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CREDENTI DA IMITARE (Eb.13,7)

Ultimo Aggiornamento: 18/05/2019 13:12
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25/11/2017 05:53
 
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Santa Basilissa (Augusta) Imperatrice

25 novembre (Chiese orientali)


III-IV secolo







Il nome dell'imperatrice Basilissa è annotato nel Sinasario quale moglie dell'imperatore Massenzio. Credente in Cristo, fu sottoposta al martirio di spada secondo i Menei, a quello del fuoco stando invece al sinassario di Costantinopoli. La memoria liturgica della santa imperatrice è celebrata al 25 novembre, nella medesima data della celeberrima Santa Caterina d'Alessandria, che aveva avuto un ruolo decisivo nell'avvicinamento dell'augusta sovrana alla fede cristiana. Il distico contenuto nel meneo recita: “Moglie fatta a pezzi di un imperatore mortale / il talamo trovò dell'immortale imperatore”. Il nome di questa imperatrice è citato non solo in greco come Basilissa, ma talvolta in latino come Augusta. In ogni caso è altamente probrabile che non si trattasse del suo nome proprio, a noi ignoto, bensì si riferisse al suo ruolo istituzionale.


Autore: Fabio Arduino

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26/11/2017 09:52
 
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Sante Magnanzia e Massima Vergini

26 novembre


† Borgogna, 448 - † Auxerre, 451?

Discepole di san Germano d'Auxerre, nel 448 riportarono il suo corpo in Gallia.

Etimologia: Massima = grandissima, dal latino








Quel poco che si sa delle due vergini Magnanzia e Massima, proviene da due fonti non tanto sicure, una ‘Vita’ anonima, anteriore al XII sec. e i “Miracula sancti Germani” di Enrico d’Auxerre.
Enrico racconta che s. Germano d’Auxerre, morì mentre era alla corte imperiale di Ravenna nel 448; il suo corpo fu riportato in Gallia, accompagnato dalle cure e dalle preghiere di cinque vergini, forse italiane, che erano diventate sue discepole: Magnanzia, Palladia, Camilla, Porzia e Massima.
Le prime tre morirono durante il lungo viaggio e sulle loro tombe furono costruite alcune chiese; Enrico d’Auxerre riferisce che al suo tempo (976), folle di pellegrini vi si recavano per tutto l’anno.
A conferma di ciò, esistono in Borgogna le località di Ste-Pallaye (Vermenton) e di Ste-Magnance. La ‘Vita’ racconta che Magnanzia nacque a Civitavecchia, ma si dilunga soprattutto sul modo con cui fu scoperto il posto della sua tomba.
La pietra che ricopriva la sepoltura, serviva abitualmente ai pastori dei dintorni per sedersi e riposare, stranamente questa pietra era calda d’inverno e fresca d’estate. Uno dei tanti pellegrini che si recavano a Ste-Pallaye, una sera si coricò sopra e s’addormentò; in sogno vide le due vergini Magnanzia e Massima che si incontravano e poi si avvicinavano a lui per proteggerlo dagli assalti di un serpente, che effettivamente lo minacciava mentre dormiva.
Per riconoscenza il pellegrino raccontò a tutti il fatto e così fu scoperta anche la tomba. Nacque così il culto per s. Magnanzia, alla cui diffusione contribuirono i monaci di Moutiers-Saint-Jean.
Il bel sepolcro della vergine Magnanzia, che ancora oggi si conserva, risale al XII secolo e i suoi artistici bassorilievi raffigurano le scene della leggenda; per fortuna le reliquie sfuggirono alle distruzioni dei calvinisti e a quelle della Rivoluzione Francese.
Nel 1823 e 1842, furono effettuate due ricognizioni canoniche delle reliquie; santa Magnanzia veniva invocata particolarmente per i fanciulli moribondi, la festa nella diocesi di Sens è il 26 novembre.
Alla stessa data è ricordata la vergine Massima, che secondo la già citata ‘Vita’ proseguì il viaggio accompagnando la salma del santo vescovo Germano fino ad Auxerre, dove poi morì qualche anno dopo, in data imprecisata.
Le sue reliquie erano conservate nel monastero di Auxerre fino al 1567, quando vennero distrutte dai calvinisti. Per il percorso di vita verginale fatto insieme, per il sogno in cui comparvero entrambe a salvare il pellegrino, le sante Magnanzia e Massima, vengono ricordate insieme in tante località francesi.


Autore: Antonio Borrelli

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27/11/2017 08:59
 
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Sant' Apollinare Abate di Montecassino

27 novembre


m. 27 novembre 828







L’Ordine Benedettino e l’Abbazia di Montecassino, celebrano il 27 novembre la memoria liturgica del santo abate Apollinare, anche se il ‘Martirologio Romano’ non ne fa menzione. Fu nominato 14° abate nell’817, succedendo all’abate Gisulfo; benedettino di grandi virtù, promosse con tenacia la disciplina monastica e nel contempo, operò con vivace attività per incrementare i possessi del monastero ed organizzandone la gestione, ricevé donazioni da molti nobili feudatari.
Intraprese con viaggi la visita dei possedimenti, controllandone l’amministrazione e fu durante una di queste trasferte, che arrivato sulle sponde del fiume Liri, non avendo barche per attraversarlo, si fece un segno di croce e camminò sulle acque a piedi asciutti.
Accolse nel monastero, come penitente Radechi conte di Conza, che era desideroso di espiare per l’assassinio di Grimoaldo IV principe di Benevento, cosa abbastanza frequente nelle lotte intestine fra i feudatari dell’epoca.
Apollinare morì il 27 novembre 828 e sepolto nell’abbazia; l’abate Desiderio e lo storico Leone Marsicano, che già narrano l’episodio dell’attraversamento del Liri, raccontano che quando alla fine dell’846, i Saraceni dopo aver distrutto Fondi, si preparavano ad assalire Montecassino, l’abate di quel periodo Bassacio, insieme ai trepidanti monaci, elevava preghiere per allontanare il mortale pericolo, durante la notte Apollinare gli apparve e lo rassicurò in nome di s. Benedetto.
Infatti durante la notte un violento temporale, fece straripare il fiume Liri ed i saraceni, che non avevano barche, rinunciarono per quella volta alla distruzione dell’abbazia. Nel 1058, l’abate Desiderio fece esumare le sue spoglie e le sistemò nella chiesa di S. Giovanni Battista, componendo egli stesso un epitaffio in versi; nel 1952, dopo la ricostruzione dell’abbazia, dalla distruzione della II guerra mondiale, fu trasferito nella cappella eretta in suo onore ed affrescata da Luca Giordano nel sec. XVII, che era scampata alla rovina.




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28/11/2017 09:31
 
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Santa Fausta Romana Vedova

28 novembre


Sec. I

Di lei c'è solo un accenno nell'agiografia cristiana. Lo si trova nella Passione di sant'Anastasia, dove si legge "Benché mio padre fosse un idolatra, mia madre Fausta è vissuta sempre fedele e casta. Essa mi ha fatto cristiana nella culla".

Etimologia: Fausta = propizia, favorevole, dal latino








Nella Passio di Santa Anastasia si legge una lettera diretta ad un certo Crisogono, nella quale è scritto: " Benché mio padre fosse un idolatra, mia madre Fausta è vissuta sempre fedele e casta. Essa mi ha fatto cristiana dalla culla ".
Questo è l'unico accenno esistente - ed esistente in un testo leggendario - sul conto della Santa che oggi ricordiamo. Nient'altro rimane a ricordarci Santa Fausta, oltre questa breve testimonianza di riconoscenza filiale. Tentiamone il ritratto: una mamma che alleva nel Cristianesimo la propria figlia, fin " dalla culla ". La moglie di un idolatra, che adora il vero Dio. Una sposa fedele, una donna casta. Può sembrare troppo poco a chi, esigente con gli altri più che con se stesso, chiede alla santità manifestazioni spettacolari e fatti inconsueti.
Ma era già un fatto inconsueto che, nei primi tempi del Cristianesimo, sì trovassero anime disposte al sacrificio e alla persecuzione per amore di quel Dio disprezzato daì pagani, rappresentato come un asino in croce e diffamato come un volgare malfattore.
Per gli apologisti, la prima diffusione dei Cristianesimo fu già un miracolo per se stessa. Sarebbe bastato questo miracolo per dimostrare la divinità dei Cristo. Per la stessa ragione, bastava la conversione per dimostrare la santità dei primi cristiani. Non c'era bisogno di altro.
Non per nulla, i Cristiani dei primi secoli si chiamavano tutti, indistintamente, " Santi ". Per illuminare la loro aureola, bastava una confessione, o anche una semplice ammissione: " Sono cristiano ". Spesso, a queste parole dei Santi detti appunto " Confessori ", seguiva il processo, la condanna, il supplizio dei Santi, detti allora Martiri cioè " testimoni ".
Le varie Passioni derivavano dal desiderio di rendere più evidenti e più esemplari questi sacrifici spesso oscuri, questi eroismi nascosti. Accadde così anche per Santa Anastasia, nella cui complessa Passione si trova l'accenno alla madre Fausta, che allevò dalla culla la figlia cristiana.
Ella doveva sapere che cosa significasse ciò. Voleva dire preparare alla propria figlia un corredo di porpora, un avvenire di sacrifici, quasi certamente una morte prematura. L'amore materno doveva essere superato dalla fede, e la speranza umana doveva essere accesa dalla carità divina. Ecco perché le poche parole dedicate alla madre Fausta scoprono e rivelano tutto un profondo panorama storico e religioso, e acquistano un grande valore apologetico nella prospettiva dei primi secoli cristiani. Sono le parole che potrebbero essere estese a tutte le donne cristiane di quei tempi e di sempre: fedeli e caste, modeste e intrepide, amorevoli e coraggiose. Quelle donne esemplari che portarono nelle case ancora pagane il lievito dei Cristianesimo e accesero accanto alla culla dei loro figli la fiamma della fede, alimentata dalla loro passione e propagata dal loro sacrificio.


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30/11/2017 08:02
 
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San Mirocle (Mirocleto) Vescovo

30 novembre




Martirologio Romano: A Milano, san Miroclèto, vescovo, che sant’Ambrogio ricorda tra i fedeli vescovi suoi predecessori.

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01/12/2017 08:04
 
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San Proietto Diacono e martire

1 dicembre










Due sono i santi di nome Proietto che sono ricordati nella tradizione agiografica piemontese e la cui esistenza è diversamente suffragata da prove archeologiche e documentarie.
Il primo è ricordato in un’epigrafe, scoperta agli inizi dell’ottocento tra Cavour e Campiglione, databile tra il V ed il VI secolo: HIC REQUIESCIT SCS PROIECTUS PRS QUI RECES SIT XIII K NOVBRES. Anche una piccola capsella plumbea, rivenuta nel 1905 durante degli scavi nell’area dell’antica abbazia di Santa Maria a Cavour, conteneva delle reliquie attribuite da una traghetta ad un santo di nome Proietto.
Sulla base di queste due testimonianze si può dunque dar credito alla tradizione che indicava Proietto come uno dei primi vescovi dell’antica Caburrum, vissuto tra il IV ed il V secolo. Una incerta credenza popolare lo considerava anche martire e lo inseriva anche nella numerosa lista dei martiri della famosa Legione Tebea: un processo assai frequente nell’ambito della produzione agiografica locale, che mirava a fornire maggiori coordinate spazio temporali, anche se in certi casi puramente fantastiche, a santi dei quali si era persa memoria dell’autentica identità storica. Il culto per questo santo era nel medioevo molto sentito ed aveva quale centro una cappella nei pressi di Cavour, ove numerosi fedeli ne veneravano la memoria al 25 gennaio. Il motivo dello spostamento rispetto alla data del 19 ottobre, riportata sulla ricordata lapide, sembrerebbe essere derivato da una confusione con un santo omonimo, vescovo e martire di Clermont – Ferrand, venerato in diverse diocesi francesi in tale data. Inoltre un altro martire con questo nome, localizzato nella cittadina istriana di Parenzo, è ricordato nello stesso giorno Oggi non rimane traccia di devozione verso San Proietto di Cavour.
Un secondo santo con questo nome è invece tuttora celebrato nel calendario liturgico regionale: un diacono e martire venerato a Casale Monferrato. La locale tradizione ne fece uno dei compagni di martirio del vescovo di Asti Evasio, ucciso il 1 dicembre del 741 nei pressi di Sedula (nome attribuito al territorio di Casale) per ordine del principe ariano Attubolo.
E’ noto come questa tradizione venne più volte fatta oggetto di attente analisi critiche che non hanno fino ad ora consentito di accettarne o negarne la storicità. Sembrerebbe improbabile un caso di martirio in pieno VIII secolo, pertanto alcuni trasportarono i fatti agli inizi della cristianizzazione del Piemonte, tra IV e V secolo. Un vescovo di Asti di nome Evasio è però solo testimoniato, in un documento di donazione fatta da Carlo Magno alla celebre abbazia di Novalesa, al tempo del re longobardo Liutprando (morto nel 744): la questione dell’identificazione dell’attuale patrono di Casale, e quindi dei suoi eventuali compagni, è tutt’altro che approdata ad una conclusione definitiva. Nella stupenda cattedrale romanica della cittadina piemontese, dedicata a San Lorenzo, sono comunque conservate le reliquie di Proietto, sotto la mensa dell’altare di fondo della navata destra. La festa annuale del santo è fissata al 1 dicembre.
Soltanto una più accurata e critica analisi delle fonti storiche (documentarie, archeologiche ed iconografiche) oggi reperibili, potrebbe contribuire a far luce sulla vicenda storica di questi santi e determinare se essi debbano essere identificati, come si potrebbe sospettare, in un solo personaggio che per ragioni sconosciute, venne doppiamente interpretato.


Autore: Damiano Pomi

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02/12/2017 09:56
 
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Sant' Abacuc Profeta

2 dicembre


VII-VI secolo a.C.



È annoverato tra i profeti minori dell'Antico Testamento. Denominazione dovuta solo alla brevità dei suoi scritti, ma non all'importanza secondaria del suo messaggio. Di Abacuc ignoriamo quasi tutto, ma alcune allusioni presenti nel libro biblico a lui attribuito, composto di solo tre capitoli, ci fa ipotizzare una sua collocazione cronologica all'epoca dell'avversario di Geremia, re Ioiakim, che succedette nel 609 a.C. al giusto e sfortunato re Giosia, ucciso in battaglia dal faraone Necao. Questo profeta si contraddistingue per il suo stile brillante e icastico. Dal libretto di Abacuc occorre però scorporare il terzo ed ultimo capitolo: secondo gli studiosi esso contiene infatti un inno arcaico, forse composto ben prima, nel X secolo a.C.. Il personaggio Abacuc ricompare però nell'Antico Testamento in un racconto miracolistico e leggendario del libro di Daniele (14,3 1-42). (Avvenire)

Etimologia: Abacuc = amplesso ardente, dall'ebraico


Martirologio Romano: Commemorazione di sant’Abacuc, profeta, che davanti all’iniquità e alla violenza degli uomini preannunciò il giudizio di Dio, ma anche la sua misericordia, proclamando: «Il giusto vivrà per la sua fede».








