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La INFALLIBILITA' della CHIESA

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2014 19:36
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28/12/2013 20:00
 
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L’attributo dell’infallibilità significa l’incapacità e l’impossibilità di errare del Magistero Docente quando insegna alla Chiesa universale in materia di fede e di morale. Come insegnò il Concilio Vaticano I :


“Inoltre, si deve credere di fede divina e cattolica tutto ciò che è contenuto nella parola di Dio scritta o nella tradizione e che è proposto dalla Chiesa come oggetto divinamente rivelato da credersi, sia mediante un decreto solenne, sia nel suo ordinario insegnamento universale.”

I possessori dell’infallibilità sono:



a) il Papa (il Papa è infallibile quando parla ex cathedra),


b) l’intero Episcopato (la totalità dei vescovi è infallibile quando essi, sia riuniti in concilio generale, sia dispersi sulla terra, propongono un insegnamento di fede o di morale come da tenersi da tutti i fedeli).



Molti sono familiari con il concetto di infallibilità dei pronunciamenti ex cathedra del Papa ed anche dei decreti di un Concilio Ecumenico, ma non sono familiari con il concetto di infallibilità del “Magistero Ordinario Universale della Chiesa.”


Che cos’è il Magistero Ordinario Universale?


Per una chiara e concisa risposta, leggiamo in The Fundamentals of Catholic Dogma [“I Fondamenti del Dogma Cattolico”], del Dr. Ludwig Ott:


I vescovi esercitano il loro potere di insegnamento infallibile in modo ordinario quando, nelle loro diocesi, moralmente uniti al Papa, unanimemente promulgano gli stessi insegnamenti sulla fede e la morale. Il Concilio Vaticano dichiarò espressamente che anche le verità della Rivelazione proposte come tali dall’officio docente ordinario e generale della Chiesa debbono essere fermamente tenute con ‘fede divina e cattolica’ (D 1792). Ma coloro a cui incombe l’officio docente ordinario e generale della Chiesa sono i membri dell’intero episcopato dispersi su tutta la terra. L’accordo dei vescovi nella dottrina può essere determinato dai catechismi da loro emanati, dalle loro lettere pastorali, dai libri di preghiere da loro approvati, e dalle risoluzioni dei sinodi particolari. Un accordo moralmente generale è sufficiente, ma in questo è essenziale l’espresso o tacito assenso del Papa, quale Capo Supremo dell’Episcopato.”

L’oggetto della infallibilità della Chiesa è duplice:



a) L’oggetto primario della infallibilità della Chiesa sono le verità formalmente rivelate della Dottrina Cristiana concernenti la fede e la morale.


b) L’oggetto secondario della infallibilità della Chiesa sono le verità dell’insegnamento cristiano sulla fede e la morale, che non sono formalmente rivelate, ma che sono strettamente connesse con l’insegnamento della Rivelazione.



Inclusi nell’oggetto secondario dell’infallibilità sono:
   1) le conclusioni teologiche;
   2) i fatti dogmatici;
   3) la disciplina generale della Chiesa;
   4) l’approvazione degli ordini religiosi;
   5) la canonizzazione dei santi.

Perché queste cose devono essere oggetto dell’infallibilità della Chiesa?

Una eccellente spiegazione si trova in Christ’s Church, [“La Chiesa di Cristo”] di Mons. G. Van Noort, S.T.D :

“Il carisma dell’infallibilità fu dato alla Chiesa in modo che potesse piamente salvaguardare e spiegare con sicurezza il deposito della cristiana rivelazione, e perciò potesse essere in tutte le età l’insegnante della verità cristiana e del modo di vivere cristiano.

“E’ evidente dalle promesse di Cristo che il magistero, l’officio docente della Chiesa, fu provveduto dell’infallibilità in modo che essa potesse esser capace di compiere adeguatamente la sua missione, cioè, salvaguardare con riverenza, spiegare con sicurezza, e difendere efficacemente il deposito della fede.

“La sicurezza del deposito richiede l’efficace rigetto o eliminazione di tutti gli errori che possano ad esso opporsi, anche se solo indirettamente. Questo sarebbe semplicemente impossibile senza l’infallibilità nelle materie sopra elencate.”

Qui sarebbe bene focalizzare l’attenzione su una ulteriore spiegazione dell’oggetto secondario dell’infallibilità, nelle questioni riguardanti la disciplina generale della Chiesa.

Ancora una volta, leggiamo da Christ’s Church di Mons. Van Noort:

“L’infallibilità della Chiesa si estende alla disciplina generale della Chiesa. Questa proposizione è teologicamente certa. Col termine ‘disciplina generale della Chiesa’ si intendono quelle leggi ecclesiastiche stabilite per la Chiesa universale per la direzione del culto e del vivere cristiano.

“L’imposizione di comandi non appartiene direttamente all’officio docente ma all’officio di governo; le leggi disciplinari sono solo indirettamente oggetto dell’infallibilità, cioè, solo a motivo della decisione dottrinale in esse implicita. Quando i legislatori della Chiesa promulgano una legge, essi compiono implicitamente un duplice giudizio: ‘Questa legge quadra con la dottrina della fede e con la morale della Chiesa;’ cioè, non impone nulla che diverga dal sano credere e dalla buona morale. Ciò equivale ad un decreto dottrinale.”

