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DIZIONARIO TEOLOGICO

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2013 17:56
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16/08/2013 22:59
 
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Consostanziale. (inizio)

Cf Omooùsios.

Consostanziazione (inizio)

(Lat. « insieme alla sostanza »).

Teoria condannata dal Concilio di Trento (1545‑1563) secondo cui, dopo le parole della consacrazione eucaristica, la sostanza del pane e quella del vino continuerebbero ad esistere insieme al Corpo e al Sangue di Cristo (DS 1652; FCC 9.150). Cf Transostanziazione.

Contemplazione. (inizio)

Forma di preghiera silenziosa in cui la mente e l'immaginazione sono meno attive, mentre il credente guarda con amore Dio e i divini misteri. Quando la contemplazione proviene da un esercizio diligente, si chiama « acquisita ». Quando è semplicemente concessa come dono speciale di Dio, si chiama « infusa». Cf Meditazione; Preghiera.

Contingenza. (inizio)

Caratteristica degli esseri e degli eventi che non esistono o non accadono per necessità, ma unicamente in dipendenza, in ultima analisi, da Dio, l'unico Essere che esiste necessariamente.

Contrizione. (inizio)

È il dolore sincero dei peccati commessi accompagnato dal proposito di non peccare di nuovo (cf Sal 51; Lc 15,11‑32; 18,9‑14; DS 1676‑1678; FCC 9.236‑9.238). La contrizione è necessaria affinché il sacramento della penitenza sia valido (cf DS 1451‑1465; 1704; FCC 7.089‑7.091, 8.047‑8.049, 9.218‑9.226, 9.260). Cf Attrizione; Metànoia; Sacramento della penitenza.

Controriforma. (inizio)

Si chiama così la riscossa e la reazione della Chiesa Cattolica (dal 1520 circa alla fine della Guerra dei Trent'Anni nel 1648) alle forze della Riforma. Il termine, però, è problematico, in quanto notevoli sforzi per riformare la Chiesa erano stati intrapresi molto tempo prima che Martin Lutero iniziasse la sua protesta nel 1517. La Spagna era rimasta praticamente immune dal Protestantesimo, grazie in parte alle riforme già introdotte dal cardinale Francisco Ximénez de Cisneros (1436‑1517) e appoggiate dalla Corte di Spagna. In Italia, Girolamo Savonarola (1452‑1498) era morto per la causa della riforma ecclesiastica. Il Concilio Lateranense V (1511‑1517) aveva deciso di eliminare gli abusi. Dopo il trauma provocato dalla protesta di Lutero, le forze riformiste all'interno della Chiesa Cattolica guadagnarono comunque terreno. Sorsero nuovi Istituti religiosi come i Teatini, fondati da san Gaetano (1480‑1547) e da Giovanni Pietro Caraffa che divenne poi Paolo IV (1476‑1559), e i Cappuccini, fondati da Matteo da Bascio (morto nel 1552). Sebbene la maggior parte dei libri di testo dicano che sant'Ignazio di Loyola (1491‑1556) abbia fondato l'Ordine dei Gesuiti per combattere il Protestantesimo, questo non era comunque l'obiettivo principale quando ricevette l'approvazione pontificia (1540). Egli mirava piuttosto alla riforma della vita cattolica in Europa e all'apostolato nelle terre di missione. Più tardi, specialmente con san Pietro Canisio (1521‑1597), i Gesuiti si impegnarono maggiormente nel tenere unite nell'unica Chiesa Cattolica la Germania, l'Austria, la Polonia, l'Inghilterra e altri paesi. In seguito, tra i personaggi importanti della Controriforma, spiccano: san Filippo Neri (1515‑1595), san Carlo Borromeo (1538‑1584), san Francesco di Sales (1567‑1622) e Maria Ward (1585‑1645). Il Concilio di Trento ebbe un'importanza enorme nel restaurare eo nel riformare un'intera serie di punti dottrinali e di costumi della Chiesa. Una trattazione completa della Controriforma deve anche tener conto dell'influsso esercitato dai Collegi dei Gesuiti, dalla cultura barocca, dalle missioni nelle Americhe, in Asia ed in Africa, e dai regni di Carlo V (1500‑1558) e di Filippo II (1527‑1598) di Spagna. Cf Calvinismo; Concilio di Trento; Concilio Lateranense V; Inquisizione; Luteranesimo; Presbiterianesimo; Protestante; Puritani; Riforma (La); Tubinga e le sue scuole.

Controversia teopaschita (inizio)

(Gr. « sofferenza di Dio »).

