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1 Corinti 15,28 ....il Figlio, sarà sottomesso...

Ultimo Aggiornamento: 03/03/2018 15:51
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04/09/2013 19:53
 
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1 Corinti 15,24-28

24…poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. 25 Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.

26 L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte, 27 perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. 28 E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

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04/09/2013 19:54
 
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S.Agostino

SUL TESTO: ALLORA LO STESSO FIGLIO SARÀ SOTTOMESSO
A COLUI CHE GLI HA SOTTOMESSO OGNI COSA
 299

1. Coloro che ribattono che il Figlio di Dio non è uguale al Padre, di solito ricorrono con maggior dimestichezza a questo testo dell’Apostolo che afferma: E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti. Non potrebbe infatti sorgere in loro l’errore mascherato del nome cristiano, se non per una cattiva interpretazione della Scrittura. Dicono infatti: Se è uguale, come mai gli sarà sottomesso? La domanda è simile senza dubbio a quella del Vangelo: Se è uguale, come mai il Padre è più grande? Il Signore in persona dice: Il Padre è più grande di me 300. Ora la regola della fede cattolica è questa: quando nelle Scritture si afferma qualcosa per cui il Figlio è inferiore al Padre, lo si intende in rapporto all’umanità [da lui] assunta; quando invece si afferma qualcosa che denota uguaglianza, lo si interpreta in rapporto alla divinità. Risulta dunque chiaro in quale senso è stato detto: Il Padre è più grande di me; e: Io e il Padre siamo uno 301; e: Il Verbo era Dio; e: Il Verbo si è fatto carne; e: Non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo 302. Ma poiché molte espressioni, eccetto quanto concerne l’assunzione dell’umanità, si riferiscono a lui secondo la proprietà personale, in modo che per Padre non si può intendere che il Padre e per Figlio non altri che il Figlio, gli eretici ritengono che in quello che viene affermato e interpretato in questo modo non ci può essere uguaglianza. Sta scritto infatti: Tutto è stato fatto per mezzo di lui 303, senza dubbio per mezzo del Figlio, cioè del Verbo di Dio. Da chi, se non dal Padre? Non c’è mai scritto che il Figlio ha fatto qualcosa per mezzo del Padre. È scritto ancora che il Figlio è immagine del Padre 304; ma non è mai scritto che il Padre è immagine del Figlio. Sta scritto inoltre che uno genera e l’altro è generato; e molte espressioni del genere che riguardano non l’ineguaglianza della sostanza ma la proprietà delle Persone. Poiché essi negano che in questi testi l’uguaglianza sia possibile, dal momento che si addentrano in queste cose con una mentalità troppo grossolana, bisogna incalzarli sotto il peso dell’autorità. Se infatti in quelle affermazioni fosse impossibile cogliere l’uguaglianza tra colui per mezzo del quale tutto è stato fatto e colui dal quale è stato fatto, tra l’immagine e colui del quale è immagine, tra il generato e il generante, l’Apostolo, per chiudere la bocca dei contestatori, non avrebbe in alcun modo usato lo stesso vocabolo, dicendo: Non considerò una rapina la sua uguaglianza con Dio 305.

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04/09/2013 19:57
 
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2. Poiché dunque alcuni testi, riguardanti la distinzione del Padre e del Figlio, sono stati scritti in riferimento alla proprietà del Figlio e altri all’assunzione dell’umanità, per salvaguardare la divinità, l’unità e l’uguaglianza del Padre e del Figlio: è giusto domandarsi se l’Apostolo in questo testo aveva di mira le proprietà delle persone o l’assunzione dell’umanità: Allora anche il Figlio sarà sottomesso a colui che gli ha sottomesso ogni cosa 306. Di solito il contesto scritturistico chiarisce la sentenza quando le espressioni circostanti, che si riferiscono alla presente questione, vengono esaminate con un’analisi diligente. Troviamo infatti che l’Apostolo è giunto a questo testo dopo l’affermazione precedente: Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti 307. Trattava quindi della risurrezione dei morti: essa si è verificata nel Signore secondo l’umanità che ha assunto, come afferma con tutta chiarezza in seguito: Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dai morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta (parusiva), quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però quando dice: Ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui il Figlio, sarà sottomesso a colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti 308. È chiaro quindi che questo è stato detto in riferimento all’incarnazione dell’uomo