Nei primi giorni del tempo d'Avvento, il 2 dicembre, il nuovo Martyrologium Romanum pone la “memoria di Sant'Abacuc profeta”, annoverato tra i profeti minori dell'Antico Testamento per la brevità dei suoi scritti, ma non per la secondarietà del suo messaggio, e dunque non meno importante al cospetto di Dio.
Di Abacuc ignoriamo purtroppo quasi tutto, persino il significato del suo nome, forse corrispondente a quello di una pianta acquatica o di un'ortensia. Alcune allusioni presenti nel piccolo libro biblico a lui attribuito, composto di solo tre capitoli, ci fa ipotizzare una sua collocazione cronologica all'epoca dell'avversario di Geremia, re Ioiakim, che succedette nel 609 a.C. al giusto e sfortunato re Giosia, ucciso in battaglia dal faraone Necao.Questa fu un'epoca drammatica per il regno di Giuda, giunto quasi alla sua fine, mentre risuonava la voce del profeta Geremia. Il Signore sta infatti per inviare “i Caldei (cioè i Babilonesi), un popolo feroce e impetuoso […], feroce e terribile”, desideroso di imporre “il suo diritto e la sua grandezza”, dotato di cavalli “più veloci dei leopardi e più agili dei lupi della sera” e di cavalieri che “volano come aquila che piomba per divorare, avanzano solo per la rapina..., ammassano i prigionieri come la sabbia” (Abacuc 1,6-9).Questo profeta si contraddistingue per il suo stile brillante e icastico, tanto che un commentatore ha osato definire il suo libretto “uno dei più attraenti della Bibbia”, “per l'armoniosa bellezza di alcuni passi, perla nobiltà e la sincerità dell'accento”.
Il passo che però ha reso popolare Abacuc presso il cristianesimo si compone in ebraico di sole tre parole: saddfq be'emunatòjihjeh, cioè “il giusto vivrà per la sua fede” (2,4). Il senso inteso dal profeta è assai semplice: chi confida in Dio restandogli fedele, salverà la propria vita, mentre invece “soccomberà chi non ha l'animo retto”. L'apostolo Paolo assunse poi questa frase a sintesi della Lettera ai Romani, base della sua teologia circa la giustificazione attraverso la fede: “Colui che è giusto (giustificato) per la fede, costui vivrà»(1,17).Dal librettodi Abacuc, seppur breve, occorre però scorporare il terzo ed ultimo capitolo: secondo gli studiosi esso contiene infatti un inno arcaico, forse composto ben prima, nel X secolo a.C.. Questo potente testo mette in scena una terribile epifania divina volta a sconvolgere l'universo. Il Signore irrompe nella scena scavalcando monti e seminando panico, preceduto da una terrificante avanguardia, la Peste personificata, e seguito da una retroguardia alquanto paurosa, la Febbre ardente. Nulla si può opporre al divino Arciere intento a scagliare lampi come frecce. Su questo devastato orizzonte spunta però fortunatamente un'aurora di speranza e di gioia: “il Signore Dio è la mia forza, egli rende i miei piedi come quelli delle cerve e sulle alture mi fa camminare” (3,19).Il personaggio Abacuc ricompare però nell'Antico Testamento in un racconto miracolistico e leggendario del libro di Daniele (14,3 1-42). Avendo preparato un giorno una minestra e portandola in campagna ai mietitori, un angelo “lo afferrò per i capelli e con la velocità del vento lo trasferì in Babilonia e lo posò sull'orlo della fossa dei leoni” ove era confinato Daniele. “Gridò Abacuc: Daniele, Daniele, prendi il cibo che Dio ti ha mandato!”. Daniele si sfamò, “mentre l'angelo di Dio riportava subito Abacuc” in Giudea, sempre miracolosamente per via aerea. Questa leggenda non può però che costituire una bizzarra forma di solidarietà tra profeti.

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03/12/2017 08:57
 
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San Sofonia Profeta

3 dicembre


VII secolo a.C.



Sofonia fu il primo di una serie di profeti inviati da Dio nel regno meridionale di Giuda, tra la caduta del regno settentrionale nel 722 a.C. e prima della sua caduta nel 587 a.C. Il contesto storico in cui si colloca la sua vicenda è dopo la morte del re Ezechia con l'ascesa al trono di suo figlio Manasse. Ma questo favorì il ritorno alle pratiche pagane, quali il culto di Baal, l'astrologia, l'adorazione degli spiriti e il sacrificio di bambini. Perseguitò infine i profeti ed arrivò addirittura a sopprimere il culto a Dio. Suo figlio Amon proseguì sulla strada tracciata dal padre, mentre Giosia, figlio di Amon, tentò di invertire la disastrosa rotta intrapresa dai suoi avi. Nel 621 a.C. infatti attuò una riforma religiosa e morale di vasta portata, in parte stimolato proprio dagli ammonimenti del profeta Sofonia. Sofonia definì il "resto" con l'immagine della Figlia di Sion (3,14-18): una piccola comunità povera di beni materiali, ma soprattutto libera di falsa ricchezza interiore, una comunità sicura della presenza del suo Dio, i cui occhi sono perciò illuminati dalla fede e dalla certezza della vittoria di Dio. (Avvenire)

Martirologio Romano: Commemorazione di san Sofonia, profeta, che nei giorni di Giosia, re di Giuda, preannunciò la rovina degli empi nel giorno dell’ira del Signore e confortò il popolo dei poveri e dei bisognosi nella speranza della salvezza.








Nei primi giorni del tempo d'Avvento, il 3 dicembre, il nuovo Martyrologium Romanum pone la “commemorazione di San Sofonia profeta”, annoverato tra i profeti minori dell'Antico Testamento per la brevità dei suoi scritti, ma non per la secondarietà del suo messaggio, e dunque non meno importante al cospetto di Dio.
Il libro biblico a lui attribuito si suddivide principalmente in tre parti: messaggio del giudizio di Dio (1,1-2,3); oracoli contro specifiche nazioni (2,4-3,8); promessa di benedizioni future (3,9-20).
Sofonia non fu che il primo di una serie di profeti inviati da Dio nel regno meridionale di Giuda, prima della sua caduta avvenuta nel 587 a.C. e dopo la caduta del regno settentrionale di Israele giunta nel 722 a.C.. Isaia e Michea erano stati invece testimoni della presa di Samaria, capitale del suddetto regno settentrionale, ma morirono prima del periodo di Sofonia.Dopo quest'ultimo vennero invece Geremia, Abacuc ed Ezechiele, tutti portatori di un messaggio particolare per il regno di Giuda. Sfortunatamente, però, anche tale nazione non prestò attenzione alcuna agli avvertimenti inviatigli da Dio.
Il contesto storico in cui si colloca la vicende è dopo la morte di Ezechia, uno dei pochi re di Giuda osservanti della legge, con l'ascesa al trono di suo figlio Manasse. Questi era però un uomo estremamente malvagio, in tutto opposto al suo genitore e tollerare verso la dilagante corruzione nel suo paese. Favorì inoltre il ritorno alle pratiche tipiche dei culti pagani, quali il culto di Baal, l'astrologia, l'adorazione degli spiriti ed il sacrificio di bambini. Perseguitò infine i profeti ed arrivò addirittura a sopprimere il culto a Dio.Secondo un'antica leggenda ebraica, Manasse sarebbe stato colui che diede il via libera alla condanna a morte del profeta Isaia, anche se in favore di questo dato non sussiste alcuna documentazione storica.
Suo figlio Amon perseguì in tutto le orme tracciate dal padre, mentre invece Giosia, figlio di Amon, tentò di invertire la disastrosa rotta intrapresa dai suoi avi. Nel 621 a.C. infatti attuò una riforma religiosa e morale di vasta portata, in parte stimolato proprio dagli ammonimenti del profeta Sofonia. Fu proprio con quest'ultimo che Israele si rese conto che la sua miserevole situazione l'aveva portato ad riconoscere la sua povera realtà anche dinnanzi a Dio.Sofonia definì il “resto” con l'immagine della Figlia di Sion (3,14-18): una piccola comunità povera di beni materiali, ma soprattutto libera di falsa ricchezza interiore, una comunità sicura della presenza del suo Dio, i cui occhi sono perciò illuminati dalla fede e dalla certezza della vittoria di Dio. Questa è in sostanza l'immagine che Sofonia ci fornisce del “resto”, dell'Israele che egli sperava. L'immagine tratteggiata dal profeta è poi divenuta dopo la venuta di Cristo un modello perfetto per la Chiesa, ciò che essa punta a realizzare.
La parola di Sofonia “Rallegrati, Figlia di Sion” (3,14), parendo in grado di esprimere e cantare il messaggio di amore del Nuovo Testamento, è così stata ripresa dall'evangelista Luca: “Rallegrati, Maria!” (Lc 1,28).Quello di Sofonia non è altro che un messaggio di denuncia del male dilagante nel suo paese, con la terribile minaccia del mancato pentimento di Giuda, che sarebbe stato causa della rovina finale. Sofonia approfondì inoltre il concetto di “giorno del Signore” che, mentre secondo la credenza popolare significava la rivincita della nazione sui suoi nemici, per lui si tratta invece del giorno del giudizio innanzitutto per il popolo giudaico, ed in un secondo momento anche per i suoi nemici.Infine si conclude con una promessa di restaurazione (3,9-20), che va ben oltre il semplice ritorno in patria, ma si sbilancia sino a prevedere finalmente una sospirata era di benessere universale per tutta l'umanità.


Autore: Fabio Arduino

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04/12/2017 07:30
 
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Sant' Apro

4 dicembre




Martirologio Romano: Presso Vienne nella Gallia lugdunense, ora in Francia, sant’Apro, sacerdote, che, lasciata la patria, si costruì una celletta e si ritirò ad una vita di solitudine e di penitenza.

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05/12/2017 07:48
 
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San Basso di Nizza Vescovo e martire

5 dicembre




Patronato: Cupra Marittima


Emblema: Bastone pastorale








Santo più controverso di s. Basso, è difficile trovarlo, egli è commemorato nel ‘Martirologio Romano’ al 5 dicembre, come martire e vescovo di Nizza (Nicia).
Ma prima del 1583, quando il suo nome fu inserito nel ‘Romano’ da Cesare Baronio, egli era sconosciuto nella zona, non comparendo negli elenchi episcopali della città.
Quando gli studiosi trovarono un s. Basso vescovo di Nicaea, sconosciuto alle liste vescovili di Nicea della Bitinia, si concluse che fosse vescovo di Nicaea presso il fiume Varo, cioè Nizza.
Ma altri studiosi lo escludono, giacché nelle due ‘passio’ esistenti e compilate verso il 1350, si parla di “proceres Asiae”, quindi è più probabile che fosse vescovo della Nicea di Bitinia e fu ucciso sotto gli imperatori Decio e Valeriano (251 o 253 ca.).
L’incertezza continua con le reliquie e il culto diffuso in molte città italiane del litorale adriatico, specialmente a Cupra Marittima che crede di possedere il corpo di s. Basso; a parte l’autenticità di queste reliquie, il Basso venerato in Italia, sembra che debba essere identificato nel martire Dasio di Dorostoro, chiamato anche Basso, di cui parte delle reliquie furono trasferite ad Ancona e da lì il culto si diffuse sulla costa adriatica, come a Cupra Marittima, Termoli, Fermo, Ascoli Piceno e a Malamocco in Venezia.
Comunque sia, a Nizza a partire dal secolo XVII si sviluppò un diffuso culto per s. Basso vescovo e martire, che nel 1922 è stato nominato patrono secondario della città e della diocesi.


Autore: Antonio Borrelli

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06/12/2017 08:14
 
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Santi Dionisia, Dativa, Leonzia, Terzo, Emiliano, Bonifacio, Maiorico e Servo Martiri

6 dicembre


sec. V

Furono sottoposti ad atroci supplizi dal re vandalo Unerico, ariano. Maiorico, ancora bambino, si impaurì alla vista delle torture, ma fu sostenuto dallo sguardo e dalle parole di sua madre, Dionisia.

Emblema: Palma


Martirologio Romano: In Africa settentrionale, commemorazione dei santi martiri della persecuzione vandalica, che, sotto il re ariano Unnerico, furono sottoposti ad atroci e innumerevoli supplizi per aver difeso la fede cattolica; alla loro schiera appartengono i martiri Dionisia e Maioríco, suo figlio, che, ancora bambino, spaventato dalle torture, ma confortato dallo sguardo e dalle parole della madre, si fece ancor più coraggioso degli altri compagni e rese tra i tormenti la sua anima.







Lo storico della persecuzione vandalica in Africa, il vescovo Vittore di Vita, che scriveva sulla fine del sec. V, informa che sotto il re ariano Unnerico molti cristiani dell'Africa proconsolare ebbero a soffrire, per la fede nella S.ma Trinità, atroci tormenti. Erano prese di mira specialmente le donne appartenenti alla nobiltà, che venivano denudate e fustigate in pubblico fino a farle morire dissanguate. A tale genere di supplizio, perché nobile e particolarmente bella, fu sottoposta Dionisia, conterranea di Vittore. Pur tra i tormenti, ella trovò la forza d'incoraggiare al martirio i compagni di fede presenti: l'unico figlioletto suo, Maiorico, a cui poté dare sepoltura con le sue stesse mani, la propria sorella Dativa, e Leonzia, figlia di Germano, veseovo di Perada o Paradana. Ad essi si aggiunsero il venerabile medico Emilio o Emelio (Emiliano, in Usuardo), cognato di Dativa, il cui supplizio Vittore preferisce non descrivere; Terzo, uomo religioso della Byzacena, e Bonifacio Sibid ense, ehe va identifieato probabilmente coll'omonimo vescovo di Sicilibba, a cui furono estratte le viscere.
A questi martiri gli antichi calendari ne associarono altri due che subirono l'estremo supplizio nella medesima persecuzione e nella stessa provincia. Nella città di Tuburbium maggiore (Tuburbin), già celebre per altri martiri ricordati nel Calendario cartaginese al 30 luglio, il nobile e generoso Servo o Servio (che sotto Genserico aveva sofferto per non aver voluto svelare il segreto di un amico), duramente colpito con bastoni, fu levato in alto per mezzo di carrucole e più volte lasciato cadere violentemente al suolo. Nella città Colusitana o Culcitanense (Culsitanum), la più feconda di martiri, la matrona Vittoria o Vittrice subì il martirio imperterrita senza dar ascolto alle preghiere del marito e senza lasciarsi commuovere dalle lacrime dei figli.
Il loro culto è menzionato nei martirologi di diverse Chiese antiche e in quelli di Adone, Floro e Usuardo. Il loro ricordo è attestato nel Leggendario del convento dei Canonici Regolari di Boddeken in Westfalia attraverso un cod. del sec. XIV della Biblioteca Teodoriana di Paderborn. Il Martirologio Romano li commemora il 6 dicembre, ad eccezione di Servo, ricordato nel giorno seguente e di Vittoria che sfuggì ai suoi redattori.
Emiliano ebbe nel tardo Medioevo culto particolare in Napoli, ove sue reliquie sarebbero state portate dagli esuli africani; sulla fine del sec. XIV il sodalizio dei farmacisti, che lo scelsero a loro patrono con s. Pellegrino, eresse un tempietto in suo onore.


Autore: Domenico Ambrasi

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07/12/2017 07:24
 
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San Pietro Baietta Martire mercedario

7 dicembre


† 1397

Originario di Cuenca (Spagna), San Pietro Beteta, entrò nell'Ordine Mercedario a Barcellona dove il suo fervore e la sua umiltà si distinsero tanto che da frate laico fu elevato a religioso professo e ordinato sacerdote. Sucessivamente passò per i conventi di Saragozza, Perpignano (Francia), Calatayud, Vic, Portel, Valenza e in quello di EI Puig; nominato redentore e trovandosi in Almeria dove predicava apertamente Cristo, venne preso dai mori e messo in carcere dove fu picchiato selvaggiamente.Dopo vari maltrattamenti in odio verso la fede cattolica gli furono tagliati i piedi, le mani ed infine la testa lasciando il suo corpo in un mare di sangue. Imporporato così dal proprio sangue meritò gloriosamente la corona dei martiri nell'anno 1397.
L'Ordine lo festeggia il 7 dicembre.

