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COSA E' L'ASCESI CRISTIANA

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2013 15:58
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02/08/2013 15:52
 
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A questo stadio, i mistici amano Dio fino a un certo punto, perché la loro ricerca è più una ricerca di se stessi che di Dio. Essi provano qualcosa della bontà e dell'amore di Dio, ma soprattutto avvertono la loro condizione di peccaminosità, di creaturalità e la lontananza, apparentemente insuperabile, da Dio. Di conseguenza, i mistici autentici sentono una profonda necessità di pentimento e di purificazione. Inoltre, desiderano lunghe ore di preghiera. Si notano, nella vita dei più grandi mistici, « sante follie » o grandi penitenze per riparare i peccati della loro vita passata o i peccati del mondo intero. Poiché sono purificati da ogni sensualità e da ogni egoismo, i mistici crescono nella virtù e nella capacità di arrendersi all'amore che guarisce e trasforma. Avendo messo a tacere quanto disturba la loro mente, sono capaci di guardarsi dentro, di trovare la calma interiore, di dimenticare l'io e tendere a Dio che si comunica nell'amore. Il senso profondo, pieno di gioia, dell'essere unito a Dio permea la loro coscienza.  

Gradualmente, la fiamma viva dell'amore di Dio viene sperimentata più come un'illuminazione che come una purificazione. Essa infonde uno sviluppo sacramentale di consapevolezza, cioè una conoscenza piena d'amore che permette loro di trovare Dio in tutte le cose e tutte le cose in Dio. Ora, essi hanno meno necessità di abbandonare il mondo per trovare Dio. Non importa quanto intimo possa sembrare il rapporto dei mistici con Dio, l'esperienza simultanea della loro separazione da lui permane. Essi possono essere fidanzati a Dio, ma non sono ancora sposati con lui.  

Quando pervengono alla fase illuminativa, i mistici scoprono un senso più profondo del loro io cresciuto e trasformato nell'intimità con Dio. Spesso si verificano visioni, locuzioni e una varietà di fenomeni secondari. Alcuni di questi possono derivare da disfunzioni psicologiche o anche dal demonio. Altri, comunque, sono riverberi psicosomatici della comunicazione di Dio che invade (intera persona. Dio si comunica allo spirito, all'anima, alla psiche, alla sensibilità, al corpo del mistico attraverso queste ben note esperienze mistiche per intensificarne la vita e spingerlo a un abbandono più profondo e ad un'unione più intima con lui.  

La fase illuminativa dell'autocomunicazione di Dio implica altresì la notte oscura e purificatrice. Durante la « notte oscura dell'anima », sono frequenti il tedio emotivo, (aridità, la noia e la quasi disperazione.) ll mistico ha un acuto senso del peccato. Predomina l'assenza di Dio, avendo, sembra, egli abbandonato giustamente il contemplativo. Questi si sente sopraffatto da un immenso desiderio di Dio, da una incredibile solitudine, da un sentimento di un'impotenza totale e dall'isolamento. Prove esteriori, nell'ambito sociale, politico ed ecclesiastico, spesso accompagnano grandi prove interiori.  

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