3. Ma in questo capitolo, di cui ho riportato tutto il testo, altri punti offrono di solito materia di discussione. Innanzitutto l’affermazione: Quando egli consegnerà il regno a Dio e Padre, come se il Padre ora non possedesse il regno. Quindi il passo: Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi, come se dopo non dovesse più regnare. A questo sembra riferirsi l’affermazione precedente: Poi sarà la fine. Con sacrilega interpretazione essi l’intendono così, come se la parola fine indicasse la distruzione del suo regno, mentre nel Vangelo è scritto: E il suo regno non avrà fine 309. Da ultimo il testo: E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a colui che gli ha sottomesso ogni cosa; essi lo interpretano così come se ora qualcosa non fosse sottomessa al Figlio o egli stesso non fosse sottomesso al Padre.

4. La questione si scioglie considerando il modo di esprimersi. Spesso infatti la Scrittura, parlando di qualcosa che è da sempre, dice che comincia ad esistere in qualcuno, quando questi la conosce. Così nella preghiera del Signore noi diciamo: Sia santificato il tuo nome 310, quasi che in un certo tempo non fosse santo. Come dunque sia santificato sta per "sia riconosciuto come santo", così anche le parole: Quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, stanno per "quando avrà mostrato che il Padre regna", sicché per mezzo della visione e della manifestazione risulti chiaro ciò che ora i fedeli credono e gli infedeli rifiutano. Poi ridurrà al nulla ogni principato e potestà, manifestando senza dubbio il regno del Padre, affinché a tutti sia noto che nessun principato e potestà in cielo e in terra ha avuto da se stesso alcunché del suo potere e dominio, ma l’ha avuto da colui dal quale tutto procede, sia nel campo dell’esistenza che dell’ordinamento. In quella manifestazione nessuno infatti avrà più speranza in qualche principe o in qualche uomo. È quanto già sin d’ora viene cantato con voce profetica: È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo; è meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti 311. In questa meditazione l’anima si eleva fin d’ora al regno del Padre, senza fare affidamento sul potere di qualcuno al di fuori di lui, e tanto meno illudersi pericolosamente del proprio. Consegnerà dunque il regno a Dio Padre quando, grazie a lui, si conoscerà il Padre visibilmente. Suo regno sono infatti coloro nei quali ora regna per mezzo della fede. Invero in un modo si parla del regno di Cristo in rapporto al potere della divinità: in questo senso ogni creatura gli è sottomessa; in un altro si parla del suo regno che è la Chiesa, in rapporto alla fede che possiede; in questo senso prega colui che dice: Prendi possesso di noi 312. Nulla infatti è sottratto al suo possesso. In questo senso si dice anche: Quando eravate schiavi del peccato, eravate liberi riguardo alla giustizia 313. Ridurrà dunque al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza, sicché nessuno, che vede il Padre per mezzo del Figlio, abbia bisogno o si compiaccia di confidare nel potere personale o di qualche creatura.

5. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi 314. Bisogna, cioè, che il suo regno si manifesti così apertamente che tutti i suoi nemici ammettano che egli regna. Questo infatti vuol dire che i suoi nemici saranno sotto i suoi piedi. Se invece lo riferiamo ai giusti, la parola nemici è detta nel senso che da ingiusti diventano giusti e si sottomettono a lui con la fede. Quanto poi agli ingiusti, che non apparterranno alla beatitudine futura dei giusti, bisogna intenderlo nel senso che anch’essi, nella stessa manifestazione del suo regno, pieni di confusione riconosceranno che egli regna. Di conseguenza il testo: Bisogna che egli regni finché non abbia posto tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi, non significa che in seguito, dopo aver posto i nemici sotto i suoi piedi, non regnerà più, ma con la frase: Bisogna che egli regni finché non abbia posto tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi, afferma che è necessario innalzare il suo regno a così grande splendore che i suoi nemici non oseranno in alcun modo negare che egli regna. Infatti sta scritto anche: I nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi 315. Questo non significa però che, dopo aver avuto pietà di noi, dobbiamo distogliere il nostro sguardo da lui, perché la nostra felicità è in rapporto alla gioia della sua contemplazione. Questo è dunque il senso del testo. L’attenzione dei nostri occhi è rivolta al Signore per ottenere la sua misericordia, non per distogliersi in seguito ma per non chiedere più nient’altro. Finché sta quindi al posto di nient’altro. Che c’è infatti di più, ossia con quale maggiore manifestazione si manifesterà il regno di Cristo se non al punto che tutti i nemici riconosceranno che egli regna? Dunque altro è non manifestarsi più, altro non essere più. Non manifestarsi più significa non rivelarsi più apertamente; non essere più vuol dire non durare ulteriormente. E quando mai il regno di Cristo apparirà più chiaramente di quando risplenderà davanti a tutti i nemici?

6. L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte 316. Quando questo corpo mortale sarà rivestito d’immortalità non ci sarà più nient’altro da distruggere. Tutto ha posto sotto i suoi piedi: questo sta ad indicare anche la distruzione della morte. Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta - l’ha detto effettivamente il Profeta nei Salmi 317 -, è chiaro che si deve eccettuare colui che gli ha sottomesso ogni cosa: vuol far capire che il Padre ha sottoposto ogni cosa al Figlio, come lo stesso Signore insegna e predica in molti passi del Vangelo, non solo a motivo della forma di servo, ma anche a motivo del principio da cui procede e per il quale è uguale a colui dal quale procede. Si compiace infatti di riferire tutto ad un unico principio, di cui è immagine 318 e in cui abita tutta la pienezza della divinità 319.

7. E quando tutto gli sarà sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a colui che gli ha sottomesso ogni cosa320. Non perché ora non sia così, ma perché allora sarà chiaro, secondo il modo di esprimersi spiegato sopra. Perché Dio sia tutto in tutti; egli è la fine, menzionata precedentemente, quando ha voluto inizialmente riassumere tutto sinteticamente e in seguito spiegarlo ed esporlo dettagliatamente. Parlava infatti della risurrezione: Prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine. Egli stesso è la fine, perché Dio sia tutto in tutti. In un senso si parla della fine che esprime compimento, in un altro quando esprime consunzione. Altro è finire un vestito tessendolo, altro finire il cibo, mangiandolo. Si dice poi che Dio è tutto in tutti nel senso che nessuno di coloro che aderiscono a lui, ami contro di lui la propria volontà e sia chiaro a tutti ciò che lo stesso Apostolo dice in un altro passo: Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? 321

8. Vi sono poi alcuni che intendono questo testo: Bisogna che egli regni finché ponga tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi, dicendo che qui il termine regnare è preso in un altro significato diverso da quello di regno nella frase: Quando avrà consegnato il regno a Dio e Padre. L’Apostolo avrebbe detto regno nel senso che Dio regge tutto il creato; e avrebbe detto regnare nel senso di condurre un esercito contro il nemico o difendere una città. Pertanto avrebbe detto:Bisogna che egli regni finché ponga tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi, perché un regno, simile a quello che hanno i capi di esercito, non ha più ragione di essere quando il nemico è stato così assoggettato da non potersi più ribellare. Nel Vangelo si dice infatti: E il suo regno non avrà fine 322, nel senso che regnerà in eterno. Quanto poi alla lotta da condurre sotto di lui contro il diavolo, lotta che durerà certamente finché mai porrà tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi, dopo non ci sarà più, perché godremo una pace eterna.

