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09/08/2013 16:38 | |
9. Questa è opera del demonio, che sembra servirsi delle nostre buone qualità per giustificare, come può, il male che esige, giacché, poco che sia, in una comunità ha molto da guadagnare; tanto più che il male che facevo era enorme. Così, in molti anni, solamente tre persone si giovarono dei miei consigli; mentre, dopo che il Signore mi fortificò nella virtù, in due o tre anni se ne giovarono molte, come dirò in seguito. Oltre a questo, c’è un altro grave inconveniente, ed è che l’anima ne abbia a scapitare, perché ciò a cui dobbiamo soprattutto badare al principio è di attendere alla sua esclusiva formazione e far conto che sulla terra non ci siano altri che Dio e l’anima: questo sarà molto utile.
10. Un’altra tentazione presenta il demonio (e tutte hanno tale apparenza di zelo virtuoso che è necessario conoscerle e procedere con attenzione): consiste nell’affliggersi per i peccati e per le colpe che si vedono negli altri. Il demonio fa credere che sia solo una sofferenza nata dal desiderio che non si offenda Dio e dal dolore del suo onore vilipeso, a cui si dovrebbe porre subito rimedio. Ciò turba tanto da impedire di concentrarsi nell’orazione: e il maggior danno è pensare che sia virtù, perfezione e grande fervore di amor divino. Non mi riferisco, qui, alla pena che procurano i peccati pubblici, se diventati abituali in una Congregazione, o i mali che recano alla Chiesa le attuali eresie in cui vediamo perdersi tante anime, perché questa pena è molto buona e, come tale, non genera inquietudine. Ma la cosa più sicura per l’anima che si dia all’orazione è dimenticarsi di tutto e di tutti, attendendo a se stessa e ad accontentare Dio. Questo è molto importante perché, se dovessi dire gli errori che ho visto commettere nella fiducia della propria buona intenzione, non la finirei più. Procuriamo dunque di apprezzare le virtù e le buone opere che vedremo negli altri e coprire i loro difetti pensando ai nostri grandi peccati. È un modo di procedere che, anche se non raggiunge subito la perfezione, ci fa conquistare una grande virtù, quella di stimare gli altri migliori di noi; essa ha inizio proprio da qui, s’intende col favore di Dio, necessario in tutto – e, quando manca, sono inutili le nostre diligenze –, che dobbiamo supplicare di darci tale virtù, perché, se ci adopereremo con tutte le nostre forze a questo scopo egli, che non manca a nessuno, ce la darà. |