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IL PRIMATO durante il primo millennio

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2017 10:47
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03/12/2013 10:41
 
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Il primato nel III secolo

Anche senza parlare di primato, Ireneo e Tertulliano avevano indicato nella chiesa romana la via sicura, per accertare l'autentica tradizione apostolica e garantire la comunione tra le chiese. Forte di tale convinzione, il papa Vittore I, per imporre la tradizione romana nella celebrazione della Pasqua, verso il 190 scomunicò Policrate di Efeso ed altri vescovi dell'Asia minore. L'intervento fu giudicato eccessivo da molti vescovi, tra i quali Eusebio ricorda lo stesso Ireneo, che in una lettera avrebbe criticato il ricorso alla scomunica in una simile questione[15]. Il primo richiamo a Mt 16,17ss, per spiegare la trasmissione delle prerogative di Pietro a Clemente, è fatto in una lettera pseudoclementina, databile agli inizi del III secolo. Ma bisogna aspettare la metà del secolo, per vedere il primo papa appellarsi a quel testo di Matteo e imporre a tutti una dottrina della chiesa romana. Ciò avvenne con il papa Stefano(254-257), che obbligò tutti a riconoscere la validità del battesimo amministrato dagli eretici e scismatici. L'imposizione dottrinale e la rivendicazione del primato provocarono una violenta reazione non solo dei vescovi africani, ma anche di Firmiliano di Cesarea di Cappadocia. Cipriano di Cartagine in un trattato su L'unità della Chiesa cattolica aveva scritto che "sebbene Cristo abbia dato un uguale potere a tutti gli apostoli, non ha tuttavia stabilito che una sola cattedra, organizzando così con la sua autorità, l'origine e la ragion d'essere dell'unità...Anche gli altri apostoli erano quello che era Pietro, ma a Pietro aveva dato il primato e così è mostrato che non c'è che una sola chiesa e una sola cattedra...Chi non ritiene questa unità di Pietro, come può credere di mantenersi nella fede? Chi abbandona la cattedra di Pietro, sulla quale è fondata la Chiesa, s'illude di essere nella Chiesa?"[16]. Scoppiata la controversia con Stefano Cipriano si affrettò a togliere dal suo trattato i riferimenti a Pietro e al primato, per non offrire appigli alle rivendicazioni romane. In realtà il primato di Pietro, di cui aveva parlato, non era da lui inteso "come un potere o un onore che in Pietro sarebbe superiore a quello degli altri Apostoli, ma come una specie di diritto di primogenitura, nel senso che egli ha ricevuto per primo lo stesso potere e gli stessi onori che hanno ricevuto gli altri"[17]. Fu lo stesso Cipriano, comunque, a rivolgere un invito al papa a risolvere una crisi ecclesiale in Gallia[18], come già aveva fatto in Spagna, dove aveva annullato la decisione di un sinodo episcopale in una questione concernente due vescovi[19]. Erano interventi di giurisdizione, compiuti fuori d'Italia e giudicati legittimi. Il successore di Stefano, Dionigi, invitato dal clero di Alessandria a giudicare una dottrina trinitaria, nel sinodo del 262 condannò tanto il sabellianismo quanto la dottrina dello stesso Dionigi di Alessandria. Questi si difese dalle accuse, riconoscendo la legittimità dell'intervento. Ultimo episodio significativo circa il ruolo della chiesa di Roma nel III sec. si ebbe nella controversia di Paolo di Samosata, scomunicato da un sinodo di Antiochia(268). Il sinodo comunicò la sentenza a tutti i vescovi, mettendo al primo posto Dionigi di Roma, dal quale si sollecitavano lettere di comunione per il sostituto[20]. Poiché Paolo non voleva cedere una chiesa, l'imperatore Aureliano, pagano, sentenziò che "l'edificio doveva appartenere a coloro che erano in comunicazione epistolare con i vescovi di Italia e il vescovo della città di Roma" [21]. In conclusione, alla fine del III sec. la chiesa di Roma è riconosciuta da tutti come un centro di primaria importanza per la comunione ecclesiale; in alcuni casi, in Italia e in alcune regioni dell'Occidente, le si riconosce anche un'autorità di giurisdizione.

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Lu 12,42 Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà A CAPO della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
 
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