È una controversia che durò dal V secolo fino a dopo il Costantinopolitano II (553) e che riguardava le asserzioni sul Figlio di Dio che soffre e muore per noi. Siccome Dio in quanto Dio non può soffrire, l'unione della natura divina e di quella umana nell'unica persona di Gesù Cristo giustifica la confessione di quei monaci Sciti che in una visita a Roma verso il 519 dichiararono: « Uno della Trinità ha sofferto ». Giovanni II tolse ogni ambiguità quando, nel 534, aggiunse « nella carne » come parte fissa della formula (cf DS 401; FCC 5.012). CfCommunicatio idiomatum; Concilio Costantinopolitano II; Sofferenza di Dio; Trisagio.

Conversione. (inizio)

Abbandonare l'affetto al peccato per ritornare a Dio in un modo che abbracci sia l'integrità della persona, sia il bene della comunità cristiana. La conversione è richiesta con la venuta del regno di Dio (Mc 1,15; Mt 4,17). Cf Metànoia.

Copti. (inizio)

Cf Cristianità copta.

Cori degli angeli. (inizio)

Si tratta del modo di classificare gli angeli in nove Cori. Questa classificazione va ben oltre i dati limitati della Bibbia. È diventata popolare per opera dello pseudo‑Dionigi, uno scrittore cristiano anonimo del V o VI secolo. I suoi nove Cori di Angeli furono suddivisi in gruppi di tre: i Serafini, i Cherubini e i Troni; le Dominazioni, le Virtù e le Potestà; i Principati, gli Arcangeli e gli Angeli. Cf Angeli; Angeli custodi.

Corpo di Cristo. (inizio)

Termine che indica:

  a) il corpo umano di Gesù;

  b) il Cristo risorto presente nell'Eucaristia;

  c) la Chiesa (o Corpo Mistico di Cristo) costituita da quanti sono incorporati a Cristo mediante il battesimo e lo Spirito Santo;

  d) la festa celebrata nel rito romano dopo la domenica della Trinità per onorare il Santissimo Sacramento.1 Cf Chiesa; Santissimo Sacramento.

Corpo mistico di Cristo. (inizio)

Cf Corpo di Cristo.

Corpus Domini (Lat. « Corpo del Signore »). (inizio)

Una festa della Chiesa d'Occidente che si celebra il giovedì o la domenica dopo la Solennità della Trinità e in cui si commemora il dono che Cristo fa di sé nell'Eucaristia. L'istituzione di questa festa deve molto alla beata Giuliana di Liegi (morta nel 1258). Cf Corpo di Cristo; Eucaristia; Santissimo Sacramento.

Corpus Iuris Canonici (inizio)

(Lat. « Corpo del Diritto Canonico »).

È la raccolta principale di leggi della Chiesa Cattolica fino a quando il papa Benedetto XV promulgò il Codice di Diritto Canonico nel 1917. Il Corpus Iuris Canonici fu composto in sei tappe:

  a) Graziano, un monaco di Bologna del XII secolo creò la disciplina del diritto canonico col mettere insieme in maniera sistematica leggi emanate da Concili, da papi e da Padri della Chiesa. Fece questo nella sua Concordia discordantium canonum (Lat. « Concordanza di canoni discordanti »), chiamata comunemente Decretum Gratiani (Lat. « decreto di Graziano ») (1141).

  b) Il papa Gregorio IX (circa 1148‑1241) incaricò il famoso canonista san Raimondo di Peñafort (1185‑1275) di completare il Decreto di Graziano. Si ebbe come risultato il Liber decretalium extravagantium (Lat. « Libro delle decretali non ancora incluse »). Quest'opera fu divisa in cinque libri e promulgata per autorità del papa.

  c) Bonifacio VIII (circa 1234‑1303) aggiunse un sesto libro nel 1298, il Liber sextus decretalium.

  d) In connessione con il Concilio di Vienne (1311‑1312), Clemente V (1264‑1314) aggiunse altre leggi. Queste decretali furono promulgate nel 1317 e sono note come Decretali Clementine.

  e) I decreti dil papa Giovanni XXII (1249‑1334) furono riuniti e pubblicati come Extravagantes Johannis XXII.

  f) Infine, le Extravagantes communes, o decretali papali emanate tra il 1261 e il 1471, entrarono nel Corpus Iuris Canonici che fu riveduto e promulgato dal papa Gregorio XIII (1502‑1585). Cf Codex Iuris Canonici.

Corredentrice. (inizio)

Questo titolo si applica a Maria per esprimere la sua cooperazione all'opera della salvezza. Pur rimanendo strettamente subordinata a Cristo che è l'unica fonte della grazia, Maria coopera all'Incarnazione (Lc 1,26‑38) e si unisce al sacrificio redentore del suo Figlio sulla croce (Gv 19,25‑27) (cf DS 3370; FCC 5.032). Cf Eva; Incarnazione; Nuova Eva; Redenzione; Riscatto.2

Corruzione totale. (inizio)

Con questo termine, i Calvinisti affermano che gli esseri umani sono stati radicalmente corrotti dal peccato originale. Cf Caduta (La); Calvinismo.