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08/12/2017 08:32
 
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San Sofronio di Cipro Vescovo

8 dicembre




Emblema: Bastone pastorale








Il suo nome - raro nel Calendario e ancor più raro, oggi, tra i fedeli - era di origine greca, ed era stato portato da almeno un predecessore illustre. Sofronio (cioè, in greco, il " giudizioso ") era stato infatti uno scrittore e studioso nato a Siracusa e vissuto nel VI secolo avanti Cristo.
Egli viene addirittura enumerato tra i sette sapienti del mondo antico, accanto a Talete, a Solone, a Cleòbulo, a Chilone e agli altri.
Nei calendari, il nome del sapiente greco è ripetuto da due Santi cristiani. Uno, un po' più celebre, viene festeggiato l'Il marzo, ed è detto Sofronio il Sofista, cioè il " saggio ", per la sua conoscenza della filosofia greca.
Nato a Damasco, passò vent'anni alla scuola di un eremita, e peregrinò nel deserto egiziano. San Giovanni Elemosiniere, Patriarca d'Alessandria, lo volle al suo fianco nella lotta contro gli eretici orientali, soprattutto contro i Monoteliti.
Più tardi, anch'egli divenne Patriarca, a Gerusalemme. Qui, il Vescovo saggio ebbe il profondo dolore di vedere la città santa dei cristiani cadere in mano ai Mussulmani, nel 638. Per alleviare e assistere i suoi figli, egli era pronto a consegnare la sua vita nelle mani degli infedeli. Invece mori di lì a pochi anni, ma non Martire.
Anche il Sofronio di oggi visse in ambiente greco, in epoca imprecisata. Sappiamo soltanto che fu Vescovo di Cipro, successore di San Damiano.
Sul suo conto, possiamo soltanto ripetere le parole bellissime a lui dedicate dal Martirologio Romano: " Egli fu, in modo ammirevole, protettore dei piccoli, degli orfani, delle vedove; conforto dei poveri e di tutti gli oppressi ". Non è molto: ma è più che sufficiente per garantire la santità dell'antico Vescovo di Cipro, San Sofronio, e giustificare la sua fama, benché limitata.



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09/12/2017 10:04
 
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Sant’ Anna Madre di Samuele

9 dicembre




Dall'ebraico "Hannah", Anna significa "pietà". Più donne bibliche portano questo nome; quella di cui parleremo oggi è una delle due mogli di Elkana lo Zufita. Essendo sterile, andata pellegrina al Tempio di Silo, una vallata tra Sichem e Rama, la località dove abitava, implora il Signore di renderla madre, facendo voto di offrigli la sua creatura per per tutti i giorni della sua vita" (I Sam 1,12). Ottenuta la grazia, Anna impone al figlio agognato uno splendido nome che fa capire trattarsi di una vera e propria consacrazione: Samuele in ebraico vuoi dire infatti "il nome (di Dio) è EI" (Shem-EI) ma collegato anche al fatto che la madre lo ha lungamente e insistentemente richiesto, tale sarebbe il significato poiché in ebraico "shal'al" è come dire "domandare", logicamente in questo caso al Signore, (I Sam, 1-20). Sant'Anna è festegiata dai Greci all'8 e 9 dicembre.







Dall'ebraico "Hannah", Anna significa "pietà". Più donne bibliche portano questo nome; quella di cui parleremo oggi è una delle due mogli di Elkana lo Zufita. Essendo sterile, andata pellegrina al Tempio di Silo, una vallata tra Sichem e Rama, la località dove abitava, implora il Signore di renderla madre, facendo voto di offrigli la sua creatura per per tutti i giorni della sua vita" (I Sam 1,12). Ottenuta la grazia, Anna impone al figlio agognato uno splendido nome che fa capire trattarsi di una vera e propria consacrazione: Samuele in ebraico vuoi dire infatti "il nome (di Dio) è EI" (Shem-EI) ma collegato anche al fatto che la madre lo ha lungamente e insistentemente richiesto, tale sarebbe il significato poiché in ebraico "shal'al" è come dire "domandare", logicamente in questo caso al Signore, (I Sam, 1-20).
La nascita di Samuele (Sam 2,1-10) ispira ad Anna un cantico di ringraziamento che taluni hanno considerato il prototipo del Magnifìcat. Nel libro I di Samuele (2,1) leggiamo:
"Esulta il mio cuore nel Signore; per grazio del Signore si innalza la mia fronte. Si apre liberamente la mio bocca contro i miei nemici; perché io godo della vittoria che mi hai concesso. Non vi è alcuno santo come il Signore; perché non vi è alcuno fuori di lui; e non cè rocca come il nostro Dio. Non moltiplicate i discorsi superbi; dalla vostra bocca non escano arroganze; poiché il Signore è il Dio del sapere; e le opere sue sono rette. L'arco dei forti si è spezzato, ma i deboli sono stati rivestiti di vigore. Quei che erano sazi, per il pane andarono a giornata, mentre gli affamati hanno cessato di faticare. Colei che era sterile partorì sette figli e la madre di numerosa prole è sfiorita (...) Il Signore fa morire e vivere; conduce alla morte e ne richiama. Il Signore fa impoverire e arricchire, abbassa e anche esalta (...) Il Signore giudica i confini della terra; darà forza al suo re; ed eleverà la potenza del suo Messia".
Come costatiamo, c'è una certa analogia con il Magnificat di Maria, ma non pare possa esser messo sullo stesso piano del cantico esploso dall'animo di Maria Vergine Madre al sentire il saluto della cugina Elisabetta, quando dopo l'Annuncio dell'arcangelo Gabriele, si reca ad Ain Karim per portarle benedizione e aiuto.
Dopo avere svezzato il figlio, Anna grata al Signore e fedele al voto fatto, ritorna a Silo e consegnando il figlioletto nelle mani del sacerdote Eli, dice: "Per questo bambino ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho chiesto. Per questo in cambio lo offro in dono al Signore per tutti i giorni della sua vita" (1 Sam 1, 27-28).
Così Samuele cresce nel servizio del Signore, che avendo sul ragazzo particolari disegni, lo segue con "voci" e inequivocabili "messaggi": il figlio della fedele Anna è destinato a essere un grande profeta. E non vi è lettore della Bibbia che non ricordi la descrizione, molto bella, della triplice chiamata divina durante la notte; Samuele la ritiene come suggerimento di Eli, il quale gli ricorda di rispondere, qualora il "fenomeno" si ripetesse per la terza volta: "Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta". Ciò che difatti avviene.
Il giovane Samuele, sentendo che il Signore era con lui e chiamava lui non tralasciò di ascoltare e comprendere nessuna parola, perciò "acquistò autorità, e tutto Israele seppe che Samuele, da Dan fino a Bersabea, era stato costituito profeta dal Signore. In seguito Iddio, dopo che si era rivelato a Samuele in Silo, fece sì che quanto questi diceva giungesse a tutto Israele come parola del Signore" (I Sam 3, 19-21).
E Samuele fu riconosciuto come personaggio credibile e autorevole; fu ritenuto personaggio interessante e complesso per le funzioni che dovette ricoprire: non fu soltanto "profeta" bensì "giudice" e "guida" sicura per il suo popolo.
La storia di Samuele è importante soprattutto perché nel suo tempo (circa 1050-1000) Israele, era costretto a soffrire una fase storica quanto mai complicata mancando di una autentica guida politica nel suo interno, e si dibatteva in grandi difficoltà soprattutto all'esterno, per la minaccia dei popoli vicini, in modo speciale per le continue aggressioni da parte dei Filistei. Nello stesso tempo agiva soprattutto come profeta, mai stanco di trasmettere al popolo eletto il volere di Dio. Sicché non smetteva di ricordare che se si voleva la vittoria contro i Filistei, Israele e quanti lo guidavano dovevano assolutamente assegnare a Dio il "primato", di essere fedeli al loro unico vero Dio e respingere ogni tentazione di idolatria.
"Se è proprio di tutto cuore che voi tornate al Signore, eliminate da voi tutti gli dèi stranieri ... fate in modo che il vostro cuore sia indirizzato al Signore e seguite lui, lui solo, ed egli vi libererà dalle mani dei Filistei", (I Sam 7,3-5).
E così avviene.
Anna, una santa madre, ha avuto l'intuizione di volere un figlio non per sé ma per il Signore; e al Signore lo offre per tutta la vita. Anna ha visto giusto: dopo Samuele, avrà altri tre figli e due figlie (Sam 1, 20-21) ma sul primo, il Signore aveva disegni particolari. Sarà un grande profeta, e la sua azione risalterà specialmente durante il passaggio dal periodo dei Giudici a quello della Monarchia: è Samuele che ungerà i primi due re (Sam I 10,1-8; 16,1-13) ma di ciò parleremo quando tratteremo delle donne che hanno avuto importanza nella vita di Davide ed è lui che guiderà coloro che avranno il compito sociale di guidare il popolo.
Compiuta la sua missione, Samuele scompare dalla scena, e solo qualche tempo dopo si dà notizia della sua scomparsa: "Samuele morì e tutto Israele si radunò e lo pianse. Lo seppellirono presso la sua casa in Rama. Davide si alzò e scese al deserto di Paran" (I Sam 25-1).
La memoria di Samuele rimase viva in Israele, gli israeliti ne ebbero grande stima e continuarono a benedirlo, come si può leggere nel (Salmo 26,99-6 e in Geremia 15,1). Lo elogia pure il Siracide (46,13-20) collocandolo tra i grandi profeti del suo popolo: "Samuele, amato dal suo Signore, di cui fu profeta.
Lo ricorda anche il Nuovo Testamento, onorandolo come uno dei profeti che hanno preannunciato l'avvento del Messia. "I profeti a cominciare da Samuele e da quanti parlano di lui, in seguito annunciarono questi giorni" (At 3,24)
Ha ben meritato una pagina nel gran Libro, Anna, questa santa madre...

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10/12/2017 09:38
 
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San Gemello di Ancira Martire

10 dicembre




Martirologio Romano: Ad Ankara in Galazia, nell’odierna Turchia, san Gemello, martire.

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11/12/2017 08:37
 
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an Pablo di Merida Vescovo

11 dicembre


Grecia ? – Mérida, 560 ca.







Con il titolo di Santi Emeritensi, sono conosciuti cinque vescovi dei secoli VI-VII della città di Mérida (prov. Badajoz) nell’Estremadura, la cui vita fu descritta verso il 640 da un diacono della stessa diocesi in un opera dal titolo “Vita SS. Patrum Emeritensium”; i loro nomi sono Pablo, Fedele, Masona, Innocenzo, Renovato.
I loro corpi erano sepolti tutti in una sola tomba nella chiesa di S. Eulalia, vicino al sepolcro della santa, ed erano invocati da molti fedeli che riacquistavano la salute.
Non c’è un culto ufficiale, anche se più tardi i loro nomi compaiono in messali, calendari, elenchi di reliquie, breviari, orazioni, ecc. dei monasteri di S. Millán de la Cogolla e S. Domingo de Silos, dove venivano celebrati insieme o a gruppi.
S. Pablo o Paolo era un medico di origine greca, arrivato in Spagna aggregato ad un gruppo di commercianti greci, che effettuavano frequenti viaggi nella Penisola Iberica.
Si stabilì ad Emerita (Mérida) e qui per molti anni forse esercitò la sua professione di medico, sempre virtuoso e caritatevole, tanto da meritarsi l’elezione a vescovo della città, probabilmente tra il 530 e il 540.
Come vescovo riportò la pace e la tranquillità nella diocesi, perduta al tempo del suo predecessore; ci è noto attraverso il racconto del già citato diacono, che dovette praticare un taglio cesareo su una nobile signora alla quale era morto il figlio in grembo, lo fece controvoglia pensando di contravvenire al suo carattere sacerdotale, ma il marito prima e il clero poi insistettero tanto che acconsentì.
I ricchissimi coniugi riconoscenti del suo operato medico, gli donarono la metà dei loro beni e dopo la loro morte ne divenne erede universale.
Usò questi beni per intensificare le opere di carità per i bisognosi; governò la diocesi per molti anni, che poi lasciò al suo successore, il nipote Fedele da lui nominato.
Si ritirò presso la basilica di S. Eulalia di Mérida dove si dedicò alla preghiera e alla penitenza; morì verso il 560.


Autore: Antonio Borrelli

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12/12/2017 08:14
 
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San Spiridione di Trimithonte


San Spiridione, pur avendo origini assai umili, divenne vescovo di una piccola zona remota nord-orientale dell'isola di Cipro, nei pressi di Salamina. Secondo lo storico Socrate, egli fu ritenuto degno della carica episcopale proprio per la santità dimostrata nell'attività precedente e fu così che fu fatto pastore di uomini nella città cipriota di Trimithonte. La sua profonda umiltà lo portò a continuare a pascolare anche il suo gregge animale, nonostante l'alto ufficio ecclesiastico assunto. Una leggenda narra che un giorno riuscì a catturare dei ladri che avevano tentato di rubargli delle pecore, pregò con loro, li liberò ed infine donò addirittura loro un montone, così da non aver trascorso l'intera notte svegli invano. Secondo alcune fonti avrebbe partecipato al Concilio di Nicea nel 325. Spiridione rimase coinvolto nella persecuzione anticristiana indetta da Galerio: secondo alcune tradizioni in tale contesto storico venne ferito e poi fu deportato ai lavori forzati nelle miniere. Alla sua morte, le reliquie furono traslate da Cipro a Costantinopoli, poi a Corfù, Zachitos e Cefalonia.

Spiridione = regalo, dono, dal grecoBastone pastorale, Pallio, Berretto da pastoreNell'isola di Cipro, san Spiridone, vescovo, vero pastore delle sue pecore, le cui straordinarie azioni erano celebrate dalla bocca di tutti.


Beato Giacomo Capocci da Viterbo


Nacque a Viterbo intorno al 1255, ma non si hanno notizie dei suoi anni giovanili. Nel 1272 entrò tra gli Eremitani di sant'Agostino, di cui vestì l'abito nel convento viterbese della Santissima Trinità. Studiò teologia a Parigi dove conseguì il dottorato in teologia nel 1293. Insegnò a Napoli dal 1300 per due anni, quando Bonifacio VIII, lo nominò arcivescovo di Benevento e poi di Napoli. Qui si guadagnò la fiducia del re Carlo II d'Angiò e del figlio Roberto, duca di Calabria, che lo aiutò nella costruzione della nuova Cattedrale. Il 13 maggio 1306 avviò, su richiesta di Clemente V, la causa di canonizzazione di Celestino V. A questa causa si dedicò con zelo fino alla morte, avvenuta a Napoli alla fine del 1307. La sua unica opera pubblicata per intero è il «De regimine christiano», scritta nel 1303 in occasione della lotta tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello. Il suo culto fu confermato ufficialmente da Pio X nel 1911.

A Napoli, commemorazione del beato Giacomo Capocci, vescovo, che da eremita di Sant'Agostno fu chiamato a reggere la Chiesa di Benevento e poi quella di Napoli, che illuminò tutte con saggezza, dottrina e prudenza.


Santi Epimaco e Alessandro


Nel giorno della Madonna di Guadalupe la Chiesa ricorda anche i martiri Epimaco e Alessandro, uccisi durante le persecuzioni di Decio, intorno all'anno 250, ad Alessandria d'Egitto. Poiché si rifiutarono di abiurare alla fede, furono incarcerati, torturati e, infine, gettati nella calce viva. Nel 774 la regina Ildegarda, sposa di Carlo Magno, volle le loro reliquie - conservate a Roma - nell'abbazia di Kempten, in Germania, località di cui sono tuttora patroni. Alcuni resti si trovano nella basilica di San Giovanni in Laterano.

