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LA MISTICA NEL PENSIERO E NELLA VITA DI EDITH STEIN

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2013 18:35
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09/08/2013 18:28
 
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"Ma questa compenetrazione non è ancora completa. Per venire imbevuta sino a saturazione dall'Essere divino - e la perfetta unione amorosa consiste precisamente in questo - l'anima deve essere svincolata da qualunque altro essere: svuotata da ogni altra creatura e perfino da se stessa, come ribadisce insistentemente il S. P. Giovanni."1

Per quanto riguarda l'unione trasformante è meglio lasciarci ancora guidare dalle stesse parole, peraltro bellissime, della Stein:

"L'amore, nella sua più alta espressione, è una fusione di esseri in un mutuo e volontario abbandono: tale è la vita intima trinitaria di Dio. Mirano a questa consumazione, tanto l'amore creato che si strugge e desidera (...), quanto l'amore di Dio che si piega misericordioso sulla creatura (...). Mediante l'autopurificazione, la volontà umana affonda sempre più in quella divina; ma lo fa in maniera che il volere divino non viene sentito come una realtà presente, bensì accettato con fede cieca. Qui si che effettivamente esiste solo una differenza di grado tra l'inabitazione per via di grazia e l'unione per via d'amore. Nella dolorosa purificazione operata dal rovente fuoco amoroso di Dio, invece, è la volontà di Dio che penetra sempre più dentro quella dell'uomo, fino al punto di lasciarsi percepire come una genuina realtà presente. E qui, a mio modesto avviso, ci troviamo già di fronte ad un nuovo tipo di inabitazione, diverso, e non solo differente in gradazione dall'inabitazione per via di grazia."2

Allora, precisamente a questa terza specie d'inabitazione corrisponde la "vocazione mistica", come la chiama la Stein.
In questa progressiva unione d'amore, Dio concede all'uomo:

"un incontro personale mediante un tocco, che è una presa di contatto nell'intimo; gli schiude il suo proprio intimo mediante speciali grazie che illuminano la Sua natura e i suoi segreti disegni; gli dona il Suo cuore, dapprima come fuggevole abbraccio d'un attimo nel corso d'un convegno personale (nell'orazione d'unione), poi come possesso stabile nel fidanzamento e nel matrimonio mistico."3

Quali sono dunque le differenze sostanziali fra l'inabitazione per via di grazia e l'unione per via d'amore?
Nella prima

"è il principio emanativo della vita divina (se così si può dire) che viene a contatto entitativo con il principio originante della vita umano-spirituale, rendendosi percettibile come presenza. Restando però ancora nascosto nell'ombra e chiuso in se stesso."4
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