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ARTICOLI INTERESSANTI DI ANTONIO SOCCI

Ultimo Aggiornamento: 16/11/2020 13:46
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23/05/2014 07:51
 
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CHE PARLI IL PAPA! TUONI PER SALVARE MERIEM DAL BOIA! MEDITIAMO SULLA SUA TESTIMONIANZA EROICA. SOPRATTUTTO QUEI PRELATI SEMPRE PRONTI A SVENDERE GESU’ PER AVERE UN APPLAUSO DAI GIORNALONI LAICISTI
Posted: 17 May 2014 11:40 PM PDT
La giovane mamma sudanese Meriem sarà impiccata perché si è rifiutata di rinnegare Gesù Cristo e di convertirsi all’Islam. Sarà salvata da quella tragica sorte solo se la pressione internazionale si farà insostenibile per la crudele tirannia di Karthoum.

Al momento resta infatti valida la condanna a morte già decretata e non c’è nessuna vera garanzia che il verdetto possa essere rivisto, come qualcuno frettolosamente ha affermato.

Non si può credere infatti a quello che fa trapelare il regime col solo scopo di allentare la pressione internazionale: basti pensare che qualche anno fa la Corte Suprema sudanese stabilì che per gli apostati, che avevano abbandonato la pratica religiosa islamica, convertendosi al cristianesimo, era costituzionale addirittura la crocifissione.

Inoltre per Meriem resta in ogni caso certa la condanna alle cento frustate come pena per aver sposato un cristiano.

Per questo è necessario che l’indignazione si faccia sentire come è accaduto finora e che aumenti.



APPELLO AL PAPA



Dunque, come già ha fatto la nunziatura apostolica in Sudan, vorrei fare appello anche io a papa Francesco, sempre così solerte e incisivo.

Ma sono sicuro che non ha bisogno della nostra richiesta e farà sentire il suo (ben noto) “Vergogna! Vergogna! Vergogna!” ai despoti sudanesi e in tutte le sedi internazionali.

Anche perché nessuno, domani, possa imbastire processi morali sui suoi silenzi come quello che fu imbastito contro Pio XII (che in realtà parlò e più volte, sebbene il Vaticano fosse circondato dalle truppe naziste e contro il papa fosse già stato preparato un piano di deportazione).

Parlerà, papa Francesco, non dubitate.

E le sue non saranno due parolette formali alla fine dell’Angelus, ma farà sentire alta la sua voce e la sua indignazione per questa sanguinaria barbarie contro una povera madre indifesa e innocente.

Oltretutto c’è bisogno non solo che venga cassata la sentenza di condanna a morte, ma pure che venga cancellata la pena delle cento frustate e soprattutto che Meriem venga subito liberata: questo è l’obiettivo immediato e più urgente.

Perché le condizioni luride del carcere (pieno di insetti) hanno già fatto ammalare il primo figlio di Meriem, che ha un anno e mezzo e che è detenuto lì con lei.

Inoltre non è ammissibile tenere una ragazza all’ottavo mese di gravidanza – già sottoposta al terribile stress di un processo e di una condanna a morte – in una galera fetida e disumana.

Come se non bastasse suo marito Daniel Wani – il cristiano che Meriem ha sposato e da cui ha avuto due figli (per il regime le era proibito sposare un cristiano) – è invalido.

Si trova da tempo sulla sedia a rotelle e, come ha dichiarato alla Cnn, è “disperato, frustrato”, e non sa che fare.

Questo poveretto, per le sue condizioni, non è autosufficiente e per la vita quotidiana dipende totalmente da Meriem. La quale è da mesi in galera.

Ieri si è anche saputo che probabilmente se venisse eseguita la sentenza i due figli di Meriem e Daniel potrebbero essere sottratti al padre (perché il matrimonio è stato annullato dal regime) e affidati a una famiglia musulmana per essere educati secondo i precetti del Corano.

Considerati tutti questi terrificanti aspetti appare ancor più eroica la scelta di Meriem di non rinnegare Gesù Cristo.



