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IL PRIMATO durante il primo millennio

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2017 10:47
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03/12/2013 10:43
 
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Il cesaropapismo bizantino

L'affermazione dell'eresia monofisita, il crescente interventismo degli imperatori bizantini nelle questioni di fede e la caduta dell'impero romano di Occidente contribuirono a rendere sempre più profondo il fossato tra la chiesa di Roma e quelle orientali. La tendenza incominciò a manifestarsi con Timoteo di Eluro, di Alessandria, che in un concilio giunse a dare l'anatema a Leone di Roma e ai patriarchi di Costantinopoli e di Antiochia; proseguì con l'imperatore Basilisco, che in una Enciclica condannava il concilio di Calcedonia e canonizzava il monofisismo e si affermò con Zenone l'Isaurico, che consigliato da Acacio di Costantinopoli, promulgò un editto di unione, detto Enotico, in cui veniva respinto il conc. di Calcedonia e non si parlava più di due nature in Cristo. Di fronte all'abbandono quasi generale di Calcedonia il papa Felice credette di salvare l'ortodossia, scomunicando nel 484 il patriarca di Costantinopoli con quelli che erano con lui. Le relazioni con Bisanzio restarono tese durante tutto il papato di Gelasio(492-496) e di Simmaco(498-514) a motivo della politica monofisita dell'imperatore Anastasio I. Gelasio dovette ricordare all'imperatore la distinzione, già avanzata da Leone, dell'auctoritas dei vescovi dalla potestas civile[32]. La frattura con Roma cessò con l'avvento al trono bizantino di Giustino(518), che riconobbe le dottrine di Calcedonia. Anche Giustiniano accettò una professione di fede di papa Ormisda, che riconosceva la dottrina di Calcedonia e l'autorità di Roma. Quando il papa Giovanni si recò in Oriente per ordine di Teodorico, fu accolto con i massimi onori, ottenendo il posto di onore prima del patriarca. Anche il papa Agapito(536) fu accolto a Costantinopoli con grandi onori; chiese e ottenne la sostituzione del patriarca monofisita Antimo e la convocazione di un concilio. Le acque tornarono ad agitarsi, allorché Giustiniano, per riconciliarsi i monofisiti, pretese la condanna dei Tre Capitoli. Il papa Vigilio, portato a Costantinopoli, subì pressioni e violenze. Finì per cedere all'editto e alla fine riconobbe anche il II conc. di Costantinopoli(553), celebrato in sua assenza. La capitolazione suscitò forti opposizioni in Africa, Illirico e Italia fino a provocare alcuni scismi. Verso la fine del secolo iniziò l'opposizione dei papi alle pretese di Bisanzio di riservare al proprio vescovo il titolo di patriarca universale. In seguito, mentre Gregorio magno dava un forte impulso alla cristianizzazione dei barbari stanziatisi in Occidente e affermava tra loro la sua autorità, i successori si impigliavano nelle infinite discussioni teologiche di Oriente. Onorio I assunse una posizione ambigua sulla questione del monoenergismo, che fu poi condannato dal III conc. di Costantinopoli (680). Martino I condannò il monotelismo e fu esiliato in Crimea, dove morì(655). Contro ogni tradizione l'imperatore bizantino dichiarò autocefala la chiesa di Ravenna(666). Contemporaneamente si cercava di imporre l'idea della pentarchia, per cui la Chiesa di Costantinopoli era da considerarsi apostolica al pari delle altre quattro. A questo scopo ci si richiamava agli apostoli Giovanni e Andrea. Un riconoscimento dell'autorità del papa si ebbe nel conc. ecumenico di Costantinopoli (680). Il papa Agatone condannò il monotelismo e l'errore personale di Onorio e la sua lettera fu accolta come "scritta dal vertice più elevato, che è quello degli apostoli...Attraverso Agatone ha parlato Pietro". Ma la pace durò poco. Nel 731, poichè il papa si rifiutava di approvare gli editti iconoclasti, l'imperatore Leone III sottrasse alla giurisdizione romana le province dell'Italia meridionale, Illirico, Macedonia e Grecia e le sottomise a Costantinopoli. Qui nel 754 si celebrò un concilio, senza invitare né il papa né gli altri patriarchi. Ma a questo strappo si riparò nel conc. ecumenico di Nicea(787), dove fu negata la validità di quello del 754, perché esso "non aveva avuto come cooperatore il papa della chiesa romana di quel tempo...neppure per il tramite di persone che lo rappresentano o per mezzo di una lettera enciclica, come è canonicamente richiesto dai concili"[33].
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Lu 12,42 Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà A CAPO della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
 
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