È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

La Chiesa Cattolica e Ortodossa

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2014 16:05
Autore
Stampa | Notifica email    
05/02/2014 20:20
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

CAPITOLO I. - ECCLESIOLOGIA PARTICOLARISTA

L'ecclesiologia delle Chiese separate è il risultato della loro storia. Essa è stata costruita per giustificare il loro scisma e, quando i fatti provocanti lo scisma furono diversi non c'è da stupire che le loro teologie, pur presentando alcune caratteristiche comuni, siano diverse anch'esse. Il primo carattere comune è certamente il particolarismo in cui si vollero isolare queste Chiese quando si separarono dalla restante cristianità; particolarismo che si può accordare con un certo federalismo, poiché ammette le relazioni tra i raggruppamenti ecclesiastici autonomi.

Prima studieremo l'ecclesiologia delle Chiese non bizantine che, almeno in origine, è stata esclusivamente particolarista, vedremo poi come le Chiese bizantine non hanno mai escluso le Chiese vicine dal loro orizzonte, e abbiano ammesso fin da principio un certo federalismo.

§ 1. - Le Chiese non bizantine.

La Chiesa Persiana e Armena. - a) Origine dello scisma. - La prima a separarsi dal resto della cristianità fu la Chiesa di Persia, che ricevette indubbiamente la sua organizzazione ecclesiastica dai missionari venuti da Edessa e si riallacciò così indirettamente al patriarcato d'Antiochia; ma poiché si trovava fuori dei confini dell'impero romano, con Edessa conservò solo legami molto deboli. Al concilio di Seleucia (410) la chiesa di Persia sottomise tutta la sua gerarchia a un capo unico, il catholicós, cioè patriarca, di Seleucia-Ctesifonte. Un concilio del 424 proclamò tale Chiesa completamente indipendente da ogni altra autorità che non fosse quella del suo catholicós. " Per noi, dice il Concilio, Pietro è il nostro catholicós, il capo del nostro collegio ecclesiastico... egli deve essere il giudice di tutti quelli che sono sotto di lui, e non può essere giudicato se non da Cristo che lo ha scelto, elevato e posto a capo della sua Chiesa". Così rimasero spezzati gli ultimi legami ben deboli in verità, che ancora univano le Chiese di Persia a quelle dell'impero romano. Parecchi motivi spiegano questa decisione: il desiderio dei vescovi persiani di dimostrare la loro lealtà verso il governo nazionale e, forse ancor più, la necessità di rinforzare l'autorità del catholicós che poteva esser compromessa dai troppo frequenti richiami ad Antio-chia. In ogni ipotesi, il provvedimento era dei più gravi, poiché tendeva ad isolare sempre più la Chiesa persiana dal rimanente della cristianità; l'avvenire doveva dimostrarne le conseguenze.

Quasi lo stesso avvenne della Chiesa d'Armenia. La piena fioritura della evangelizzazione in Armenia risale a San Gregorio l'Illuminatore, che ricevette la consecrazione episcopale dalle mani del metropolita di Cesarea in Cappadonia, il quale continuò a rivendicare il diritto di consacrare il capo religioso o catholicós d'Armenia, ma la tradizione fu interrotta nel 373, alla morte di Nersete il grande. Ben presto si pose mano a giustificare la rottura allestendo tutta una serie di leggende sulla persona di San Gregorio Illuminatore, che avrebbe ricevuto l'investitura non dal metropolita di Cesarea, ma- immediatamente da Dio, per dare così all'autorità indipendente del catholicós una base giuridica analoga a quella invocata dal Concilio di Seleucia del 424. Il catholicós Sahak il Grande (387434), figlio di Nersete, rafforzò e accentuò il particolarismo della sua Chiesa favorendo la creazione d'un alfabeto nazionale, in cui furono tradotti la Bibbia, opere dei padri greci, testi liturgici e canonici. Nel contempo egli accentrò sempre più il potere nelle sue mani, gettando così le basi dell'autocefalia armena.

b) Evoluzione degli scismi. - Questi movimenti furono veri scismi mossi dallo spirito separatista, o, diremmo oggi, dal nazionalismo o razzismo dei capi delle varie Chiese. In origine non furono affatto causati da violenti conflitti e da divergenze dommatiche, ma quasi unicamente da situazioni politiche. Solo più tardi queste Chiese passarono all'eresia.

