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La fede della Chiesa primitiva nella DIVINITA' DI CRISTO (da Eusebio di C. )

Ultimo Aggiornamento: 27/07/2013 18:22
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27/07/2013 18:16
 
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(Alcuni errori ortografici sono dovuti alla trasformazione automatica dovuta a scansione, e provvederemo appena possibile a sistemare)


EUSEBIO DI CESAREA  nel primo libro della sua opera "STORIA ECCLESIASTICA",  riporta la professione di fede della Chiesa durante i primi tre secoli, sulla DIVINITA’ DI CRISTO
.

 

2. RIASSUNTO SOMMARIO RIGUARDANTE LA PREESISTENZA E LA DIVINITÀ DEL SALVATORE E SIGNORE NOSTRO, IL CRISTO DI DIO

1. La natura del Verbo è duplice: una è paragonabile alla testa del corpo, per la quale è ritenuto Dio, l'altra ai piedi, per la quale è divenuto uomo come noi, assumendo la nostra natura passibile per condurci alla salvezza. La mia esposizione degli avvenimenti che seguiranno potrà essere completa solo se ne racconterò lo svolgimento a partire dalle cose più importanti ed essenziali; cosi facendo dimostrerò anche l'antichità e l'essenza divina del Cristianesimo a coloro che lo ritengono una religione nuova e straniera, apparsa solo di recente.

2. Non c'è nessun discorso che sia di per sé in grado di esporre la nascita, il valore, l'essenza e la natura di Cristo, come anche lo Spirito Santo dice nelle profezie: Chi mai narrerà la sua nascita?

Nessuno infatti conosce il Padre se non il Figlio, e nessuno il Figlio adeguatamente se non il Padre che lo ha generato

3. E chi potrebbe rettamente conoscere, se non il Padre, la luce che esisteva prima della creazione del mondo, la Sapienza intellettiva e sostanziale preesistente ai secoli, e il Dio Verbo, che vive ed è in principio presso il Padre?

'Is53,8 ^f Mt 11,27

8 Per il concetto di economia cf supra, n 5 Con il termine teologia si intende affermare la pura divinità di Cristo (cf Ongene, Contro Celso, 6, 18, 7, 41, Commento a Giovanni, II, 34, 205)

Questi è la prima ed unica progenie di Dio anteriore alla creazione delle cose visibili ed invisibili, il capo supremo dell'esercito spirituale ed immortale che è in cielo d, il messaggero del grande disegno, il ministro dell'ineffabile volontà del Padre, il creatore dell'universo insieme con il Padre, la seconda causa di tutte le cose dopo il Padre, il figlio vero ed unigenito di Dio, Signore di tutte le creature, Dio e rè, che ha ricevuto dal Padre la signoria ed il potere per la sua stessa divinità, potenza ed onore, come su di lui le Scritture mistiche e divine affermano: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio; ogni cosa fu per mezzo di lui; senza di lui niente fu e.

4. Anche il grande Mosè, il più antico fra tutti i profeti 9, quando, per ispirazione dello Spirito divino, descrive l'essenza e l'ordinamento del cosmo, insegna che l'ordinatore e creatore dell'universo non ha affidato ad altri se non al Cristo, il suo Verbo divino e suo primogenito, la creazione degli esseri inferiori. E, conversando con lui sulla creazione dell'uomo, dice: Disse infatti Dio: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianzà" f.

5. Un altro profeta conferma questa verità, dicendo nei Salmi; Egli parlò e furono generati; Egli ordinò, e furono creati ^. Egli presenta il Padre e creatore come un capo supremo che ordina con cenno regale, e il Verbo divino, secondo dopo di lui, come ministro degli ordini del Padre, non diversamente da quanto noi sosteniamo.

6. Tutti coloro che si dice si siano distinti sin dalla creazione del primo uomo per giustizia e valore di divinità, Mosè cioè, il grande servo di Dio, e i suoi seguaci, e davanti a loro per primi Abramo e i suoi figli e quanti giusti e profeti sono apparsi dopo di loro, hanno conosciuto il Verbo con l'immaginazione dei puri occhi della mente e lo hanno, per questo, venerato in modo conveniente al figlio di Dio.

7. Egli si assise fra tutti costoro quale maestro della conoscenza del Padre per la venerazione che aveva verso di lui. La Sacra Scrittura dice che il Signore Dio apparve come un comune mortale ad Abramo, seduto presso la quercia di Mambre h; costui, sebbene vedesse con gli occhi davanti a sé un uomo, si inginocchiò subito, adorandolo come dìo. e supplicandolo come Signore, e gli confessò di non ignorare chi egli fosse, rivolgendogli queste testuali parole; Signore, che giudichi tutta la terra, non amministrerai la giustizia ora? '.

8. Se infatti non è possibile affermare che l'ingenerata ed immutabile sostanza di Dio onnipotente ha assunto la forma umana ingannando gli occhi di coloro che lo hanno visto in tal sembianza con la parvenza di un essere mortale, e che la Scrittura non espone simili cose secondo verità, chi altri potrebbe essere chiamato Dio e Signore che giudica tutta la terra, che fa il giudizio, che è apparso in forma umana se non il Verbo, la sola creatura di Dio preesistente al mondo? Ma ciò non sarebbe possibile se non fosse lecito definirlo la causa prima del mondo. Su di lui anche nei Salmi si dice: Ha inviato il suo Verbo, li ha sanati e li ha salvati dai loro peccati '.

9. E poi Mosè lo chiama con molta chiarezza secondo Signore dopo il Padre dicendo: 11 Signore ha fatto piovere dal Signore zolfo e fuoco su Sodoma e Gomorra k. Ed egli viene definito Dio dalla Sacra Scrittura quando, apparso in fattezze umane anche a Giacobbe, si rivolge a lui dicendo: Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele sarà il tuo nome, perché hai combattuto con Dio\; e allora Giacobbe diede a quel luogo il nome di "Apparizione di Dio" dicendo Ho visto Dio faccia a faccia, e la mia anima è stata salvata "

^f. Gv 1, 9-10. d Cf. Gs5, 14 g Sai 33, 9; cf. Sai 148, 5.

^v 1, 1-3. f Gn 1,26.

9 II termine non è qui usato in senso specifico, ma designa ogni scrittore dell'Antico Testamento in quanto profeta della venuta di Cristo.

h Cf. Gn 18. ' Gn 32, 29.

Gn 18, 25.

Sai 107, 20. k Gn 19, 24.

[Modificato da Credente 27/07/2013 18:22]
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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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