9. Questo è stato detto per farci capire che bisogna riflettere con maggior diligenza anche su questo punto: qual è attualmente il regno del Signore nell’economia del suo mistero, secondo l’incarnazione e la passione. Poiché in quanto Verbo di Dio il suo regno come non ha fine, così non ha né inizio né interruzione. Ma in quanto Verbo fatto carne 323 ha cominciato a regnare nei credenti per mezzo della fede nella sua incarnazione. Come appare anche dal testo: Il Signore ha regnato dal legno 324. Qui ha ridotto al nulla ogni principato, ogni potere e potenza, poiché quelli che credono in lui vengono salvati non per la sua esaltazione ma per la sua umiltà. Questo è stato nascosto ai sapienti e agli intelligenti e rivelato ai piccoli 325; perché a Dio è piaciuto salvare i credenti con la stoltezza della predicazione326. E l’Apostolo afferma, in mezzo ai piccoli, di non sapere altro, se non Gesù Cristo e questi crocifisso 327. C’è bisogno di questa predicazione finché tutti i nemici saranno posti sotto i suoi piedi, finché tutta la superbia del mondo ceda e si sottometta alla sua umiltà, che mi sembra indicata col termine "piedi". In gran parte questa si è già realizzata e ogni giorno la vediamo realizzarsi. Ma perché ciò accade? Per consegnare il regno a Dio e Padre, per portare cioè alla visione della sua uguaglianza col Padre quelli che si sono nutriti, con fede, della sua incarnazione. Egli si rivolgeva infatti a quelli che già avevano creduto, quando diceva: Se rimanete nella mia parola, sarete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi 328. Consegnerà il regno al Padre, quando, mediante ciò, per cui è uguale al Padre, regnerà in quelli che contemplano la verità e in se stesso, che è l’Unigenito, farà vedere il Padre in visione. Ora regna infatti nei credenti mediante la sua umiliazione, con la quale spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo 329. Ma allora consegnerà il regno a Dio e Padre, quando avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e potenza. Come li annienterà se non con l’umiltà, la pazienza e la debolezza? Quale principato non sarà annullato, quando il Figlio di Dio regna sui credenti proprio perché i principi di questo mondo lo hanno giudicato? Quale potestà non sarà annullata quando colui, per cui tutto è stato fatto, regna sui credenti proprio perché si è talmente assoggettato alle potestà da dire a un uomo: Tu non avresti alcun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall’alto 330? Quale potenza non sarà annullata quando colui, per mezzo del quale sono stati stabiliti i cieli, regna sui credenti proprio perché ha provato la debolezza sino alla croce e alla morte? Proprio in questo modo il Figlio regna nella fede dei credenti. Non si può infatti dire né credere che il Padre si è incarnato o è stato giudicato o crocifisso. Ma nella visione, per cui è uguale al Padre, regna insieme a lui in coloro che contemplano la verità. Poi consegnerà il regno a Dio e Padre, conducendo dalla fede nella sua incarnazione alla visione della divinità quanti ora credono in lui. Egli non lo perderà, ma entrambi si offriranno alla contemplazione come unico oggetto di godimento. È necessario che Cristo regni ancora a lungo negli uomini, ancora incapaci di vedere con mente chiara e luminosa l’uguaglianza del Padre e del Figlio, proprio perché tali uomini possano capire anche ciò che egli ha assunto in proprio, cioè l’umiltà dell’incarnazione, finché non ponga tutti i nemici sotto i suoi piedi, finché, in altre parole, tutta la superbia del mondo non venga sottomessa all’umiltà della sua incarnazione.


