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DIZIONARIO TEOLOGICO

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2013 17:56
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18/08/2013 13:18
 
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Dannazione. (inizio)

(Lat. « condanna »).

La sorte di coloro che muoiono in peccato mortale senza pentirsi. Avendo radicalmente respinto Dio e i loro fratelli (Mt 25,31‑46), soffriranno per sempre le pene dell'inferno. CfGiudizio; Inferno; Riprovazione.

Decalogo  (Gr. « dieci parole »). (inizio)

I dieci comandamenti che sintetizzano le nostre responsabilità religiose e morali. Si trovano in due versioni: Es 20,1‑17 e Dt 5,6‑21. Gesù non ha abolito i dieci comandamenti, ma, fondandosi su Dt 6,4‑5 e Lv 19,18, li riassunse in termini di amore verso Dio, verso il prossimo e verso noi stessi (Mc 12,29‑31). Gesù ha anche affermato che l'osservanza del Decalogo può condurre al distacco perfetto e al discepolato (Mc 10,17‑21). Cf Amore; Imitazione di Cristo; Perfezione; Teologia morale.

Decime. (inizio)

Si tratta della decima (o altra) parte del prodotto della terra dato per il mantenimento del clero e per sostenere la missione della Chiesa mediante scuole, ospedali, aiuti ai bisognosi e opere di evangelizzazione. L'aiuto ai sacerdoti dell'AT e ai luoghi di culto (cf Gn 14,16‑20; Dt 12,6.11.17) era prescritto per legge (cf Nm 18,25‑32; Dt 14,22‑29). Il NT si limita a ritenere giusto che le comunità cristiane sostengano coloro che proclamano la Buona Novella (cf Mt 10,10; Lc 10,7; 1 Cor 9,7‑14; 1 Tm 5,18). Dopo la conversione dell'Europa al cristianesimo, le decime finirono per diventare tasse da pagare. Dove gli Stati non riconoscono più e non sostengono le Chiese in questo modo, la missione va sostentata con contributi volontari. CfChiesa e Stato; Giustizia; Koinonìa.

Dedicazione della chiesa. (inizio)

Rito solenne, riservato al vescovo, o al suo delegato, con cui un edificio viene adibito ad uso esclusivo del culto cristiano e indica così una presenza speciale di Dio e della Chiesa nel mondo. In Occidente, il rito consiste generalmente nella celebrazione dell'Eucaristia e in una cerimonia nella quale l'edificio viene benedetto e sono fissate nell'altare le reliquie dei santi. In Oriente, prima che venga celebrata la prima liturgia, l'altare è asperso di acqua santa e unto come nei riti dell'iniziazione. Cf Benedizione; Consacrazione; Iniziazione; Sacramentale.

De fide (Lat. « attinente alla fede »). (inizio)

Asserti teologici che hanno il massimo grado di certezza in quanto sono fondati sulla rivelazione divina e sono proclamati come tali dal Magistero autorevole della Chiesa. CfDogma; Magistero; Qualifica teologica.

Definizione ex cathedra  (Lat. « dal trono »). (inizio)

Definizione solenne e vincolante fatta dal papa con la sua piena autorità apostolica come pastore e maestro di tutti i cattolici (DS 3074‑3075; FCC 7.198‑7199) in materie rivelate che riguardano la fede e i costumi. Cf Cattedra; Infallibilità; Insediamento; Magistero; Papa.

Deificazione. (inizio)

Il fine dell'Incarnazione, secondo sant'Ireneo (circa 130 ‑ circa 200), sant'Atanasio (circa 296‑373) e altri Padri greci. Già creati a immagine e somiglianza di Dio (Gn 1,26), gli esseri umani sono chiamati per grazia a condividere la vita divina (2 Pt 1,3‑4). Cf Grazia; Incarnazione.

Deismo. (inizio)

Termine generico per indicare le teorie di molti scrittori inglesi, europei e americani dei secoli XVII e XVIII i quali in vari modi sottolineavano il ruolo della ragione in fatto di religione e negavano la rivelazione, i miracoli e qualsiasi azione provvidenziale nella natura e nella storia degli uomini. Cf Illuminismo; Miracoli; Provvidenza.

