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08/08/2013 18:05 | |
Questi quattro gruppi di sentenze sono come separati dal tracciato dei due percorsi e dell’unico sentiero.
Percorsi
A sinistra di chi guarda, verticalmente: Percorso dello spirito d’imperfezione del cielo: gloria, gioia, sapere, consolazione
A destra, verticalmente: Percorso dello spirito d’imperfezione della terra: possedere, gioia, sapere, consolazione, riposo.
Sentiero centrale
Sentiero del Monte Carmelo spirito di perfezione: nulla, nulla, nulla, nulla, nulla, nulla e anche sul monte nulla.
Orizzontalmente capovolto: Né quello – né quello – né quello – né quello – né quello – né quello.
I sei né quello si riferiscono, come evidenza il tratto che parte da essi, ai cinque generi di beni del cielo enumerati nel percorso di sinistra e, inoltre, al cielo in quanto ingloba quanto segue.
Orizzontalmente: Né questo – né questo – né questo – né questo – né questo – né questo.
Anche i sei né questo riguardano i cinque generi di beni della terra già trascritti e la terra considerata globalmente.
Sopra la serie dei né quello: Quanto più volli avere tanto meno ebbi.
Sopra la serie dei né questo: Quanto più volli cercare tanto meno ebbi.
A sinistra, verticalmente: Quando ormai non lo voglio, lo possiedo senza volere.
A destra, verticalmente: Quando meno lo voglio, ho tutto senza volere.
Arco dei frutti, virtù e doni
Da sinistra a destra seguendo l’arco: Pace, gioia, allegria, diletto, sapienza, giustizia, fortezza, carità, pietà.
Nella metà superiore, a sinistra: Non mi dà gloria nulla.
Nella metà superiore, a destra: Non mi dà pena nulla.
Nel cerchio, che raffigura la cima ed è simbolo di Dio (CB 37,7), il testo latino di Ger 2,7 Volg.: Introduxi vos in terram Carmeli ut comederetis fructum eius et bona illius (Hier. 2): Vi feci entrare nella terra del Carmelo perché ne mangiaste i frutti e le delizie.
Dentro il cerchio: Su questo monte dimora solo onore e gloria di Dio.
Nella parte superiore lungo la linea ad arco: Qui non c’è più cammino perché per il giusto non c’è più legge (cfr. 1Tim 1,9); egli è legge a se stesso (cfr. Rm 2,14). |