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ITINERARIO DELLA MENTE A DIO (s.Bonaventura)

Ultimo Aggiornamento: 10/09/2013 12:19
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10/09/2013 09:15
 
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2. San Francesco modello e guida.

Sull’esempio del beatissimo padre Francesco, anch’io, povero peccatore, chiamato a succedere per quanto indegno a lui come settimo ministro generale dopo la sua morte, cercavo questa pace. Ora avvenne per volontà divina che, nell’anno trentratreesimo e nei giorni vicini alla data del suo transito, mi fu concesso di ritirarmi sul monte della Verna come luogo tranquillo, spintovi dall’amore della ricerca della pace. E mentre vi dimoravo, e andavo progettando qualche elevazione spirituale a Dio, mi ricordai del famoso miracolo ivi accaduto allo stesso beato Francesco, cioè della visione del Serafino alato in forma di Crocefisso. Mentre riflettevo a tutto questo mi sembrò che quella visione mostrasse apertamente lo stato di estasi contemplativa del medesimo padre e la via per arrivarvi.

3. Le sei illuminazioni.

In quelle sei ali possiamo infatti ravvisare le sei specie di elevazioni luminose con cui l’anima si dispone,come per gradi o itinerari, al transito della pace, mediante gli estatici rapimenti della sapienza cristiana. Ora non v’è altra via a questo, se non quell’ardentissimo amore del Crocifisso, che rapì Paolo al terzo cielo (2Cor. 12, 2) e lo trasformò in Cristo, al punto che disse: Sono confitto con Cristo alla croce; ormai non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me (Gal. 2, 19-20). Lo stesso amore possedette l’animo di Francesco tanto che ciò ch’era nello spirito apparve visibile nella carne quando, prima di morire, portò per due anni sul suo corpo le santissime stimmate della passione. La figura delle sei ali del Serafino significa dunque le sei illuminazioni graduali che cominciano dalle creature e conducono fino a Dio: al quale nessuno può degnamente accedere se non passando per il Crocifisso. Infatti chi non entra per la porta ma per altra parte, è ladro e brigante (Gv. 10, 11). Chi invece sarà entrato per questa porta, entrerà e uscirà e troverà pascolo (Gv. 10, 9). Perciò dice Giovanni nell’Apocalisse: Beati quelli che lavano le loro vesti nel sangue dell’Agnello, perché dal Legno della Vita riceveranno il potere ed entreranno in città passando per le porte (Ap. 22, 14). Cioè: non si può entrare con la contemplazione nella celeste Gerusalemme se non si passa come per una porta attraverso il Sangue dell’Agnello. Non è infatti idoneo, in certo modo, alle divine contemplazioni che conducono ai rapimenti dello spirito, se non colui che è, come Daniele, uomo di desideri (Dn. 9, 23). Ora, i desideri in noi si accendono in due modi, cioè col grido dell’orazione, che proviene dal gemito del cuore (Sal. 37, 9) e col fulgore della speculazione per cui la mente si rivolge direttamente e intensamente ai raggi della luce.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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