Demitizzazione. (inizio)

Si chiama così il tentativo di Rudolf Bultmann (1884‑1976) di tradurre nel linguaggio d'oggi ciò che egli chiamava mitologia biblica. Sebbene il termine comporti una eliminazione, l'intento di Bultmann era positivo: interpretare esistenzialmente i miti. Cf Ermeneutica; Esistenzialismo; Mito.

Demiurgo. (inizio)

(Gr. « artefice, artigiano »).

Nome usato da Platone (427‑347 a.C.) per indicare il divino architetto che plasmò il mondo secondo le idee eterne. Gli Gnostici riducevano il demiurgo a una divinità inferiore, responsabile della creazione dell'universo materiale che essi disprezzavano. Cf Creazione; Gnosticismo.

Demoni. (inizio)

Esseri spirituali che, nella tradizione giudaico‑cristiana, corrispondono ai diavoli, che sono angeli ribelli a Dio e intenti a danneggiare gli esseri umani. Cf Diavolo.

Demonologia. (inizio)

Lo studio dei demoni, della loro natura come angeli decaduti e della loro azione nel tentare e nel fare del male agli esseri umani. Cf Angeli; Angelologia; Esorcismo.

Denzinger. (inizio)

Raccolta di brani del Magistero della Chiesa, pubblicati per la prima volta da Heinrich Joseph Denzinger nel 1854. La sua trentacinquesima edizione, rivista da Adolf Schönmetzer, uscì nel 1973.

Tra gli altri suoi lavori va ricordata una raccolta ancora utile di testi di liturgia orientale, Ritus Orientalium, Coptorum, Syrorum et Armenorum (Würzburg, 1863‑1864).

Deposito della fede. (inizio)

Tutto ciò che Dio ha definitivamente rivelato mediante Cristo per la nostra salvezza, considerato come un tesoro affidato alla Chiesa affinché lo custodisca, lo interpreti e lo proclami fedelmente a tutti fino alla fine dei tempi (1 Tm 6,20; 2 Tm 1,12.14; cf DV 10; GS 62). Cf Magistero; Rivelazione; Tradizione.

Determinismo. (inizio)

 Interpretazione dell'universo secondo cui tutto succede inevitabilmente e senza alcun esercizio della libertà. La nostra esperienza di potere scegliere tra varie alternative contraddice questa visuale di realtà così rigidamente predeterminata. Cf Libertà; Predestinazione; Prescienza.

Deuterocanonici. (inizio)

Cf Libri deuterocanonici.

Devozione. (inizio)

Dedizione orante e affettiva che rende i credenti profondamente disponibili alla volontà di Dio. Cf Religione.

Devozioni. (inizio)

Preghiere e pratiche non liturgiche, come la Via Crucis e il Rosario, che sviluppano la vita spirituale del credente e approfondiscono le sue convinzioni religiose. Cf Liturgia; Preghiera; Rosario; Sacramentale.

Diaconessa. (inizio)

Donna che nella Chiesa primitiva esercitava un ministero simile a quello del diacono. Oltre ad avere cura dei malati e dei poveri, le diaconesse assistevano il ministro nei battesimi delle donne. L'ufficio di diaconessa scomparve nel Medioevo, ma ritornò in vigore nel secolo XIX presso gli Anglicani e i Protestanti. Cf. Comunione Anglicana; Protestante.

Diaconia (Gr. « servizio »). (inizio)

Termine del NT per indicare che il ministero e la missione nella Chiesa sono per il servizio della comunità (At 1,17.25; 21,9; Rm 11,13; 1 Tm 1,12). Il Concilio Vaticano II descrive in questo modo l'ufficio dei vescovi (LG 24). Cf Ministero.