PalmaCommemorazione dei santi martiri di Alessandria Epímaco e Alessandro, che, sotto l'imperatore Decio, dopo lunga prigionia e vari supplizi, furono infine messi sul rogo per la fede in Cristo. Insieme a loro subirono la passione le sante Ammonarion, vergine, Mercuria, Dionisia e un'altra donna, le quali, per la vergogna del giudice che delle donne avessero la meglio su di lui e nel timore che, pur sottoponondole a inauditi supplizi, potesse essere vinto dalla loro fermezza, ordinò che fossero subito decapitate.


Beato Corrado di Offida


Nato a Offida (Ap) verso il 1241, entrò quindicenne nel convento francescano. Per umiltà interruppe gli studi ritenendosi chiamato ai più umili servizi, ai quali perciò venne destinato. Fu frate cuciniere, frate questuante, frate portinaio. Visse all'insegna dell'obbedienza. Frequentava i luoghi più adatti alla contemplazione, come il boschivo monte della Verna, calvario di san Francesco, dove il beato Corrado visse per un periodo. Per obbedienza, accettò di riprendere gli studi interrotti, ricevere l'ordinazione sacerdotale e intraprendere poi il ministero della predicazione. Ebbe un successo inaspettato, di cui però non si inorgoglì. Morì nel 1306, a Bastia Umbra, presso Perugia, e venne beatificato nel 1817. Le sue reliquie si trovano in un'urna nella chiesa della Collegiata a Offida.

Nel territorio di Bastia vicino ad Assisi in Umbria, beato Corrado da Offida, sacerdote dell'Ordine dei Minori, che fortemente amò e ricercò l'umiltà e la primitiva povertà dell'Ordine.


Beata Maria Vergine di Guadalupe


L'apparizione, il 9 dicembre 1531, della "Morenita" all'indio Juan Diego, a Guadalupe, in Messico, è un evento che ha lasciato un solco profondo nella religiosità e nella cultura messicana. L'evento guadalupano fu un caso di "inculturazione" miracolosa: meditare su questo evento significa oggi porsi alla scuola di Maria, maestra di umanita' e di fede, annunciatrice e serva della Parola, che deve risplendere in tutto il suo fulgore, come l'immagine misteriosa sulla tilma del veggente messicano, che la Chiesa ha di recente proclamato santo.Beata Maria Vergine di Guadalupe in Messico, il cui materno aiuto il popolo dei fedeli implora umilmente numeroso sul colle Tepeyac vicino a Città del Messico, dove ella apparve, salutandola con fiducia come stella dell'evangelizzazione dei popoli e sostegno degli indigeni e dei poveri.


Beati Giovanni de Josa e Bertrando de Mas


Santi religiosi mercedari, i Beati Giovanni de Josa e Bertrando de Mas, erano nel loro convento di Santa Maria d'Arguines in Spagna, quando dei saccheggiatori mori entrarono in chiesa. Subito i due padri esposero le loro vite in difesa della divina Eucaristia affinché non fosse profanata, ma barbaramente furono tormentati e torturati dai nemici della fede di Cristo fino a meritare la corona eterna dei martiri. Era l'anno 1446.L'Ordine Ii festeggia il 12 dicembre.


Beato Bartolo Buonpedoni da San Gimignano


Vinta l'opposizione del padre, abbracciò la vita religiosa. Colpito dalla Lebbra a 60 anni, si trasferì in un lebbrosario, dove dette assistenza ai malati lì rinchiusi.Presso la cittadina di Celloli in Toscana, beato Bartolo Buonpedoni, sacerdote, che, colpito a sessant'anni dalla lebbra, lasciò la cura della parrocchia e, vestito l'abito del Terz'Ordine di San Francesco, diede pazientemente assistenza a tutti nell'ospedale in cui visse rinchiuso.


Beato Arnaldo Martin


Ammirevole per la cultura, lo zelo e la fede, il Beato Arnaldo Martin, visse nel convento di Sant'Eulalia in Lérida (Spagna).Di una grandissima generosità verso i poveri ed i pellegrini che li ristorava soccorrendoli nelle loro più urgenti necessità vedendo, in ognuno di loro il Signore. Colmo di virtù e meriti ora gode lui stesso ristorandosi nella visione di Cristo, per l'eternità.L'Ordine lo festeggia il 12 dicembre.


Beato Pio (Pius Ludwik) Bartosik


Vicino a Cracovia in Polonia, beato Pio Bartosik, sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali e martire, che, durante l'occupazione della Polonia da parte di un regime straniero ostile a Dio, prostrato dalle torture portò a termine il suo martirio per Cristo nel campo di sterminio di Auschwitz.


Beato Martino Sanz


Nel convento della Mercede di Santa Maria d'Arguines in Spagna, il Beato Martino Sanz, condusse una vita esemplare di virtù e zelo. Fu anche commendatore dello stesso convento e dopo aver accumulato non poche opere sante e meriti morì famoso per santità.L'Ordine lo festeggia il 12 dicembre.


San Simone Hoa


A Huê in Annamia, ora Viet Nam, san Simone Phan Ðàc Hòa, martire, che, medico e padre di famiglia, insigne per la sua carità verso i poveri, catturato per aver dato ospitalità ai missionari sotto l'imperatore Minh M?ng, dopo il carcere e le flagellazioni coronò il martirio con la decapitazione.


San Corentino di Quimper


ParaliticiCorentino = che ama danzare, dal gaelicoBastone pastorale, Mitra, Piviale, Pallio, PesceA Quimper nella Bretagna in Francia, san Corentino, venerato come primo vescovo di questa città.


San Vicelino di Oldenburg


A Neumünster nell'Alsazia in Germania, anniversario della morte di san Vicelíno, vescovo di Oldenburg, che si dedicò con grande impegno all'evangelizzazione degli Slavi.


Sant' Israele di Dorat


A Dorat nel territorio di Limoges sempre in Francia, sant'Israele, sacerdote e canonico regolare, che fu di grande aiuto al vescovo nella predicazione della parola di Dio.


San Finniano di Clonard


A Clonard in Irlanda, san Finniano, abate, che, fondatore di molti monasteri, fu padre e maestro di una grande schiera di monaci.


Sant' Eulalia di Asti


Eulalia = donna eloquente, ben parlante, dal grecoPalma
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13/12/2017 20:32
 
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Sant' Antioco di Sulcis


Nel giorno della festa di santa Lucia la Sardegna ricorda anche un altro martire, sant’Antioco. Una figura legata alle miniere di questa regione, ai cui lavori forzati durante le persecuzioni i romani destinarono anche molti cristiani. Tra di essi si ricorda appunto Antioco, che fu inviato in esilio nella splendida isola che porta il suo nome (oggi congiunta alla terraferma con un ponte). La tradizione vuole che fosse un medico orientale che, nella prima metà del II secolo, ai tempi dell’imperatore Adriano, percorreva la Galazia e la Cappadocia prendendosi cura non solo dei corpi ma anche delle anime di quanti incontrava. Le conversioni da lui suscitate lo portarono all’arresto e all’esilio in Sardegna. Ma, anche prigioniero, la sua testimonianza cristiana fu talmente forte da aprire alla fede il cuore del soldato Ciriaco, che avrebbe dovuto essere il suo carceriere. La notizia fece infuriare le autorità imperiali che lo condannarono a morte. Prima di morire, comunque, Antioco invocò la protezione di Dio sulla Sardegna e sul suo popolo, che ancora oggi lo venera.

PalmaNel promontorio di Sulcis in Sardegna, sant'Antioco, martire.


San Giudoco (Giudioco) di Piccardia


Nato in Bretagna all'inizio del VII secolo compì gli studi presso i monaci di Lan Mae-Imon. Divenne tra il 636 e 637 cappellano di Aimone del duca di Pointhieu. Sette anni dopo decise di condurre una vita eremitica, cambiando di volta in volta i luoghi di soggiorno, sostando per un lungo periodo a Ruinac. Costruì nei pressi della futura abbazia di Saint'-Jossé-sur-mer due piccoli oratori in legno, l'uno in onore di San Pietro e l'altro in onore di San Paolo. Morì il 13 dicembre 669. I suoi resti furono deposti nella chiesa del suo eremitaggio fino al 903, data in cui per timore dei Normanni furono trasportati in Inghilterra.

Nella Neustria settentrionale, ora in Francia, san Giudoco, sacerdote ed eremita, che, figlio di Giutaele, re della Bretagna, e fratello di san Giudicaele, per non essere costretto a succedere al padre, lasciò la patria e si ritirò a vita eremitica.


Beati 7 Cavalieri Mercedari


Questi 7 Beati: Bernardo de Podio, Pietro Ricart, Pietro Boguer, Guglielmo de Sa, Giovanni de Bruquera, Giacomo de Copons e Raimondo de Frexa, cavalieri laici dell'Ordine Mercedario, lottarono estremamente contro i nemici della fede cattolica. Difesero onorevolmente la Chiesa nel XIII° secolo ed il loro Ordine nel suo primo secolo di vita, finché famosi per la loro fortezza e costanza raggiunsero la pace del Signore. L'Ordine li festeggia il 13 dicembre.


Beato Martino de Pomar


Il Beato Martino de Pomar, consumò la sua vita nel convento mercedario di Santa Maria a Bilbao in Spagna. Commendatore dello stesso convento lo governò con grandissima santità fino alla morte.Fu insigne per la dottrina, lo zelo per la verità cattolica e immerso nell'amore divino si addormentò nel bacio del Signore.L'Ordine lo festeggia il 13 dicembre.


Sant' Odilia (Ottilia) di Hohenbourg


Guarita dalla cecità, si fece monaca benedettina e governò l'abbazia di Hohenburg che ora porta il suo nome: Odilienberg. Morì nel 720.Alsazia, Malattie degli occhiNel territorio di Strasburgo nell'antica Burgundia in Francia, santa Ottilia, vergine e prima badessa del monastero di Hohenbourg fondato da suo padre, il duca Adalríco.


Santi Pietro Cho Hwa-so e cinque compagni


Nel territorio di Tiyen-Tiyou in Corea, santi Pietro Cho Hwa-sŏ, padre di famiglia, e cinque compagni, martiri, che, sebbene tentati dal mandarino con promesse e torture a rinnegare la religione cristiana, resistettero fino alla decapitazione.


Beato Giovanni Marinoni


A Napoli, beato Giovanni (Francesco) Marinoni, sacerdote dell'Ordine dei Chierici regolari detti Teatini, che si dedicò insieme a san Gaetano alla riforma del clero e alla salvezza delle anime e diede impulso al Monte di Pietà per l'aiuto ai bisognosi.


Beato Antonio Grassi


A Fermo nelle Marche, beato Antonio Grassi, sacerdote della Congregazione dell'Oratorio, uomo umile e pacifico, che con il suo esempio spinse fortemente molti confratelli all'osservanza della regola.


Santi Eustrazio, Aussenzio, Eugenio, Mardario ed Oreste


In Armenia, santi Eustrazio, Aussenzio, Eugenio, Mardario e Oreste, martiri.


Sant' Autberto


A Cambrai nell'Austrasia, in Francia, sant'Autberto, vescovo.


Sant' Aristone


Presso l'odierna Fiumicino, sant'Aristone, martire.
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14/12/2017 10:14
 
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Sant' Agnello di Napoli


All'inizio del decimo secolo Pietro, suddiacono della Chiesa napoletana che era stato liberato da una grave infermità per intercessione di Agnello, compose un «libellus miraculorum», in cui, oltre alla sua, racconta altre ventidue guarigioni miracolose operate dal santo. Da questo testo, che è la più antica fonte che ci parli di Agnello, apprendiamo che Gaudioso Settiminio Celio, vescovo di Abitina in Africa, avendo dovuto insieme con altri presuli abbandonare la sua sede invasa dai Vandali, riparò a Napoli e vi fondò un monastero, probabilmente basiliano, che poi prese il suo nome. Di questo monastero, nel VI secolo, divenne abate Agnello, che morì a sessantun'anni tra il 590 e il 604, forse nel 596, come molti affermano. Scrittori recenti parlano dei suoi interventi miracolosi per liberare Napoli e Sorrento, strette d'assedio dai Saraceni, ma l'agiografo citato non ne fa cenno. Il suo epitafio, rinvenuto nella chiesa parrocchiale a lui dedicata, dal punto di vista paleografico, secondo gli esperti, si accorda con l'età della sua morte.

Agnello = messaggero, dal grecoBastone pastoraleA Napoli, sant'Agnello, abate del monastero di San Gaudioso.


San Nimatullah Youssef Kassab Al-Hardini


E' figlio del Libano, al secolo: Giuseppe Kassab (1808-1858), sacerdote dell'Ordine Libanese Maronita. Nel nascondimento del monastero si dedicò alla preghiera, all'insegnamento della teologia e al lavoro manuale. Tra i suoi alunni ebbe San Charbel Maklouf. La Santa Sede lo nominò Assistente del Superiore Generale del suo Ordine. Fu beatificato nel 1998.In località Klifane nel territorio libanese, san Nimatullah al-Hardini (Giuseppe) Kassab, sacerdote dell'Ordine Libanese Maronita, che, uomo insigne per spirito di preghiera e penitenza, attese all'insegnamento della teologia, all'educazione dei giovani e all'impegno pastorale.


Santi Ares, Promo ed Elia


PalmaAd Ascalona in Palestina, santi Ares, Promo ed Elia, martiri, che, volendo passare dall'Egitto in Cilicia per fare visita ai confessori di Cristo durante la persecuzione dell'imperatore Massimino e dare loro aiuto, furono arrestati a Cesarea, atrocemente privati degli occhi e mutilati dei piedi e poi condotti ad Ascalona, dove, per ordine del governatore Firmiliano, terminarono il loro martirio, Ares sul rogo, gli altri decapitati.


Beata Francesca Schervier


Si dedicò alla cura dei poveri, dei malati e degli afflitti, rimanendo conosciuta come la " Madre dei poveri". Fondò la Congregazione delle Sorelle dei Poveri di San Francesco.Ad Aachen in Germania, beata Francesca Schervier, vergine, che per lungo tempo si adoperò premurosamente in città per i poveri, i malati e gli afflitti e fondò la Congregazione delle Suore Povere di San Francesco per sovvenire alle necessità dei bisognosi.


Santi Erone, Arsenio, Isidoro e Dioscoro


Ad Alessandria d'Egitto, commemorazione dei santi martiri Eróne, Atéo e Isidoro, con il piccolo Dióscoro di dodici anni, dei quali, durante la persecuzione di Decio, i primi tre furono mandati dal giudice al rogo, in quanto, pur dilaniati da vari supplizi, persistevano armati di invitta costanza nella fede; san Dioscoro, invece, dopo essere stato più volte fustigato, morì fatto a brandelli.


Beato Guglielmo de Rovira


Famoso per l'osservanza della disciplina monastica, il Beato Guglielmo de Rovira, faceva parte del convento di San Tommaso apostolo in Tortosa (Spagna). Onorò l'Ordine Mercedario per lo zelo nella fede in Dio, l'assidua preghiera, la contemplazione e tutte le virtù. Morì come un grande confessore.L'Ordine lo festeggia il 14 dicembre.


San Nicasio di Reims


Bastone pastoraleA Reims nella Gallia belgica, nell'odierna Francia, passione di san Nicasio, vescovo, che insieme alla sorella Eutropia, vergine consacrata a Cristo, al diacono Fiorenzo e a Giocondo fu ucciso durante una incursione di alcuni pagani davanti alla porta della basilica da lui stesso fondata.


Beato Bonaventura (Bonaccorsi) da Pistoia


A Orvieto in Umbria, beato Bonaventura da Pistoia, sacerdote dell'Ordine dei Servi di Maria, che, mosso dalla predicazione di san Filippo Benizi, lo aiutò a ricomporre la pace tra le fazioni in molte città d'Italia.