10. A ragione è stato detto: Allora anche il Figlio sarà sottomesso a colui che gli ha sottomesso ogni cosa 331, sebbene si riferisca all’assunzione dell’umanità, dato che la questione è sorta discutendo della risurrezione dei morti, è tuttavia giusto chiedersi se sia stato detto di lui solo, come capo della Chiesa 332, oppure del Cristo totale, che comprende insieme il corpo e le membra. Infatti quando dice ai Galati: La Scrittura non dice: E ai tuoi discendenti, come se si trattasse di molti ma: " alla tua discendenza ", come a uno solo, cioè Cristo, perché in questo passo non intendessimo soltanto Cristo, nato dalla vergine Maria, aggiunge: Tutti voi infatti siete uno in Cristo Gesù. E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo 333. E parlando ai Corinzi della carità, ricavando il paragone dalle membra del corpo, dice: Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo 334. Non ha detto: così anche di Cristo, ma: così anche Cristo, mostrando che si può giustamente parlare anche del Cristo totale, cioè il capo con il suo corpo, che è la Chiesa. In molti passi della Scrittura troviamo che si parla di Cristo in modo da intenderlo con tutte le sue membra, alle quali è stato detto: Voi siete corpo di Cristo e sue membra 335. Non è quindi assurdo intendere nel testo: Allora anche il Figlio sarà sottomesso a colui che gli ha sottomesso ogni cosa, che si tratta non solo del Figlio, capo della Chiesa, ma anche di tutti i santi insieme a lui, che sono uno in Cristo, una sola discendenza di Abramo. La sottomissione poi si riferisce alla contemplazione dell’eterna verità, senza che al conseguimento della beatitudine si opponga alcun movimento dell’animo o qualche membro del corpo: Perché, nella vita in cui nessuno ama il proprio potere, Dio sia tutto in tutti.

Testo desunto dal sito Augustinus.it

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04/09/2013 19:58
 
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Da "I Princìpi" di Origene

Non so perché mai gli eretici, non comprendendo ciò che vuol dire l'apostolo con queste parole, degradino nel Figlio il significato della sottomissione: se si cerca il significato di queste parole, lo si trova facilmente considerando il suo opposto. Se infatti esser sottoposto non è cosa buona, sarà cosa buona il suo contrario, cioè non essere sottoposto. E secondo loro, quando l'apostolo dice: "Allorché tutto gli sarà sottoposto, allora anche il Figlio si sottometterà a colui che gli ha sottoposto tutto" (1 Cor. 15, 28), egli vorrebbe dire che il Figlio, che ora non è sottoposto al Padre, gli sarà sottoposto quando il Padre avrà sottoposto a lui tutte le cose. Ma mi meraviglio come essi possano pensare che colui che non è sottoposto ora, quando tutto non gli è stato ancora sottoposto, sarà sottoposto allora, allorché tutto gli sarà sottoposto ed egli sarà rè di tutto e terrà il potere di tutto l'universo, mentre prima non era stato sottoposto. Essi non comprendono che la sottomissione di Cristo al Padre indica la beatitudine della nostra perfezione e il coronamento dell'opera da lui intrapresa, poiché egli presenta al Padre non solo la norma del reggere e regnare, ristabilita in tutta la creazione, ma anche la norma dell'ubbidienza e della soggezione ristabilita nel genere umano. Perciò se consideriamo buona e salutare questa soggezione per la quale il Figlio è detto soggetto al Padre, ne consegue che dovremmo considerare buona e utile anche la soggezione dei nemici al Figlio di Dio (cfr. Cor. 15, 25);

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04/09/2013 19:59
 
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Dalla "Summa contra Gentiles" di S.Tommaso D'Aquino

