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FIAMMA VIVA (s.Giovanni della Croce)

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2013 15:40
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03/08/2013 15:35
 
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13. Ma torniamo all’intervento di quel serafino che produce una piaga e una ferita nell’intimo dello spirito. A volte Dio permette che qualche effetto della ferita interiore traspaia nel corpo, manifestando ciò che è interiormente. La ferita e la piaga, allora, si manifestano all’esterno, come accadde quando il serafino ferì d’amore l’anima di san Francesco, imprimendogli cinque piaghe. L’effetto di queste si manifestò sul suo corpo, ove apparivano le stesse piaghe d’amore che avevano ferito la sua anima. Dio infatti abitualmente, non concede al corpo alcun favore che non abbia prima e soprattutto accordato all’anima. Allora, più intense sono le delizie e la forza d’amore procurate dalla piaga nell’intimo dell’anima, più dolorosa è la ferita impressa sul suo corpo. Questi due effetti, insomma, crescono simultaneamente. Ciò avviene perché, essendo queste anime purificate e fortificate in Dio, ciò che per loro la debole carne è causa di dolore e di tormento, per il loro spirito, forte e sano, è motivo di dolcezza e piacevolezza. È meraviglioso, allora, sentir crescere il dolore nel diletto. Giobbe aveva sperimentato molto bene qualcosa del genere, quando alla vista delle sue piaghe si rivolse a Dio dicendo: Volgendoti a me, mi tormenti in modo mirabile (Gb 10,16 Volg.). Infatti è cosa meravigliosa, degna dell’abbondante soavità e dolcezza che Dio riserva a coloro che lo temono (Sal 30,20), il fatto che li colmi di delizie e diletti tanto più intensi quanto maggiori sono il dolore e il tormento che sentono. Ma quando la ferita è prodotta solo nell’anima, senza che si manifesti all’esterno, le delizie possono essere più intense e sublimi. La carne infatti è un ostacolo per lo spirito e, quando ne riceve dei profitti, essa tira le briglie e il morso all’agile cavallo dello spirito, soffocandone il brio, perché se lo spirito volesse usare tutta la sua forza, le briglie si spezzerebbero. Ma fino a quando non si spezzano, la carne limita la libertà dello spirito, come dice il Saggio: Un corpo corruttibile appesantisce l’anima e la tenda d’argilla grava il senso spirituale, che da se stesso comprende molte cose (Sap 9,15).
14. Dico questo perché si sappia che non saranno molto spirituali coloro che vogliono continuamente appoggiarsi alla loro abilità e ai loro ragionamenti naturali per andare a Dio. Vi sono alcuni che pensano di pervenire alle potenze e altezze dello spirito soprannaturale con la sola forza o l’attività dei sensi, che di per sé sono bassi e prettamente naturali. Per raggiungere queste altezze occorre rinunciare ai sensi corporali con le relative operazioni, e metterli da parte. Cosa ben diversa è quando l’effetto spirituale si riversa sui sensi. In questo caso, infatti, può esserci una sovrabbondanza di spirito, così come ho mostrato quando si è parlato delle piaghe, la cui forza interiore si riversa all’esterno. Ciò è quanto accadde a san Paolo: i dolori di Cristo erano così vivi nella sua anima da riflettersi nel corpo, come afferma nella lettera ai Galati: Io porto le ferite di Cristo, mio Signore, nel mio corpo (Gal 6,17).
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