cristo dichiarato Figlio di Dio dichiarato «uguale a Dio» Filemone 2,6; Giovanni 10,30 

2 Lo Spirito Santo che scende come colomba sopra il Salvatore, ed anch'esso Dio. Atti 5,4. 

3 Il Padre che parla dal Cielo al Figlio, e dichiara di compiacersi in Lui. È impossibile spiegare in un modo soddisfacente la scena del battesimo di Cristo, se non si ammette che vi sieno nella natura o nell'essenza divina, tre Persone della stessa natura divina, ognuna delle quali ha una parte speciale nell'opera della redenzione del genere umano.
[Modificato da Credente. 28/06/2018 19.50]
 
 
 
 
   

L'IDENTITA' DI GESU' FU ESAMINATA ATTENTAMENTE DAL SINEDRIO

Consideriamo ora un passaggio decisivo nella disamina sulla reale identità di Gesù, e cioè quando Gesù venne portato davanti al Sinedrio per essere giudicato inequivocabilmente sulla sua persona e in particolare su CHI Egli affermava di essere.

Matteo 26,63 riferisce che "il sommo sacerdote gli domandò in maniera perentoria ed inequivocabile: 
«Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio».

Caifa conosceva perfettamente il salmo 82,6 che dice: “io ho detto, voi siete dei, siete tutti figli dell’Altissimo” per cui non poteva condannare Gesù sulla base di una generica figliolanza divina che la Scrittura stessa attribuiva a tutti indistintamente.

Se Caifa avesse ritenuto che il termine Figlio di Dio, che l’accusato non rifiutava di farsi dare, avesse per l'Imputato un valore generico e che non pretendesse di essere della stessa natura del Padre, non avrebbe fatto crocifiggere Gesù.

Neanche avrebbe potuto condannarlo soltanto sulla pretesa da parte di Gesù di essere il Cristo, cioè il Messia che pure rivendicava di essere, perchè molti altri avevano avuto questa stessa pretesa e nessuno di essi fu mai condannato a morte.

Per questo Mt 26,63 riferisce due distinte domande da parte dei sinedristi:

la prima voleva accertare se Gesù ritenesse di essere davvero il Cristo, ed egli lo confermò dicendo: “d’ora in avanti il Figlio dell’uomo sarà seduto alla destra della potenza di Dio”, attribuendo a se stesso il testo messianico di Daniele 7,13 che i rabbini attribuivano all’atteso liberatore e sgominatore di tutti i nemici d’Israele per incarico di Dio. Questa risposta poteva lasciare al massimo indignati gli accusatori i quali potevano ritenere che Gesù fosse un millantatore, ma non un bestemmiatore reo di morte.

Inoltre la figura dell’atteso Messia non era associata all’idea che egli fosse vero Figlio di Dio. Questa era la voce popolare che circolava su Gesù e i sinedristi la sfruttarono vantaggiosamente per trovare il capo d’accusa.

Fu infatti allora che, come risulta da Lc 22,70, il sinedrio rivolse a Gesù la più specifica domanda: “sei tu dunque il Figlio di Dio?”

Ed egli confermò rispondendo: “IO SONO” (Mc.14,62).

Tale risposta non lasciava dubbi sulla identità che Gesù affermava di avere. 
Egli confermava di essere  realmente il vero Figlio di Dio, la cui natura era insita nella stessa risposta IO SONO, senza aggiungere alcun altra precisazione . 
In tal modo Gesù appariva come usurpatore della natura divina, ed Egli non fece nulla per rettificare questa idea dei suoi giudici, a conferma che era proprio quella la idea giusta che essi dovevano avere nei suoi confronti, che voleva rendere TESTIMONIANZA ALLA VERITA' DI SE STESSO, fino alla estrema conseguenza.
Se egli fosse stato una creatura di qualsiasi rango e posizione, avrebbe dovuto senz'altro, in questa decisiva occasione, precisare che quel titolo era da considerare in maniera diversa da come appariva ai giudici, in modo che 1) non usurpasse la natura divina, 
2) che venisse attestata la verità su se stesso
3) che evitasse la passione e morte.
Ma Gesù non rettificò quella opinione dei sinedristi ritenendola corretta anche se portava come conseguenza la sua condanna.