Santi Tirso, Leucio, Callinico e compagni


Ad Apollonia in Bitinia, nell'odierna Turchia, santi Tirso, Leucio, Callinìco e compagni, martiri, che si tramanda abbiano subito la passione al tempo dell'imperatore Decio.


San Venanzio Fortunato


Venanzio = il cacciatore, dal latinoA Poitiers in Aquitania, ora in Francia, san Venanzio Fortunato, vescovo, che narrò le gesta di molti santi e celebrò in eleganti inni la santa Croce.


Santa Droside (Anisia) di Antiochia


Ad Antiochia in Siria, santa Dróside, martire, che san Giovanni Crisostomo afferma sia stata arsa sul rogo.


San Pompeo di Pavia


Bastone pastoraleA Pavia, san Pompeo, vescovo, che, successore di san Siro, dopo pochi e pacifici anni passò al Signore.


San Folcuino di Therouanne


Nel territorio di Thérouanne nella Francia settentrionale, san Folcuino, vescovo.
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16/12/2017 08:13
 
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Sant' Adelaide


Nata nel 931 da Rodolfo, re di Borgogna, e da Berta, figlia di Burcardo, duca di Svevia, Adelaide all'età di sei anni rimane orfana di padre e nel 947 sposa Lotario, re d'Italia. Rimasta vedova dopo soli tre anni di matrimonio, viene perseguitata e messa in prigione da Berengario II del Friuli, che si era impadronito del regno d'Italia, essendosi lei rifiutata di sposarne il figlio. Liberata da Ottone I, lo sposerà e ne avrà tre figli, tra cui il futuro Ottone II. Nel 962 papa Giovanni XII la incorona unitamente a suo marito Ottone I. Dopo la morte di questi esercita la tutela del minorenne Ottone III, suo nipote, reggendo l'impero. Attenta agli ultimi e agli indigenti, Adelaide è in stretti rapporti con il movimento di riforma di Cluny, specialmente con gli abati Maiolo e Odilone, il quale ne compone la «Vita». Costruisce chiese e monasteri, beneficando particolarmente i cenobi di Peterlingen, San Salvatore di Pavia e Selz. In quest'ultimo monastero benedettino, da lei fondato presso Strasburgo, Adelaide si ritira fino alla morte nel 999. Presto venerata come santa in Alsazia, viene canonizzata da Urbano II nel 1097.

Adelaide = dal nobile aspetto, dall'antico tedescoA Selz vicino a Strasburgo in Lotaringia, nell'odierna Francia, sant'Adelaide, imperatrice, che mostrò sobria giocondità verso i familiari, decorosa compostezza con gli estranei, instancabile pietà verso i poveri, munifica generosità nell'onorare le chiese di Dio.


Beato Filippo Siphong Onphitak


Filippo Siphong Onphitak, padre di famiglia, essendo stato espulso il sacerdote del paese di Songkhon fu nominato guida della comunità cristiana e, allo scatenarsi della persecuzione contro i cristiani, fu attirato con l’inganno vicino al fiume Tum Nok e quindi ucciso a colpi d’arma da fuoco il 16 dicembre 1940. Dieci giorni dopo subirono medesima sorte le religiose Agnese Phila e Lucia Khambang, nonché le laiche Agata Putta, Cecilia Butsi, Bibiana Hampai e Maria Phon, che vennero fucilate nel cimitero del villaggio di Songkhon. La beatificazione di questo gruppo complessivo di sette martiri tailandesi, sepolti nel cimitero del villaggio di Songkhon, è stata celebrata a Roma da Giovanni Paolo II il 22 ottobre 1989, in seguito al riconoscimento del loro eroico martirio avvenuto il 1° settembre dell’anno precedente. Il Martyrologium Romanum, che commemora i santi ed i beati nell’anniversario della nascita al cielo, cita in data odierna solo il beato Filippo Siphong Onphitak in data odierna, 16 dicembre.PalmaVicino alla città di Mukdahan in Thailandia, beato Filippo Siphong Onphitak, martire, che, padre di famiglia, dopo l'allontanamento del sacerdote dal villaggio di Song-Khon fu nominato capo della comunità cristiana e, alle prime avvisaglie della persecuzione contro i cristiani, fu condotto con l'inganno presso il fiume Tum Nok e fucilato.
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17/12/2017 19:46
 
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San Giovanni de Matha


Provenzale, docente di teologia a Parigi, prete a 40 anni, Giovanni de Matha lasciò la cattedra, divenendo sacerdote. Durante la sua prima messa, il 28 febbraio 1193, gli accade qualcosa di straordinario. Mentre celebrava gli comparve una visione: un Uomo dal volto radioso, che teneva per mani due uomini con catene ai piedi, l'uno nero e deforme, l'altro pallido e macilento; quest'uomo gli indicò di liberare queste povere creature incatenate per motivi di fede. Giovanni De Matha comprese immediatamente che quell'uomo era Gesù Cristo Pantocratore, che rappresentava la Trinità, e gli uomini in catene erano gli schiavi cristiani e musulmani. Capì, quindi, che sarebbe stata questa la sua missione di sacerdote: quella di liberare gli schiavi cristiani in Africa. Si ritirò in campagna per meditare sull'impresa e fondò, nel 1194, in Cerfroid, a poco meno di cento chilometri da Parigi, con quattro eremiti l'Ordine della Santissima Trinità (“Ordo Sanctae Trinitatis et redemptionis captivorum”), dall'austera regola. Ottenuta l'approvazione di Innocenzo III il 17 dicembre 1198 con la bolla Operante divinae dispositionis, partì per il Marocco. Iniziarono così i primi riscatti di schiavi. Il tema era allora molto sentito, tanto che san Pietro Nolasco fondò nel 1218, con lo stesso scopo, i Mercedari. Giovanni morì a Roma - dove il Papa gli aveva donato la chiesa di San Tommaso in Formis sul Celio -, ma nel Seicento il suo corpo venne portato a Madrid. Fu santificato nel 1666.Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraicoA Roma sul monte Celio, san Giovanni de Matha, sacerdote, che, francese di origine, istituì l'Ordine della Santissima Trinità per la liberazione degli schiavi.


Santa Wivine (Vivina)


È considerata come la fondatrice e la prima superiora dell'abbazia benedettina di Grand-Bigard, nella provincia del Brabante in Belgio, dove nel 1126, a 23 anni, fondò un eremo, adottando poi nel 1129, per lei e per le discepole che lì si erano radunate, la Regola di san Benedetto. Il suo nome compare solo in un documento di Goffredo I di Brabante, datato 1133, in cui però non le viene dato nessun titolo. Esiste poi un documento di donazione all'abbazia, da parte di Burcardo, vescovo di Cambrai, che lascia intendere la sua presenza in questo luogo tra il 1114 e il 1130, quindi prima del 1126 come riportato dalla tradizione. La data della sua morte è il 17 dicembre 1170. La sua «Vita beatae Wivinae», è una biografia risalente ai primi anni del XIII secolo e subì varie amplificazioni nei secoli XVI e XVII. L'abbazia benedettina di Grand-Bigard fu soppressa nel 1796 e le reliquie della fondatrice, furono traslate nella chiesa di Notre-Dame-des-Victories al Sablon a Bruxelles. Il 29 giugno del 1812, ci fu una solenne traslazione di una parte delle reliquie, che dal Sablon di Bruxelles, furono donate alla chiesa di Orbais, dove nel 1820 fu eretta una nuova Confraternita a lei intitolata.

Vicino a Bruxelles nel Brabante, nell'odierno Belgio, santa Vivinna, prima badessa del monastero della Beata Maria di Grand-Bigard.


Sant' Olimpia


Nacque verso il 361 da un'agiata famiglia di Costantinopoli. Divenuta orfana in giovane età, fu affidata per l'educazione a Teodosia, sorella del vescovo di Iconio, sant'Anfilochio. Fin da giovanissima, così, Olimpia fu istruita sulla Sacra Scrittura. Imitando santa Melania, si dedicò alla mortificazione, e pur potendo aspirare ad una brillante posizione nella corte imperiale, se ne allontanò. Nel 384-85 si sposò ma dopo solo venti mesi il marito morì; l'imperatore Teodosio il Grande voleva risposarla con un suo cugino, ma Olimpia rifiutò. Teodosio allora per vincere le sue resistenze le sequestrò tutti i suoi beni, che le vennero restituiti nel 391. Fu così che Olimpia ne approfittò per fondare alcune opere caritative. Il vescovo Nettario (381-397) contrariamente all'usanza, la nominò diaconessa, dignità che allora si dava alle vedove di 60 anni. Olimpia fondò in città un monastero le cui religiose appartenevano alle migliori famiglie della città. Al suo arrivo in città come arcivescovo, Giovanni Crisostomo trovò in Olimpia una valida collaboratrice. Ma fu anch'essa vittima della persecuzione contro i "giovanniti" (seguaci di san Giovanni Crisostomo). Fu infatti esiliata a Nicomedia. Morì verso il 408.

Olimpia = che abita nell'Olimpo, sede degli dèi


Santi Anania, Misaele e Azaria (Abdenago, Misach e Sidrach)


Abdenago, Misach e Sidrach, chiamati anche Anania, Misaele e Azaria, sono personaggi biblici. Il libro del profeta Daniele, nei primi tre capitoli, espone la vicenda di questi tre personaggi con dovizia di particolari. Sono i tre giovinetti, divenuti governatori di Babilonia, che, per non aver voluto adorare un idolo pagano, furono gettati in una fornace ardente dalla quale rimasero, però, illesi. Le reliquie dei tre santi vetero-testamentari furono traslati da Babilonia a Costantinopoli, nella chiesa di S. Daniele stilita. Da là queste reliquie furono portate, nel 1156, nell'abazzia di Montevergine dove tuttora si venerano. Le reliquie dei tre fanciulli babilonesi sono esposte in tre reliquiari diversi. In uno di questi, su una targhetta, c'è scritto "Ossa S. Misach ex tribus puer Babylon". Nel secondo la targhetta avverte trattasi di "Ossa S. Sidrach ex tribus puer Babylon". Nel terso reliquiario vi sono le "Ossa S. Abdenago ex tribus puer Babylon". La festa dei tre fanciulli babilonesi viene celebrata, a Montevergine, il 16 dicembre.


Beato Giacinto Maria Cormier


Avvertendo già da seminarista il richiamo alla vita religiosa, professò in privato i voti ed entrò nel Terz'Ordine. Nel 1856, il giorno dopo la sua ordinazione sacerdotale, entrò nel noviziato di Flavigny, fondato da R. Lacordaire. A partire dal 1859, servì l'Ordine in diversi uffici: maestro dei novizi, priore in molti conventi, priore della provincia di Tolosa per due volte, assistente generale, procuratore dell'Ordine e infine nel 1904 venne eletto Maestro dell'Ordine, destando grande meraviglia per l'età avanzata e per la salute cagionevole. Fu l'uomo della Provvidenza per la restaurazione materiale e spirituale della Famiglia domenicana nel mondo: il suo programma fu quello di restaurare tutte le cose in Domenico, iniziando dallo studio e dalla preghiera.A Roma presso Santa Sabina sull'Aventino, beato Giacinto (Enrico) Cormier, sacerdote, che, Maestro Generale, governò con prudenza l'Ordine dei Predicatori, promovendo notevolmente gli studi di teologia e di spiritualità.


San Josè Manyanet y Vives


“Dio ha chiamato i fedeli a contemplare ed imitare la Santa Famiglia per mezzo del Beato José Manyanet, sacerdote” (Mess. Romano), è quindi l’apostolo della Sacra Famiglia di Nazaret e il profeta della famiglia. Nella casa di Nazaret trovò il modello per le comunità religiose, il Vangelo per la famiglia e la pedagogia per i suoi centri di apostolato. Fondò le congregazioni di Religiosi Figli della Sacra Famiglia Gesù, Maria e Giuseppe e le Missionarie Figlie della Sacra Famiglia di Nazaret e fu l’ispiratore del Tempio espiatorio della “Sagrada Familia”, di Barcelona, opera dell’architetto Antonio Gaudí, in processo di beatificazione.José: deriva dall'ebraico Josef, che significa: [Dio] voglia aggiungere.A Barcellona in Spagna, san Giuseppe Manyanet y Vives, sacerdote, che, fondò la Congregazione dei Figli e delle Figlie della Sacra Famiglia per aiutare tutte le famiglie a divenire esemplari sul modello della santa famiglia di Nazareth di Gesù, Maria e Giuseppe.


Santa Begga


Nata nel VII secolo da nobile famiglia carolingia, Begga si sposò e rimase vedova. Allora - sull'esempio della madre, santa Itta, che alla morte del marito, il beato Pipino di Landen, si era ritirata nel monastero belga di Nivelles - fondò Notre-Dame ad Andenne-sur-Meuse (Belgio), di cui fu badessa. Le si attribuì la fondazione di sei oratori intorno alla chiesa principale: perciò il luogo fu detto "sept-eglises". È considerata, dal XV secolo, l'iniziatrice del movimento delle beghine, per assonanza e perché la scelsero come patrona.

Ad Andenne nel Brabante, nell'odierno Belgio, santa Begga, vedova, che, dopo la morte del marito, fondò il monastero della Beata Maria Vergine secondo le regole dei santi Colombano e Benedetto.


Beata Matilde del Sagrado Corazon Tellez Robles


Fondò la Congregazione delle Figlie di Maria Madre della Chiesa. Educata fin da piccola nella fede cristiana, molto giovane decise di dedicarsi totalmente al Signore, nonostante il padre volesse per lei una brillante vita sociale. Oggi la congregazione è presente in Spagna, Portogallo, Italia, Venezuela, Colombia, Perù, Messico.Nel villaggio di Don Benito vicino a Badajoz in Spagna, beata Matilde del Sacro Cuore Téllez Robles, vergine, che, vedendo nel prossimo suo l'immagine di Cristo stesso, si dedicò con premura all'aiuto anzitutto materiale, ma anche spirituale, dei bisognosi e fondò a tal fine la Congregazione delle Figlie di Maria Madre della Chiesa.


San Giudicaele (Judicaël)


San Giudicaèle (Judicaël), fratello di San Giudoco, in un primo tempo entrò in monastero sotto la guida di San Mavenno (Mèen), ma poi rivendicò i suoi diritti al trono di Bretagna. Governò con saggezza, riportando la pace tra i Bretoni e i Franchi. Dopo aver abdicato al regno, si dice abbia passato gli ultimi anni della sua vita nel monastero di Saint-Mèen.Nella Bretagna in Francia, san Giudicaele, che promosse con ogni mezzo la pace tra Bretoni e Franchi e, deposto l'incarico di re, si dice si sia ritirato nel monastero di Saint-Méen.


Beato Pietro di Spagna


Famoso per la propagazione della fede cattolica, il Beato Pietro di Spagna, cavaliere laico dell'Ordine Mercedario, fu uomo di grande dottrina e santità della vita.Trovandosi ad Algeri in Africa, andò in testa all'esercitò cristiano e avanzando con una croce in mano contro le schiere dei saraceni, fu trafitto da una freccia dei mussulmani e poi venne tagliato a pezzi ricevendo la corona dei martiri di Cristo nell'anno 1418.L'Ordine lo festeggia il 17 dicembre.


Santi Martiri di Eleuteropoli


Si tratta di cinquanta soldati, che al tempo dell'imperatore Eraclio furono martirizzati dai Saraceni.A Eleuteropoli in Palestina, passione di santi cinquanta soldati, martiri, che, al tempo dell'imperatore Eraclio, furono uccisi per la loro fede in Cristo dai Saraceni che assediavano Gaza.


