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ITINERARIO DELLA MENTE A DIO (s.Bonaventura)

Ultimo Aggiornamento: 10/09/2013 12:19
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10/09/2013 09:43
 
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Capitolo III
Conoscenza di Dio nell’immagine impressa
nelle potenze naturali


1. L’anima umana immagine della Trinità.

I due gradi precedenti ci hanno condotto a Dio per mezzo delle sue vestigia per cui egli si riflette luminosamente in ogni creatura. Essi ci hanno gradualmente condotto al punto in cui possiamo rientrare in noi, cioè nella nostra anima nella quale riluce l’immagine di Dio. Ecco perché in questo terzo punto, quasi abbandonando l’atrio esteriore entriamo in noi stessi cioè all’interno del Santo che è la parte anteriore del Tabernacolo (Es. 27, 9-18; 38, 9-20) e ci sforziamo di vedervi Dio come in un suo specchio. Ivi la luce della verità rifulge come un candelabro sul volto della nostra anima, perché in essa si riflette l’immagine della Santissima Trinità.
Entra dunque in te e osserva che la tua anima ama intensamente se stessa; e che non si potrebbe amare se non si conoscesse; né si conoscerebbe se non avesse memoria di sé, giacché noi non siamo in grado d’intendere se non ciò che la memoria trattiene: perciò con l’occhio della mente, e non con quello della carne, puoi capire che l’anima è dotata di tre potenze.
Guarda ora alle attività e funzioni di queste tre potenze e potrai vedere Dio attraverso di te come in una sua immagine: il che è appunto vedere attraverso uno specchio e in enigma (1Cor. 13, 12).

2. La memoria immagine dell’eterno.

L’attività della memoria consiste nel ritenere e rappresentare non solo le cose presenti, corporali, temporali, ma anche le successive, le semplici e le sempiterne. La memoria infatti ritiene le cose passate col ricordo, le presenti con la ricezione, le future con la previsione.
Ritiene ancora gli enti semplici quali sono i principi delle quantità continue e discrete, ad es. il punto, l’istante, l’uno, senza dei quali è impossibile ricordare o pensare gli enti che con essi cominciano.
Ritiene inoltre i principi delle scienze e gli assiomi, in quanto sono sempiterni e valgono per sempre, perché fin che si ha la ragione non ci si può dimenticare di essi, cioè udendoli non si può non prestare approvazione e consenso; non come se si trattasse di qualcosa di nuovo ma come qualcosa di innato e familiare.
La cosa è evidente quando si dice a qualcuno la proposizione: «Una cosa si può o affermare o negare»; o: «Il tutto è sempre maggiore della sua parte»; o qualunque altro principio primo al quale non si può contraddire per «ragione intrinseca».
La prima capacità di ritenere attualmente i fatti temporali passati, presenti, futuri, somiglia all’eternità il cui indivisibile presente si estende a tutti i tempi.
La seconda, ch’è di ritenere gli enti semplici, non solo è in grado di venire formata dall’esterno con il fantasma della rappresentazione sensibile, ma anche dall’alto, in quanto riceve e possiede in sé le forme semplici che non possono entrare per la porta dei sensi e dei fantasmi sensibili.
La terza, che ricorda le verità che non mutano, ha in sé presente una luce incommutabile. Perciò dalle operazioni della memoria appare che l’anima è immagine di Dio e sua similitudine così presente a sé con Lui così presente da poterlo possedere attualmente ed essere potenzialmente «capace e partecipe di lui».
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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