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FIAMMA VIVA (s.Giovanni della Croce)

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2013 15:40
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03/08/2013 15:29
 
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23. Ora, poiché questa fiamma di per sé è piena d’amore e di tenerezza, comunica quest’amore alla volontà, che di per sé è arida e completamente dura. Infatti ciò che è duro si rivela tale in presenza di ciò che è tenero, e l’aridità in presenza dell’amore. Così, quando questa fiamma comunica amore e tenerezza alla volontà, questa avverte che per natura è dura e arida nei confronti di Dio. Sopraffatta dalla sua durezza e aridità, che non possono coesistere con i loro contrari, l’anima non sente l’amore e la tenerezza della fiamma. Occorre che questa cacci via ciò che le si oppone per far regnare nella volontà l’amore e la tenerezza di Dio. Ecco perché questa fiamma, essendo dolorosa per la volontà, le fa sentire e scontare tutta la sua durezza e aridità. Inoltre, poiché questa fiamma è molto ampia, anzi immensa, mentre la volontà è stretta e limitata, ne segue che quest’ultima soffre quando la fiamma la investe e, penetrandola, la dilata, la rende più ricettiva e disposta ad accoglierla. Questa fiamma è, altresì, piena di sapore e di dolcezza, mentre la volontà ha il gusto spirituale guastato dalle inclinazioni dei suoi affetti disordinati. Di conseguenza percepisce questa fiamma dura e amara, perché è incapace di gustare il dolce alimento dell’amore di Dio. In questo modo, la volontà sente anche la sua angustia e il suo disgusto per questa fiamma immensa e dolcissima, e non ne sente il sapore, perché non la possiede in sé; al contrario, sente quanto ha in sé, cioè la sua miseria. Occorre, infine, aggiungere che questa fiamma racchiude in sé un’infinità di ricchezze, di bontà e di delizie, mentre l’anima, di per sé, è poverissima e non ha alcun bene né di che soddisfarsi. A contatto delle ricchezze, della bontà e delle delizie di questa fiamma, conosce e sente chiaramente le sue miserie, la sua povertà e la sua malizia, e non riconosce le ricchezze, la bontà e le delizie della fiamma, perché la malizia non può comprendere la bontà, né la povertà le ricchezze, ecc. A tale scopo occorre che l’anima sia definitivamente purificata da questa fiamma e, dopo esser stata trasformata, sia colmata di ricchezze, di gloria e di delizie. Per questo motivo, l’anima dichiara che la fiamma le è indicibilmente dolorosa. In essa lottano due contrari: da una parte Dio, somma di tutte le perfezioni, dall’altra tutte le abitudini imperfette dell’anima. Per farla breve, questa fiamma deve assimilare l’anima a sé e darle soavità, pace e stabilità, come il fuoco che trasforma il legno una volta che l’ha penetrato.
24. Questa purificazione così intensa si verifica in poche anime, cioè solo in quelle che il Signore chiama all’unione più intima con lui. Difatti egli dispone la purificazione più o meno intensa per ciascun’anima, a seconda del grado a cui vuole elevarla e anche a seconda delle sue miserie e imperfezioni. Questa purificazione somiglia a un vero e proprio purgatorio. Difatti, come lì si purificano gli spiriti per poter arrivare alla chiara visione di Dio nell’altra vita, così qui, sulla terra, si purificano le anime per arrivare alla trasformazione in Dio per amore.
25. Non è questa la sede per parlare dell’intensità di questa purificazione, a volte maggiore, altre volte minore; né tanto meno mi soffermerò a descrivere il periodo in cui tale purificazione si opera nell’intelletto, nella volontà o nella memoria, né del periodo o del modo in cui essa si compie nella sostanza dell’anima, o in tutte le sue potenze o nella parte sensitiva. Non spiegherò come si riconosce una purificazione dall’altra, quando avviene, in quale tempo, punto o momento del cammino spirituale cominci, perché ne ho già parlato nella Notte oscura della Salita al monte Carmelo. Basti sapere, per ora, che questo Dio, che vuole entrare nell’anima mediante l’unione e la trasformazione d’amore, è lo stesso che precedentemente l’aveva investita e purificata con la luce e il calore della sua fiamma divina; così come il fuoco che penetra nel legno è lo stesso che precedentemente l’aveva predisposto a tale azione. Quella stessa fiamma che ora le riesce soave, perché già penetrata dentro di lei, prima, quando l’investiva dall’esterno, le risultava dolorosa.
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