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LA MISTICA NEL PENSIERO E NELLA VITA DI EDITH STEIN

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2013 18:35
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09/08/2013 18:30
 
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Ma conosciamo anche l'interesse di Edith per la possibilità di una filosofia cristiana. E, la filosofia cristiana, apre gli orizzonti sulla Verità.
La filosofia è per sua natura protesa alla ricerca della Verità, con cui si viene a contatto nell'esperienza mistica: ecco un altro legame fra filosofia e mistica, certo intesa nel suo senso più ampio.
La filosofia, per essere cristiana, si serve delle verità rivelate come altrettante fonti di conoscenza; ma non per questo diventa teologia.
Sentiamo la Stein:

"Le verità fondamentali della nostra fede - relative alla creazione, al peccato originale, alla redenzione, al compimento finale - mostrano ogni ente in una luce per la quale appare impossibile che una filosofia pura, cioè una filosofia fondata unicamente sulla ragione naturale, sia in grado di darsi una vera compiutezza, cioè capace di produrre un perfectum opus rationis. Essa ha bisogno di venire integrata con apporti provenienti dalla teologia, senza per questo divenire teologia. Se è compito della teologia stabilire i fatti della Rivelazione come tali ed elaborare il loro significato proprio e il loro nesso, compito della filosofia è di mettere armonia tra ciò che essa ha elaborato con i suoi propri mezzi e ciò che le viene offerto dalla fede e dalla teologia, nel senso di una intellezione dell'essere basata sui suoi ultimi fondamenti. (...) Quando...la filosofia si imbatte in questioni cui non può rispondere con i propri mezzi (per esempio il problema sull'origine dell'anima umana) e fa quindi sue le risposte che trova nella dottrina di fede per giungere ad una più ampia conoscenza dell'ente, avremo allora una filosofia cristiana, che usa la fede come fonte di conoscenza. Essa non sarà più filosofia pura ed autonoma; ma non mi sembra giustificato ritenerla perciò teologia."1

Ma la filosofia è limitata, in quanto limitata è la ragione umana; e limitata è anche la teologia, poichè mai esaurirà il suo compito di approfondimento della Rivelazione.
Questo brano ci può illuminare.

"La filosofia pura, intesa come scienza dell'ente e dell'essere nei loro fondamenti ultimi, è qualcosa di essenzialmente incompiuto, anche nel più alto grado pensabile di compimento, per quanto lontano possa giungere la ragione umana. Essa è anzitutto aperta alla teologia e può essere da questa integrata. Ma neppure la teologia è un sistema completamente definito e non potrà mai essere concluso. Essa si sviluppa storicamente come progressiva assimilazione concettuale e penetrazione del patrimonio rivelato trasmesso per tradizione. Inoltre, bisogna considerare che neppure la Rivelazione comprende in sé l'infinita pienezza della verità divina; Dio si comunica allo spirito umano nella misura e nel modo corrispondenti alla sua sapienza. Sta in lui ampliare la misura, sta in lui rivelarsi in una forma adatta al modo umano di pensare, al suo conoscere che si svolge passo passo, al suo modo di cogliere mediante concetti e giudizi: oppure dipende da lui l'elevare l'uomo al di sopra della sua modalità naturale di pensiero, ad una specie di conoscenza interamente diversa, facendolo partecipe di quella visione divina, che con un semplice sguardo abbraccia tutto. Il compimento pieno di ciò a cui mira la filosofia, come aspirazione verso la sapienza, è unicamente la stessa sapienza divina, quella visione semplice mediante la quale Dio abbraccia se stesso e tutto il creato. La più alta realizzazione raggiungibile da uno spirito creato - certo non con le sue proprie forze - è la visione beatifica, che Dio gli dona quando lo unisce a sé: esso viene a partecipare della conoscenza divina, partecipando della stessa vita divina. Durante la vita terrena, il massimo avvicinamento a questa altissima mèta è la visione mistica. C'è anche un grado preliminare, per il quale non è necessaria questa suprema elargizione di grazia, ed è la genuina fede viva."2
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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