Diacono (Gr. « servo »). (inizio)

Ispirandosi in parte ai sette uomini scelti per attendere alle necessità materiali della comunità di Gerusalemme (At 6,1‑6), il ministero dei diaconi è stato fiorente nei primi secoli della Chiesa. Poi, la loro importanza andò sempre più diminuendo, finché il diaconato si ridusse semplicemente ad essere uno stato intermedio prima del presbiterato. Il Concilio Vaticano II affermò la possibilità di ripristinare il diaconato permanente per uomini maturi e sposati (LG 29). Questa decisione cominciò ad attuarsi nel 1967. Oltre a compiti amministrativi e pastorali, i diaconi possono, quando siano autorizzati, battezzare, predicare, distribuire l'Eucaristia, assistere e benedire il matrimonio, dirigere il rito funebre della sepoltura. Cf Chierico; Clero; Ministero; Ordinazione.

Dialogo (Gr. « conversazione »). (inizio)

Discussione garbata tra individui che professano fedi differenti con l'intento di raggiungere o almeno di avvicinarsi ad un consenso. Il Concilio Vaticano II (1962‑1965) incoraggiò i cattolici al dialogo col mondo in genere (GS 85), coi membri delle religioni non cristiane (AG 16), con gli altri cristiani, sia con quelli delle Chiese Orientali (UR 14‑18) che con quelli delle Chiese d'Occidente che si sono staccate da Roma al tempo della Riforma (UR 19‑23). Il dialogo tra le religioni non cristiane è chiamato « interreligioso », mentre il dialogo tra Roma e le altre Chiese cristiane è chiamato « ecumenico » o « interconfessionale. Di quando in quando, vengono emanate delle direttive dai vari dicasteri del Vaticano. Riguardo alle Chiese Orientali, si distingue:

  a) il « dialogo della carità » che consiste in segni e gesti che esprimono la fede comune di entrambe le parti condivisa da tutti i membri del dialogo e il loro desiderio di rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena comunione;

  b) il dialogo teologico ufficiale, chiamato alle volte « il dialogo della verità », in cui, attraverso discussioni dei rappresentanti delle varie Chiese, si cerca di raggiungere la piena comunione sui punti di fede e di vita sacramentale.

  Cf Concilio Vaticano II; Ecumenismo; Fede e Ordine, Religioni del mondo.

Diàspora (Gr. « dispersione »). (inizio)

Applicato inizialmente agli Ebrei deportati sotto gli Assiri (722 a.C.) ed i Babilonesi (597 a.C.), il termine finì per designare tutti gli Ebrei viventi fuori della Palestina (Gv 7,35), di cui un milione circa vivevano in Alessandria al tempo di Gesù. La traduzione dell'AT cosiddetta dei « Settanta » è opera di Ebrei di lingua greca della Chiesa di Alessandria. L'annuncio cristiano fuori della Terra Santa avvenne in un primo tempo in sinagoghe ebraiche (At 9,19‑20; 11,19; 13,5.14‑44; 17,12, ecc.). Con la distruzione del Tempio e il progresso del Cristianesimo, gli Ebrei della diàspora divennero più isolati e la loro religione si sviluppò nell'ebraismo talmudico del Medioevo e dei tempi moderni. Il NT usa invece il termine diàspora per i cristiani dispersi nel mondo e viventi in ambienti stranieri e alle volte ostili (Gc 1,1; 1 Pt 1,1). Le persecuzioni e emigrazioni dei tempi moderni hanno portato in larga scala una diàspora di Cristiani orientali. In Germania, la parola « diàspora » si riferisce a minoranze confessionali, sia di Cattolici che di Protestanti. Cf Chiesa; Missione; Settanta; Talmud.

Diavolo. (inizio)

(Gr. « accusatore » « tentatore »). Nome usato per indicare Lucifero o Satana, capo degli angeli ribelli. Le allusioni a Satana e ai suoi seguaci sono frequenti nella Bibbia (per es., Sap 2,24; Mt 25,41; Lc 10,18; Gd 6,9; Ap 12,9‑12; 16,14). Cf. Angeli; Demòni.

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