Coscienza. (inizio)

È la capacità di valutare e scegliere il proprio agire in base alla legge che Dio ha scritto nei nostri cuori (Rm 2,12‑16). La coscienza non va identificata semplicemente con la legge di Dio, perché può venire meno alla guida dello Spirito Santo per scrupolosità, o lassismo, o insensibilità. Cf Cuore; Teologia Morale.

Coscienza classica. (inizio)

È un'espressione forgiata da Bernard Lonergan (1904‑1984) per descrivere come la cultura condizioni la conoscenza nel suo progredire da una conoscenza ingenua ad una conoscenza filosofica. La coscienza classica è una forma sviluppata di conoscenza che ritiene una cultura come normativa e criterio supremo per giudicare le altre esperienze e espressioni culturali. Dopo aver dominato per parecchi secoli in Occidente, la coscienza classica ha ceduto il posto a una coscienza pluralistica, che è più descrittiva che normativa. In teologia, ciò vuol dire che molte risposte classiche, anche se non sono necessariamente invalidate, non possono più essere conservate come interpretazioni esclusive della fede cristiana. Cf Metodi in teologia; Pluralismo.

Cosmo (inizio)

(Gr. « mondo », « ornamento »).

L'universo nel suo complesso ordinato. Nel NT, la parola « cosmo » può indicare semplicemente le forze che reggono il nostro mondo (Gal 4,3), oppure il mondo in quanto ostile a Cristo (Gv 1,10). Nella teologia orientale, per cosmo si intende la bellezza del creato contrapposta alla bruttezza causata dal caos (cf Gn 1,1-2,4). Cf Doxa; Mondo; Teologia della bellezza.

Cosmologia. (inizio)

Interpretazione sistematica dell'universo nella sua origine fondamentale, nella sua natura, nel suo ordine e nel suo fine. Cf Argomento cosmologico; Creazione; Escatologia; Protologia.

Costantinopoli. (inizio)

Cf Concilio costantinopolitano.

Costanza. (inizio)

Cf Concilio di Costanza.

Creatura. (inizio)

Tutto ciò che non è Dio e che dipende nell'esistenza da Dio. Mentre tutte le creature partecipano della bontà divina (Gn 1,31), gli esseri umani sono stati creati ad immagine e somiglianza di Dio (Gn 1,26‑27) e si realizzano pienamente con l'amare sinceramente Dio e il prossimo. Cf Immagine di Dio.

Creazione. (inizio)

L'atto con il quale Dio con libertà sovrana e dal nulla ha dato vita e conserva nell'essere tutto ciò che esiste (DS 800; 3002; FCC 6.060, 3.019). La Bibbia è meno interessata al punto iniziale che al prodotto finale della creazione: l'universo creato per la gloria di Dio (per es., Is 43,7; Sal 8; cf DS 3025; FCC 3.025). Cf Causalità; Contingenza; Deismo; Evoluzionismo; Panteismo.

Creazionismo. (inizio)

  a) È la dottrina secondo cui ogni anima umana è creata direttamente da Dio (cf DS 3896; FCC 3.033) e non è generata dai genitori, come vorrebbe il traducianesimo.

  b) Il creazionismo (chiamato in questo caso anche « fissismo ») è la teoria che si oppone all'evoluzionismo. Secondo il creazionismo, o fissismo, i racconti del Genesi vanno intesi in maniera fondamentalista, cioè, alla lettera: il nostro universo è venuto all'esistenza mediante una serie di interventi divini ben separati. Cf Anima; Evoluzionismo; Fondamentalismo.

Credo. (inizio)

Cf Simbolo apostolico; Simbolo atanasiano.

Cresima. (inizio)

Cf Confermazione.

Crisma (Gr. « olio per ungere »). (inizio)

Nella Chiesa d'Occidente, indica l'olio che il vescovo consacra (assieme ad altri oli) il Giovedì Santo durante la Messa del Crisma al mattino. È composto comunemente di una mescolanza di olio d'oliva e di balsamo; viene usato nel battesimo e nella cresima, per consacrare presbiteri, vescovi, chiese e altari. Nella Chiesa d'Oriente, questo olio è chiamato myron (Gr. « olio per ungere »). La « crismazione » corrisponde a quello che la Chiesa Latina chiama sacramento della Confermazione. Cf Unzione.

Cristianesimo. (inizio)

È la religione di coloro che fanno parte delle Chiese e comunità cristiane. Cf Farsi cristiano.