IMMENSA TESTIMONIANZA



Per qualunque cristiano ci vuole già una grandissima fede, un coraggio sconfinato e un immenso amore al Signore per rifiutare l’abiura e dire sì al martirio per impiccagione.

Ma in questo caso a fare una scelta di per sé già eroica è una giovane donna con un figlio piccolo e uno nel proprio grembo. Sottoposta alle torture di quel carcere, all’angoscia per la sorte di quei bambini e per quella dell’uomo che ha sposato e che ama, che si trova solo e impossibilitato a provvedere a se stesso.

Con tutto questo Meriem ha scelto di non rinnegare Gesù Cristo. Siamo di fronte a una testimonianza di fede e di amore al Signore che sta al livello dei grandi martiri e dei grandi santi.

Che avrebbe dovuto toccare il cuore anche degli infami aguzzini che sono andati a far pressioni su di lei in carcere per ottenere la conversione all’Islam.

Le bastava un piccolo “sì” e avrebbe avuto salva la vita e avrebbe portato via dal carcere e dall’incubo anche i suoi due figli.

Ma questa ragazza insegna silenziosamente a noi, pusillanimi cristiani d’occidente, che nulla vale la libertà della propria coscienza dove arde la fede in Dio.

E insegna a un mondo ripiegato sulla sua pancia, sui suoi vizi, sulle sue misere volgarità edonistiche, che l’uomo è fatto per l’eternità e la sua dignità divina non può essere svenduta al proprio comodo sollazzo di un giorno.

La giovane Meriem, pur così amante della vita da innamorarsi, da sposare il suo uomo, da mettere al mondo due bambini, così intelligente da studiare e diventare medico in un Paese del Terzo Mondo, questa giovane – dicevo – ci insegna silenziosamente, al prezzo dell’impiccagione, che vale la pena di vivere perché qualcosa – o meglio Qualcuno – vale più della vita. E questo Qualcuno è il Salvatore di tutti, l’Amore stesso fatto uomo.

E’ significativo che una così struggente ed eroica testimonianza venga data da una giovane donna cristiana del Terzo Mondo. Giovane, donna e cristiana dell’Africa.



UNA LEZIONE PER I PRELATI



Sono certo che il Papa in tutti i modi vorrà difendere questa meravigliosa testimone di Cristo. E credo che debba essere indicata ad esempio per tutti i cristiani. Per tutti noi che nella vita quotidiana rinneghiamo Cristo per un nonnulla.

Ma anche per i tanti ecclesiastici che spesso appaiono pronti a svendere a pezzi la loro fede e le loro convinzioni pur di avere gli applausi del mondo. Quei prelati che sbavano per avere l’approvazione dei giornaloni laicisti e gli elogi di certi tromboni anticlericali.

Mediti quella parte di Chiesa che – come disse don Giussani nella sua ultima intervista – si vergogna di Cristo.

Ci riflettano specialmente quei prelati che sono pronti – per apparire moderni e riformatori agli occhi del mondo – a gettare alle ortiche il Magistero di sempre della Chiesa, le parole di Gesù nel Vangelo e i propri doveri di pastori. Verrà un giorno in cui tutto sarà giudicato.



Antonio Socci



Da “Libero”, 18 maggio 2014

Facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”


L’ORRIBILE CASO DI MARIAM IN SUDAN: CRISTIANI PERSEGUITATI E MASSACRATI SOTTO TANTI REGIMI. MA ANCHE EMARGINATI E DISCRIMINATI IN OCCIDENTE. E – TALORA – DISPREZZATI E REPRESSI NELLA CHIESA. DA CHE PARTE STANNO I NOSTRI PASTORI ?
Posted: 17 May 2014 12:49 AM PDT
Il “cattoprogressista” Enzo Bianchi, onnipresente sui giornali laicisti, nei programmi di Fabio Fazio, sulle tribune dei vescovi, ieri per la “Repubblica” ha dovuto commentare la condanna a morte della giovane cristiana sudananese Mariam Yahya Ibrahim.



CUOR DI LEONE



Bianchi è riuscito, per un intero articolo, a non dire chi sono i persecutori e carnefici di questa povera ragazza e perché ciò accade in Sudan.