Ecco allora perché a quel punto, Caifa si stracciò le vesti e lo accusò di essere reo di bestemmia: perché riteneva appunto che Gesù osasse usurpare l’assoluta unicità di Dio, dichiarandosi suo Figlio e quindi della sua stessa natura divina, mettendo quindi in discussione il comandamento ricevuto da Mosè: “ NON AVRAI ALTRI DEI DI FRONTE A ME” e “IL SIGNORE E’ UNO.”

Ricapitolando e precisando:

Secondo il monoteismo male inteso degli ebrei, appariva inconciliabile con la loro fede, inaccettabile e meritevole di morte il solo affermare di essere vero Figlio di Dio.

Infatti Gv.19,7 riferisce che i Giudei dissero: “noi abbiamo una Legge e secondo questa legge egli deve morire perché si è fatto figlio di Dio.”

Quindi il punto che occorre rimarcare è che i giudei attribuivano a Gesù la pretesa di essere figlio di Dio in senso reale, vero e non simbolico, proprio come riferisce Gv. 5,18 e 10,33: " I giudei cercavano di ucciderlo perchè chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio".

Questo dunque è quanto i giudei pensavano esprimendo la condanna, ma quello che maggiormente ci interessa è la posizione e la reazione di Gesù di fronte alla loro opinione:

Gesù non negò l’interpretazione dei giudici sulla sua reale figliolanza divina.

Se il termine Figlio di Dio stava ad indicare una natura creata, cioè come quella di tutte le altre creature, diversa dalla natura divina del Padre, avrebbe dovuto rettificare il loro pensiero e precisare chi egli fosse veramente, per non mettere in discussione la divinità del Padre, per non usurpare la sua Assoluta Unicità e soprattutto per non privarlo della Sua Gloria assoluta così come era stata rivendicata ad esempio in Isaia 42,8, il che gli stava a cuore più di ogni altra cosa e di cui in pratica veniva accusato.

Ma Gesù non modificò il loro concetto a suo riguardo, come opportunamente fece davanti a Pilato quando gli mosse l’accusa di essersi fatto Re dei giudei: Gesù precisò in quel caso che “il suo regno non era di questo mondo” (Gv.18,36) e questo significava che non pretendeva di usurpare il regno di Cesare. Per questo Pilato, ritenendolo al massimo un vaneggiatore, un esaltato, voleva scagionarlo.

Sarebbe ben strano se Gesù si fosse preoccupato di salvaguardare la gloria di Cesare e non quella di Dio, mentre egli invece intendeva rendere testimonianza assoluta alla Verità. Davanti al Sinedrio, il supremo tribunale religioso ebraico, veniva perciò ufficialmente resa nota l’identità che Egli era il vero Figlio di Dio.
La wt equivocando e non comprendendo nulla di questo cruciale processo il cui scopo era proprio quello di stabilire CHI FOSSE GESU', continuano a pensare che Egli fosse "figlio" ma solo in senso metaforico, non nel significato reale del termine, per cui subì la condanna alla morte di croce.

--------------------------

Gesù in mt 26,64 rispose a Caifa: «Tu l'hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo». ..: Questa risposta di Gesù evoca due specifici brani del Vecchio Testamento e precisamente :
Salmo 109
1 Di Davide. Salmo.
Oracolo del Signore al mio Signore:
«Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».
2 Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
«Domina in mezzo ai tuoi nemici.
3 A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell'aurora,
come rugiada, IO TI HO GENERATO». 

e poi Daniele 7,13-14:
13 Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco apparire, sulle nubi del cielo,
uno, simile ad un figlio di uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui,
14 che gli diede potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano;
il suo potere è un potere eterno,
che non tramonta mai, e il suo regno è tale
che non sarà mai distrutto." -------------------------------------------

Tali brani avrebbero dovuto ricordare ai sinedristi che Dio ha un vero Figlio che si sarebbe seduto alla Sua destra e che sarebbe venuto dal cielo per regnare con Lui. Su tali brani a cui Gesù fece opportuno riferimento, avrebbero dovuto riflettere i sinedristi per non commettere il fatale errore e il grave peccato della morte di quell'Imputato.
Ma anzichè riflettere su Chi avevano davanti, scatenarono la sdegnata condanna per bestemmia contro Dio, non riconoscendo a Gesù tanto umiliato e inerme, una tale divina grandezza.

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:15. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com