L'Apostolo aveva detto : " Da un uomo la morte, e da un uomo deriva la resurrezione dei morti" [I Cor,, XV, 21], per concludere che " ciascuno risorgerà a suo tempo : prima Cristo, quindi coloro che sono di Cristo" [v. 23]; e aggiunge: "Da ultimo verrà la fine, quando [Cristo] consegnerà il regno a Dio Padre" [v. 24]; e dopo aver mostrato quale sia codesto regno, nel senso che a lui devono essere assoggettate tutte le cose, finalmente conclude : " Quando saranno state assoggettate a lui tutte le cose, allora il Figlio stesso sarà soggetto a colui che gli ha assoggettato ogni cosa " [v. 28]. Perciò il contesto stesso dimostra che ciò va inteso di Cristo in quanto uomo: poiché è così che egli è morto ed è risuscitato. Infatti egli stesso in quanto Dìo, facendo "tutto quello che fa il Padre", assoggetta a sé tutte le cose, secondo le parole dell'Apostolo : " Noi aspettiamo il Signore nostro Gesù Cristo, il quale trasformerà questo nostro misero corpo, per conformarlo al corpo della sua gloria, mediante quel potere col quale e in grado di assoggettare a sé tutte le cose " (Fil. 2, 20).

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27/12/2015 19:43
 
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Cosa significa l'espressione: il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa? (1 corinzi 15:28)

I testimoni di Geova si avvalgono di questo versetto senza tenere conto del contesto per dimostrare che Gesù non è Dio. Ma esaminiamo l'intero contesto di queste parole. 1 corinti 15:1"Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi, ....3 Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come lho ricevuto anchio, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; 4 che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture;....12 Ora se si predica che Cristo è stato risuscitato dai morti, come mai alcuni tra voi dicono che non cè risurrezione dei morti?" L'apostolo Paolo mette in evidenza che alcuni contestavano la risurrezione dei morti, ecco che Paolo ricorda ai corinzi ciò che predicavano, cioè UN UOMO il cristo, l'unto di Dio, che è morto ma risorto dai morti. Quindi il tema principale è la resurrezione dei morti, non il fatto che Gesù non è Dio.

Notate come continua Paolo il suo discorso: "20 Ma ora CRISTO E' STATO RISUSCITATO dai morti, PRIMIZIA DI QUELLI CHE SONO MORTI. 21 Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche PER MEZZO DI UN UOMO è venuta la risurrezione dei morti. 22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche IN CRISTO SARANNO TUTTI VIVIFICATI; 23 ma ciascuno al suo turno: CRISTO, LA PRIMIZIA; poi quelli che sono di Cristo, ALLA SUA VENUTA;"Avete notato che Paolo in questa occasione presenta Gesù come un uomo, la primizia dei risuscitati? Paolo non sta parlando della divinità di Gesù ma presenta Gesù come l'unto di Dio, il cristo, l'agnello che è morto e risorto, un uomo che è stato risuscitato con un corpo glorioso e che continua ad essere tale, infatti a tal proposito Giovanni nella rivelazione di Gesù Cristo vide l'agnello che era stato immolato stare in mezzo al trono in cielo. (Apocalisse 5:6) Non è la prima volta che Paolo presenta Gesù nella sua natura umana dopo che era morto e risorto. 1 Timoteo 2:5 "Infatti cè un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, CRISTO GESU' UOMO, 6 che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti;" stando a ciò che dice Paolo sotto ispirazione divina, Gesù continua ad essere un uomo anche se è in cielo, infatti è l'unico mediatore, questa è una delle tante figure dove Gesù viene rappresentato dagli apostoli. Gesù oltre ad essere l'unico mediatore è l'agnello (Apocalisse 5:6) Gesù è sommo sacerdote in eterno (Ebrei capitolo 7) Gesù è il profeta (Atti 3:22) Gesù è figlio di Dio, Gesù è Dio (1 Giovanni 5:20) Gesù è il figlio dell'uomo.

