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VITA di s.Teresa D'Avila

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2013 17:49
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09/08/2013 16:53
 
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CAPITOLO 23
In cui riprende la narrazione della sua vita e dice come e con quali mezzi cominciò a procedere con maggior perfezione. È utile, per le persone che si impegnano a dirigere le anime nella vita di orazione, sapere come debbano comportarsi agli inizi e conoscere il vantaggio che a lei procurò l’essere stata ben indirizzata.
1. Voglio ora riprendere la storia della mia vita, dal punto in cui l’ho lasciata, dilungandomi più del dovuto per far meglio capire ciò che seguirà. Da qui innanzi sarà un libro nuovo, voglio dire una vita nuova, perché quella di cui ho parlato finora era mia, ma quella che ho vissuto da quando ho cominciato a spiegare cose attinenti all’orazione è la vita di Dio in me, a quanto mi sembra, poiché ritengo che sarebbe stato impossibile altrimenti svincolarsi in così poco tempo da abitudini e opere tanto cattive. Sia lodato il Signore che mi liberò da me stessa!
2. Appena, dunque, cominciai a fuggire le occasioni e a darmi di più all’orazione, il Signore cominciò a elargirmi le sue grazie, come chi non desiderava altro – a quel che si vide – se non che io volessi riceverle. Sua Maestà prese a darmi assai di frequente l’orazione di quiete e molte volte anche quella di unione, che durava a lungo. Ma, poiché in quei giorni si erano verificati casi di donne tratte in inganno dal demonio con grandi illusioni, cominciai a temere, specialmente per la grande gioia e la dolcezza che provavo, e a cui spesso non potevo sottrarmi, anche se, d’altra parte, in me ci fosse l’assoluta persuasione che provenissero da Dio, specialmente quando stavo in orazione e vedevo che ne uscivo assai migliorata e più forte. Ma appena mi distraevo tornavo a temere e a pensare se per caso il demonio non volesse, facendomi credere che era cosa buona, sospendere l’intelletto per privarmi dell’orazione mentale e della possibilità di meditare sulla passione e di servirmi dell’intelligenza, il che – non avendo conoscenza di queste cose – mi sembrava il maggior danno.
3. Siccome, però, Sua Maestà voleva ormai illuminarmi, affinché non l’offendessi più e conoscessi quanto gli dovevo, questa paura aumentò in modo tale che mi fece cercare con diligenza persone spirituali con cui trattarne. Avevo già notizia di alcune, essendosi stabiliti qui i padri della Compagnia di Gesù per i quali io – pur non conoscendone alcuno – nutrivo grande affezione, solo per aver saputo del loro metodo di vita e di orazione, ma non mi credevo degna di parlare ad essi, né tanto forte da seguirne i consigli; e questa era una ragione di maggior timore, perché trattare con loro, essendo quale ero, mi sembrava sconveniente.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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