Le separazioni si giustificarono dommaticamente col sostenere che ogni Chiesa dipende direttamente da Dio, che il capo di ogni Chiesa è il diretto rappresentante di Dio, il diretto successore di Pietro.

Queste Chiese fino allora non avevano avuto nessun rapporto con quella romana e solo in seguito precisarono la loro posizione di fronte al Papato.

La Chiesa di Persia ammise molto chiaramente l'esistenza di quattro grandi sedi patriarcali, con Roma in testa, rivendicando solo il quinto posto per Seleucia-Ctesifonte. Però questa classificazione onorifica non cambiò nulla alla posizione dommatica che abbiamo descritto, la quale sola poteva giustificare l'indipendenza della quinta sede anche di fronte al Concilio. D'altronde la Chiesa di Persia s'era isolata dal resto della cristianità anche in altro campo, adottando il nestorianesimo e ammettendo soltanto i primi due Concili ecumenici. Tuttavia, più che tale eresia cristologica, il vero ostacolo ad un'unione che riconoscesse un primato effettivo alla Sede romana fu sempre il desiderio di indipendenza e di particolarismo. Malgrado vari movimenti di ritorno, il catolicosato di Persia raggnippa ancora 80.000 scismatici e, nell'ultimo secolo, un catholicós, per spirito d'opposizione a Roma, organizzò nel Malabar una Chiesa che oggi conta appena 2.000 fedeli.

La Chiesa armena aderì al monofisismo condannando solennemente, a Vagarsapat (491), il Concilio di Calcedonia (1). La sua posizione geografica spiega i successivi contatti nel corso della storia, con Bisanzio, le crociate e gli stati dell'Europa orientale. Questi vari influssi causarono conflitti d'opinione (dal 1188 al 1380 c'è stata un'unione parziale con Roma) e scismi che divisero gli Armeni monofisiti in sei Chiese indipendenti. Oggi ne rimangono ancora cinque, che comprendono 3.095.000 di fedeli. I capi religiosi e i teologi armeni hanno sempre professato una ecclesiologia più duttile e meno esclusiva di quella delle altre Chiese monofisite e furono indotti a precisarla in occasione del Concilio vaticano. Essi pensano che le definizioni dommatiche dei primi tre Concili ecumenici formino una base di credenza comune, ma non escludono che altre Chiese possano ammettere i concili posteriori. Tutte le Chiese che hanno questa credenza comune possono assicurare la salvezza ai loro fedeli; sono coordinate e non subordinate tra loro, i loro membri formano una vera Chiesa universale mediante la loro comunione nelle verità fondamentali. Secondo tale concezione della Chiesa universale, la Chiesa di Persia non ne farebbe affatto parte, ma un grande numero di Chiese protestanti avrebbero le condizioni minime per appartenervi.

Le Chiese copta e siriaca. - Completamente diversa si presenta la formazione delle Chiese separate copta e siriaca. (Copta-egiziana, dall'arabo qubt, corruzione del greco Aiguptios). Esse nacquero dalla persecuzione di Giustiniano contro i monofisiti, i quali stabilirono un patriarcato dissidente accanto alla gerarchla ufficiale (melkita) d'Antiochia e d'Alessandria. I monofisiti per difendere la loro dottrina fecero uno scisma, s'opposero nettamente tanto ai patriarcati legittimi d'Oriente quanto alla dottrina ufficialmente approvata dalla Sede romana, della quale non sfuggiva loro il compito d'arbitro supremo.

L'ecclesiologia dei copti e dei siri fu quindi, fin da principio e necessariamente radicale. Le uniche vere Chiese erano le loro; per appartenervi occorreva professare il monofisismo e riconoscere soltanto i primi tre concili ecumenici né più né meno. Quest'atteggiamento di " splendido isolamento " che ha il merito d'essere logico, permise a ciascuna Chiesa di rimanere fedele alla propria organizzazione primitiva, al patriarca, suo unico capo religioso, e di resistere il più possibile agl'influssi provenienti dall'esterno. Perciò il movimento delle conversioni al cattolicesimo, almeno tra i copti, fu molto lento e prese sviluppo solo alla fine del secolo scorso. Vi sono 2.000.000 di copti separati e soltanto 70.000 uniti. Le infiltrazioni protestanti dapprima vennero egualmente accolte male ma attualmente guadagnano terreno, grazie alle circostanze politiche. Cosi nella Chiesa siriaca del Malabar 300.000 passarono al protestantesimo (siri riformati); rimangono ancora 650.000 fedeli che, uniti ai 120.000 del patriarcato di Antiochia, formano tutti gli effettivi della Chiesa siriaca.