“Prova: 1. Dallo scopo dell’infallibilità. La Chiesa fu dotata di infallibilità affinchè potesse custodire l’intera dottrina di Cristo ed essere per tutti gli uomini una docente degna di fiducia del modo di vivere cristiano. Ma se la Chiesa potesse sbagliare riguardo al modo da tenersi, dichiarato quando legifera sulla disciplina generale, non sarebbe più né una guardiana fedele della dottrina rivelata, né una docente degna di fiducia riguardo al vivere cristiano. Non sarebbe guardiana della dottrina rivelata, perchè l’imposizione di una legge viziosa sarebbe, a tutti i fini pratici, equivalente a una erronea definizione della dottrina; ciascuno ne concluderebbe naturalmente che ciò che la Chiesa ha comandato non quadra con la sana dottrina. Non sarebbe docente del modo di vivere cristiano, poiché con le sue leggi indurrebbe la corruzione nella pratica della vita religiosa. 2. Dall’affermazione ufficiale della Chiesa, che stigmatizza come ‘almeno erronea’ l’ipotesi ‘che la Chiesa possa stabilire una disciplina che sarebbe pericolosa, nociva, e che induca alla superstizione ed al materialismo.’”

“Il ben noto assioma, Lex orandi est lex credendi (La legge del pregare è la legge del credere) è una applicazione speciale della dottrina della infallibilità della Chiesa in materie disciplinari. Questo assioma dice in effetti che le formule di preghiera approvate per uso pubblico nella Chiesa universale non possono contenere errori contro la fede o la morale.”

La ragione di questa ampia spiegazione della proprietà dell’infallibilità della Chiesa è che questo è il più forte argomento contro la Chiesa Conciliare del Concilio Vaticano II..

Perchè infatti, come potrebbe la Chiesa Cattolica fedelmente, coerentemente e infallibilmente insegnare la stessa fede per 1900 anni, e poi improvvisamente proporre, durante il Concilio Vaticano Secondo, false dottrine già condannate dai Papi e Concilii del passato (si vedano ad es., l’ecumenismo e la libertà religiosa)? Come potrebbe la Chiesa Cattolica continuamente rinnovare in modo incruento il Sacrificio del Calvario nella Santa Messa e poi, d’un colpo, sostituirlo con un luterano “memoriale dell’Ultima Cena”? Come potrebbe la Chiesa Cattolica legiferare così fermamente nelle sue disposizioni contro l’interconfessionalismo e l’intercomunione, dato che questi portano all’indifferentismo religioso, e poi all’improvviso abrogare queste leggi e permettere tali faccende?

Dobbiamo forse supporre che lo Spirito Santo, lo Spirito di Verità, abbia improvvisamente cambiato idea e permesso contraddizioni nelle materie della Fede, della S.Messa, e nelle leggi universali della Chiesa? Dobbiamo supporre che Cristo abbia improvvisamente abbandonato la Sua Chiesa e l’abbia lasciata cadere nell’errore e nell’eresia?

Eppure, è principalmente questa questione dell’infallibilità che divide coloro che si dicono cattolici tradizionali. Alcuni cattolici tradizionali rigettano gli errori del falso ecumenismo e della libertà religiosa del Concilio Vaticano Secondo, il nuovo memoriale protestante dell’Ultima Cena — il Novus Ordo Missae — e le eresie del Nuovo Codice di Diritto Canonico (1983) e ciononostante insistono che proprio gli autori di questi errori sarebbero ancora i rappresentanti di Cristo qui sulla terra. In realtà, costoro dicono che il Magistero Vivente della Chiesa ha errato e ha condotto la maggioranza dei Cattolici nell’errore, e continua ad errare. Tale conclusione altro non è che la negazione dell’infallibilità della Chiesa.

Non ci può essere alcun dubbio che la Chiesa Conciliare ha errato. Non solo nel 1965, alla conclusione del Concilio Vaticano II, ma anche negli ultimi trent’anni nel suo magistero ordinario universale. Come non potrebbe essere più chiaro — questa Chiesa Conciliare non è la Chiesa Cattolica!

Come insegnò Papa Leone XIII nella Satis Cognitum:

“Se il vivente magistero potesse essere in qualsiasi modo falso — ne seguirebbe una evidente contraddizione, perché allora Dio sarebbe l’autore dell’errore.”

Ed anche il Concilio Vaticano Primo (1870), nella Costituzione Dogmatica Pastor Aeternus, riaffermò l’insegnamento del Quarto Concilio di Costantinopoli:

“E la loro verità è stata provata dal corso della storia, poiché nella Sede Apostolica, la religione cattolica è sempre stata mantenuta senza macchia ed i suoi insegnamenti santi.”

E ancora, nella medesima Costituzione Dogmatica:

“Certo, fu questa dottrina apostolica che tennero tutti i Padri, e i santi Dottori ortodossi riverirono e seguirono. Poichè compresero pienamente che questa Sede di S.Pietro resta sempre intatta da qualsiasi errore...”

Perciò coloro che continuano “a camminare sullo steccato” — con un piede nel movimento tradizionale e l’altro nella Chiesa Conciliare — guardino la realtà: ci sono oggi due differenti Chiese, la Chiesa Cattolica e la Chiesa Conciliare. C’è la Chiesa Cattolica, che possiede l’attributo dell’infallibilità, e c’è la Chiesa Conciliare, che non lo possiede.

In questa festa di Pentecoste, chiediamo allo Spirito Santo ed al Suo Dono dell’Intelletto di guidarci in questi tempi profetizzati da S. Paolo nella Seconda Epistola ai Tessalonicesi:

“Che nessuno vi inganni in alcun modo, perché il giorno del Signore non verrà se prima non venga l’apostasia... e sia rivelato l’uomo del peccato... così che sieda nel tempio di Dio proclamandosi come Dio.”


+ Mark A. Pivarunas, CMRI


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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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