Santo Sturmio di Fulda


Nel monastero di Fulda nell'Austrasia, in Germania, san Sturmio, abate, che, discepolo di san Bonifacio, evangelizzò la Sassonia e fece costruire secondo l'ordine del maestro questo celebre monastero, che governò come primo abate.


San Modesto


A Gerusalemme, san Modesto, vescovo, che, dopo che la conquista e la devastazione della Città Santa da parte dei Persiani, ricostruì i monasteri e li popolò di monaci e con grandi sacrifici restaurò i luoghi santi distrutti dal fuoco.


San Cristoforo di Collesano


Sui pendii del Mercurio in Basilicata, san Cristoforo da Collesano, monaco, che si dedicò intensamente con tutta la sua famiglia alla propagazione della vita monastica.


San Floriano


Floriano = fiore, appartenente alla dea Flora, dal latino
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17/12/2017 23:52
 
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San Wunibald di Heidenheim (Vunibaldo)


Vunibaldo nacque nel 701 nel Wessex (Inghilterra) da una famiglia importante per la Chiesa: il fratello fu il grande vescovo di Eichstätt (Baviera) Villibaldo, lo zio Bonifacio, l'evangelizzatore della Germania, e la sorella Valburga, figura carismatica del ramo femminile del monastero di Heidenheim, fondato da Vunibaldo nella diocesi retta dal fratello. Fu importante centro culturale e missionario. Pellegrino a Roma e in Terra Santa, al ritorno entrò con Villibaldo tra i benedettini di Montecassino. Nel 738 fu chiamato dallo zio in Germania e mandato ad evangelizzare Turingia e Baviera. Morì nel 761. E quando il fratello ne fece esumare le spoglie, nel 777, esse erano intatte. Protegge sposi e minatori.

Sposi, MinatoriNel monastero di Hildesheim nella Baviera, in Germania, san Vinebaldo, abate, che, di origine inglese, insieme al fratello san Villibaldo seguì san Bonifacio e lo aiutò nell'opera di evangelizzazione delle popolazioni germaniche.


Beata Nemesia (Giulia) Valle


Giulia (1847-1916), in gioventù entrò nella Congregazione delle Suore della Carità di S. Giovanna Antida Thouret. Trascorse molti anni a Tortona come insegnante e superiora dell'Istituto S. Vincenzo. Fu molto amata e stimata dalle sue consorelle, dalle alunne e dalle loro famiglie. Fu, poi, maestra delle novizie a Borgaro Torinese. Nella sua Congregazione era considerata una "regola vivente", praticata nell'umiltà, nel sacrificio e nella fedeltà. Le sue virtù sono state dichiarate eroiche nel 2002.A Borgaro vicino a Torino, beata Nemesia (Giulia) Valle, vergine dell'Istituto delle Suore della Carità, che, insigne nel formare i giovani e guidarli all'amore del Vangelo, percorse sempre la via dei precetti del Signore nella carità verso il prossimo.


Beati 6 Redentori Mercedari


Mercedari redentori i Beati: Giacomo de Lara, Ludovico Gascò, Bernardo de Pratis, Pietro da Barcellona, Pietro de Quesada e Guglielmo de Quadres, sotto il generalato di San Pietro de Amer liberarono molti schiavi. Rianimarono di fede i prigionieri con le loro virtù e meriti lasciando molti allievi nella santità. Con la pace nel cuore, ognuno nel proprio convento, morirono e raggiunsero per sempre la patria eterna. L'Ordine li festeggia il 18 dicembre.


Santi Paolo Nguyen Van My, Pietro Truong Van Duong e Pietro Vu Van Truat


Sul colle Gò-Voi nel Tonchino, ora Viet Nam, santi Paolo Nguyễn Vǎn Mỹ, Pietro Trưỏng Vǎn Đường e Pietro Vũ Vǎn Truật, martiri, che, catechisti, saldi nella fede, morirono strangolati sotto l'imperatore Minh Mạng.


Santi Namfamone e compagni


Nell'Africa settentrionale, commemorazione dei santi martiri Namfamone, Míggine, Sanámis e Lucítas, che, secondo la testimonianza del pagano Massimo di Madaura in una lettera a sant'Agostino, godevano di grande venerazione presso il popolo cristiano.


San Graziano (Gaziano) di Tours


Graziano = riconoscente, caro, dal latinoBastone pastoraleA Tours nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Gaziano, primo vescovo, che si dice sia stato trasferito da Roma a questa città e sia stato sepolto nel cimitero cristiano del luogo.


Santi Quinto, Simplicio e compagni


Quinto = il quinto figlio nato, dal latinoPalma


San Flamiano (Flannano) di Killaloe


A Killaloe in Irlanda, san Flannano, vescovo.


San Flavito


Venerato a Marcilly-Le-Hayer e a Villemaur-sur-Vanne.
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17/12/2017 23:52
 
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San Wunibald di Heidenheim (Vunibaldo)


Vunibaldo nacque nel 701 nel Wessex (Inghilterra) da una famiglia importante per la Chiesa: il fratello fu il grande vescovo di Eichstätt (Baviera) Villibaldo, lo zio Bonifacio, l'evangelizzatore della Germania, e la sorella Valburga, figura carismatica del ramo femminile del monastero di Heidenheim, fondato da Vunibaldo nella diocesi retta dal fratello. Fu importante centro culturale e missionario. Pellegrino a Roma e in Terra Santa, al ritorno entrò con Villibaldo tra i benedettini di Montecassino. Nel 738 fu chiamato dallo zio in Germania e mandato ad evangelizzare Turingia e Baviera. Morì nel 761. E quando il fratello ne fece esumare le spoglie, nel 777, esse erano intatte. Protegge sposi e minatori.

Sposi, MinatoriNel monastero di Hildesheim nella Baviera, in Germania, san Vinebaldo, abate, che, di origine inglese, insieme al fratello san Villibaldo seguì san Bonifacio e lo aiutò nell'opera di evangelizzazione delle popolazioni germaniche.


Beata Nemesia (Giulia) Valle


Giulia (1847-1916), in gioventù entrò nella Congregazione delle Suore della Carità di S. Giovanna Antida Thouret. Trascorse molti anni a Tortona come insegnante e superiora dell'Istituto S. Vincenzo. Fu molto amata e stimata dalle sue consorelle, dalle alunne e dalle loro famiglie. Fu, poi, maestra delle novizie a Borgaro Torinese. Nella sua Congregazione era considerata una "regola vivente", praticata nell'umiltà, nel sacrificio e nella fedeltà. Le sue virtù sono state dichiarate eroiche nel 2002.A Borgaro vicino a Torino, beata Nemesia (Giulia) Valle, vergine dell'Istituto delle Suore della Carità, che, insigne nel formare i giovani e guidarli all'amore del Vangelo, percorse sempre la via dei precetti del Signore nella carità verso il prossimo.


Beati 6 Redentori Mercedari


Mercedari redentori i Beati: Giacomo de Lara, Ludovico Gascò, Bernardo de Pratis, Pietro da Barcellona, Pietro de Quesada e Guglielmo de Quadres, sotto il generalato di San Pietro de Amer liberarono molti schiavi. Rianimarono di fede i prigionieri con le loro virtù e meriti lasciando molti allievi nella santità. Con la pace nel cuore, ognuno nel proprio convento, morirono e raggiunsero per sempre la patria eterna. L'Ordine li festeggia il 18 dicembre.


Santi Paolo Nguyen Van My, Pietro Truong Van Duong e Pietro Vu Van Truat


Sul colle Gò-Voi nel Tonchino, ora Viet Nam, santi Paolo Nguyễn Vǎn Mỹ, Pietro Trưỏng Vǎn Đường e Pietro Vũ Vǎn Truật, martiri, che, catechisti, saldi nella fede, morirono strangolati sotto l'imperatore Minh Mạng.


Santi Namfamone e compagni


Nell'Africa settentrionale, commemorazione dei santi martiri Namfamone, Míggine, Sanámis e Lucítas, che, secondo la testimonianza del pagano Massimo di Madaura in una lettera a sant'Agostino, godevano di grande venerazione presso il popolo cristiano.


San Graziano (Gaziano) di Tours


Graziano = riconoscente, caro, dal latinoBastone pastoraleA Tours nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Gaziano, primo vescovo, che si dice sia stato trasferito da Roma a questa città e sia stato sepolto nel cimitero cristiano del luogo.


Santi Quinto, Simplicio e compagni


Quinto = il quinto figlio nato, dal latinoPalma


San Flamiano (Flannano) di Killaloe


A Killaloe in Irlanda, san Flannano, vescovo.


San Flavito


Venerato a Marcilly-Le-Hayer e a Villemaur-sur-Vanne.
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19/12/2017 09:02
 
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Beato Guglielmo di Fenoglio


Nato nel 1065 a Garresio-Borgoratto, diocesi di Mondovì, il beato Guglielmo di Fenoglio, dopo un periodo di romitaggio a Torre-Mondovì, si trasferì a Casotto - sempre in zona - dove dei solitari vivevano secondo lo stile di san Bruno, fondatore dei Certosini. Fu così tra i primi religiosi della Certosa di Casotto. Vi morì da fratello laico (è patrono dei conversi certosini), intorno al 1120. La tomba fu da subito meta di pellegrini. Pio IX confermò il culto nel 1860. Tra le circa 100 raffigurazioni note del beato (solo nella Certosa di Pavia ce ne sono 22) una fa riferimento al leggendario «miracolo della mula». Guglielmo vi è ritratto con una zampa dell'animale in mano. Con essa si sarebbe difeso da alcuni malintenzionati per poi riattaccarla al corpo dell'equino.

Zampa di mulaNella Certosa di Casotto in Piemonte, beato Guglielmo da Fenoglio, religioso, che aveva condotto in precedenza vita eremitica.


Beate Maria Eva della Provvidenza Noiszewska e Maria Marta di Gesù Wolowska


Le beate Maria della Provvidenza (al secolo Ewa Noiszewska), nata a Osaniszki in Lituania l'11 giugno 1885, e Maria Marta di Gesù (al secolo Casimira Wolowska), nata a Lublin in Polonia il 30 novembre 1879, religiose professe della Congregazione delle Suore dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, condivisero il martirio in odio alla fede cristiana presso Góra Pietralewicka il 19 dicembre 1942. Furono beatificate da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 106 martiri polacchi.Nella cittadina di Slonim in Polonia, beate Maria Eva della Provvidenza Noiszewska e Maria Marta di Gesù Wolowsk, vergini della Congregazione delle Suore dell'Immacolata Concezione e martiri, che, durante l'occupazione della Polonia in guerra, furono fucilate per la loro fede.


Beato Berengario de Banares


Ricevuto l'abito Mercedario come cavaliere laico, dalle mani di San Pietro Nolasco, il Beato Berengario de Banares, fu inviato nel 1240 in compagnia di San Serapio, in redenzione ad Algeri in Africa. Dopo aver liberato 87 schiavi Berengario fece ritorno a Barcellona in Spagna mentre il compagno rimase in ostaggio per alcuni prigionieri, quando apprese poi del martirio di San Serapio rimase molto toccato.Terminò i suoi giorni ritirato nel convento di Sant'Antonio Abate in Tarragona dove spirò santamente accompagnato da innumerevoli miracoli.L'Ordine lo festeggia il 19 dicembre.


Santi Francesco Saverio Hà Trong Mau e compagni


In località Bắc-Ninh nel Tonchino, ora Viet Nam, santi martiri Francesco Saverio Hà Trọng Mậu, Domenico Bùi Văn Úy, catechisti, Tommaso Nguyễn Văn Đệ, sarto, e Agostino Nguyễn Văn Mới e Stefano Nguyễn Văn Vinh, contadini, dei quali l'uno neofita e l'altro ancora catecumeno: per essersi rifiutati di recare oltraggio alla croce, patirono tutti carcere e supplizi e furono, infine, strangolati per ordine dell'imperatore Minh Mạng.


Beati 6 Padri Mercedari


I Beati mercedari: Pietro di Benevento, Giovanni de Verdera, Bartolomeo di Podio, Guglielmo de Prunera, Pietro de Gualba e Guglielmo de Gallinaris, si distinsero per la santità della vità. Insigni per l'osservanza della regola monastica, per la preghiera continua e la pratica di ogni virtù si affrettarono ad andare verso il paradiso e godere le delizie eterne. L'Ordine li festeggia il 19 dicembre.


San Gregorio di Auxerre


A Auxerre nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Gregorio, vescovo.


San Berardo di Teramo


TeramoBerardo = forte come l'orso, dal tedescoBastone pastorale


Beata Adelaide di Susa


Adelaide = dal nobile aspetto, dall'antico tedesco


Santa Fausta


Fausta = propizia, favorevole, dal latinoPalma


Santi Dario, Zosimo, Paolo e Secondo di Nicea
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20/12/2017 09:12
 
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Beato Vincenzo Romano


Nacque a Torre del Greco (Napoli) il 3 giugno 1751. Fu parroco per 33 anni (dal 1799 al 1831) dell’unica parrocchia della città di allora, la chiesa di Santa Croce oggi basilica pontificia. Studiò nel seminario diocesano di Napoli, ricevendo gli insegnamenti anche di sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Ordinato sacerdote il 10 giugno 1775, svolse il suo apostolato per 20 anni nella natia Torre del Greco. Il 15 giugno 1794 una terribile eruzione del Vesuvio distrusse quasi completamente la città, compresa la chiesa di Santa Croce, egli subito si dedicò alla difficile opera di ricostruzione materiale e morale sia della città che della chiesa, che volle più grande e più sicura. Alla ricerca di sempre nuovi metodi per avvicinare i fedeli, introdusse a Torre la cosiddetta “sciabica”, una strategia missionaria tesa ad avvicinare con il crocifisso in mano, capannelli di personeo singoli passanti, improvvisando sul momento una predicazione, salvo poi ad accompagnarli se consenzienti alla più vicina chiesa od oratorio per pregare insieme. Spesso si fece mediatore dei contrasti sorti fra gli armatori delle «coralline» e i marinai che affrontano i rischi e la fatica della pesca del corallo. Morì il 20 dicembre 1831 ed è stato beatificato il 17 novembre 1963.

A Torre del Greco presso Napoli, beato Vincenzo Romano, sacerdote, che, parroco, si dedicò con tutte le forze all'istruzione dei fanciulli e alla cura delle necessità di operai e pescatori.


Sant' Ursicino del Giura


Ursicino era un monaco irlandese, compagno di san Colombano. Questi, cacciato dalla Gallia nel 610 si diresse in Svizzera con Gallo, Sigisberto, Fromond e, appunto, Ursicino (Ursanne). Gli ultimi due si spinsero sulle montagne del Giura in cerca di luoghi per la vita eremitica. Si narra che Ursicino abbia proposto di lanciare in aria dalla cima di un monte un bastone per avere dal cielo l'indicazione giusta. I due si divisero: il bastone di Ursicino finì, infatti, vicino a una grotta nella valle del fiume Doubs. Qui costruì una cappella dedicata a San Pietro e un monastero, alla cui comunità dette la regola di Colombano. Morì intorno al 620. Poi il monastero passò ai benedettini e fu costruita una Collegiata, distrutta nel 1793. Intorno al monastero sorse Saint Ursanne, paese che giocò un ruolo importante nella storia della diocesi di Basilea. Ursicino è venerato anche a Besançon e Magonza.

Sul massiccio del Giura presso il fiume Duby in territorio svizzero, sant'Ursicino, che, discepolo di san Colombano, condusse dapprima vita eremitica in solitudine e poi, scoperto, attirò molti a questo genere di vita.


