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Mc 13,32 neanche il Figlio "conosce" il giorno e l'ora

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2013 16:02
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03/09/2013 15:56
 
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Marco 13, 32-33 = Matteo 24,36

 Circa poi quel giorno e quell'ora, nessuno sa nulla, neanche gli angeli in cielo, nè il Figlio, fuorché il Padre

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03/09/2013 16:00
 
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Sembra da questa affermazione che il Figlio abbia una conoscenza limitata rispetto al Padre e quindi alcuni hanno ritenuto, da queste parole che il Figlio sia di altra natura.
Ma l'espressione, come tante altre, necessita di opportuna spiegazione.
Attingiamo due autorevoli brani dei padri della Chiesa che testimoniano in che modo, già la Chiesa delle origini, comprendeva queste parole.

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Commento a Marco 13, 32-33 di S.Girolamo

II passo del Vangelo di cui ci occupiamo oggi, necessita di un'ampia spiegazione. Prima di accostarci ai sacramenti, dobbiamo togliere ogni dubbio: non ne resti alcuno nell'anima di coloro che si preparano a ricevere i sacramenti. Infatti coloro che stanno per ricevere il battesimo, debbono credere nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo.

Ma qui, ora, il Figlio dice: Circa poi quel giorno e. quell'ora, nessuno sa nulla, neanche gli angeli in cielo, ne il Figlio, fuorché il Padre 1. Ebbene, se noi riceviamo il battesimo ugualmente dal Padre dal Figlio e dallo Spirito Santo, se unico è il nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, cioè Dio, e questa è la nostra fede, e se uno solo è Dio, in qual modo possono esservi nell'unica divinità diversi gradi di conoscenza? Cos'è più grande essere Dio, o conoscere tutto? Se il Figlio è Dio, in qual modo può ignorare qualche cosa? Sta scritto del Signore e Salvatore: " Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui, e niente è stato fatto senza di lui "2. Se tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui, anche il giorno del giudizio che dovrà venire è stato fatto per mezzo di lui. Forse egli può ignorare quanto ha fatto? Può l'artigiano non conoscere la sua opera? Leggiamo cosa dice l'Apostolo, di Cristo: " In lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza "3. Considerate quanto dice l'Apostolo: In Cristo sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza. Non dice che alcuni di questi tesori sono in Cristo e altri non vi sono: ma dice che tutti i tesori della sapienza e della scienza sono nascosti in lui. Quindi tutto ciò che è in lui, non può non esser presente a lui, anche se a noi è celato. Orbene, se in Cristo sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza, dobbiamo cercare perché sono nascosti. Ecco, se noi uomini conoscessimo il giorno del giudizio, se sapessimo, per esempio, che il giorno del giudizio verrà tra duemila anni, se fossimo certi che cosi sarà, oggi cesseremmo di prenderci cura della nostra anima. Diremmo: Perché debbo preoccuparmi, dato che il giorno del giudizio verrà tra duemila anni? Pertanto, ciò che il Figlio dice, affermando di ignorare il giorno del giudizio, giova alla nostra salvezza, perché appunto a noi giova non conoscere il giorno del giudizio finale.

Considerate ora quanto segue. State attenti, vegliate e pregate, perché non sapete quando sarà quel tempo4, dice Gesù. Non dice " perché non sappiamo ", ma dice " perché non sapete ". Sembra che finora abbiamo fatto violenza alla Scrittura, e che non ne abbiamo spiegato il senso. Dopo la risurrezione, gli apostoli interrogano il Signore e Salvatore, dicendo: " Signore, quando sarà restaurato il regno d'Israele? "5. O apostoli, — sembra dire il Signore, — avete sentito prima della risurrezione che io non conosco quel giorno e quell'ora: e mi chiedete di nuovo quello che non so? Ma gli apostoli non credono che il Salvatore non sappia. State attenti al mistero. Colui che prima della passione non sapeva, dopo la risurrezione sa. Che cosa risponde infatti agli apostoli che, dopo la risurrezione, lo interrogavano sulla fine del mondo, chiedendogli l'epoca in cui sarebbe stato restaurato il regno d'Israele? " Non sta a voi — risponde — conoscere i tempi che il Padre ha riserbato in suo potere "6. Non dice " non so ", ma dice " non sta a voi conoscere ", perché non giova alla vostra salvezza conoscere il giorno del giudizio. Vegliate dunque, perché, non sapete quando venga il padrone della casa.

Potremmo dire molte altre cose a proposito di queste parole: ci limitiamo a questo perché il nostro scopo è di allontanare ogni dubbio, qualsiasi supposizione che colui nel quale voi vi preparate a credere ignori qualcosa.

3 Col. 2, 3.

4 Me. 13, 33.

5 Atti, 1. 6.

6 Atti, 1, 7.

7 Me. 14, 3.

8 Cant. I, 2.

9 Cf. Sai. 75, 2.

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03/09/2013 16:02
 
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Dal De Trinitate di S. Agostino
 
 

1,21,12. Ecco un’altra affermazione di Cristo: Quanto poi a quel giorno e a quell’ora nessuno ne sa nulla, neppure gli Angeli in cielo né il Figlio, ma solo il Padre . Egli infatti ignora ciò che fa ignorare, cioè ignorava quanto non poteva in quel momento insegnare ai suoi discepoli, nel senso in cui fu detto ad Abramo: Ora so che tu temi Dio.

Cioè: ora ho fatto in modo che tu sapessi, perché Abramo ha imparato a conoscersi da quella prova . Infatti anche il Signore avrebbe rivelato ai discepoli quel giorno e quell’ora al momento opportuno e parlando di questo momento futuro come se già fosse passato dice: Non vi chiamerò più servi ma amici. Il servo infatti ignora la volontà del suo padrone; ma io vi ho chiamati amici perché resi noto a voi tutto ciò che udii dal Padre mio . Egli non l’aveva ancora fatto, ma poiché l’avrebbe fatto di certo, parlò come se lo avesse già fatto. Dice infatti loro: Ho da dirvi molte cose ma per ora non siete capaci di sopportarle . E fra le altre cose si tratta anche del giorno e dell’ora.

Anche l’Apostolo dichiara: Io non volli sapere altra cosa in mezzo a voi che Gesù Cristo e questi crocifisso . Parlava infatti a gente che non poteva capire la sublimità della divinità di Cristo e rivolgendosi agli stessi poco più avanti dice:Non potei parlare a voi come a uomini spirituali ma come a persone carnali . Così l’Apostolo ignorava tra di loro proprio ciò che essi non potevano apprendere per suo mezzo e dichiarava di conoscere ciò che essi avevano bisogno di imparare per mezzo di lui, ma poi sapeva tra i perfetti ciò che ignorava tra i semplici perché disse: Predichiamo la sapienza tra i perfetti . Infatti noi diciamo che si ignora ciò che si nasconde con lo stesso genere di espressione con cui diciamo cieca una fossa che è nascosta. Così la Scrittura non si esprime in modo diverso da quello che è proprio alla consuetudine umana, perché è proprio agli uomini che si rivolge.

 
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