Cristiani. (inizio)

I seguaci di Cristo. Questo termine fu usato per la prima volta ad Antiochia di Siria (At 11,26).

Cristiani anonimi. (inizio)

Termine usato da Karl Rahner (1904‑1984) per designare coloro che sono salvati dalla grazia di Cristo, anche se (non per colpa loro) rimangono non battezzati e fuori dalla comunità cristiana (cf LG 16 e GS 22). Il Rahner sviluppò questa espressione e questa tesi alla luce della volontà salvifica universale di Dio (1 Tm 2,4). Cf Chiesa; Salvezza.

Cristiani bizantini. (inizio)

ome che si dà comunemente ai cristiani che appartengono alla tradizione liturgica, canonica, spirituale e teologica che si formò quando, nel 330, Costantino il Grande trasportò la sua capitale da Roma a Bisanzio sul Bosforo e cambiò il nome di questa città in quello di Costantinopoli.

  a) Bizantini Greci. Rivendicando, a partire dal 381 e soprattutto nel 451, una posizione seconda soltanto a Roma, Costantinopoli divenne il centro indiscusso per la maggioranza dei cristiani dell'Oriente. Nel 1054, il suo patriarca e i legati del papa si scomunicarono reciprocamente. Dopo che i turchi espugnarono la città nel 1453, i patriarchi hanno continuato a godere un primato di onore su tutti gli Ortodossi Orientali. Nel 1965, il papa Paolo VI e il patriarca Atenagora tolsero reciprocamente la scomunica che comunque era stata spesso ignorata.

  b) Cristiani Bizantini‑Slavoni. Sono quei cristiani di tradizione bizantina che nella loro liturgia usano lo slavone della Chiesa antica anziché il greco. Ci sono Chiese in comunione con Costantinopoli (per es., i Russi, gli Ucraini, i Serbi, i Bulgari, i Ruteni, ecc.), e controparti che sono in comunione con Roma. La missione dei santi Cirillo e Metodio nell'863 diede inizio alla conversione al cristianesimo dei popoli slavi. Cirillo escogitò un alfabeto per la vecchia Chiesa slavonica, il Glagolitico, sostituito poi dall'alfabeto « cirillico », non creato dal santo, ma che da lui prese il nome, e che è tuttora in uso. Col battesimo del principe Vladimiro di Kiev nel 988, il cristianesimo divenne la religione ufficiale della Rus'di Kiev.

  c) Altri cristiani bizantini. Oltre ai bizantini di lingua greca e quelli di lingua slava, ci sono parecchi altri gruppi etnici che comprendono i Georgiani, alcuni Arabi e, più consistenti, i Rumeni che oggi costituiscono la seconda grande Chiesa ortodossa. Cf Chiese Orientali; Concilio di Calcedonia; Concilio Costantinopolitano I; Ruteni.

Cristiani di san Tommaso. (inizio)

Cf Cristiani Malabarici.

Cristiani malabarici. (inizio)

Sono gruppi di cristiani di rito orientale che risiedono nel Kerala (Sud‑Est dell'India). Sono noti come « cristiani di san Tommaso », in quanto ritengono di essere stati convertiti dall'apostolo san Tommaso e venerano la sua tomba nei pressi di Madras. Anticamente, facevano parte di quella che ora è chiamata la Chiesa (Assiriana) dell'Oriente, ma che era spesso nota come Chiesa nestoriana o caldea, o Chiesa Siriana Orientale (= Oriente dell'impero bizantino). Quando i Portoghesi giunsero in India, nel XVI secolo, i cristiani malabarici rinunciarono alla loro unione col patriarcato di Mesopotamia e abiurarono gli errori nestoriani nel Sinodo di Diamper nel 1599. Però, la latinizzazione del loro rito portò molti a separarsi da Roma. Sorsero così tre comunità principali:

  a) un gruppo si staccò da Roma nel 1653 e si unì alla Chiesa Siriana Ortodossa. È tuttora conosciuto da molti come la Chiesa Giacobita e usa la liturgia siriana‑occidentale;

  b) un gruppo si staccò da Roma nel 1652, ma ritornò nel 1662. Con leggere modifiche, fu loro permesso di usare la Liturgia nestoriana di Addai e Mari, caratterizzata dalle parole piene dell'epìclesi e dall'assenza delle parole dell'istituzione;

  c) un gruppo di Giacobiti si unirono a Roma nel 1930 e formarono la Chiesa (dell'Unione) Malancarese. Malankar è un altro nome che indica il Kerala. Hanno conservato la loro antica liturgia siriana e l'hanno tradotta in Malayalam.

  Cf Chiesa Apostolica assiriana d'Oriente; Epiclesi; Liturgia; Monofisismo; Rito.

 
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