San Lorenzo Company


Nato verso il 1415, in El Puig (Spagna), San Lorenzo Company, fin da piccolo vestì l'abito mercedario. Ancora molto giovane fu nominato commendatore del convento di Santa Maria degli Angeli in El Puig, per la sua modestia, saggezza e compassione verso gli schiavi fu scelto come redentore. Nel 1442 assieme al Beato Pietro Bosset mentre ritornavano da una redenzione compiuta a Tunisi in Africa, furono sorpresi da una furiosa tempesta che li riportò a Tunisi ed i pochi superstiti furono ridotti nuovamente in schiavitù compresi loro due stessi.Trascorsi 15 anni di prigionia durante i quali consolò gli schiavi e li fortificò nella fede, padre Company fu liberato nel 1457 e poté tornare in patria. Avendo vissuto per 55 anni nell'Ordine con singolare virtù il 23 giugno 1474 fu eletto Maestro Generale. Famoso per i miracoli morì santamente il 20 dicembre del 1479, il suo corpo fu sepolto nella chiesa di El Puig.L'Ordine lo festeggia il 20 dicembre.


San Domenico di Silos


Negli anni scorsi i monaci benedettini di San Domenico di Silos - vicino Burgos, in Spagna - sono assurti a notorietà per l'exploit di vendite dei loro cd di gregoriano. A dar lustro, e il nome, al monastero, era stato l'abate Domenico. Nato nell'anno Mille in Navarra, ne era stato cacciato dal re, al quale - già abate - non pagò un ingiusto tributo. Ferdinando il Grande di Castiglia gli donò l'antica, ma cadente Silos, che riportò a splendore. Si occupò anche di riscattare i cristiani schiavi dei saraceni. Tanto che, dopo la morte (1073), fu accostato al Cid Campeador, liberatore di Spagna. Protegge le partorienti.

Nel monastero di Silos nella Castiglia in Spagna, san Domenico, abate, che, dopo aver condotto dapprima vita eremitica, ricostruì questo cenobio quasi in rovina, ristabilendovi la disciplina monastica e la pratica della lode continua a Dio.


San Filogonio di Antiochia


Avvocato che fu eletto vescovo di Antiochia. Insieme a Sant'Alessandro, diede inizio alla lotta contro l'arianesimo. San Giovanni Crisostomo lo glorificò in un famoso panegirico.Ad Antiochia in Siria, san Filogonio, vescovo, che, avvocato, chiamato da Dio a governare un giorno questa Chiesa, diede inizio insieme al vescovo sant'Alessandro e ad altri compagni alla lotta per la fede cattolica contro l'arianesimo e pieno di meriti riposò nel Signore; san Giovanni Crisostomo lo celebrò in un famoso encomio.


Beato Michele (Michal) Piaszczynski


Il beato Michal Piaszczynski, sacerdote diocesano polacco, nacque a Lomza il 1° novembre 1885 e morì a Sachsenhausen, Germania, il 20 dicembre 1940. Beatificato da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi.Nel campo di prigionia di Sachsenhausen in Germania, beato Michele Piaszczynski, sacerdote e martire, che, di origne polacca, messo in un carcere straniero a causa della sua fede, pervenne tra i supplizi alla gloria celeste.


Beato Giovanni de Molina


Commendatore del convento mercedario di San Lazzaro in Saragozza (Spagna), il Beato Giovanni de Molina, si distinse per tante virtù.Famoso per l'austerità della vita, la profezia e la gloria dei miracoli alla sua morte, sulla sua cella rifulse una mirabile luce celeste segno della sua santità.L'Ordine lo festeggia il 20 dicembre.


San Liberato (Liberale)


Sempre a Roma sulla via Salaria antica nel cimitero ad Septem Palumbas, san Liberale, martire, che si dice abbia un tempo ricoperto nel mondo la carica di console.


Santi Abramo e Coren


Abramo = grande padre, dall'ebraico

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21/12/2017 09:31
 
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Beato Domenico Spadafora da Randazzo


Nasce a Randazzo, in Sicilia, nel 1450 dalla nobile famiglia Spadafora, oriunda di Costantinopoli, così chiamata perché aveva la dignità di portare la spada sguainata davanti all'imperatore. Domenico entra nell'Ordine Domenicano, nel convento di Santa Zita a Palermo. Inviato a Padova per gli studi, conseguito il dottorato, torna in Sicilia. Frattanto gli abitanti di Monte Cerignone, nello Stato di Urbino, avendo in grande venerazione una cappelletta con una miracolosa immagine della Madonna e desiderando innalzarle una chiesa con religiosi che si dedicassero alla cura spirituale della popolazione, pensano ai Domenicani. Per la nuova fondazione viene scelto Domenico. Nel 1491 sorgono così la chiesa e il convento che il religioso guiderà fino alla morte, il 21 dicembre 1521.

A Montecerignone nelle Marche, beato Domenico Spadafora, sacerdote dell'Ordine dei Predicatori, che si adoperò attivamente nel ministero della predicazione.


Beato Juan Cuscó Oliver


Superiore della comunità e direttore del collegio di San José de Tremp (Lleida). Buon confessore dei religiosi e direttore delle anime, era anche un maestro dalle qualità eccellenti apprezzato dagli studenti e dalle famiglie dei vari centri dove si è svolto il suo ministero. Costretto a lasciare la scuola di Tremp, è stato arrestato in Alos d'Isil (Lleida), dove cercava di attraversare il confine per arrivare a Roma. Imprigionato prima a Esterri d'Aneu, è stata condotta dopo nel carcere provinciale di Lleida, il 6 agosto 1936; viene assassinato nel cimitero di questa città la mattina del 21 dicembre, insieme con la servo di Dio Pietro Sadurní e 72 altri sacerdoti. I suoi resti sono stati gettati in una fossa comune.


San Michea


Il santo profeta Michea, al tempo di Gionatam, Acaz ed Ezechia, re di Giuda, con la sua predicazione difese gli oppressi, condannò gli idoli e le ingiustizie sociali e annunziò che dal popolo eletto sarebbe nato in Betlemme di Giuda un dominatore, promesso fin dai più remoti giorni dell’ antichità, che avrebbe pascolato Israele con la forza del Signore.Commemorazione di san Michea, profeta, che al tempo di Iotam, Acaz ed Ezechia, re di Giuda, con la sua predicazione difese gli oppressi, condannò gli idoli e le ingiustizie e preannunciò al popolo eletto che sarebbe nato in Betlemme di Giuda il re promesso fin dai giorni più remoti, per pascolare Israele con la forza del Signore.


Beato Pietro Friedhofen


Era spazzacamino dall'età di 15 anni, l'orfano Peter Friedhofen e, alla morte del fratello, mantenne la vedova con 11 figli. Come tutti gli artigiani girovagò per la Germania. Fondò opere per poveri e malati. E nel 1850 i Fratelli della Misericordia di Maria Ausiliatrice. Morì a Coblenza nel 1860 a 41 anni. È beato dal 1985.

A Coblenza nella Renania in Germania, beato Pietro Friedhofen, religioso, che, dapprima spazzacamino, fondò poi la Congregazione dei Frati della Misericordia di Maria Ausiliatrice, per la quale dovette sopportare con mitezza e serenità d'animo derisioni e molestie.


San Giacomo da Valenza


Nato a Valenza in Spagna, San Giacomo, all'età di 27 anni entrò nel convento mercedario di El Puig dove prese l'abito dell'Ordine.Molto amico dei poveri, condusse una vita tutta crocifissa nella pratica di rigide austerità che tutti i religiosi l'ammiravano. Nell'anno 1362 trovandosi ad Algeri in Africa per redimere schiavi, fu preso dai giudei mentre predicava Cristo nella sinagoga, in odio della sua fede fu ucciso con bastoni e pietre e glorioso raggiunse il coro dei martiri.L'Ordine lo festeggia il 21 dicembre.


San Temistocle di Licia


PastoriTemistocle = glorioso per la giustizia, dal grecoPalmaIn Licia, nell'odierna Turchia, san Temistocle, martire, che si racconta si sia offerto, sotto l'imperatore Decio, al posto di san Dioscoro, ricercato per essere messo a morte, e, torturato sul cavalletto, trascinato per le vie e fustigato, abbia conseguito la corona del martirio.


Beato Daniele dell'Annunziata


Mercedario del convento di Santa Maria della Pace in Napoli, il Beato Daniele dell'Annunziata, non fece altro che seguire Cristo Signore. Strenuo difensore della libertà della Chiesa e dell'immunità dell'Ordine, famoso per la santità, la dottrina e le opere sante morì nel bacio del Signore.L'Ordine lo festeggia il 21 dicembre.
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22/12/2017 10:25
 
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Beato Ottone da Tolosa


Di nobile famiglia, il Beato Ottone da Tolosa, era fratello di un visconte di Narbona e zio della Regina di Navarra. Mercedario illustre per la santità della vita e la dottrina, venne inviato a Costantinopoli con lo scopo di riscattare i due mercedari redentori, Giacomo Perez e Alfio da Palermo, che erano caduti nelle mani dei turchi. Appena giunto a Costantinopoli spiegò il motivo del suo viaggio e fu all'istante messo anch'esso in prigione per l'ordine del sultano Bajazet II°, ma saputo che apparteneva ad una così nobile famiglia, il sultano lo fece condurre alla sua presenza molto onorevolmente. Bajazet domandò perché mai avesse nascosto la sua nobiltà, il religioso rispose: la nobiltà del mondo l'ho abbandonata per servire Gesù Cristo. Poiché il sultano gli precisò che lui non conosceva Gesù Cristo allora Ottone cominciò a parlagliene con ardore; ciò offese molto il sultano che ordinò fosse riportato in prigione dove gli fece poi somministrare un potente veleno. Raggiunse così la corona dei martiri nel 1493.L'Ordine lo festeggia il 22 dicembre.


Santi Cheremone di Nilopoli e compagni


Commemorazione dei santi Cherémone, vescovo di Nilopoli, e molti altri martiri in Egitto: alcuni, durante la persecuzione dell'imperatore Decio, costretti a fuggire e a vagare nel deserto, furono uccisi dalle fiere, altri sfiniti dalla fame, dal freddo e dalla debolezza, altri infine uccisi dai barbari e dai briganti, cosicché tutti, pur con diverso genere di morte, furono coronati dallo stesso glorioso martirio.


Sant' Ischirione di Alessandria


Ucciso durante la persecuzione di Decio, per essersi rifiutato di fare sacrifici agli idoli.Commemorazione di sant'Ischirione, martire in Egitto, che, nello stesso periodo, essendosi rifiutato di fronte a richiami e maltrattamenti di sacrificare agli idoli, fu ucciso trafitto nelle viscere da un palo acuminato.


San Flaviano


San Flaviano, martire al tempo di Giuliano l’Apostata, fu marito di Santa Dafrosa e padre delle sante Bibiana e Demetria. Mai inserito in alcun martirologio, il suo culto è però particolarmente vivo presso la cittadina laziale di Montefiascone.Flaviano = dai capelli biondi, dal latinoPalma


Beato Tommaso Holland


A Londra in Inghilterra, beato Tommaso Holland, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire, che, condannato a morte sotto il re Carlo I per aver svolto clandestinamente il suo ministero, rese con l'impiccagione lo spirito a Dio.


Santi Martiri di Via Labicana


A Roma sulla via Labicana nel cimitero ad Duas Lauros, santi trenta martiri, che raggiunsero tutti nello stesso giorno la corona della gloria.


Santi Martiri di Rhaitu


Nella regione di Raíthu in Egitto, santi quarantatré monaci, uccisi dai Blemmii per la loro fede cristiana.


Sant' Ungero di Utrecht


A Utrecht in Lotaringia, nell'odierna Olanda, sant'Ungéro, vescovo.


Santi Demetrio, Onorato e Floro di Ostia


Demetrio = sacro alla dea Demetra, dal grecoPalma


Sant' Onorato di Tolosa


onorato = stimato, glorioso, dal latinoBastone pastorale
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24/12/2017 09:53
 
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Santa Paola Elisabetta Cerioli


Il giorno della vigilia di Natale ci offre una delle figure più recentemente additate da Giovanni Paolo II come modello di santità: si tratta di madre Paola Elisabetta Cerioli, fondatrice dell'Istituto della Sacra Famiglia, canonizzata il 16 maggio 2004. Nata il 28 gennaio 1816 da una famiglia nobile di Soncino, in provincia di Cremona, Costanza Cerioli (come si chiamava all'anagrafe) andò sposa a 19 anni a un uomo molto più anziano di lei. Ebbe tre figli, ma le morirono tutti giovanissimi: uno appena nato, il secondo a un anno, il terzo a 16 anni. Rimasta vedova, ricca e sola a 38 anni, scelse di spendere la vita prendendosi cura in casa sua delle bambine rimaste orfane. In quest'opera si unirono presto a lei altre giovani: fu la scintilla da cui scaturì l'Istituto Sacra Famiglia, nel quale prese lei stessa i voti assumendo il nome di suor Paola Elisabetta. Presto si affiancò anche il ramo maschile dei Fratelli della Sacra Famiglia dediti all'apostolato tra i lavoratori agricoli. Morì il 24 dicembre 1865.

A Comonte vicino a Bergamo, santa Paola Elisabetta (Costanza) Cerioli, che, morti prematuramente tutti i figli e rimasta poi vedova, impegnò risorse e forze nell'istruzione dei figli dei contadini e degli orfani senza speranza di futuro e visse nel Signore le gioie di madre, fondando l'Istituto delle Suore e la Congregazione dei Padri e dei Fratelli della Sacra Famiglia.


San Giacobbe


Si chiama così secondo Gn 25,26 il figlio di Isacco e di Rebecca. Da Giacobbe si fanno discendere le 12 tribù di Israele. Le storie di Giacobbe non costituiscono nella Genesi una biografia organica, ma sono piuttosto una raccolta di vari racconti, che sono stati applicati a Giacobbe. Il suo nome viene fatto derivare con una etimologia popolare dalla parola ebraico che significa "ingannare" ('aqob) (Gn 27,36; cfr. però Gn 25,26). A questa interpretazione si allacciano le storie particolareggiate dell'inganno di Giacobbe verso il fratello Esaù (cessione del diritto e della benedizione della prímogenitura, Gn 25,29-34; 27). I discendenti di Giacobbe dipendono da questa benedizione carpita con l'inganno. Un altro gruppo di racconti collega Giacobbe con dei luoghi di culto e dimostra così la loro dignità (p. es.: Gn 28,10-22: Betel, sogno della scala dei cielo). Un'altra tradizione riguarda il racconto di Giacobbe in o Makpela (Gn 50,12ss). Altri racconti di Giacobbe sono ambientati in Haran presso Labano (Gn 20ss); inoltre si hanno altri racconti che sono collegati con Mahanaim (Gn 32,2-22; 33,1-16), con Penuel (la lotta notturna; Gn 32,23-31; Israele), con in Sichem (33,18-34,11), con la storia di Giuseppe. Nella tarda letteratura biblica Giacobbe è ricordato raramente (negativamente p. es. Os 12,3s.7; positivamente p. es. Sap 10,10ss).Giacobbe = seguace di Dio, dall'ebraico


Sant' Adele di Pfalzel


Fondatrice e prima abbadessa del monastero benedettino di Pfalzel (Treviri), che aveva la stessa regola dei monasteri di Ohren e di Nivelles; nonna ed educatrice di san Gregorio di Utrecht. Morì intorno al 730.Santa Adele di Pfalzel è legata al nome di un altro grande apostolo della Germania, l'inglese san Bonifacio che predicò il vangelo in Frisia, nella prima metà del secolo VIII. Durante uno dei suoi frequenti viaggi dalla Frisia alla Renania l'instancabile missionario fu ospite del monastero di cui era badessa Adele. La tradizione vuole che questa santa, rimasta vedova, entrasse nel monastero da lei stessa fondato, portandosi dietro il nipotino Gregorio. Durante la sosta nel monastero Bonifacio parlò così bene delle verità evangeliche che il ragazzo, ammirato, volle seguirlo. Divenne uno dei più zelanti discepoli del grande missionario. È uno degli episodi senza dubbio più significativi di questa santa il cui ricordo si confonde con quello più vivido di S. Irmina, accomunate dalla santità se non dalla parentela.La memoria di sant'Adele è ricordata il 18 e, per lo più, il 24 dicembre, insieme con quella di santa Irmina. Ha culto locale e popolare.