Infatti nel suo pezzo non troverete mai la parole islam o musulmani, né sharia (la legge islamica con cui si condanna Mariam).

Leggendo Bianchi nessuno saprà che alla ventisettenne cristiana, laureata in medicina, incinta all’ottavo mese e incarcerata con l’altro figlio, il tribunale musulmano aveva imposto di convertirsi all’Islam, dandole tre giorni di tempo: siccome lei ha dichiarato che resta cristiana, il giudice musulmano ha decretato che verrà impiccata.

E prima dell’assassinio dovrà subire anche cento frustate perché – per il regime islamista – avendo lei sposato un cristiano ha commesso il reato di “adulterio”.

Bianchi queste cose sui carnefici islamisti non le dice. Pur di non nominare l’Islam mena il can per l’aia per migliaia di battute.

Questo cuordileone – che di solito non lesina critiche ai cattolici – non spende una sola parola critica sull’Islam. Perché?

Non vuol mettere a repentaglio la sua fama cattoprogressista ed ecumenista? O forse si chiede: chi sono io per giudicare questi religiosi musulmani?

I lettori di Bianchi così non sapranno che il regime assassino del Sudan, imponendo la sharia, nel 1983 lanciò la jihad contro i villaggi del sud cristiano e ha perpetrato in venti anni il genocidio di due milioni di persone, provocando lo sfollamento di altri cinque milioni.

Almeno 200 mila sono state le donne e i bambini cristiani catturati e venduti come schiavi nel Sudan islamico.



ABBANDONATI



Ma il cattoprogressismo nostrano non ama raccontare queste cose, come non ha mai amato denunciare i crimini e i genocidi del comunismo (chi siamo noi per giudicare quelle brave persone che sono stati i comunisti?).

Da una parte dunque c’è la grande tragedia dei cristiani perseguitati e massacrati in tanta parte del mondo.

Dall’altra un cattoprogressismo che si fa celebrare nella mondanità dei ricchi salotti laicisti ed evita di esporsi troppo per quelle periferie esistenziali che sono le luride galere sudanesi o pakistane o cinesi o nordcoreane, dove marciscono altre povere madri cristiane, come Asia Bibi, condannate a morte per la loro fede.

Così tanti poveri cristiani continuano ad essere perseguitati (e abbandonati) sotto molti regimi.

Ma da alcuni anni i cristiani sono di nuovo disprezzati e discriminati pure in Occidente.



ABBANDONATI ANCHE NOI ?



Nell’Europa del laicismo intollerante e pure in Italia dove – fra un po’ – non potranno nemmeno dire la loro sulla famiglia, sull’ideologia gender, sulla vita, su quella che Benedetto XVI e il cardinal Bagnasco hanno giustamente definito “dittatura del relativismo”.

I pastori in effetti dovrebbero difendere così la fede dei cristiani. Ma oggi vanno per la maggiore quelli che non vogliono scontrarsi col mondo: preferiscono prenderci amabilmente un thè portando i pasticcini.

Penso (è solo l’ultimo esempio) a monsignor Galantino, il nuovo segretario della Cei che smania per apparire moderno nelle sue comparsate su giornali e tv, da “Ballarò” a Tv2000.

Lui vuole che si segua l’aria che tira e che nella Chiesa si volti pagina e si parli “senza tabù di preti sposati, eucaristia ai divorziati e di omosessualità”. Addirittura si è mostrato sprezzante verso i cristiani che pregano il rosario davanti alle cliniche degli aborti.

Il popolo cristiano – sulla difesa della vita – invece che Galantino preferisce seguire le testimonianze di Madre Teresa e di Giovanni Paolo II. E’ un popolo fedele e generoso e – come ha detto nei giorni scorsi papa Francesco – vive spesso con vero eroismo e ha molti santi nascosti.

E’ il popolo accorso in migliaia e migliaia a Roma alla recente “Marcia per la vita” e all’incontro delle scuole cattoliche, ma si sente spesso trattato con freddezza da quei pastori che dovrebbero confortarlo e difenderlo.

Non ci sono infatti molti pastori che amano queste pecore tanto da prendere il loro odore. Si vedono piuttosto ecclesiastici che seguono il profumo Chanel n. 5 del potere mondano e dei salotti mediatici progressisti, quelli che contano.