Bisogna confermare tutte queste realtà che appartengono a Gesù e non solo soffermarci che lui e il figlio di Dio, o solo profeta o solo figlio dell'uomo. E' quì che cadono in errore i testimoni di Geova, cercano di dimostrare che Gesù e solo figlio di Dio ma la bibbia presenta Gesù anche come Dio. Attualmente Gesù nonostante sia in cielo continua ad essere il figlio dell'uomo. Matteo 24:30 Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio delluomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e VEDRANNO IL FIGLIO DELL'UOMO VENIRE SULLE NUVOLE DEL CIELO con gran potenza e gloria. Nella seconda venuta di Gesù vedremo il figlio dell'uomo cioè Gesù uomo risuscitato in gloria venire sulle nuvole. Questo conferma che Paolo parla di Gesù come uomo o figlio dell'uomo quando dice ritornando al contesto del capitolo 15 di Corinzi nel versetto 23 "ma ciascuno al suo turno: CRISTO, LA PRIMIZIA; poi quelli che sono di Cristo, ALLA SUA VENUTA;" Si Paolo presenta Gesù come uomo glorioso, primizia dei risuscitati, il primo di molti fratelli. ( Romani 8:29) Avendo chiaro in mente questo continuiamo la lettura: 24 "poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza. 25 Poiché bisogna che egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. 26 Lultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte. 27 Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa ne è eccettuato. 28 Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti."

Paolo spiega che dopo la venuta del figlio dell'uomo verrà la fine di tutte le cose, ci sarà la risurrezione ( vedi Apocalisse capitolo 20) così che l'ultimo nemico cioè la morte sarà per sempre sconfitto, ecco che non vi è più bisogno di questa figura di Gesù come uomo glorificato perchè tutto è compiuto, ecco che l'uomo Gesù lascerà il cielo affinchè Dio sia tutto in tutti. Questo lo spiega anche Pietro in Atti 3:20 "e affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di ristoro, e che egli mandi il Cristo che vi è stato predestinato, cioè Gesù, 21 CHE IL CIELO DEVE TENERE ACCOLTO FINO AI TEMPI DELLA RESTAURAZIONE DI TUTTE LE COSE." Il cielo terrà accolto l'uomo Gesù, il figlio dell'uomo, l'agnello fino a quanto l'uomo avra bisogno del riscatto di Gesù, ma quando la morte non ci sarà più non ci saranno più risuscitati allora il figlio ritornerà UNO col padre, si sottoporrà lasciando il cielo affinchè Dio sia tutto in tutti. Domanda: dove andra il figlio dell'uomo una volta lasciato il cielo? Aspetto risposta da parte del signore e poi lo farò sapere, probabilmente ritornerà nel seno del padre. Giovanni 1:18 NESSUNO HA MAI VISTO DIO; lunigenito Dio, CHE E' NEL SENO DEL PADRE, è quello che lha fatto conoscere.
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03/03/2018 15:47
 
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Riguardo ai versetti di 1 Cor.15,24-28 ho avuto un dibattito con un tdg il quale sostiene quanto segue:
"il regno retto da Gesu dura mille anni .Ma poi si legge che lo consegna al Padre ,quindi si sottomette al Padre che gli ha sottomeso tutte le cose .Il regno certo che continua,ma non vi e piu Gesu ,ma sara Geova ,il Re in eterno. Gesu non sara piu re, il suo incarico è finito, non avra più voce in capitolo. Oppure Lei pensa che saranno tutti e due Re?
Se e cosi mi faccia vedere dove e scritto?"

Riporto la mia risposta:

