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01/09/2013 12:18 | |
dalla esposizione della lettera ai Galati di s.Agostino
10. Successivamente, dopo quattordici anni, salii di nuovo a Gerusalemme insieme con Barnaba, prendendo anche Tito. Nominando questi soci, procede come chi ricorre a parecchie testimonianze. Vi salii per una rivelazione. Non voleva turbare i cristiani di Gerusalemme quanto ai motivi per i quali allora finalmente era salito in città mentre per tanto tempo non vi era salito. In realtà, se vi si recava in seguito a una rivelazione, era certamente utile che almeno in quell’occasione vi si recasse. Ed esposi loro il Vangelo che predico fra i pagani; [lo esposi] però ai notabili. L’esporre il Vangelo in privato a coloro che nella Chiesa occupavano un posto di rilievo dopo averlo già esposto all’intera comunità non è da ascriversi al fatto che sul principio aveva detto cose false, per cui in seguito privatamente dinanzi a pochi espose l’intera verità. È probabile che allora avesse taciuto su cose che alcuni, ancora immaturi, non avrebbero accettato: persone cioè simili a quei tali a cui, scrivendo ai Corinzi, dice d’aver dato del latte e non cibo solido 20. In effetti, se dire il falso non è mai lecito, può invece, a volte, essere utile non dire tutta la verità. Era comunque doveroso che gli altri apostoli conoscessero l’esatto contenuto della sua predicazione. Dal fatto che egli era fedele e si manteneva nella fede vera e ortodossa non seguiva necessariamente che egli fosse anche un apostolo. Le parole che aggiunge, e cioè: Per non correre o non aver corso invano, occorre intenderle non come rivolte a coloro con i quali in privato confrontò il suo Vangelo, ma come una specie di domanda che rivolge ai destinatari della Lettera. Che egli non stesse correndo e non avesse corso invano doveva risultare evidente anche dall’attestazione degli altri [apostoli], che dichiararono come non si scostava in nulla dalla verità del Vangelo.
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Anche s.Agostino faceva notare come l'espressione usata da Paolo dicendo di non voler correre invano, si riferisce al riconoscimento ufficiale della sua predicazione da parte dei responsabili designati da Cristo a guida dottrinale sicura della Chiesa |