(1) La condanna del Concilio di Calcedonia fu determinata dal fatto che non avendo potuto i vescovi armeni partecipare a quel Concilio, per inesatte informazioni ebbero l'impressione che esso avesse insegnato il nestorianesimo. Secondo Garabed Amaduni (E.C., I, 1965) solo "l'anno 591-92 segnerebbe l'inizio della formazione ufficiale di una fazione armena anticalcedonese (piuttosto che monofisita) per opera del calbolicós Moises II, sebbene avesse contro di sé la grande massa dell'episcopato e del popolo armeno. Tale scisma fu consumato l'anno 608-609 da Abramo I, il quale in una sua lettera enciclica, pur premettendo il simbolo ortodosso e accettando i primi tre Concili ecumenici, vietava agli Armeni di comunicare in sacris e in ciMibus con gli Iberi, con i Greci e con quanti seguivano le decisioni di Calcedonia; e confondeva praticamente il duofisismo della formola calcedonese con la separazione nestoriana in due persone. Da questa data comincia lo stato di fluttuazione della Chiesa armena circa la formola calcedonese duofisitica, pur ammettendone in sostanza il contenuto ortodosso. Questo stato di flusso e riflusso nei riguardi del IV Concilio ecumenico e della sua progredita formola cri-stologica durò fino al sec. XI quando, trasferitasi in Cilicia la sede patriarcale e stabiliti i contatti con Roma, le informazioni circa il Concilio di Calcedonia si fecero più. precise e le spiegazioni autentiche circa la formula ne chiarirono il senso ".

La Chiesa etiopica. -L'Etiopia ricevette il Vangelo dall'Egitto, il cui capo religioso si riservava il diritto di nominare quello dell'Etiopia e sceglierlo tra i suoi sudditi, privilegio che nel secolo vi passò al patriarcato copto monofisita ed è stato sempre in vigore, malgrado il desiderio degli etiopici di giungere alla completa indipendenza ecclesiastica. Un tentativo d'indipendenza fatto durante la conquista italiana dell'Abissinia andò fallito. Dopo la ritirata degli italiani (1942), un congresso nazionale chiese l'indipendenza religiosa. Si giunse ad un accordo per cui un arcivescovo indigeno sarebbe nominato alla morte àèll'abuna attuale e governerebbe la Chiesa, ma sarebbe consecrato dal patriarca copto.

È impossibile precisare in quali circostanze la Chiesa d'Etiopia si sia legata, al tempo dello scisma monofisita, alla gerarchla dissidente anziché a quella ufficiale d'Alessandria. La scelta si capisce dal fatto che la Chiesa copta si mostrava fedele alle tradizioni religiose nazionali, mentre il patriarcato melkita subiva gl'influssi dell'ellenismo. Essendo copto, il capo della Chiesa etiopica fece insegnare la dottrina e l'ecclesiologia monofisita, che d'altronde corrispondevano molto bene alla mentalità e all'isolamento del paese abissino. Gli Etiopici si mostravano feroci avversari di ogni proselitismo proveniente dall'estero e resistettero agli assalti dell'Islam. I tentativi dei missionari portoghesi del secolo XV e XVI alla fine fallirono. Se l'Eritrea dal 1930 ha un vescovo di rito etiopico unito a Roma, l'Etiopia propriamente detta è l'unico paese di rito orientale che non abbia gerarchia unita, e conta da 4 a 5 milioni di cristiani separati, contro S0.000 cattolici. Fino a questi ultimi tempi l'Etiopia era rimasta immune anche dall'influsso protestante.

I quadri tradizionali delle Chiese separate più antiche, attualmente si trovano ovunque fortemente scossi.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:16. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com