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IL PRIMATO durante il primo millennio

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2017 10:47
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03/12/2013 10:41
 
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Ireneo e Tertulliano

Sugli stessi motivi insistono anche teologi importanti come Ireneo e Tertulliano, quando, per combattere gli gnostici, sono costretti ad appellarsi alla regola della fede, trasmessa dalla tradizione apostolica, fedelmente conservata a Roma attraverso la successione apostolica. Grande rilievo assume la posizione di Ireneo, vescovo di Lione nella seconda metà del II sec., ma originario dell'Asia minore. Egli indica nella comunione con la chiesa di Roma il criterio sicuro per conoscere l'autentica regola della fede, trasmessa dalla tradizione apostolica[6]; e per dimostrare la ininterrotta successione dei vescovi romani dagli apostoli Pietro e Paolo, ne riferisce la lista completa[7]. Egli è convinto che la Chiesa di Roma "è la chiesa più grande e più antica, conosciuta da tutti e stabilita a Roma dai due gloriosi apostoli Pietro e Paolo... Pertanto a questa chiesa propter potentiorem principalitatem deve convergere ogni altra chiesa, cioè i fedeli che sono dovunque, perché in essa è stata sempre custodita la tradizione che viene dagli Apostoli da coloro che sono dovunque"[8]. Potentior principalitas non pare che voglia dire una più potente autorità, quanto piuttosto una più alta origine. Anche così, il discorso di Ireneo non lascia dubbi: riconosce il ruolo preminente della chiesa di Roma nell'accertamento della fede e della comunione cattolica.
Anche Tertulliano alle interpretazioni razionalistiche degli eretici oppone la regola della fede, conservata nella tradizione apostolica nelle chiese fondate dagli Apostoli e in quelle che sono in comunione con le prime[9]. Nelle chiese apostoliche "le cattedre degli Apostoli presiedono ancora al loro posto e si leggono le loro lettere autentiche, che fanno risuonare l'eco della loro voce". Ricordate alcune chiese orientali, fa l'esaltazione di quella di Roma, "la cui autorità è a disposizione anche di noi" africani: "felicissima chiesa, alla quale gli Apostoli hanno donato tutta la loro dottrina con il loro sangue, dove Pietro ha subito una passione simile a quella del Signore, dove Paolo fu coronato con la morte di Giovanni"[10]. Di questa chiesa ricorda la lista della successione dei vescovi, che attesta l'ordinazione di Clemente da parte di Pietro[11]. Tertulliano è il primo autore ecclesiastico a richiamarsi a Mt 16,16-18. Contro gli eretici, che difendevano la loro gnosi col pretesto che il Signore non avrebbe rivelato tutto agli Apostoli, argomenta:"Avrebbe forse ignorato qualcosa Pietro, che fu detto la pietra della chiesa che doveva essere edificata, che ricevette le chiavi del regno dei cieli e il potere di legare e sciogliere nei cieli e sulla terra?"[12]. Altrove giunge ad affermare che il Signore lasciò le chiavi dei cieli a Pietro e per mezzo di lui alla Chiesa[13]. Ma nel periodo montanista nega che il potere dato a Pietro fosse destinato a passare a tutta la chiesa vicina a Pietro: l'intenzione del Signore sarebbe stata quella di conferire quel potere solo alla persona di Pietro[14].
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Lu 12,42 Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà A CAPO della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
 
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