Devo purtroppo rilevare che tu fai uso della alterata traduzione TNM, mentre quando si affrontano questi argomenti è necessario far riferimento al testo originale greco del Nuovo Testamento di cui anche tu dovresti avere immancabilmente una copia se vuoi dialogare proficuamente. Devi sapere che L'UNIGENITO DIO non è come traduce la TNM, "nella posizione del seno" ma traducendo correttamente dal greco, Egli è NEL SENO DEL PADRE. Cioè si trovava DENTRO IL PADRE il quale proprio per tale motivo LO HA GENERATO (e non creato come asserisce erroneamente la wt); infatti il termine UNI- GENITO (monoghenes) significa esattamente UNICO GENERATO.
Gesù precisa questo concetto espresso dall'evangelista in GV 1,18, quando dice in Giovanni 14,11: Credetemi: io sono NEL PADRE e il Padre è IN ME;
Ma la TNM anche in questo caso traduce ingannevolmente UNITO AL PADRE, UNITO A ME, che sono una cosa ben diversa dall'essere IN cioè DENTRO, fuso insieme. Abbiamo una analogia di questo fatto se semplicemente osserviamo una donna in gravidanza la quale porta in se un nuovo essere, distinto da lei, ma della stessa sua natura e dignità e che lei GENERA (non crea con elementi esterni a lei, ma con gli stessi suoi elementi interni ).
Se non si capisce questo concetto basilare si continuerà a pensare che Gesù sia un semplice "rappresentante", "portavoce" o al massimo "figlio" in senso figurato ma non VERO FIGLIO, secondo la wt. E per tale motivo la wt ha dovuto ricorrere al trucco di MODIFICARE IN SERIE tutti i versetti che si riferiscono direttamente o indirettamente alla DIVINITA' di Cristo. A seguito di questo è chiaro che tu mi parli di INCARICHI finali, assunti da Gesù.
Ecco anche perchè tu non puoi riuscire a capire, leggendo la TNM che il regno di Cristo non termina dopo il suo atto di filiale sottomissione al Padre al Quale presenta tutto il frutto della sua vittoria sul peccato, e sulla morte e su tutte le potenze celesti. Ma tutto questo non gli viene tolto, le cose che il Padre gli ha sottomesso CONTINUANO AD ESSERGLI SOTTOMESSE. Come lo sappiamo?
Leggendo Ap.22,3 dove si dice TESTUALMENTE: Nella città VI SARA' IL TRONO DI DIO E DELL'AGNELLO.
Leggi attentamente, nella città vi è il TRONO DELL'AGNELLO ! Cosa si fa avendo un TRONO? E' evidente che si REGNA! E quando avviene questo ? DOPO il millennio descritto in Ap cap 20. E perchè REGNA? Perchè è Dio, non un semplice rappresentante.
Questo è anche confermato dal testo di Eb 1,8 che sulla TNM ovviamente E' ALTERATO.
L'originale greco scrive testualmente: "del Figlio dice IL TUO TRONO, DIO, E' NEI SECOLI DEI SECOLI"
In questo testo importantissimo e fondamentale, si ripete il concetto che il TRONO DEL FIGLIO E' ETERNO.
Stesso identico concetto esprime Dan.7,14 . In questo testo si dice: ..gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un DOMINIO ETERNO che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto. A chi furono dati tutto questo REGNO E DOMINIO ETERNO?
La risposta che tu stesso mi hai dato e che poi hai subito stranamente ritrattato è che FURONO DATI A GESU' .
E perchè gli sono stati dati?
La risposta è: Perchè Lui, Gesù, non è un semplice agente ma L'EREDE DI TUTTO, EFFETTIVO ed ESCLUSIVO , essendo VERO FIGLIO.
Tu concludi dicendo: "E ripeto il Regno è eterno ma non sara piu Gesù come Re..perche si sottometterà..e lo avrà consegnato al Padre."
Prova a rileggere bene cosa hai affermato e ti accorgerai che contiene una grave CONTRADDIZIONE.
Infatti se Gesù riceve potere, gloria e REGNO ETERNO, come puoi dire allo stesso tempo che non sarà più GESU' come Re?? REGNO ETERNO significa CHE NON FINISCE MAI, come affermano i testi biblici che ti ho ripetutamente citato. SE non finisce mai, il REGNO DI GESU', sarà suo anche dopo che Egli lo avrà presentato al Padre come offerta preziosa di tutto ciò che Egli ha riconquistato col suo sangue. Ecco come si mettono in collegamento coerente i vari versetti della Bibbia, senza alterare nulla di ciò che c'è veramente scritto!!!
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03/03/2018 15:51
 
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Allego qui il commento di Marco Sales al versetto di 1 Cor.15,24 che è correlato alla questione:


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Mat 4,5-7 ... Allora il diavolo.... gli disse: ... sta scritto: ... Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:...
 
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