Credo che come cattolici dovremmo dar loro una strigliata. Seguendo l’invito di papa Francesco che proprio domenica scorsa ha esortato i fedeli a “importunare” i pastori, a chiedere loro di fare il loro dovere, di difendere il gregge e dispensare la dottrina, il conforto e la grazia.

Perché accadono fatti che lasciano sgomenti.

Spesso i cristiani più fedeli – già disprezzati nel mondo – sono trattati a pesci in faccia pure nella Chiesa, mentre invece vengono premiati quelli che combattono e denigrano la fede cristiana.



DAGLI AL CREDENTE !



A volte sembra che la fede cattolica convinta sia considerata da certi ecclesiastici progressisti come un pericolo da estirpare.

Prendiamo il caso più clamoroso. Attualmente circa 3 mila persone ogni anno lasciano l’abito religioso. Una tragedia.

Gli ordini religiosi tradizionali vanno a picco (dal 1965 al 2005, i gesuiti sono a meno 45 per cento, i salesiani a meno 24, i Frati minori a meno 41, i Cappuccini a meno 29, i Benedettini a meno 35 e i Domenicani a meno 39).

E gli attuali capi della Congregazione vaticana per la vita consacrata che fanno? Commissariano o riformano gli ordini che stanno crollando?

No. Hanno commissariato e distrutto l’unica famiglia religiosa – i Francescani dell’Immacolata – che aveva un boom di vocazioni, la famiglia religiosa, amata da Wojtyla e Ratzinger, nota per la sua ortodossia, per la sua rigorosa povertà e disciplina e per la forte dimensione di preghiera e missionaria.

Proprio quella è stata distrutta e i fondatori costretti a subire una prepotenza che è l’esatto opposto della misericordia e della mitezza raccomandate da papa Francesco.

Un altro esempio. Sono stati proibite quelle intense giornate di preghiera che da anni venivano organizzate – con i veggenti di Medjugorje – e raccoglievano 10 o 15 mila persone, spesso convertite, tornate alla fede.

Non si capisce perché i pastori – che non si allarmano per le chiese progressiste vuote – vanno su tutte le furie per i palazzetti dello sport pieni di fedeli che recitano il rosario, partecipano ai sacramenti e ascoltano testimonianze di fede e di carità.

Al S. Uffizio rispondono: perché non c’è ancora nessun riconoscimento delle apparizioni di Medjugorije. Va bene, però ci sono i frutti e sono tantissime conversioni e spesso veri e propri miracoli.

Possibile che tutto questo ben di Dio allarmi il S. Uffizio mentre invece non lo allarma quello che certi famosi preti progressisti proclamano o ciò che si insegna in tanti seminari e facoltà teologiche da teologi che spesso vanno contro il Magistero della Chiesa?



KASPER E IL MISSIONARIO



Se è considerato “pericoloso” che migliaia di persone preghino e frequentino i sacramenti, come si deve considerare quell’inaudita relazione (sulla famiglia) che il cardinale Kasper ha tenuto in apertura del Concistoro (contestata vivacemente dall’85 per cento dei cardinali) e che lo stesso Kasper va ripetendo in giro per il mondo?

All’alto prelato tedesco, che viene dall’episcopato più ricco e potente, ha risposto un bravo missionario del Pime, Carlo Bussi, 71 anni, da quaranta in Banghladesh, un uomo di Dio che per difendere i più poveri ha rischiato il martirio: “se si procede sulla strada tracciata da Kasper” ha scritto il missionario “si faranno grossi danni, si renderà la Chiesa superficiale e accomodante, si dovrà negare l’infallibilità della Cattedra di Pietro perché è come se tutti i papi precedenti abbiano sbagliato, e si dovrà prendere per stupidi tutti quanti hanno dato la vita come martiri per difendere questo sacramento”.

Per i cristiani è un’ora di tenebre fitte.


Antonio Socci
[Modificato da Coordin. 23/05/2014 07:52]
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Vagliate tutto, conservate ciò che vale. (S.Paolo)
 
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