Adele = figlia nobile, dall'antico tedesco


Santa Tarsilia (o Tarsilla)


La vigilia di Natale, la Chiesa - oltre a tutti i santi avi di Gesù, figlio di Davide, Abramo e Adamo - propone alla venerazione Tarsilia (o Tarsilla, VI sec.), zia paterna di Papa Gregorio I Magno. Proprio le opere del nipote ci dicono qualcosa di autorevole sulla vita di lei. Monaca con le sorelle Emiliana e Gordiana, visse la carità in tempi di peste e carestia. Dopo morta, apparve a Emiliana. «Ho fatto Natale senza di te, ma vieni a festeggiare insieme l'Epifania». E infatti questa morì pochi giorni dopo, il 5 gennaio. Si vuole che i corpi siano stati deposti dal nipote nell'area della chiesa romana dei Santi Andrea e Gregorio al Celio.

Tarsilia = proveniente da Tarso (città della Cilicia)A Roma, commemorazione di santa Tarsilla, vergine, della quale san Gregorio Magno, suo nipote, loda l'assidua preghiera, il rigore di vita e il singolare spirito di penitenza.


San Iesse


Padre del re Davide (1 Sam 16,1-13). “Germoglio che spunta dal tronco di Iesse” (Is 11,1) o “radice di Iesse” (Is 11,10; Rm 15,12) sono alcuni fra i titoli che vengono attribuiti a Gesù Cristo, per indicare che Dio rimane fedele al suo popolo e mantiene la promessa fatta al re Davide (cfr. 1 Sam 16, 1-13). Nell’arte cristiana l’albero genealogico del Messia viene rappresentato come un albero alle cui radici è posto appunto il patriarca Iesse, sui rami sono posti i re ed i profeti, mentre sulla cima è posto il Cristo. La sua festa si celebra il 24 dicembre contestualmente alla Commemorazione dei santi antenati di Gesù contemplata dal Martirologio Romano.Albero


Beato Bartolomeo Maria Dal Monte


Nacque a Bologna il 3 novembre 1726. Ordinato sacerdote nel 1749, si laureò in teologia nel 1751. Intraprese una attività missionaria, predicando in ben 62 diocesi italiane. Fondò la Pia Opera delle missioni per la preparazione missionaria del clero diocesano. Scrisse nel 1775 l'opera: «Gesù al cuore del sacerdote secolare e regolare, ovvero considerazioni ecclesiastiche per ogni giorno del mese». Morì il 24 dicembre 1778.

A Bologna, beato Bartolomeo Maria Dal Monte, sacerdote, che in molte regioni d'Italia predicò al popolo cristiano e al clero la parola di Dio e con tale finalità istituì la Pia Opera delle Missioni.


Sant' Irmina di Treviri


Nacque a Treviri e visse tra il VII e l'VIII secolo. In seguito alla morte del marito fondò a Treviri un monastero di cui fu badessa.Irmina = consacrata al dio Irmin, dal tedescoPresso Treviri nell'Austrasia, in Germania, santa Irmina, badessa del monastero di Öhren, che, matrona consacrata a Dio, donò a san Villibrordo un piccolo monastero da lei fondato nella sua villa di Echternach e fu generosa dispensatrice dei propri beni.


Beate 6 Monache Mercedarie di Merriz


Mercedarie nel grande convento di clausura di Vera Cruz in Berriz (Spagna) le Beate: Maria Anna Prieto, Anna de Arrano, Orsola de Larisgoizia, Maria Maguna, Margherita da Sarria e Maria dell'Assunzione, furono insigni monache per la preghiera, la mortificazione, l'umiltà e la contemplazione. Colme di meriti e opere sante migrarono onorevolmente al Signore eterno Sposo. L'Ordine le festeggia il 24 dicembre.


Santi Antenati di Gesù


Commemorazione di tutti i santi antenati di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo, ovvero di quei padri che piacquero a Dio e che, trovati giusti, pur senza avere ricevuto le promesse, ma avendole soltanto guardate e salutate da lontano, morirono nella fede: da essi nacque secondo la carne il Cristo, che è al di sopra di tutto il creato, Dio benedetto nei secoli.


Beati Dionisio Roneo, Filippo Claro, Giulio Pons e Pietro da Valladolid


Mercedari redentori i Beati: Dionisio Roneo, Filippo Claro, Giulio Pons e Pietro da Valladolid, liberarono molti schiavi dal duro giogo dei mussulmani. Virtuosi e pieni di zelo verso la salute delle anime, carichi di meriti arrivarono gloriosi al regno celeste. L'Ordine li festeggia il 24 dicembre.


Beato Pietro de Solanes


Contemporaneo di San Pietro Nolasco e che da lui stesso ricevette l'abito, il Beato Pietro de Solanes fu un famosissimo cavaliere laico che decorò l'Ordine Mercedario per insigne virtù. Con infinita umiltà, costanza nella preghiera e fervore nella fede, serenamente morì in pace.L'Ordine lo festeggia il 24 dicembre.


San Delfino di Bordeaux


Delfino = delfino, animale sacro ad ApolloBastone pastoraleA Bordeaux in Aquitania, in Francia, san Delfino, vescovo, che fu unito a san Paolino da Nola da intima familiarità e si adoperò strenuamente per combattere l'eresia priscillianista.
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25/12/2017 09:38
 
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Beato Diego de Aro


Il Beato Diego de Aro, fu un'esemplare religioso del convento mercedario di Santa Maria a Guardia des Prats in Spagna. Assieme ad altri confratelli redentori liberò 132 schiavi dalle catene dei mori, nella città di Granada. Predicando la fede del Signore e testimoniandola con la penitenza, la mortificazione e le altre virtù, migrò santamente nella patria del paradiso.L'Ordine lo festeggia il 25 dicembre.


Beato Artale


Cavaliere laico dell'Ordine Mercedario, il Beato Artale, fu un uomo pieno di santità che rifulse nel suo tempo. Redentore in Africa si prodigò completamente con grandissimo impegno per la redenzione degli schiavi liberandone 150 da una barbara schiavitù. Pieno di meriti e le virtù della vita si addormentò nella pace dei Signore, nella città di Oran in terra africana.
L'Ordine lo festeggia il 25 dicembre.


Sant' Alberto Chmielowski


Alberto = di illustre nobiltà, dal tedescoA Cracovia in Polonia, sant'Alberto (Adamo) Chmielowski, religioso, che, illustre pittore, si consacrò ai poveri, proponendosi di essere disponibile in tutto verso di loro, e fondò le Congregazioni dei Frati e delle Suore del Terz'Ordine di San Francesco al servizio dei bisognosi.


Beata Maria degli Apostoli (Therese von Wullenweber)


A Roma, beata Maria degli Apostoli (Maria Teresa) von Wüllenweber, vergine, di origine tedesca, che, accesa da ardore missionario, fondò a Tivoli nel Lazio l'Istituto delle Suore del Divino Salvatore.


Beato Michele Nakashima


Nella città di Unzen in Giappone, beato Michele Nakashima, religioso della Compagnia di Gesù e martire, che, catechista, per la sua fede in Cristo fu immerso nell'acqua bollente e conseguì, in tal modo, la corona del martirio.


San Pietro il Venerabile


Nel monastero di Cluny in Burgundia, nell'odierna Francia, beato Pietro il Venerabile, abate, che resse l'Ordine monastico secondo i precetti della primitiva osservanza e compose numerosi trattati.


Beato Bentivoglio de Bonis da San Severino Marche


A San Severino nelle Marche, beato Bentivoglio de Bonis, sacerdote dell'Ordine dei Minimi, insigne predicatore.


Sant' Eugenia di Roma


Eugenia = ben nata, di nobile stirpe, dal grecoPalmaSempre a Roma nel cimitero di Aproniano sulla via Latina, santa Eugenia, martire.


Sant' Anastasia di Sirmio


PalmaA Roma, commemorazione di santa Anastásia, martire a Srijem in Pannonia, nell'odierna Croazia.


Santi Giovino e Basileo


Ancora a Roma sulla via Latina, santi Giovíno e Basiléo, martiri.
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26/12/2017 10:06
 
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Beate Agnese Phila, Lucia Khambang e 4 compagne


Filippo Siphong Onphitak, padre di famiglia, guida della comunità cristiana di Songkhon, allo scatenarsi della persecuzione contro i cristiani fu attirato con l'inganno vicino al fiume Tum Nok e quindi ucciso a colpi d'arma da fuoco il 16 dicembre 1940. Dieci giorni dopo fu la volta delle religiose Agnese Phila e Lucia Khambang, nonché delle loro quattro compagne laiche Agata Putta, Cecilia Butsi, Bibiana Hampai e Maria Phon, che vennero invece fucilate nel cimitero del villaggio di Songkhon per essersi rifiutate di rinnegare la fede cristiana. La beatificazione di questo gruppo complessivo di sette martiri tailandesi, sepolti nel cimitero del villaggio di Songkhon, è stata celebrata a Roma da Giovanni Paolo II il 22 ottobre 1989, in seguito al riconoscimento del loro eroico martirio avvenuto il 1° settembre dell'anno precedente. Il Martyrologium Romanum, che commemora i santi ed i beati nell'anniversario della nascita al cielo, cita in data odierna 26 dicembre solo le sei beate, capeggiate dalle due religiose.PalmaNel villaggio di Song-Khon in Thailandia, beate martiri Agnese Phila e Lucia Khambang, vergini delle Suore Amanti della Croce, e Agata Phutta, Cecilia Butsi, Viviana Hampai e Maria Phon, fucilate nel cimitero locale per essersi rifiutate di rinnegare la fede cristiana.


Santo Stefano


Primo martire cristiano, e proprio per questo viene celebrato subito dopo la nascita di Gesù. Fu arrestato nel periodo dopo la Pentecoste, e morì lapidato. In lui si realizza in modo esemplare la figura del martire come imitatore di Cristo; egli contempla la gloria del Risorto, ne proclama la divinità, gli affida il suo spirito, perdona ai suoi uccisori. Saulo testimone della sua lapidazione ne raccoglierà l'eredità spirituale diventando Apostolo delle genti. (Mess. Rom.)Diaconi, Fornaciai, Mal di testaStefano = corona, incoronato, dal grecoPalma, PietreFesta di santo Stefano, protomartire, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, che, primo dei sette diaconi scelti dagli Apostoli come loro collaboratori nel ministero, fu anche il primo tra i discepoli del Signore a versare il suo sangue a Gerusalemme, dove, lapidato mentre pregava per i suoi persecutori, rese la sua testimonianza di fede in Cristo Gesù, affermando di vederlo seduto nella gloria alla destra del Padre.


Beato Pietro Boffet


Di origine francese, il Beato Pietro Boffet, ispirato alla grazia di Dio entrò nell'Ordine della Mercede dove per i suoi grandi progressi negli studi e nella pietà, acquistò buona reputazione. Fu per alcuni anni professore di Teologia, rinomato predicatore ed infine venne designato come redentore. Nel 1442 assieme a San Lorenzo Company mentre ritornavano da una redenzione in Africa, furono sorpresi da una grande tempesta che li riportarono nuovamente a Tunisi. Rinchiusi tutti quanti in prigione compreso loro due, durante la prigionia usavano tutti i danari che l'Ordine gli inviava per la loro liberazione, riscattando altri schiavi al loro posto. Dopo 10 anni di schiavitù, padre Boffet, godendo di una semilibertà, ricondusse alla fede un rinnegato, allora i mori spinti dal loro odio verso la religione cristiana, lo rimisero in carcere e dopo vari maltrattamenti abbracciò con gioia il martirio per il Signore nell'anno 1452.L'Ordine lo festeggia il 26 dicembre.


Beato Giovanni Orsini


Giovanni Orsini nacque nel 1333 da una nobile famiglia di Rivalta. A Torino intraprese gli studi ecclesiastici, diventando dottore in legge. Divenne canonico della Cattedrale di Torino e abate commendatario di Rivalta. Si dedicò molto alla predicazione e alle confessioni.Nel 1364 divenne vescovo di Torino. Intraprese subito la visita pastorale della vasta diocesi. Zelante nel suo ministero episcopale, congiunse fortezza e bontà, con una grande carità verso i poveri.Delegò vari religiosi alla predicazione contro l'eresia valdese (fra cui saranno martiri i domenicani Pietro Cambiani e Antonio Pavonio). Si adoperò per il ritorno a Roma del papa di Avignone. Sostenne il papato di Clemente VII.Nel 1388 fu eletto cardinale e legato apostolico alla corte del re Carlo VI.Morì nel 1411, dopo 47 anni di prelatura vescovile. Fu sepolto nella cattedrale.


San Dionigi (o Dionisio)

(Papa dal 22/07/259 al 26/12/268)

Di patria ignota, fu testimone della tragica fine del sanguinario imperatore Valeriano. Provvide all'organizzazione della Chiesa, costituendo parrocchie e diocesi.Dionigi = consacrato a Dioniso (è il dio Bacco)A Roma nel cimitero di Callisto sulla via Appia, san Dionigi, papa, che, colmo di ogni virtù, dopo la persecuzione dell'imperatore Valeriano, consolò con le sue lettere e la sua presenza i fratelli afflitti, riscattò i prigionieri dai supplizi e insegnò i fondamenti della fede a coloro che li ignoravano.


Beato Secondo Pollo


Cappellano militare durante la Seconda Guerra Mondiale. Morì colpito da un proiettile, mentre tentava di raccogliere un ferito. Nelle sue mani aveva il Santo rosario ed i Santi oli.Secondo = figlio secondogenito, dal latinoIn località Dragali in Montenegro, beato Secondo Pollo, sacerdote di Vercelli, che, cappellano militare durante la seconda guerra mondiale, fu gravemente ferito mentre prestava soccorso ad un soldato moribondo e poco dopo, ormai esangue, rese lo spirito a Dio.


Sant' Eutimio di Sardi


A Sardi in Lidia, nell'odierna Turchia, sant'Eutimio, vescovo e martire, che, condannato all'esilio dall'imperatore iconoclasta Michele per il culto delle sacre immagini, consumò, infine, il suo martirio sotto l'impero di Teofilo, crudelmente fustigato con nervi di bue.


San Zenone di Maiuma


Commemorazione di san Zenone, vescovo di Maiuma in Palestina, che edificò una basilica per i santi martiri Eusebio, Nestabio e Zenone, suoi cugini, e fino al termine della sua vita esercitò il mestiere di tessitore per procurarsi il vitto e dare aiuto ai poveri.


Santa Vincenza Maria Lopez y Vicuna


A Madrid in Spagna, santa Vincenza Maria López Vicuña, vergine, che fondò e diffuse l'Istituto delle Figlie di Maria Immacolata per offrire aiuto spirituale e materiale alle ragazze separate dalle famiglie e impiegate come domestiche.
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POTRESTE AVERE DIECIMILA MAESTRI IN CRISTO, MA NON CERTO MOLTI PADRI, PERCHE' SONO IO CHE VI HO GENERATO IN CRISTO GESU', MEDIANTE IL VANGELO. (1Cor. 4,15 .
 
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