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La INFALLIBILITA' della CHIESA

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2014 19:36
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28/12/2013 20:21
 
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5. Il cristiano e l'infallibilità


In concreto, come fa il cristiano a sapere se una certa affermazione riguardante la fede cristiana è vera?


La Tradizione cristiana risponde:


un'affermazione riguardante la fede cristiana è sicuramente vera se


-     o è scritta inequivocabilmente nel N.T. (con unanimità di interpretazione da parte della Chiesa);


-     o è stata creduta come verità di fede da tutti, dovunque e sempre (il "sensus Ecclesiae" = il sentire cristiano);


-     o è stata definita infallibilmente da un vescovo di Roma o da un Concilio ecumenico.


 Al di fuori di questi casi, il cattolico può personalmente accettare come verità di fede anche altre affermazioni contenute nella tradizione, ma non ha il diritto di imporle come tali ad altri o di giudicare come eretico (scomunica) chi non la pensa come lui 1.


 



 


6. I dogmi e il magistero ecclesiastico


a)   Si chiama dogma una verità della fede cristiana che tutti i cristiani devono ritenere.


      La negazione di essa costituisce una eresia (v. p. 173) e pone fuori della Chiesa.


      I dogmi possono essere di due tipi:


-      definiti: quando c'è stato un pronunciamento infallibile di un papa o di un concilio ecumenico  (es. la divinità di Gesù, che fu definita dal concilio di Nicea del 325).




Una verità cristiana, importante per la fede, diventa dogma definito quando qualche gruppo di cristiani la nega, facendo nascere una spaccatura nella Chiesa. In tal caso l'Autorità (papa o concilio ecumenico) interviene a definire infallibilmente.




-          non definiti: quando si tratta di verità pacificamente credute da tutti, dovunque e sempre (es. la risurrezione di Gesù è un dogma che non è mai stato definito, perché non è mai stato messo in discussione da cristiani).




Occorre notare che non tutte le affermazioni che si insegnano al catechismo sono dogmi di fede. Ci sono anche punti che è possibile credere come verità, senza che la loro negazione costituisca un'eresia ed escluda dall'appartenenza alla Chiesa (es. le apparizioni di Lourdes, il limbo dei bambini,...).




b)   Si intende per magistero ecclesiastico l'insegnamento pubblico dato dai vescovi.


      Si distingue in


-      magistero ordinario: è l'insegnamento comunemente trasmesso attraverso la predicazione dei vescovi;


-      magistero straordinario: è l'insegnamento dato solennemente attraverso una definizione dogmatica di un Concilio ecumenico o di un vescovo di Roma.     


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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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